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LO HO SEMPRE CERCATO E... VOLUTO


di RedTales
21.05.2017    |    18.544    |    3 9.6
"” Si mise dietro di lui e con alcuni mirati movimenti entrò facilmente nel suo culo..."
Alessandro è un ragazzo di ventisette anni, praticamente da sempre gay. E' bellissimo! Ha preso il meglio dalla mamma marocchina e dal papà italiano. Ha la pelle leggermente ambrata e un casco di capelli ricci e un fisico superbo, slanciato e meravigliosamente proporzionato. E forse il culetto, sodo, morbido, sporgente e tondo da impazzire la parte che i maschietti apprezzano di più. Da due anni lavora come magazziniere in una grande società di trasporti e ha trovato il suo… paradiso. Ormai lo conoscono tutti e sanno cosa… cerca
“Ciao Alì.”
“Buongiorno Roberto, sei venuto a trovarmi o...”
“Dai, cazzo! Non farlo sembrare sempre una cosa così… Dai, vieni di la che ho voglia di mungerti!”
Raggiunsero una stanzetta tranquilla e Alì si abbassò i pantaloni e gli slip mentre il suo “capo” si sedette prima di afferrargli quel lungo pisello che gli pendeva tra le gambe e, con soddisfazione, iniziò a masturbarlo. Continuò tranquillamente, senza fretta, muovendo quella ventina di centimetri di cazzo che, come sempre, anche se inturgiditi non si drizzavano mai e continuavano a penzolare tra le gambe depilate.
“Certo che un cazzo così lungo che non diventa mai duro non lo ho mai visto ma è bello giocarci...”
“Si, così… si, mi piace...”
“Troia, sei proprio una troia...”
Non smise e una dopo un po' sulla mano si riversò della densa crema.
“Si, bravo… vieni, vieni... falla tutta...”
Quando anche l'ultima goccia smise di uscire, sollevò la mano e gliela mise davanti al viso e Alì la leccò tutta..
“Bravo, sei proprio bravo...”
“Mi scopi?”
“No! No, oggi no...” e se ne andò: “credo che una consegna ti voglia...” e ridendo se ne andò.
Quasi subito si sentì chiamare. Doveva scaricare un nuovo arrivo e ad attenderlo c'era un autotrasportatore che aveva chiesto proprio di lui. Si conoscevano e quello aveva proprio voglia di lui, per scaricare il camion ma anche per svuotare il suo… pisello.
“Ciao Alì...Vuoi?”
“Si, certo…”
“Qui?”
“Dai sciocchino… vieni...”
E lo portò poco più in la, in un angolino tranquillo e, dopo essersi nuovamente abbassato i pantaloni, si piegò su una cassa mettendosi a novanta gradi e offrendogli quel bel culetto tondo e sporgente. Senza esitazione l'uomo gli si mise dietro e dopo essersi tirato fuori l'uccello iniziò a strofinarlo tra le sue chiappe e appena fu pronto si mise il preservativo che il ragazzo gli passò e se lo scopò.
“Mh! Sei sempre fantastico! Adoro sentirlo dentro. Dai! Dai! Scopami… Così...”
Non ci mise molto e, soddisfatto e contento, dopo avergli dato una sonora pacca sul culo gli disse che adesso poteva anche scaricare. E, sistematosi alla meglio si diede da fare con il muletto fin che tutti i bancali furono spostati.
Quello era il suo lavoro e lo faceva anche bene, ma si concedeva quasi sempre un contentino o prima o dopo aver spostato la merce.
I suoi colleghi facevano finta di non vedere o perché ogni tanto partecipavano al gioco o perché preferivano ignorare la cosa, visto che il responsabile del settore era uno di quelli che… si bagnava il biscotto...
Di certo quello che era maggiormente felice della situazione era proprio Alessandro, detto Alì, perché riusciva a fare ciò che più gli piaceva, praticamente quando voleva e lo pagavano anche… per essere li.
Certo, all'inizio era stato fortunato a trovare il suo capo che era rimasto affascinato dal suo cazzo e anche dal suo culo, ma poi, un po' alla volta, ci aveva messo molto del suo per… farsi conoscere dai vari camionisti. E, una volta che la voce era partita, non si era più fermata. Così, quasi ogni giorno, tra le decine di vettori che arrivavano al deposito c'era sempre qualcuno che cercava di lui…
E Alì non li deludeva mai, sempre pronto a offrire ai nuovi arrivati quello che volevano: un lungo pompino, un morbido culetto, una bocca calda e accogliente o a soddisfare qualsiasi altra loro strana voglia. Certo, il carico o lo scarico venivano un po' rallentati ma poiché era bravo con il muletto, alla fine riusciva anche a recuperare il tempo che dedicava al suo piacere.
Ovviamente, a volte, si portava il lavoro anche a casa, soprattutto se questo era dotato di un gran bel cazzo…
Tutto era iniziato una sera in cui Alì si era fermato, finito il turno, per farsi una doccia perché non voleva andare casa ma raggiungere un parcheggio per camion li vicino nella speranza di trovare un bel maschietto… Proprio mentre stava uscendo, coperto solo da un piccolo asciugamano, arrivò il suo capo. Due magazzinieri del turno di notte erano ammalati e voleva chiedergli di fermarsi per fare un altro turno. Un po' per la sorpresa di trovarselo davanti, un po' perché avrebbe dovuto rinunciare ad una certa serata di… piacere, fatto sta che gli cadde l'asciugamano lasciandolo completamente nudo.
Mentre stava per abbassarsi per raccoglierlo si accorse che l'uomo se lo stava mangiando con gli occhi e, dopo averlo squadrato per bene gli chiese se era sempre così ben depilato. Alì esitò un attimo, non raccolse l'asciugamano e, pensando che l'altro sapeva dei suoi gusti sessuali, decise di essere sincero e gli rispose: “si, mi depilo sempre e, proprio adesso, pensavo di andare a rimorchiare un camionista nel parcheggio di via Gregoretti, qua vicino… ma se serve che rimanga...”
“Si, serve… certo che sei proprio un gran bel ragazzo… hai un gran bel cazzo e anche a culo sei messo benissimo...”
Alessandro gli sorrise d'istinto. Era sempre stato sensibile ai complimenti e, con un lento e aggraziato movimento sensuale e accarezzandosi un gluteo, si girò su se stesso per farsi ammirare meglio.
Martino gli si avvicinò appoggiandogli una una mano sull'altra chiappa e la strinse: “splendido, tondo tondo e bello sodo. Hai proprio un culo da urlo!” Incassato un altro sorriso si fece più deciso e si spostò su quel lungo pisellone, lo afferrò e si mise a maneggiarlo: “che ne dici se invece di andare al parcheggio ti fermi a fare il turno e… rimorchi me?”
Alì sorrise ancora e, per confermare la disponibilità, appoggiò una mano sul pacco dell'uomo.
A quel punto il suo capo si premurò di chiudere dall'interno la porta dello spogliatoio e, avvicinatosi nuovamente al ragazzo, iniziò ad accarezzargli il petto e a strizzargli i capezzoli. Lui ricambiò sbottonandogli i pantaloni e facendo uscire un cazzo già pronto per l'uso. Iniziarono a masturbarsi reciprocamente restando in piedi uno difronte all'altro fin quando Alì gli chiese: “vuoi che ti metto un preservativo così mi scopi?” Disse di si. Prese dalla sua borsa appoggiata sulla panca un condom, glielo srotolò con attenzione sul membro e poi ci passò sopra del lubrificante.
“Come vuoi che mi metto?”
“Va bene così, resta in piedi.” Si mise dietro di lui e con alcuni mirati movimenti entrò facilmente nel suo culo. Contemporaneamente, con la mano destra, si impossessò del suo cazzo e riprese a masturbarlo. Con l'altra mano si mise a “tormentargli” i capezzoli e gli appoggiò la bocca sul collo per succhiarlo.
“Cazzo se ci sai fare!” esclamò Alì che si era completamente abbandonato e si gustava quella vagonata di stupende sensazioni che il suo capo gli stava offrendo. Continuò ad incitarlo, anche se, nonostante la cinquantina passata, sembrava davvero instancabile e giunse perfino a chiedergli di fermarsi, almeno con la mano per non farlo venire. Ma lo disse troppo tardi perché quasi in contemporanea sporcò il pavimento. E la mano, nonostante avesse raggiunto il suo scopo, continuò a muoversi, portandolo ad un ulteriore stadio di piacere. Non riuscì a trattenersi e iniziò ad inarcarsi ritmicamente.
“Si, continua così, ti sento ancora di più. E' come se me lo stringi ancora di più. Si, proprio un culo favoloso” Anche se pronunciata con affanno quella frase piacque tantissimo al ragazzo che cercò di muovere ancora di più il bacino per assecondare i movimenti dell'uomo che non riuscì a resistere molto oltre e raggiunse un gran bell'orgasmo. Si sfilò con attenzione tenendo fermo il preservativo pieno di sperma e Alì non si lasciò sfuggire l'occasione di assaggiare quel bastone che gli aveva procurato un così lungo orgasmo. Gli si accucciò davanti, gli sfilò il preservativo e iniziò a succhiarlo avidamente. Quando anche l'ultima goccia era scomparsa tra le sue labbra si rialzò: “vestiti che inizi il turno…”
Da quel giorno le scopate con il suo capo divennero una costante della sua vita e, di li a poco, anche quelle con i camionisti che arrivavano al deposito. Anzi, la prima gliela procurò proprio Martino che un giorno non si sentiva “ispirato” per scopare ma aveva una gran voglia di guardare e così, trovato un attore “protagonista” da affiancargli, rimase in disparte a godersi lo spettacolo che quel ragazzo color caffellatte e quell'energumeno del camionista gli offrirono in esclusiva. E dopo quello ne seguirono molti altri...

ps. ho cercato di trasformare quanto mi ha detto Alessandro (che non ho mai incontrato) in un breve racconto mantenendo l'essenzialità che voleva di quanto mi ha scritto. Personalmente lo avrei “farcito” con maggiori particolari e stati d'animo, ma erano proprio questi ultimi a non piacere molto ad “Alì”, così dopo alcune letture da parte sua abbiamo raggiunto un… compromesso che è quello che avete appena letto
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