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GIULIANO E MARCO, UN AMORE!


di RedTales
27.12.2017    |    15.481    |    10 9.8
"Non aveva dubbi, quell’uomo l’aveva incontrato poco più di sei mesi prima in un bar e poi ci aveva fatto sesso in macchina..."
Come Marco lo vide arrivare al tavolo ebbe un sobbalzo, era Giuliano. Non aveva dubbi, quell’uomo l’aveva incontrato poco più di sei mesi prima in un bar e poi ci aveva fatto sesso in macchina. Lo aveva anche cercato parecchie volte ma non era più riuscito a ritrovarlo. Sapeva che faceva il cameriere, ma in una grande città è come cercare il classico ago in un pagliaio. Con la scusa di una chiamata si allontanò dal tavolo degli amici e, non visto, lo salutò.
“Ciao! Ti ricordi di me?”
“Certo. Ci siamo conosciuti ai primi di aprile al Cocoricò e poi...”
“Si, si. Non sai quanto ti ho cercato. Ma non ti ho più visto li al bar...”
“Sai, non è che ci vado molto...”
“Beh! Se vuoi dopo possiamo berci qualcosa assieme. Non qui!”
“E con i tuoi amici del tavolo?”
“Niente, niente di importante. Colleghi di lavoro.”
“Si, volentieri. Però finisco alle undici e, se c’è ancora gente, pure più tardi.”
“Va bene, va bene. Mi trovo qui fuori alle undici. Vuoi?”
“Certo! Un bel ragazzo come te non lo si trova… tutti i giorni!”
“Dai! Anche tu non sei niente male.”
“Però io ho appena passato i cinquanta… tu la ventina...”
“Quasi venticinque...”
“Appunto!”
Risero e ognuno riprese a fare quanto interrotto.
Alle ventitré era già parcheggiato difronte e, poco dopo, lo vide uscire. Gli andò incontro e si fermarono a parlare.
“Pensavo di non rivederti più...”
“No, no! Ma non sapevo come fare a contattarti.”
“Ti avevo lasciato il telefonino.”
“Si, ma poi mi hanno rubato la macchina con dentro il cellulare. E’ vero! Ho anche la denuncia. La macchina l’ho ritrovata, il telefonino no. Ho perso tutti i contatti!”
“Capita!”
“Non sai quante volte sono andato al Cocoricò a ore diverse, ma non c’eri mai.”
“Non ci vado spesso...”
“Si, ma adesso ti ho ritrovato.”
“Sono contento pure io.”
“E poi...” guardandolo con uno sguardo malizioso “ci eravamo lasciati… all’antipasto...”
“Mhh. Sempre porcello!”
“Ti va di andare a bere una cosa al Cocoricò?”
“Anche, ma se vuoi...” e, adesso, lo sguardo malizioso fu dell’uomo “possiamo riprendere da dove avevamo interrotto.”
“Volentieri! Anzi, meglio!”
“In macchina?”
“Se ti va ho anche casa. Ci vivo da due mesi. Tutta mia!”
“Ottimo!”
“Dai, sali che andiamo subito.”
Non molto dopo erano nell’appartamentino di Marco.
“E’ un po’ un casino ma...”
“Va bene, va benissimo… Me lo dai un bacio?”
Gli si avvicinò e si baciarono a lungo poi, continuando a farlo, iniziarono a spogliarsi reciprocamente. Il baciò terminò quando ormai i loro cazzi erano già al vento e perfettamente duri perché stimolati dalle reciproche mani vogliose di toccarli.
“Mhh. Che bacio. Quasi non mi ricordavo che baci così bene...”
“Dai, sciocco!”
Finirono di denudarsi.
“Che spettacolo. Adesso che posso vederti tutto sei proprio un gran bel figo!”
“Dai! Anche tu sei super!”
“Si, ma tu sei un ragazzetto e io un uomo maturo… Ti assicuro, non capita quasi mai ad uno come me di incontrare un giovane come te...”
“Ah! Allora sei un cercacazzi!” disse ridendo.
“No, non che mi capiti spesso. Ma… ogni tanto ho voglia e ceco qualche annuncio o al Cocoricò,,, Ma assai di rado. Dopo quella volta ne ho visto uno solo… In sei mesi! Tu invece… Chissà quanti te ne fai?”
“No, no. Proprio no! Mi piacerebbe… ma sono troppo timido. Cerco magari per intere sere al computer ma poi non scrivo… Ti giuro che non ho fatto nulla dopo quella sera. Giuro!”
“E hai voglia?”
Guardandolo con uno sguardo che più voglioso non si poteva: “Tanto!”
“Allora riprendiamo da dove eravamo rimasti...” aggiunse l’uomo abbassandosi davanti a lui e, infilandosi il cazzo in bocca, cominciò a succhiarlo e “masticarlo”.
Quasi subito Marco iniziò a “squittire”: “ti adoro! Sei fantastico. Mi fai morire. Dio come lo ciucci bene!” godendosi la bravura di Giuliano.
Andò avanti parecchio fin quando il giovane non lo fermò: “non manca molto… Sei troppo bravo.”
L’uomo, a queste parole, si fermò: “vuoi provare il buchetto?”
“Mhh! Si!”
“Dammi cinque minuti per prepararmi allora. Devo lavarmi per bene. Sai, non mi aspettavo una sorpresa come questa...”
Lo accompagnò in bagno continuando ad accarezzargli il culo.
“Vuoi guardarmi?”
“Si...”
Con totale indifferenza si accomodò sul water e provò a fare qualcosa: “devo liberarmi per fartelo trovare bello libero...” e, una volta finito, si mise nella doccia e, svitata la doccetta e regolata la temperatura dell’acqua si mise il tubo nel culo per poi sedersi nuovamente sulla tazza per “svuotarsi”. Lo fece alcune volte, le ultime “pisciando” direttamente nel piatto doccia per controllare che fosse completamente pulito.
Marco lo osservò tutto il tempo con il cazzo sempre più duro e che gli sembrava quasi stesse per scoppiare. Si concentrò su quanto fece, quasi ignorando il suo corpo in splendida forma. Forse nemmeno si accorse della pelle liscia e depilata.
“Ce la facciamo una doccetta insieme ora?”
Non disse nulla e si fiondò pure lui sotto l’acqua. Si baciarono ancora mentre le mani di entrambi si impossessarono reciprocamente dei loro corpi che si ricoprivano di schiuma profumata. Quando ebbero finito era evidente quanta voglia avessero entrambi.
“Bel cazzo! Hai proprio un bel cazzo!”
“Ma è piccolo!”
“No! Ti assicuro che è ben più grosso di quello che si vede in gir. Forse non è lunghissimo, ma quello conta poco. L’importante è quanto me lo apri. E il tuo è proprio grosso e che cappella!”.
“Anche tu non sei niente male.”
“Si, ma per me è più importante il tuo. Quando ti piace prenderlo di avercelo lungo o grosso non ti interessa più di tanto. Guardi solo quello che te lo deve mettere. E il tuo è perfetto...”
“Andiamo di la.”
“Anche qui non è male.” replicò Giuliano appoggiando la schiena contro il muro e alzando, come una ballerina, una gamba per appoggiarla sulla parete opposta con il piede quasi all’altezza della testa di Marco.
“Così possiamo anche baciarci...”
“Si, si...”
“Però mettiti un preservativo.”
Ci mise pochissimo a prenderlo e srotolarselo addosso e ritornò anche con un tubetto di lubrificante che gli spalmò tra le chiappe. Con attenzione gli si mise davanti e, dopo aver piegato le ginocchia e guidato con la mano il bel bastone duro, lo appoggiò proprio sul buchetto cominciando subito a spingere. Entrò facilmente proprio quando le braccia dell’uomo gli si strinsero attorno al collo per tirarlo verso di lui. Iniziarono a baciarsi, stretti uno contro l’altro. Marco sentiva i capezzoli duri contro il suo petto e anche quello stretto culetto che gli fasciava il cazzo dandogli un gran piacere mentre si muoveva ritmicamente dentro l’uomo. Era così bello che continuava a introdursi e poi a sfilarsi con estrema lentezza, assaporando ogni centimetro del percorso che faceva e che lo stava portando in fretta all’orgasmo, assai più in fretta di quanto non avesse fatto prima con la bocca.
Dovette fermarsi e smise anche di baciarlo, pur restando con la sua guancia schiacciata sull’altra. Giuliano iniziò a mordicchiargli l’orecchio alitandoci dentro e facendolo tremare.
“Dio come sei bravo. Mi sono fermato per non venire.”
“Va bene, va bene… guida tu… Ma se vuoi venire fai pure… Io sto già godendo di te e mi piace da morire sentirti dentro.”
Era sicuramente vero perché oltre ai capezzoli, ad ogni movimento che aveva fatto, aveva percepito il suo cazzo duro sbattergli sulla pancia e frugarsi contro di lui anche se adesso non lo sentiva più così duro.
Abbassò una mano e lo afferrò trovandolo decisamente calato e… umidiccio.
“Si, sono già venuto… Mi basta poco… Mi è piaciuto. Ci stavamo baciando. Sei un amore! Adesso pensa a te. Vuoi che ci spostiamo?”
Fece di si con la testa e Giuliano si sfilò dalla doccia e si appoggiò al lavandino rimanendo a gambe larghe e piegato in avanti. Lo spettacolo era molto eccitante. Adesso, da dietro e da un metro di distanza poteva osservare quel corpo umido e lucido completamente depilato ed era uno spettacolo che lo eccitava e gli piaceva moltissimo. Si fermò a fissargli le gambe, lunghe e con i polpacci ben torniti mentre le cosce erano magre, i fianchi stretti e poi quel culo. Bello, pieno, tondo e così aperto da fargli ammirare l’ano leggermente aperto e pronto a riceverlo. Avrebbe voluto gratificare di più lo sguardo ma il suo sesso pretendeva soddisfazione e, spinto da un impulso primordiale e animalesco, gli fu sopra e, in un colpo solo, lo prese.
Questa volta i movimenti furono assai più veloci e le mani afferrarono i fianchi per consentirgli di spingere con più forza. Nell’impeto si ritrovò per alcune volte fuori da quel caldo pertugio, ma ci si rituffò subito raggiungendo ben presto l’agognato traguardo e riempiendo con il suo umore quel piccolo sacchettino.
Si fermò completamente piantato dentro, incapace di respirare e grondante sudore che dal suo colava subito sul corpo del suo uomo. Gli strinse le braccia intorno al petto con forza e catturò con i denti prima il lobo e poi parte del padiglione dell’orecchio, ansimandogli dentro per alcuni minuti.
E solo dopo una buona manciata di tempo riuscì a ritrovare la serenità che aveva perso in quel coito.
“Mi pare che ti è piaciuto.”
“Tantissimo… Che maschio! Che culo! Sei una meraviglia! Dio, Dio, Dio...”
Giuliano ruotò la testa all’indietro andando alla ricerca della sua bocca e ripreso a baciarsi e, continuando a farlo, si spostarono uno di fronte all’altro.
Quando le lingue si allontanarono l’uomo, che nel frattempo non aveva smesso di tenere nel palmo della mano il cazzo con su attaccato il preservativo, si abbassò e, inginocchiato davanti a lui, lo sfilò e in un lampo si mise quel molle salsicciotto umido e sgocciolante tra le labbra, succhiandolo con avidità. Quasi istantaneamente lo sentì rassodarsi, indurirsi e riprendere vigore e, incurante delle richieste di Marco che lo supplicava di fermarsi, non smise di lavorarselo per un altro quarto d’ora, fin quando un nuovo anche se non più copioso flutto di calda crema lo raggiunse nel fondo della gola. Assaporò e si gustò con attenzione anche questa e solo alla fine si ritirò da quella preda.
Marco era ancor più stravolto di prima e non trovava le parole per dire quanto gli fosse piaciuto, ma bastò uno sguardo verso quell’uomo abbassato davanti il suo cazzo per comunicargli tutto il suo piacere.
“Ti è piaciuto?”
“Tanto!”
“Mi sa che te lo ho strapazzato un po’ troppo. E’ tutto arrossato!”
“Dev’essere perché non lo uso da tanto!”
Risero del loro gioco e si adagiarono sul divano, nudi, a chiacchierare a lungo. Si scambiarono ancora molte altre intime carezze raccontandosi episodi della loro vita. Si confidarono: entrambi si erano trovati benissimo ed era reciproco il desiderio di incontrarsi ancora. E lo fecero. A volte a casa di Marco, altre in quella di Giuliano. Ed ogni appuntamento era sempre gioia, sesso e voluttà che conduceva a saziare fino in fondo i loro appetiti e le loro voglia, spingendosi, piano piano, sempre a dei livelli di più elevata e raffinata ricerca del piacere. E ancora oggi che Marco ha trent’anni i loro incontri sono di fuoco e nonostante abbiano provato veramente di tutto, continuano a scoprire qualche cosetta nuova e a darsi un reciproco amore quasi… infinito
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