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Prime Esperienze

SONO DIVENTATO UNA TROIA PER IL PIACERE DI SENTIRLO... DENTRO.


di RedTales
20.04.2016    |    25.132    |    2 9.7
"Anche Rino lo toccava ma in modo decisamente meno intenso..."
Dennis scoprì un po' alla volta cosa volesse fare della sua vita e, sicuramente, in modo assai casuale. Tutto iniziò, come per tanti, un giorno d'estate quando con altri due amici, in un caldo pomeriggio andò a fare un giro. Tutti e tre avevano poco più di sedici anni e, per rinfrescarsi della calura, decisero di fare un bagno in una spiaggetta piuttosto fuori mano. Non avendo il costume si spogliarono e quindi si bagnarono. Nel vedere per la prima volta i suoi compagni completamente nudi restò particolarmente interessato, specialmente dal contrasto tra i loro corpi muscolosi, ben formati, pelosi e il suo, minuto, particolarmente asciutto e quasi privo di peli. Anche le dimensioni dei piselli erano decisamente superiori alle sue. La cosa finì li. Qualche tempo dopo ritornò nello stesso posto con uno dei due e rifece il bagno. Nell'acqua iniziarono a giocare e il suo amico cominciò con lui un approccio decisamente fisico, toccandolo, stringendolo, accarezzandolo e, infine, palpeggiandolo. All'inizio pensò fosse solo un suo modo di fare ma, lentamente, stimolato da quelle maliziosi mani si ritrovò in erezione. A quel punto cercò di nasconderla, allontanandosi da lui, schivandolo, cercando di dargli la schiena ma Rino sapeva benissimo cosa stava accadendo, probabilmente perché lo aveva volutamente provocato e, quando riuscì nuovamente ad allungare le mani su di lui strinse con decisione il suo cazzo, fermandosi in quello scarso metro d'acqua proprio davanti a lui, fissandolo e iniziando a masturbarlo. Lo lasciò fare perché sentiva che quel gioco poteva proprio piacergli. Poco dopo allungò anche lui una mano trovando li sotto il cazzo del suo amico pronto. Lo afferrò e ricambiò, adeguando i suoi movimenti al ritmo che lo stava soddisfando. Dennis arrivò dopo poco, cercando di controllare la sua bocca per non farle emettere quei suoni che sentiva volevano uscire e continuò fino a far venire anche Rino. Quella fu la sua prima volta con un altra persona. Seguirono tanti altri di quei momenti dove si scambiarono sesso reciprocamente e, un po' alla volta quel ragazzo gli fece scoprire praticamente tutto. Continuarono a frequentarsi per più di un anno scambiandosi reciprocamente sesso anche se, nel corso del tempo i loro ruoli si erano indirizzati in modo diverso. Rino divenne quello che proponeva, decideva, a volte imponeva mentre Dennis, pur felice di partecipare, era quello che prendeva meno l'iniziativa anche se era sempre ben disponibile. Così, dopo le prime seghe reciproche passarono alle attività orali e infine giunsero alla penetrazione in cui le loro posizioni divennero da subito ben distinte. Rino, molto più dotato, divenne la figura attiva, Dennis, passiva anche perché in questo modo riuscivano a godere perfettamente entrambi trovandosi perfettamente a loro agio. Comunque tutto accadde in modo quasi spontaneo e naturale. All'inizio e per più di un anno il loro fu un rapporto esclusivo poi Rino, molto più aperto ed estroverso, iniziò a conoscere altri ragazzi e a fare nuove esperienze, pur continuando quella con Dennis che all'inizio ci restò male ma poi accettò la situazione. Però si accorse che qualcosa cambiò quando Rino, poco dopo aver compiuto il suo diciottesimo compleanno, andò ad abitare dallo zio perché i suoi genitori dovettero trasferisti all'estero per motivi di lavoro. Divenne decisamente meno allegro ma cominciò ad essere più malizioso e iniziò a proporgli, quasi ogni volta che si vedevano, qualcosa di… nuovo. Col senno di poi si potrebbe dire che non ci sarebbe voluto molto a capirlo, visto che il loro sesso consisteva in reciproche seghe fatte con le mani o con la bocca che ormai duravano invariate da troppo. La prima novità che gli chiese fu quella di tenergli tra le labbra il cazzo mentre lui si masturbava da solo. Ma, prima di venire, non si spostò ed anzi si seccò perché Dennis si allontanò appena ricevette in bocca quella calda e collosa crema dal gusto indefinito. Provò a dirgli che gli faceva schifo ma l'altro insistette, continuando a ripetergli che si doveva abituare e, per farglielo capire si attaccò al suo pisello e prese a lavorarselo fin quando non si ritrovò con la bocca piena. E proseguì ancora per un bel po', mostrando alla fine la bocca aperta a conferma che aveva inghiottito tutto. Ma, con calma, riuscì a far inghiottire gli schizzi anche a Dennis, pur se ci volle del tempo. Un'altra novità fu quella di voler giocare con il suo buchetto. Lo fece sdraiare a culo in su e, dopo avergli divaricato per bene le gambe, si mise ad allargargli le chiappe e quindi anche l'ano.
Dennis dovette vincere, con una certa fatica, il suo imbarazzo per lasciargli totale libertà di azione sul lato b ma anche questa volta la costanza dell'amico fu premiata. Così dopo le carezze, le strizzate e le aperture, cominciò ad infilargli dentro un dito, non prima di averlo ben lubrificato con degli sputi. In fondo il gioco piaceva ad entrambi e così si spinse sempre più avanti e cominciarono anche le richieste esplicite: “dai, apri e stringi il culo.. fammi sentire quanto riesci a stringermi il dito… cerca di tenermelo bloccato dentro… io provo a tirarlo fuori e tu stringi...”
Ma quel gioco fece scoprire a Dennis anche un'altra cosa. Si accorse di quanto gli piaceva l'istante in cui il dito, vincendo la forza che esercitava stringendo il culo, riusciva a scappare fuori. Era qualcosa che gli procurava proprio un gran piacere, ma non volle dirlo. Dopo le dita arrivarono i plug che cominciarono ad entrare e ad uscire nel suo sedere e un giorno dovette persino tenersene uno ben piantato dentro per un intero pomeriggio perché Rino voleva vedere se dopo il buchetto sarebbe rimasto più… dilatato. Ovviamente quei giochi non poterono che culminare con la penetrazione diretta e così fu. Ma Rino fu così delicato e attento o forse lui era ormai così abituato a prendere i vari dildi che non sentì alcun fastidio se non il peso dell'amico che, ad un certo punto gli si sdraiò completamente sopra quasi schiacciandolo. Da quella volta le scopate, che lo vedevano sempre nel ruolo di passivo, divennero la consuetudine, come pure la ricerca di nuove posizioni che il suo amico continuava a proporgli. Ma ormai entrambi erano maggiorenni e con tanti mesi di… attività manuale alle spalle e quei giochi continuavano a coinvolgerli e a soddisfarli entrambi assai. Anche le foto e dei brevi video gli furono imposti e lui li accettò di buon grado, puntandosi solo sulla totale certezza di non poter essere riconosciuto.
Un altro grosso cambiamento capitò quando il suo amico gli propose di provare una nuova esperienza. Non più solo loro due ma… in tre, a casa di un suo amico più grande. All'iniziò si dimostrò assai indeciso ma finì, come sempre, per accettare la cosa. Quel pomeriggio arrivarono presto da Gianni. Gli aveva detto che aveva cinquant'anni ma, appena lo vide, gli sembrò assai più vecchio, forse per i capelli completamente bianchi. Rino lo salutò con un bacio e lui pensò che evidentemente si conoscevano bene. Quindi l'uomo lo guardò e si arrabbiò: “ma chi cazzo mi porti, lo sai che non voglio minorenni!”
“Guarda che ha già fatto diciotto anni.”
“Si, col cazzo. Ne avrà si e no sedici. Quanti anni hai?”
“Diciotto.”
“Dai, dai, quanti ne hai?”
“Ti dico che ne ha diciotto, siamo in classe assieme.”
“Non ci credo. Non voglio casini. Adesso ve ne andate, subito.”
“Ho la carta d'identità...”
Le voci si fermarono e l'uomo gli prese il documento che aveva tirato fuori. Lo guardò, girò, controllò prima di uscirsene con un: “ma hai davvero diciotto anni?”
“Si!”
“Ti avevo detto che sembra più giovane.”
“Si, ma sembra che ne abbia quattordici.”
“Si, magari dieci.”
Risero tutti.
Da quel momento non ebbe che commenti positivi per lui. Apprezzò quanto fosse magro, minuto, con quel visetto liscio e senza barba e, una volta che si fu spogliato continuò tessendo le lodi del suo corpo liscio, glabro, del culetto sodo e sporgente, di quel piccolo ciuffo che gli incorniciava il pube, delle cosce vellutate…
Dopo pochi minuti si trovarono già tutti e tre nudi e Dennis fu al centro dell'attenzione degli altri due ma da quasi subito fu l'uomo a dimostrarsi il più attivo, passandogli le mani dappertutto e poi cominciando a leccarlo sul collo, sul petto, tra le gambe, sulle cosce, insomma, ovunque. Anche Rino lo toccava ma in modo decisamente meno intenso. Inoltre si accorse che Gianni sapeva… come toccarlo e soprattutto come leccarlo e baciarlo. Gli fece venire la pelle d'oca e il modo in cui gli esplorò il buchino lo fece raggiungere immediatamente un'erezione che l'altro accolse in bocca succhiandolo come non aveva mai fatto il suo amico. Era bellissimo e si lasciò completamente andare riversandogli, pochi minuti dopo, il suo caldo seme direttamente in gola. L'uomo non smise e continuò facendolo fremere e contorcersi dal piacere. Quando gli sussurrò che voleva scoparlo si lasciò guidare nella posizione che voleva e poco dopo lo sentì entrare. L'inizio fu normale ma come cominciò a muoversi sentì ancora qualcosa di nuovo e diverso dal solito e decisamente assai più coinvolgente e stimolante. In quella posizione Rino lo aveva preso tante volte ma adesso era assai diverso quello che provava e iniziò subito a smaniare comunicandolo con profondi respiri e mezzi urletti soffocati. Ma la cosa che lo lasciò basito fu la durata di quella scopata. Gli sembrò non finire mai, procurandogli un piacere estremo che lo portò, senza nemmeno raggiungere l'erezione, a sgocciolare. Quando, prima di raggiungere l'orgasmo, l'uomo aumentò il ritmo credette di non riuscire nemmeno a respirare per le vampate, di qualcosa che non sapeva nemmeno spiegare, che gli stavano come lavorando dentro. Non lo sentì schizzare ma, quando uscì, fu certo che gli aveva sbrodolato dentro. Subito gli offrì il cazzo da succhiare ma fu Rino ad impossessarsene e ad infilarselo in bocca. Dennis si lasciò cadere e cercò di riprendere fiato, accorgendosi di essersi appoggiato su un lenzuolo bagnato dal suo sudore e anche dal proprio sperma che evidentemente era uscito copioso. Poco dopo Gianni si scopò anche Rino e lui rimase sorpreso nel vederlo, anche perché gli aveva sempre detto che gli piaceva metterlo e non prenderlo. Capì tutto quando ebbero finito e l'uomo gli disse: “certo che è fortunato tuo zio ad avere un culetto sempre pronto a tutte le ore.”
Adesso gli fu chiaro il cambiamento del suo amico coinciso con il trasferimento dallo zio, evidentemente quel giorno non cambiò solo casa ma anche… molto altro.
Provò a parlarne con Rino quando si ritrovarono da soli e lui, sentendosi scoperto, fu ben felice di confidare quel grande segreto con il suo giovane amante. All'inizio Federico si comportò come ogni zio ma ben presto, leggendo di nascosto i suoi messaggi e scoprendo quanto porcello fosse il suo nipotino, decise di approfittare della situazione e, senza tanti complimenti, dopo essergli piombato in camera mentre era intento a fare sesso con un ragazzo, gli impose di soddisfare i suoi appetiti sessuali e lui accettò.
“Cosa potevo fare. Mi aveva trovato mentre mi scopavo uno e se non lo avessi magari accontentato avrebbe detto tutto ai miei genitori, agli insegnanti… Si, lo so, non lo avrebbe mai fatto… Ma...”
Così lo zio cominciò a farsi il nipotino quasi ogni giorno. “Lui finiva di lavorare alle diciassette e, quando rientrava, voleva trovarmi li, pronto per lui.”
“E' per questo che volevi andare via sempre presto?”
“Si.”
Ma non fu la sola cosa a capire, perché in quei giorni Dennis scoprì che aveva un fisico che piaceva molto ai maschi e che, quando scopava, poteva godere tantissimo, come non gli era mai capitato finora. Così, due giorni dopo, quando Gianni lo chiamò per invitarlo da lui, accettò immediatamente. Questa volta si trovarono da soli e l'uomo gli dedicò tante e tali attenzioni e se lo “lavorò” così bene che quasi gli sembrò di impazzire.
Il loro divenne un rapporto continuativo, nel senso che cominciarono a vedersi tre o quattro volte a settimana e, lentamente, oltre al sesso Gianni cominciò a portarlo a mangiare fuori, al cinema, a dei concerti, in giro in barca. A volte prima o dopo il sesso mangiavano assieme, magari guardando un film alla televisione. In queste occasione Gianni lo voleva sempre completamente nudo perché diceva che gli piaceva tantissimo poterlo guardare come mamma lo aveva fatto e magari toccarlo dove più gli andava di farlo e, soprattutto, quando lo desiderava. Ma girare nudo per casa, anche per ore era una cosa che soddisfava anche Dennis che provava una bella sensazione nell'essere guardato e al centro dell'attenzione. Concordarono pure che, quando erano in giro, uno sarebbe stato lo zio e l'altro il nipote e la cosa funzionò decisamente. Con i mesi quell'uomo cominciò anche a fargli dei regali che all'inizio fece quasi fatica ad accettare ma poi cominciò ad apprezzare e, un po' alla volte, iniziò proprio a chiederli, magari negandosi se non gli venivano fatti.
Quando si rese conto che Gianni, pur di stare con lui era disposto veramente a tanto, Dennis capì un'altra cosa alla quale non aveva mai fatto caso: che forse anche altri maschi, pur di stare con lui, erano disposti a… pagarlo. E gli venne voglia di provarlo. Subito ebbe una brutta sensazione, sentendo che era quasi come se si volesse vendere, ma dopo averci pensato parecchio su, giunse alla conclusione che la cosa più di tanto non lo interessava e che, se oltre al piacere avesse raggranellato qualche soldo o qualche regalo, la cosa poteva diventare ancora più interessante.
Nel frattempo era giunta l'estate successiva. La scuola era finita e, dopo la maturità, aveva ancor più diradato gli incontri con Rino, sempre più succube di suo zio e che, quando si vedevano, sembrava volesse rifarsi con lui di tutto quello che quell'uomo gli faceva. Così, anche nelle giornate in cui non andava da Gianni, preferiva non vedere neanche il suo amico perché diventava sempre più autoritario e prepotente. Ma, stare un intero giorno senza sesso cominciava a pesargli e fu proprio in uno di quei giorni che decise di provare a offrirsi su un sito di incontri. Utilizzò una delle tante foto che gli aveva fatto Gianni. Non passò nemmeno un'ora che squillò quel telefonino con il numero nuovo che aveva preso proprio per evitare di utilizzare il suo. Rispose con incertezza, trovando dall'altra parte un disponibile “distinto signore” che si informò della sua reale età, di come fosse e di cosa facesse e… di quanto chiedesse. Buttò li: “cento euro” che l'altro accettò subito. Non avendo macchina ed essendo lontano da dove l'uomo voleva incontrarlo, si fece anche venire a prendere. Arrivò un uomo di mezza età, stempiato... sudato. La prima impressione non fu delle migliori ma, si disse, “sono in gioco e… adesso gioco”.
In una ventina di minuti lo portò in una villetta a schiera e lo volle vedere subito nudo. Gli chiese quanti anni avesse e si accontentò del suo laconico “diciannove”, pur sottolineando pure lui che ne dimostrava di meno. Fu soddisfatto del fisico e in particolare del culetto che strinse e palpeggiò avidamente, allargando e tirando di qua e di là le chiappe per vedergli meglio come si apriva il buchetto. “Come mai chiedi così poco? Sei malato? Tossico? A vederti non si direbbe.” Si affretto a rispondere che stava bene e che lui chiedeva cento “solo la prima volta. Se poi ti piace e vuoi rivedermi… aumento”. Non insistette, sottolineando solo che non gradiva tanto quei pochi peli sul pube, indicando che lui preferiva i ragazzi depilati. A quel punto si tolse i pantaloni e gli chiese di succhiarlo. Lo fece, sentendo, per la prima volta, un odore non piacevole e che dovette far fatica a sopportare. Si ritrovò anche in bocca dei peli che cercò di togliersi con le dita. L'uomo si distese su una poltrona lasciandogli completa libertà di agire. Cercò di fare del suo meglio e, in poco, lo fece diventare duro duro.
“Girati, adesso ti voglio scopare!”.
Si alzò e lo spinse sullo schienale della poltrona.
Gli disse che doveva mettersi il preservativo e lui rispose che non ne aveva. Gliene diede uno che aveva portato con se e si rimise sulla poltrona. Lo afferrò per i fianchi e cominciò a sbatterlo. Dennis cercò di assaporare quanto gli stava facendo ma prima che potesse provare qualcosa… era già venuto.
Uscì subito, si tolse il preservativo e iniziò a masturbarsi fino a che non riuscì a schizzargli ancora qualche goccia di sperma sulla schiena. Poco dopo gli porse della carta cucina per pulirsi e dopo essersi infilato i pantaloni gli allungò due biglietti da cinquanta accompagnandolo frettolosamente alla porta.
Si ritrovò in strada con i soldi in mano e la bocca amara e piena di insoddisfazione. Tutto era stato troppo veloce. Provò a pensare alla cosa ma non ci riuscì. Si avviò verso una strada principale in cerca di un autobus per ritornarsene a casa. Lungo il percorso realizzò che, in fondo anche se non aveva goduto, non era andata male e che l'esperienza si poteva anche ripetere. Arrivato a casa sul telefonino… speciale trovò cinque chiamate perse e sette messaggi.
Già dopo aver letto il primo capì che in quel modo si potevano fare dei bei soldi e, magari avrebbe potuto anche divertirsi… con la persona giusta.
Il telefonino squillò. Rispose.
“Chiamo per l'annuncio. E' giusto il numero?”
“Si, si, sono io.”
“Sei italiano?”
“Si.”
“Ma hai davvero diciannove anni?”
“Si, si, diciannove, fatti da poco.”
“Fai tutto?”
“Tutto cosa?”
“Lo prendi in bocca e in culo?”
“Si, si.”
“Malattie?”
“No, no, ma sempre col preservativo.”
“Si, va bene. Quanto vuoi?”
Esitò un attimo e poi: “duecento.”
Ci fu una pausa. “Ma li vali?”
“Mi vedi e se ti vado bene... facciamo.”
“Va bene. Anche adesso?”
“Si, va bene.”
“Vieni tu o vengo io?”
“Veni tu..”
“Va bene. Dove devo venire.”.
Concordarono. Andò in bagno, si pulì in fretta, schivò la mamma che voleva da lui qualcosa, si cambiò e si avviò per raggiungere il luogo dell'appuntamento.
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