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UNA TRAV MILF CON TANTI, MA PROPRIO TANTI... 1 di 4 (PRIMA PARTE)


di RedTales
26.01.2020    |    7.479    |    12 9.7
"Ovviamente questo non lo disse all’uomo che, come per scusarsi, aggiunse altri cento euro oltre a quanto le aveva già dato..."
Ringrazio “Pam” per avermi fornito un diario dettagliato di questa serie di avventure decisamente intriganti ed assai eccitanti e che ha avuto la pazienza di aspettare che completassi il racconto, quindi di di leggerlo, di suggerirmi delle modifiche per vederlo finalmente su queste pagine.

E’ da diversi anni che Pam si diverte con le “dotazioni” dei maschietti che riesce ad avere per sé ed è perfino riuscita ad unire l’utile al dilettevole, nel senso che le è capitato di ricevere dei compensi per delle prestazioni nelle quali ha goduto alla grande. Si è anche accorta che certi uomini sono ben felici di lasciare dei soldi a chi li ha soddisfatti accondiscendendo ad ogni loro capriccio o desiderio, quasi per sentirsi liberi di poterlo rifare senza alcuna remora in quanto così si considerano… clienti.
Infatti nel telefonino di Pam, una meravigliosa trav sulla cinquantina, dopo i numeri di occasionali amanti sono comparsi quelli di signori con il desiderio di incontrarla con una certa continuità e disposti a pagare pur di poterlo fare senza sottostare ai vincoli del “quando sei libera... a che ora ci possiamo vedere... alle otto devo scappare…”
Loro pagavano e chiedevano una prestazione dove facevano quello che volevano e quando lo potevano fare e lei doveva andare incontro alle loro esigenze e… soddisfarli.
Dopo questa breve introduzione vorrei narrarvi un’incredibile avventura che Pam mi ha raccontato e che ha lasciato perfino uno smaliziato come me che ne ha… viste tante, a bocca aperta.
Tutto cominciò un caldo pomeriggio d’estate quando la protagonista della nostra avventura fu contattata da un cliente che aveva voglia di scoparla all’aperto in un posto tranquillo. Come sempre si preparò con attenzione e si presentò all’appuntamento fasciata dentro un aderente miniabito sotto il quale facevano bella mostra delle calze a rete. Salì in macchina ricevendo apprezzamenti per il look e lunghe e intime carezze per quasi tutto il tragitto fin quando parcheggiarono in mezzo ai campi, tra pannocchie e alberi di frutta, in un luogo veramente isolato anche se non troppo lontano da una caserma di un corpo speciale.
In quel tranquillo paesaggio bucolico l’uomo si fece succhiare per bene per poi passare ad una bella scopata in piedi, appoggiati al cofano della macchina. Purtroppo, proprio quando lui stava per venire, apparvero dal nulla cinque militari che in maglietta e pantaloncini stavano facendo footing. Alla vista di quello spettacolo, incuranti dell’imbarazzo dei due si fermarono e cominciarono a fare pesanti apprezzamenti proprio su Pam che, anche se in gran parte denudata, indossava ancora le autoreggenti a rete e il reggiseno e pure il trucco non era troppo leggero.
“Guarda che troietta abbiamo trovato.”
“Si, ma una troia con il pisello.”
“Mh! Sembra che sia venuta qui per farci divertire.”
“Si, direi che possiamo proprio prendercela...”
“Ragazzi! Ma lo sapete che siete dei maleducati! Quel poveretto la sta scopando e noi siamo qui a rompergli i coglioni. Scusi signore, continui pure. Noi ce la facciamo appena ha finito di riempirla.”
Una fragorosa risate affiancò l’ultima frase.
“Si!”
“Muoviti, ingravidala.”
“Cosa aspetti a sborrarle dentro.”
Ovviamente ottennero l’effetto contrario e l’uomo, intimidito da quei cinque si ritirò ammosciandosi quasi all’istante tra le risa dei presenti che, non contenti delle loro battutacce pensarono di immobilizzare entrambi e mentre uno bloccò per i polsi la sempre più spaventata Pam, altri tre, trovando chissà dove un pezzo di corda, legarono l’uomo ad un albero.
La nostra milf si ritrovò indifesa e in balia di quei cinque energumeni e capì che non stavano scherzando e che erano sicuramente intenzionati a mettere in atto quanto avevano detto, magari in modo violento e decise che per uscire da quella situazione era meglio assecondarli e convincerli che avrebbe fatto tutto quello che volevano.
Con un atteggiamento da vera troia, si rivolse a loro: “e così volete divertirvi? Tempi duri adesso in caserma, vero? Mi ricordo che quando ho fatto il militare mi trovavo ogni notte un cazzo diverso nel letto. Però cinque insieme no...”
“La senti la troietta?”
“Ha già capito come tira il vento.”
Risero rimanendo subito basiti di fronte alla richiesta che Pam avanzò subito dopo: “se volete scopare mi sa che con tipi come voi c’è da divertirsi, però vi mettete il preservativo. Se volete ne ho nella borsetta.”
I cinque si guardarono e scoppiarono nuovamente a ridere e sghignazzare quasi contemporaneamente rispondendole che per il tipo di lavoro che facevano erano obbligati a fare dei controlli ogni quindici giorni e che quindi potevano proprio farne a meno dei preservativi.
“Neanche con le nostre ragazze lo usiamo.”
“E vedrai che non ne sprecheremo neanche una goccia. Tutta te la devi prendere.”
“Si, tutta, o in bocca o in culo.”
“E te la ingoi tutta la sborra”
“Vedrai che festicciola ti facciamo adesso.”
“Bastardi, vi denuncerò tutti al vostro comandante, alla polizia, a tutti... Tutti dovranno sapere le porcate che fate.”
L’uomo che era stato legato improvvisamente si mise a gridare ma, per tutta risposta ricevette due calcioni sulle palle mentre Pam, ancora più spaventata si mise a supplicare che avrebbe fatto tutto quello che volevano: “ma senza violenza. Lo faccio ma da sola e lasciate stare lui...”
I cinque, ignorato l’uomo che, piegato su se stesso si lamentava, afferrarono la bella trav e, tolto il reggiseno, le legarono ben stretti con un laccio delle scarpe pene e testicoli, fissando l'altro capo ad un ramo in modo che non potesse scappare e, dopo averla fatta abbassare iniziarono a metterle in bocca i loro cazzi.
Poco prima che arrivasse la prima schizzata uno propose: “che dite se le diamo un premio per ogni ingoio? Ma solo se non perde neanche una goccia,”
Gli altri approvarono e poco dopo arrivò la prima crema che inghiottì, ripulendo anche per bene il membro come le era stato richiesto.
“Brava! Bel lavoro. Non hai perso niente. Ti sei meritata il premio.”
Uno dei cinque andò verso verso un albero di susine ne raccolse una e dopo averci sputato sopra la spinse con decisione nel buchetto che allargandosi con facilità la fece sparire.
“Bada bene a non perderla o peggio per te. Te la devi tenere dentro. Hai capito?”
Pam fece di si con la testa mentre il secondo si avvicinò per ottenere la sua scopata orale che, anche se lentamente, portò a termine e alla fine anche una seconda susina finì accanto alla prima.
Il gioco proseguì per altre tre volte finché Pam si ritrovò a dover ospitare ben cinque frutti dentro il retto e, sinceramente, cominciavano a darle fastidio soprattutto per l’attenzione che doveva fare nel tenere ben serrato l’ano per non farli saltare fuori.
Avevano finito tutti e cinque ed era ovvio che non si sarebbero accontentati e che quello era stato solo l’aperitivo, quindi Pam si aspettava di essere inculata da un momento all’altro invece, proprio allora, arrivò un loro superiore che vedendo la scena chiese immediatamente spiegazioni.
“Adesso finisce tutto.” pensò Pam ma, incredibilmente, l’uomo si dimostrò complice dei suoi sottoposti e, dopo aver sentito cosa era successo, aperti i pantaloni, si fece anche lui succhiare e quando ebbe terminato infilò personalmente la sesta susina.
A quel punto la situazione si complicò perché il loro superiore sciolse la corda dal ramo e, come se portasse a passeggio un cagnolino, iniziò a condurre la povera Pam tra i presenti e se non era rapida a cambiare direzione veniva strattonata con decisione e poiché l’altro capo della corda era legato ai suoi testicoli era tutt’altro che un piacere.
“Stai attenta a non perdere la spesa! Se ti cade solo una susina vedrai cosa ti succede.”
Ad un certo punto l’uomo si inoltrò lungo il sentiero tra le risa degli altri mentre lei camminava in modo strano, cercando di tenere ben strette le chiappe, per la paura della ritorsione annunciata. Ci riuscì fin quando l’uomo decise che il posto in cui l’aveva trascinata poteva andare bene e invitò tutti a: “rompetegli il culo. Così com’è, con le susine dentro.”
Si fece sotto il primo ed entrò senza alcuna attenzione. Pam non riuscì a crederci che ci fosse riuscito considerando come il suo buchetto fosse già pieno e provò una sensazione incredibile nel sentire quelle palline che si muovevano dentro mentre lui andava avanti e indietro. Tutti gli altri sghignazzavano e lo incitavano a sbatterlo bene dentro. E lo fece, e anche a lungo, perché avendo già sborrato prima in bocca, ci mise moltissimo a venire, prolungando assai quello strano effetto che le provocò. Alla fine si liberò di un’altra buona dose di crema e appena uscì le afferrò la testa piegandola in basso: “adesso me lo pulisci per bene. Guarda che schifo con tutto quello che hai nel culo.”
Intanto il secondo, approfittando di quella ottimale posizione in cui lei si ritrovò praticamente piegata a novanta gradi, cominciò il suo personale trattamento… posteriore.
Continuò così fino a che tutti e sei non furono pienamente soddisfatti lasciando la povera Pam veramente stremata. Praticamente la violentarono per quai un ora e alla fine il capo, evidentemente non ancora soddisfatto le ordino di far uscire le susine, una ad una e lei, ancora piegata si mise a spingere. Purtroppo, dilatata com’era e con gli sfinteri fuori controllo per le prolungate penetrazioni ne fece cadere subito due per terra e questo probabilmente fu il pretesto che l’uomo aspettava e, fingendosi particolarmente indispettitolo, dopo averle assestato un sonoro sculaccione, le raccolse e, porgendogliele, la obbligò a mangiarle così com’erano: ricoperte di sperma e dei suoi umori.
Anche questa volta, visto il modo rude e deciso con cui le imponeva quell’azione, per evitare problemi, le mise in bocca e iniziò a masticarle per inghiottirle quasi subito, sputando solo le ossa.
Ne seguì un’altra bordata di commenti e risa e a quel punto la legarono nuovamente ad un albero ma in modo che potesse liberarsi e, invitati dal loro capo, ognuno mise dieci euro per terra dicendole che era stata brava.
Probabilmente lo fecero come ulteriore forma di derisione e per dirle che per loro era stata solo una puttana.
Prima di andarsene, sempre il capo, le impose di lasciargli il numero di cellulare e, per essere sicuro che fosse quello giusto, lo chiamò subito, sentendolo squillare nella borsetta che era rimasta a terra.
“Brava, hai fatto bene a darmi il numero giusto. Vedrai che ci risentiremo. Sicuramente in caserma abbiamo bisogno di una troia come te. Ci sono tanti cazzi da soddisfare e tu mi sembri proprio quella giusta. Porca al punto giusto e ubbidiente.”
Risero ancora tutti e, come erano arrivati, sparirono.
Poco dopo Pam si liberò e corse subito dal suo cliente che era molto dispiaciuto per quanto era successo e cercò di consolare Pam che appariva distrutta anche se in realtà lo era più per quanto aveva goduto che per il trattamento subito. Ovviamente questo non lo disse all’uomo che, come per scusarsi, aggiunse altri cento euro oltre a quanto le aveva già dato.
Concordarono anche di lasciar perdere e di non andare a denunciare l’accaduto in quanto la situazione sarebbe stata troppo imbarazzante per tutti, soprattutto per l’amico di Pam che aveva la classica famiglia e gli sarebbe stato assai difficile spiegare la situazione.
A quel punto i due si rivestirono e se ne andarono.
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