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Gay & Bisex

INCONTRI INASPETTATI AL SOLITO CINEMA


di RedTales
02.09.2017    |    25.009    |    10 9.7
"Ma il ragazzo sembrava impassibile, non un lamento, non un urletto, nemmeno un piccolo sospiro fino a quando, sempre senza aver espresso alcunché se ne..."
Era una ventosa giornata d’autunno e faceva particolarmente caldo. Quel pomeriggio Antonio aveva un po’ di voglia e senza cominciare a fare il giro di telefonate per trovare un amico disponibile decise di andare al solito cinema. Ormai era poco frequentato, ma ogni volta che c’era stato era rimasto soddisfatto. Fatto il biglietto e varcate le pesanti tende si fermò sulla porta per osservare chi c’era. La sala era assai poco affollata, una decina di persone in tutto. Vide che stranamente trasmettevano un film gay e ne fu contento e proprio mentre stava pensando dove andare notò, alla sua sinistra, appoggiato al muro un ragazzo. Indossava un lungo impermeabile beige. Era giovane, probabilmente aveva meno di trent’anni e, proprio mentre lo guardava, si girò verso di lui e, slacciata la cintura, aprì con tutte e due le mani il vestito. Sotto era completamente nudo, a parte delle calze a rete autoreggenti e degli stivaletti neri. Era depilato e in mezzo alle gambe aveva un bel cazzo in erezione, piuttosto lungo anche se poco grosso. Pensò che poteva sembrare proprio una scena da film ma gli si avvicinò perché quello poteva essere proprio un bel bocconcino, bisognava solo sapere cosa cercava ma lo scoprì subito perché appena gli fu difronte il ragazzo disse: “se mi succhi il cazzo poi ti do il culo da scopare.”
“Va bene! Facciamo qui?”
“No, dai! Vuoi togliergli lo spettacolo?” replicò indicando con un gesto della mano le persone presenti in sala: “andiamo a metà sala… al centro.” e, sfilato l’impermeabile che strinse con la mano, completamente svestito, si avviò lungo il corridoio con gran naturalezza e ostentando notevole sicurezza. Antonio lo seguì notando come camminasse disinvolto e, incrociando le gambe, accentuasse il suo sculettare. Ed era un gran bel vedere quel culo che sbattocchiava di qua e di la… Raggiunta la fila desiderata la percorse quasi fino a metà e si sedette. Lo imitò.
“Ecco, prendilo in bocca, è tutto tuo. Ti piace?”
Gli sembrava di sognare e gli osservò il membro che, visto da vicino, confermava la prima impressione. Infatti era molto lungo, una ventina di centimetri ma piuttosto sottile.
“Si, bello duro e lungo...” Si piegò verso di lui e senza indugiare se lo infilò in bocca iniziando a spompinarlo con gioia. Un attimo dopo sentì qualcuno sedersi al suo fianco ma non se ne curò, continuando con dedizione il suo lavoretto. Ci mise impegno e passione perché succhiare quel bel bastone duro gli dava un grande piacere ma, incredibilmente, nel giro di pochissimi minuti si ritrovò con la bocca piena di crema e ci rimase male. Non per lo schizzo, ma perché fosse già venuto.
“Scusa, sono stato troppo veloce… ma eri bravissimo… adesso mi scopi. Vuoi che ti venga sopra o andiamo in bagno?”
“Accidenti” pensò “questo fa tutto lui. Ma da dove è saltato fuori?”
Si mise seduto pulendosi con la mano la bocca e farfugliò un: “in bagno, in bagno siamo più comodi.”
Si alzarono e raggiunsero nuovamente il fondo della sala, questa volta lui davanti e il giovane, sempre nudo, dietro. Notò che tutti li guardavano e quello che si era seduto accanto a lui si era accodato a loro e li stava seguendo. Evidentemente, sentito cosa avevano detto, non voleva perdersi il resto dello spettacolo.
Raggiunti i servizi si appoggiò con le mani al lavandino, si piegò in avanti e divaricò le gambe. Era veramente uno spettacolo: le lunghe gambe fasciate dalla calze che arrivavano fin quasi ai glutei terminavano con uno splendido culetto che, forse per la posizione, era perfettamente tondo e sporgente.
“Mettiti il preservativo...”
“Si, si...”
Prese da una tasca il condom e dopo averlo infilato si abbassò i pantaloni.
Il ragazzo appoggiò le mani sulle chiappe e le allargò come per invitarlo a tuffarsi in quel buchetto nero ma lui non ce la fece, si piegò in avanti e affondò la bocca su quella fessura, incominciando a leccarla, succhiarla ed infilandoci la lingua dentro. Era meraviglioso ed anche il sapore era dolcissimo. Valerio allargò con le mani il più possibile il suo culo, lasciandolo che dissetasse la sua voglia mentre l’uomo entrato con loro era li, al loro fianco ed era attento a cogliere ogni gesto.
Rimase con la faccia schiacciata tra i glutei a lungo, fin quando il ragazzo non gli chiese nuovamente di scoparlo. A malincuore lasciò quella lussureggiante valle e si rialzò, il cazzo sembrava scoppiargli da quanto erra duro ma gli scivolò dentro facilmente e dopo essersi sistemato nella miglior posizione allungò una mano per afferragli l’uccello che non era più duro come prima e iniziò a scoparselo. Il curioso prima si abbassò per osservare i primissimi piani, poi allungò una mano per palpeggiare quelle due belle palle lisce e glabre che sbattacchiavano dappertutto e infine prese a masturbarsi con vigore. Poco dopo vide entrare altri due uomini e successivamente altri due ma non se ne curò e continuò fino a venire. Il ragazzo non aveva manifestato particolare eccitazione, se ne era rimasto li quasi impassibile nonostante la dotazione di Antonio non fosse male.
Quando lo tirò fuori notò che erano circondati da parecchi curiosi: forse tutti gli spettatori dalla sala si erano trasferiti nel bagno. Il giovane si tirò su e vedendoli, alcuni con il cazzo in mano, altri intenti letteralmente a sbavare per lui propose: “c’è qualcuno che vuole incularmi?”
Lo stupore fu grande e, in frazioni di secondo si trasformò in entusiasmo. Il primo ad avvicinarsi fu un signore piuttosto anzianotto e robusto che aveva già il cazzo duro in mano.
Valerio si mise di nuovo nella posizione di prima: “sempre con il goldone...”
“Sono senza… sono senza...”
“Prendilo nella tasca dell’impermeabile, ne ho portati un pochi...”
Come se lo mise si tuffò a capofitto in quel meraviglioso culetto. Adesso che aveva fatto, Antonio si mise ad osservare bene quel giovincello, notando che era davvero tanto giovane, sicuramente aveva meno di trent’anni. Ed era bellissimo, un fisico da schianto, spalle non troppo larghe, braccia e gambe affusolate ed in particolare queste ultime lunghissime, con polpacci ben torniti e, avvolte da quelle calze a rete nere autoreggenti, erano proprio uno spettacolo. Inoltre il contrasto con la carnagione bianca del sederino le rendeva ancor più eccitanti. E che dire poi del culetto: alto, sodo e sporgente. E i fianchi, stretti, tanto che il sederino si poteva contenere nel palmo di due mani e qualsiasi cazzo che entrasse sembrava enorme, sproporzionato. Poi era completamente senza peli, anche sotto le ascelle. Insomma, un sogno.
Nel frattempo anche il secondo raggiunse il traguardo e, senza dire nulla, già pronto e incappucciato si alternò il terzo. Questo riuscì a resistere per più di un quarto d’ora poi se ne sfilò soddisfatto con la punta del preservativo penzolante e ripiena di sperma. Ovviamente quella troietta mentre era li non lo prendeva solo in culo, ma era totalmente al centro delle loro attenzioni, così qualcuno la accarezzava, un altro le strizzava i capezzoli, un terzo si era abbassato e gli leccava le gambe. E c’era anche chi giocava con le sue palle e chi gli toccava la schiena. Insomma, erano tutti su di lui: magari con una mano su quel corpo e una sui loro genitali. Ma il ragazzo sembrava impassibile, non un lamento, non un urletto, nemmeno un piccolo sospiro fino a quando, sempre senza aver espresso alcunché se ne uscì con: “qualcuno ha voglia di scoparmi in bocca, così tanto per cambiare...” Lo disse senza muoversi ma girando solo la testa.
A guardare tutto quel movimento gli era tornato duro e Antonio accettò la proposta: “se mi ricambi il pompino mi va sicuramente bene...”. Gli si mise davanti e gli offrì nuovamente il suo membro pronto. Lui si rialzò per poi accucciarsi restando però con le ginocchia divaricate, come per lasciare in bella mostra quel bel battacchio che gli penzolava al centro e, aprendo le fauci, lo accolse in un sol boccone. Iniziò subito a muovere la testa ma poco dopo se lo sfilò e gli chiese: “muoviti tu, mi piace di più se mi scopi tu...” Gli afferrò la testa per non farla muovere troppo e iniziò a soddisfarsi. Dopo una decina di minuti, senza aver concluso, ma appagato, cedette il posto ad un altro. Anche in questa nuova posizione si alternarono quattro maschi che, a parte Antonio, gli versarono la loro crema direttamente in gola e non ne cadde nemmeno una goccia...
“Scusate, mi piace molto ma tra poco devo andare… se volete potete schizzarmi in faccia tutti assieme che poi vado...” lo disse restando giù e guardandoli, uno a uno negli occhi.
Come non condividere una tale richiesta! Lui rimase fermo mentre i sette che si trovavano li lo accerchiarono e quasi tutti iniziarono a masturbarsi. Qualcuno, era evidente, non sarebbe stato in grado di farlo tornare su, altri erano già pronti. Così, quasi in fila indiana, cominciarono ad arrivare le schizzate. La prima, bella copiosa, lo raggiunse sul collo e sulla bocca, poi la seconda di poche gocce che finirono sul pavimento e, ne seguirono altre. Anche Antonio riuscì a dare il suo contributo ma ormai si era fatto tardi, la bocca diede un ultimo bacio a ognuno di quei piselloni, alcuni li leccò per pulirli della crema che avevano ancora sopra e quindi si rialzò. Si sciacquò velocemente il viso asciugandolo con dei fazzolettini, recuperò l’impermeabile che aveva appoggiato sul lavandino e lo indossò. Fece un grandissimo sorriso, annodò in vita la cintura e guadagnò l’uscita con un ciao.
I commenti si sprecarono tra quei maschi che, usciti dal bagno, a parte uno, se ne andarono proprio dal cinema soddisfatti per quell’incontro.
“Ma lo conoscete? Viene qui spesso? Sapete come si chiama?”
“Mai visto!”
“No, proprio mai visto...”
“Ma secondo voi ha goduto?”
“Ma? Anche prima, in sala, mi è venuto in bocca ma è stato fermo e immobile e non ha fiatato...”
Ecco, dopo aver detto la sua, anche Giovanni non si trattenne e ritornò a casa.
“Eh si, in questo cinema si combina sempre...” pensò contento mentre, appena uscito, il vento caldo lo colpì sul viso in quel tardo pomeriggio autunnale.
E, mentre diceva tra se e se: “dovrei venirci più spesso...” vide in fondo alla via un ragazzo dentro un lungo impermeabile che gli arrivava fin quasi ai piedi ed era stretto in vita da una cintura. Affrettò il passo e lo raggiunse. Si, aveva gli stivali, era lui.
“Scusa! Scusa!”
Quello si girò ma… non era lui.
“Scusi! La ho scambiata per un altro...”
Si mise a camminare lentamente verso casa pensando alla splendida avventura con un altro pensiero che gli girò per la testa “chissà chi è quel ragazzo… come sarebbe bello incontrarlo ancora… ma tanto al cinema io ci torno… magari...”
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