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UNO DOPO L'ALTRO... IN QUEL CULO.


di RedTales
22.02.2015    |    25.254    |    3 8.6
"Quando il sole era ormai molto basso finimmo di fare sesso..."
Racconto che avevo già pubblicato su Annunci69 ma su un profilo che non esiste più.
Lo ripropongo per raccogliere nuovamente tutti i testi assieme.

Quella gita in barca prometteva davvero bene.
Neanche immaginavo, allora, quanto avrebbe cambiato la mia vita.
E questo era anche il pensiero che passava per la mente di Luigino, Gigi per gli amici, un bel ragazzo di ventiquattro anni, sfacciatamente “checca”.
A lui piaceva la sua diversità e l'ostentava in modo smaccato.
Tutto era cominciato otto anni fa con il maestro di tennis. Un classico, si potrebbe dire. Questo era uno splendido ragazzo che si faceva tutte le sue allieve, sia giovani che meno e, ogni tanto, qualche bel principiante. E questo era capitato proprio a lui.
All'istruttore era seguito lo zio materno, con cui si era aperto e confidato di quanto gli era successo. Aveva trovato una spalla su cui confidarsi e tante parole di conforto, questo si, ma aveva trovato anche un altro cazzo in culo!
Dopo lo zio lo aveva scopato un suo compagno di scuola a cui aveva raccontato le sue disavventure e che, dimostrandosi vicinissimo ai suoi problemi, forse si era fatto... troppo vicino.
Ormai la strada si era aperta, in tutti i sensi e, tutto sommato, la cosa non gli dispiaceva poi molto e così l'elenco dei suoi amanti cominciò ad allungarsi.
Il parrucchiere, un altro compagno di scuola, l'edicolante, il nonno di un suo amico, uno sconosciuto trovato su internet...
Poi arrivò il grande amore, il suo insegnante di pianoforte. Un uomo sposato ma... molto disponibile.
Gigi si innamorò perdutamente di lui e, orologio alla mano, passò molte più ore nudo nel suo letto, che vestito alla tastiera. Tutto finì bruscamente il giorno in cui la signora, rientrata a casa nel momento sbagliato, li trovò intenti a...
Lui non si fece più ne vedere ne sentire e la cosa finì li.
Cercò di dimenticarlo con un altro ragazzo, poi si lasciò corteggiare da un vecchio bancario conosciuto in un bar frequentato da gay e quindi passò un certo periodo vedendosi periodicamente con un poliziotto non molto più grande di lui.
In questi anni si era trasformato: da ragazzo “normale” a maschietto sempre più effeminato, sia nelle movenze che nell'abbigliamento.
Adesso era al mare, era con i suoi genitori, che avevano accettato il suo modo di essere e oggi, un amico conosciuto qualche giorno prima in un bar, lo aveva invitato a fare un giro in barca.
Era evidente il motivo. Il ragazzo, poi, era molto interessante: alto, slanciato, biondo, occhi azzurri, bel fisico, elegante.
Insomma, aveva tutte le caratteristiche per essere un amante perfetto. Non si illudeva di riuscire a stringerlo a se, ma almeno una scopata, era sicuro di riuscire a farla.
Joele passò a prenderlo in macchina, lo salutò con un bacio sulla guancia, e lo portò alla darsena. Gli mostrò la barca.
Per Gigi era bellissima, non grandissima ma grande.
“Non ti dispiace se vengono anche alcuni amici” gli buttò li.
Facendo una sorriso di circostanza che cercava di dissimulare la delusione, si affrettò a dire: “no, no, figurati. Se poi sono simpatici ci si diverte anche di più...”.
Poco dopo arrivammo noi.
Io sono Giuseppe, è da tanto che conosco Joele. Anni fa eravamo molto intimi, poi ci siamo un po' persi di vista ma siamo rimasti buoni amici. Lui è il classico maschio sempre alla ricerca di un buco in cui infilare il suo cazzo, preferibilmente un bel culetto, non importa se di maschietto o femminuccia...
Nel mio c'era entrato molte volte...
Ieri mi aveva telefonato per dirmi che aveva una bella checca tra le mani e che, se volevo, oggi avremmo potuto farci una bella scopata con lei in barca. Aveva trovato anche altri amici e, sicuramente, avremmo trascorso un pomeriggio divertente.
Al molo vidi subito Joele. Mi presentò Luigino che era veramente esagerato nel modo di vestire: maglietta senza maniche scollatissima e quasi trasparente di un verde chiarissimo e pantaloncino talmente aderente da segnare la forma del sesso e con spacchetti laterali che facevano ben capire che non indossava biancheria intima. Infradito della stessa tonalità della maglietta. Capelli abbastanza lunghi castano chiari con meches bionde, leggero trucco sugli occhi.
Era esagerato ma era veramente speciale per come si muoveva, per come parlava e, soprattutto, per come sorrideva. Mi piaceva. Era proprio un tipo “giusto”.
In breve arrivarono, alla spicciolata, altri quattro ragazzi, tutti sulla ventina, Marco, Francesco, Luca e Antonio. Luca lo abevo già visto, mentre altri si conoscevano pure tra loro.
Tutti guardavamo Gigi con l'aria di volergli dire: - tra un po' ti facciamo la festa-.
L'unico a non averlo capito del tutto era proprio lui che, me lo raccontò in seguito, era ancora convinto di fare un giro in barca e... basta.
Ormai eravamo arrivati tutti. Non era venuto un certo Giulio, che non rispose neanche ad una chiamata che Joele gli fece e così... salpammo.
Per un'oretta il nostro capitano seguì una rotta che ci portò prima al largo, per poi ritornare verso la costa, proprio nei pressi di meravigliose rocce strapiombanti sul mare. Fu li che ci ancorammo, a poche centinaia di metri dalla costa.
“Chi si tuffa per ultimo paga pegno” gridò Joele mentre si tolse i vestiti per gettarsi in mare completamente nudo. Nel giro di pochi istanti ci trovammo tutti in acqua.
Giocammo per una mezz'oretta, nuotando e schizzandoci. Io ne approfittai per palpeggiare un po' Luigino che sembrava apprezzare le attenzioni che avevo per lui. Chiaramente non fui il solo a toccargli l'uccello o il culo.
Fu li che capì che forse il pomeriggio sarebbe diventato molto interessante.
Risaliti in barca ci stendemmo ad asciugarci con Joele che cominciò a dedicare particolari attenzioni a Gigi. Lo accarezzò sulla schiena, lo baciò e poi le mani andarono dappertutto.
In un attimo gli fummo tutti addosso. Non restò un centimetro del suo corpo libero...
Aveva mani dappertutto. Chi lo toccava, chi lo accarezzava, chi lo leccava, chi lo penetrava con le dita, chi lo masturbava, chi lo baciava in bocca.
Lui sembrava dapprima stordito, poi compiaciuto e infine estasiato da tutte quelle attenzioni che stava ricevendo.
A turno cominciammo a scoparcelo. Aveva un culetto meraviglioso, morbido, elastico e accogliente.
Godeva, ma godeva veramente, mentre veniva fottuto. Non avevo mai visto un maschio godere in quel modo. Sembrava che avesse la clitoride nel culo.
Restò in erezione, anche se sgocciolante, per parecchio tempo, lasciandoci il piacere di succhiarlo. Ad un certo punto non resse più e sborrò copiosamente in bocca a Marco che non se lo aspettava. Ma non perse turgidità, continuò ad esibire un bel paletto duro tra le gambe, permettendo anche agli altri di continuare a giocare con il suo pisello.
Ci alternammo tutti, anche più di una volta nel suo intestino, godendo ed eiaculando sia dentro che sopra Gigi. Lui ormai era in una specie di stato di estasi. Ansimava, toccava in modo inconsulto tutto ciò che gli si avvicinava, roteava la lingua fino a trovare qualche cosa da leccare o succhiare e, se la bocca gli si riempiva di sperma, lo ingoiava fino all'ultima goccia, leccandosi poi anche le labbra.
Quando il sole era ormai molto basso finimmo di fare sesso. Eravamo tutti stanche ma soddisfatti.
Personalmente non mi era mai capitato di partecipare ad un'orgia che andasse così bene.
Gigi era talmente esausto che si vestì a fatica e prima volle salutare uno ad uno gli uccellini che si erano resi protagonisti della giornata. Li accarezzava, li leccava, li succhiava. Sembrava un addio struggente.
Arrivati al molo ci salutammo tutti e, poiché Joele aveva da fare per sistemare la barca mi offrii di accompagnare Luigino a casa.
Lungo la strada posò ancora la mano sul mio pacco, poi la infilò dentro i pantaloncini e si impossessò del cazzo, accarezzandolo.
Per farla breve, ci fermammo e passammo un'altra mezz'oretta a baciarci e toccarci.
Scattò anche qualche cosa perché stavamo molto bene insieme. Era bellissimo e dolcissimo baciarsi.
Ci spostammo in una pizzeria dove non smettemmo mai di guardarci negli occhi.
Era successo qualche cosa, di bello.
Sentivo che quel ragazzo era importante per me e lui provava la stessa sensazione.
Non volevo più solo il suo corpo. Passeggiammo a lungo per vie secondarie, raccontandoci tutta la nostra vita. Era come parlare a chi ci conosceva da una vita ed era dolce farlo.
Lo riportai a casa che era tardissimo. Ci saremmo rivisti domattina per passare una tranquilla giornata in spiaggia. E così fu.
Da quella gita in barca sono passati più di quindici anni, facciamo ancora bellissime passeggiate. Gigi è sempre molto effeminato forse è per questo suo modo di essere che continua ad affascinarmi. Ormai i nostri corpi non hanno più segreti per noi. Sappiamo portarci reciprocamente a degli orgasmi fantastici. Gigi, però, continua a godere in un modo unico, staccandosi dalla realtà circostante per librarsi quasi in un sogno mistico. Nonostante il tempo trascorso assieme questo suo appagamento fisico continua a stupirmi e meravigliarmi, come se fosse la prima volta, anche se viviamo assieme da più di dieci anni. Io mi sono laureato e ho avuto la fortuna di trovare un buon lavoro in una casa editrice. Lui ha coronato il suo sogno, ha finito la Scuola Superiore di Educazione Fisica e, dopo molti sacrifici, soprattutto economici, gestisce una palestra. Il suo sogno è così coronato. E, ogni anno, il giorno che ci siamo conosciuti lo trascorriamo o su un pattino o su una barca, una volta in crociera. Ma, il pomeriggio, deve essere sempre... in mare, per ricordare quel giorno che ci ha fatti incontrare. Forse stiamo invecchiando ma di incontri... multipli non ne facciamo più da tanto. Preferiamo la tranquillità del nostro letto o, qualche volta, la trasgressione di una pineta, un bagno o la dove si può. Di sicuro i nostri corpi ci attirano ancora vicendevolmente e questo è importante, ma, cosa ancor più bella, sono le emozioni e la gioia di sapere che ci siamo, uno per l'altro, a renderci felici e, piccole cose, come una semplice colazione portata a letto, ci fa sorridere e ci riempie di allegria che conserviamo, stretta stretta, nel cuore per tutta la giornata, con la certezza di ritrovarla, a sera, quando ci ritroviamo nella nostra casa.
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