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Gay & Bisex

CENTAURI...


di RedTales
12.03.2017    |    23.044    |    7 9.6
"Si sistemò sulla seduta del divano e gli disse di “accomodarsi” sopra di lui..."
Silvio è un ragazzo che da diversi anni ha scoperto di adorare il sesso fatto con un altro maschio e, fin dalla prima volta, si rese conto che quello, almeno per lui, era il miglior modo di farlo. Al primo incontro, quasi casuale, ne seguirono altri, sempre con uomini diversi, poi preferì frequentarne uno con una certa costanza, poi un altro… Così, pur non avendo ancora venticinque anni, la sua esperienza era cresciuta assieme al suo piacere.
Quella tarda mattinata lo vide arrivare all'appuntamento domenicale con altri motociclisti per andare a fare un giro turistico. Lo faceva spesso, anche perché, oltre alla moto, gli piacevano i… motociclisti.
Quel giorno era soddisfatto, era certo che il giro non sarebbe stata solo una corsa alla scoperta di luoghi nuovi ma, sicuramente, anche del piacevole sesso. Oggi c'era anche Sebastiano, era la prima volta che lo rivedeva da alcune settimane quando quell'uomo lo aveva sorpreso mentre, appartato dietro ad alcune moto, stava facendo un pompino ad un altro ragazzo. E, da come si era fermato ad osservarli, la cosa lo aveva sicuramente interessato. In precedenza lo aveva già notato e, come capita in questi gruppi, ci aveva parlato più volte. Sicuramente lo intrigava quel cinquantenne così in forma e ci aveva già fatto più di un pensierino, immaginando di sentirlo in bocca ma anche… dietro. Ma, pur avendo conversato più volte, non aveva mai trovato l'occasione di… provarci. Ma oggi era una giornata speciale perché entrambi sapevano un segreto l'uno dell'altro e, forse, sarebbe potuto accadere… qualcosa. Almeno lui ci sperava. Partirono in dieci, dopo aver concordato il percorso. Silvio si mise in fondo al gruppo e, dopo un po' di chilometri Sebastiano cominciò a stargli vicino. Dopo un'oretta di viaggio, alla prima tappa, mentre tutti erano già entrati nel bar concordato per la sosta, il ragazzo si soffermò vicino alla moto, sperando di destare l'interesse dell'altro e… fu proprio così. Sebastiano gli si avvicinò e, senza tanti indugi e senza dirgli una parola, semplicemente fissandolo negli occhi, gli palpeggiò prima il sedere e poi il pacco, ricevendo in cambio un bellissimo sorriso.
“Vuoi che continuiamo da soli?”
“Si, se ti va...”
“Vado a dirlo agli altri...”
Quando uscì dal locale gli fece cenno che potevano avviarsi. Partirono senza una meta e Silvio pensò che sicuramente sarebbe stata una cosetta veloce, consumata in un angolino appartato, ma a lui bastava, anzi, provava una bella eccitazione quando lo faceva en plein air. Infatti fu proprio così. Ad un certo punto Sebastiano rallentò e si infilò in una stradina sterrata. Percorse più di un chilometro, allontanandosi sempre di più dalla via principale e alla fine si fermò nei pressi di un boschetto. Si, il posto sembrava perfetto. Appena scesi dalle moto, senza tanti preamboli, il suo compagno di viaggio si aprì i pantaloni della tuta e li fece scendere. Il pacco era li, si vedeva premere contro gli slip e Silvio sapeva bene cosa fare. Gli si inginocchiò davanti e cominciò a leccarlo e mordicchiarlo, ottenendo in fretta un deciso rigonfiamento. Gli abbassò l'ultimo indumento e cominciò ad assaporare quel bel cazzo mentre l'altro gli accarezzava la testa, come a guidarla. Era decisamente bravo, lo succhiava, se lo infilava completamente in gola, lo accarezzava con la lingua e lo stringeva con le labbra. Quando gli disse di fermarsi, l'uccello dell'amico era perfetto e… lo sapevano entrambi. Uno aveva proprio voglia di sentirlo nel culo, l'altro di metterlo proprio li dentro. Con movimenti sicuri si abbassò i pantaloni. Sotto non indossava nient'altro proprio in previsione di quanto stava accadendo e, appoggiandosi alla sua moto, aspettò di sentirlo entrare. E così avvenne. L'ingresso fu facile sia perché quel canale era ben abituato a prenderne sia per il lubrificante che si era messo prima di partire… Il suo partner si diede da fare, procurando a entrambi un gran piacere. Silvio pensò che era proprio bravo mentre lo sentiva muoversi con un buon ritmo nel suo ano. Si, sapeva proprio stimolarlo bene. Cercò di godersi il più possibile la sua prestazione perché sapeva che, una volta venuto, probabilmente sarebbe finito tutto. Infatti, passate alcune lunghissime manciate di minuti, dopo averlo riempito, si sfilò e iniziò subito ad asciugarsi con dei fazzolettini. Come ebbe terminato si ricompose e, salito, in sella, si mise ad aspettarlo mentre controllava il telefonino. Anche Silvio non ci mise molto a sistemarsi e a salire in sella. Appena gli fu vicino gli disse che, se voleva, potevano cambiare itinerario.
“Moglie figli sono andati al mare e tornano dopo cena. Se vuoi possiamo passare da casa mia e fare ancora qualcosa con più calma...”
Non si aspettava una proposta così e non seppe dire nulla, accennando ad un si con la testa.
“Hai impegni?”
Fece di no, sempre con la testa.
“Seguimi, cerchiamo di fare presto, abbiamo almeno un'ora buona per arrivare...”
Ovviamente la cosa, per Silvio, significava un'altra scopata e accettò con gioia, anche perché così lo avrebbe di certo potuto vedere tutto e la cosa lo intrigava parecchio. Magari ci sarebbe scappata anche una doccia assieme… Solo l'idea di starsene tutto nudo accanto a quel corpo gli stuzzicava forti emozioni. Inoltre avere la casa tutta per loro era un'occasione da prendere al volo.
Probabilmente Sebastiano aveva ancora parecchia voglia perché rientrarono di corsa, cercando di fare il prima possibile. Alle sedici erano già davanti casa sua e pochi minuti dopo si ritrovarono entrambi nudi nella taverna. Quello era il posto in cui gli disse che potevano “combinare”. Tranquillo, accogliente ma soprattutto vicino al garage dove avevano parcheggiato le moto e con vista sul vialetto d'ingresso. Insomma il posto giusto, in caso di… emergenza, per consentire loro di rivestirsi e di simulare di trafficare con le moto…
Stivali, pantaloni, giacche, calze, magliette, guanti furono lasciati sul tavolo in fretta e furia.
“Dai, fallo girare, che mi piace vederlo.”
Silvio non capì subito quella richiesta.
“Si, fai girare il cazzo, muovilo, fallo andare su e giù, di qua e di la, fallo girare...”
Questo non lo aveva mai fatto ma solo l'idea gli piacque e si mise subito a muovere il bacino cercando di far roteare il suo pisello. All'uomo sembrava piacere particolarmente quello sbattimento. Lo eccitava vedere quel salsicciotto sbatacchiarsi di qua e di la e si arrapava ancora di più nell'osservarlo crescere lentamente, urtando le cosce e la pancia.
Lo lasciò dimenarsi per una buona decina di minuti e, alla fine, gli chiese di acquattarsi davanti a lui e di prenderlo in bocca. E così fece.
L'odore e il sapore erano decisi, vista la scopata di prima e a lui piacevano parecchio. Apprezzava, anche se non lo diceva, sentire quel profumo di sesso e quel gusto indefinibile di maschio. Fece ancora del suo meglio e l'uomo, appoggiato con la schiena e con le braccia alla spalliera del divano non lo interruppe se non quando si accorse che si stava avvicinando il momento del piacere. Così lo fece smettere perché non voleva arrivare in quel modo e gli ordinò di ricominciare a far ballonzolare il cazzo.
“Sei bravo con la bocca. Me ne era accorto quella domenica che ti ho visto spompinare quel ragazzo. Te lo infilavi tutto dentro e continuavi, continuavi… Una vera idrovora...”
Lui gli sorrise senza dire nulla e si mise in piedi, ricominciando a far ballare i suoi genitali.
“Così piccolo è bellissimo vederlo girare… Non fartelo crescere...”
Sorrise ancora, sapendo che non era in grado di controllarlo. Dopo un'altra decina di minuti era in erezione e continuava a dimenarsi davanti a Sebastiano.
“Vieni, vieni, adesso scopiamo.” Lo prese per le braccia e gli chiese di girarsi. Si sistemò sulla seduta del divano e gli disse di “accomodarsi” sopra di lui.
“Piano, piano. Appoggiati e poi vai giù piano. Piano. Mi piace vederlo entrare piano piano nel culo.”
Pure a lui piaceva. Appoggiò i palmi delle mani sulle ginocchia di Sebastiano e, lentamente, assai lentamente, lasciò che quel bel cazzo lo penetrasse. Millimetro dopo millimetro sprofondò completamente su di lui fino a ritrovarsi letteralmente appoggiato sul suo pube.
“Bravo, bravo! Aspetta! Stai fermo! Lo voglio sentire tutto dentro...”
Restarono immobili per alcuni minuti, quindi gli chiese di muoversi ma senza sollevarsi.
Cominciò a dondolare in senso rotatorio e ben presto vide anche il suo cazzo, che nel frattempo si era… abbassato, ritornare duro. Quella stimolazione che gli sconvolgeva tutto l'intestino probabilmente riusciva a premere sulle zone giuste e lo stava portando all'orgasmo.
“Ti piace vero? Ti piace così?”
“Si! Sto quasi per venire...”
Sapeva che gli sarebbe bastato solo un leggero movimento delle mani per farcela, ma non poteva toglierle dalle ginocchia di Sebastiano senza perdere l'equilibrio. Gli era già successo altre volte e, benché si sentisse assai vicino, solo raramente era riuscito a godere completamente senza un aiutino delle mani. Ovviamente lo disse nella speranza che l'uomo gli afferrasse il pisello e lo facesse arrivare, ma lui non ci pensò minimamente e, dopo un'altra decina di minuti in cui Silvio, anche se si sentiva quasi esplodere dalla voglia e vicinissimo al traguardo, non riuscì ad eiaculare, decise che era il momento di cambiare posizione.
“Alzati, ci giriamo, così veniamo tutti e due...”
Ne fu proprio felice.
Lo fece sdraiare sul tavolo con la schiena appoggiata sopra, lo tirò per le gambe proprio sul bordo e gli fece alzare e divaricare le gambe. Si mise ad osservare il culetto dove erano evidenti gli aloni della precedente scopata e che ancora non si era chiuso del tutto per la lunga penetrazione appena conclusa e, dopo avergli sputato sopra un tre volte, gli appoggiò la cappella contro, si sistemò le gambe sulle spalle e, questa volta senza indugiare, gli si fiondò dentro iniziando subito a martellarlo. Era evidente che dopo tutti quei preliminari adesso aveva voglia di concludere.
“Dai, toccati, toccati che veniamo insieme… Toccati che mi piace vederti schizzare.”
Iniziò a masturbarsi cercando di capire a che punto era Sebastiano.
Continuò a scoparlo di buona lena per parecchio, non accennando minimamente ad un imminente arrivo. Quando iniziò a respirare più profondamente il ragazzo capì che era vicino e fece partire la mano con gran velocità. Poco dopo il grugnito che sottolineava il massimo piacere echeggiò nella stanza contemporaneamente ad un abbondante schizzo che salì fino ai capelli.
“Si, si...” ansimò “in faccia, schizzati in faccia...” E fu proprio quello che riuscì a fare.
Al primo seguì un secondo, poi un terzo e infine altri quattro o cinque piccoli getti. Ma solo i primi tre centrarono il bersaglio voluto. Gli altri si fermarono sulla pancia o sul petto.
Sebastiano continuò a sbatterlo con forza, facendo echeggiare oltre ai suoi quasi rantoli anche il suono dei due corpi che continuavano a urtarsi uno contro l'altro. Appena si svuotò anche dell'ultima goccia si fermò, ansimante.
“Bello! Mi è piaciuto! Sai scopare da Dio!”
Si guardarono per qualche istante.
L'uomo era sempre tutto dentro il ragazzo. Continuava a fissarlo, facendo scorrere poi lo sguardo lungo tutta la traccia dello sperma che lo ricopriva. Silvio si teneva ancora il pene con la mano che luccicava bagnata.
“Ne hai fatta tanta...”
Sorrise ancora continuando a tenere l'occhio destro chiuso perché ricoperto dallo sperma. Ne aveva anche sulle labbra, sulla fronte e sui capelli. Fece per allungare la mano per pulirsi l'occhio ma lo fermò chiedendogli di aspettare.
“Ti pulisci quando esco. Mi piace sentirlo diventare piccolo mentre è ancora dentro… Lo senti che è ancora duro? Lo senti?”
Fece si con la testa.
Quando si tirò fuori, si mise subito a giocare con quel buchetto iniziando ad allargarlo e a stringerlo, cercando di far uscire quanto gli aveva messo dentro.
“Cola, sta colando. Ti scende tutto fuori...”
Si compiacque per quei fiotti bianchi che presto iniziarono a colare nel solco delle chiappe per raggiungere subito l'asciugamano che aveva appoggiato sui cuscini. Smise quando anche l'ultima goccia era uscita. Con due dita raccolse il liquido e lo spalmò sulle cosce, poi ne prese altro e lo avvicinò alla bocca.
Silvio la aprì e con la lingua raccolse quanto gli era offerto prima che Sebastiano gliele infilasse dentro.
“Bravo, bravo, lecca tutto… Resta fermo. Fermo, non ti muovere. Fermo così!”
Si allontanò e ritornò subito dopo con una macchina fotografica.
“No, non farmi foto...”
“Solo del culo e degli schizzi...”
“Non la faccia...”
“No, no, no.”
E immortalò le sue chiappe gocciolanti, la pancia ma anche il viso.
“No, in faccia no!”
“Poi le mascheriamo… Fidati! Lo facciamo insieme… Aspetta. Allarga il culo… Di più… Ecco così...”
“Stasera le metto online e puoi vederle…”
“Le voglio vedere prima...”
“Fidati, adesso andiamo a farci una doccia! Poi le vediamo al computer e le mettiamo a posto… Dai, sono solo le sei. Forse riusciamo a farci ancora una scopata.. sai di cosa ho voglia? Di venirti in faccia… Mi sa però che non ne avrò tanto… No, magari lo facciamo la prossima volta. La prima sborrata te la spalmo tutta sulla faccia, dappertutto.”
Gli sorrise ancora. Era contento. Era appagato. Aveva raggiunto un gran bell'orgasmo.
In bagno cambiò idea. Non si fece la doccia: “così dopo mi trovi più saporito… tra crema, sudore e culo ho il cazzo che deve avere un gusto ottimo per te… Dai, fatti la doccia che ti guardo.”
Quando finì di lavarsi andarono in cucina a bere qualcosa.
Ma come aprì il frigo a Sebastiano brillarono gli occhi e spostò lo sguardo sul suo giovane amico fissandolo in modo malizioso e perverso: “pensavi di farlo riposare? No… Così dopo è ancora più pronto… Guarda...”
In mano aveva una zucchina e Silvio capì subito cosa voleva fare.
“Dai, sali sul tavolo!”
Una volta li lo fece abbassare sulle gambe in modo da avere proprio davanti quel bel buchetto profumato.
“Prendila, mettila dentro...”
Provò a spingere dentro la zucchina, ma non ci riuscì.
“E' troppo asciutto...”
“Aspetta...”
La bagnò di olio dicendogli di riprovare. Questa volta la fece entrare del tutto.
“Mhh. Che fredda…” Ebbe un brivido che l'altro ignorò ma commentò con un: “certo che sei proprio sfondato. E' grossa e lunga e ce l'hai tutta dentro… Che meraviglia! Hai un culo d'oro. Ho già voglia di scoparti di nuovo… Dai, vieni giù che beviamo qualcosa. Stai attento… non farla uscire! Tienila tutta dentro… eh.”
Silvio scese con attenzione dal tavolo mentre il padrone di casa preparava due birrette ghiacciate.
Mise un asciugamani su una sedia, lo fece accomodare e iniziarono a sorseggiare.
“Poi ti faccio delle foto con la zucchina. Magari ne prendiamo una più grossa… intanto mi riprendo così poi ti scopo di nuovo. Te la scegli tu?”
Ma non ci fu molto da scegliere perché quella che si era spinto su era già la più grossa e così passarono subito al “set fotografico” con dei primissimi piani di quella zucchina che fu messa in posa in tutte le posizioni possibili, anche completamente fuori e appoggiata al buchetto completamente slargato. Anzi, queste furono gli scatti più difficili perché non fu facile per Silvio far restare il suo culetto aperto il più possibile, ma, tenta e ritenta, la foto giusta alla fine riuscì.
Nel frattempo a Sebastiano cominciò a passare un po' la voglia e il suo cazzo, penzoloni, ne era la prova evidente.
“Mi sa che per oggi non mi tira più. Se vuoi l'ultima “botta” ti devi dar da fare con la bocca. E tanto...”
E così, dopo essersi disteso sul solito divano della taverna, lo lasciò “lavorare” e, considerando la bravura, l'esperienza e non ultima la voglia, anche se dopo una bella mezz'oretta riuscì nell'intento.
Si leccò e succhiò a più non posso quel cazzo “profumato” fino a farlo diventare rosso e lucido e smise solo quando la cappella sembrò scoppiare per quanto era turgida.
Sebastiano lo fece sdraiare e gli si mise sopra, penetrandolo subito. Si lasciò, abbandonato con tutto il peso, su di lui e si mise a muovere solo il bacino. Continuò e continuò a lungo, ma non ci fu verso di completare il cammino. Poi comparve la fatica e la stanchezza. Ma non volle rinunciare a quel terzo traguardo e, constatando che aveva ancora una buona erezione, si sdraiò, dicendo a Silvio di sedersi sopra di lui a gambe larghe. Vide il suo cazzo entrare nel fondo della schiena del ragazzo e poi, guidandolo con le mani appoggiate sotto le chiappe, lo fece continuare ad andare su e giù per un'altra mezz'oretta. Ormai tutti e due erano in un bagno di sudore. Colavano entrambi per lo sforzo, uno cercando di venire, l'altro per il gioco di gambe che, alla lunga, era quasi impossibile da continuare.
Quando stava quasi per fermarlo sentì lo schizzo salirgli in punta, il cazzo ingrossarsi e, non volendo venire così, lo spinse via, gli si mise davanti invitandolo a spalancare la bocca per appoggiargli dentro il glande e, con gli ultimi sapienti tocchi della mano, riuscì a far uscire quelle poche gocce in un rantolo animale.
Subito dopo si sedette al suo fianco a riprendere fiato. Era distrutto, stanco, ma soddisfatto. Alla sua età, cinquanta compiuti da poco, tre volte di fila erano un bel traguardo. Accarezzò il viso sudato del suo amante e poi, lo invitò ad andarsene velocemente: “sono quasi le nove, magari tornano prima. Se non ti trovano è meglio. Dai vestiti!”
Come si alzò gli mollò un forte e sonoro sculaccione su una chiappa: “sei stato bravo. Mi è piaciuto tanto. Hai il culo che è meglio della figa...”
Poco dopo era nuovamente bardato da centauro. Prima che uscisse dal garage gli diede ancora una pacca sul sedere aggiungendo: “mercoledì dalle diciotto ho l'ufficio libero. Sei libero? Puoi venire?”
“Si, si, combino...”
“Bene! Una o due botte riesco a dartele prima di cena. La prima crema sarà in faccia, tutta. Niente bocca, solo in faccia. Verranno delle foto bellissime. A mercoledì.”
Fece un cenno di assenso con il casco e si avviò verso il cancello che gli aprì con il telecomando.
Sebastiano si mise a sistemare un pochino la taverna, cercando di togliere possibili tracce di quel lungo pomeriggio di sesso. Era veramente esausto ma assai gratificato. Pensò che alla moglie avrebbe detto che si era stancato perché avevano guidato tutto il giorno, quasi senza soste...
Silvio guidò spensierato e assai felice. Non solo si era fatto quel bel maschietto ma era sicuro che si sarebbero visti molte altre volte. Gli piaceva come fisico e scopava in modo superbo. Durava tantissimo e lo faceva godere alla grande. Si, era stata proprio una bella giornata. L'unico rimpianto fu per i tre giorni che sarebbero dovuti passare fino a mercoledì pomeriggio
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