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UN ESIBIZIONISTA SPECIALE: IL PRIMO AMORE (2/4)


di RedTales
04.01.2018    |    5.627    |    2 9.7
"Non si fermò, proseguendo ad armeggiare e vedendolo saltare sul letto per l’intenso orgasmo che gli stava procurando..."
La vacanza in montagna finì e per loro non ci fu più occasione di restare soli. Forse nemmeno la cercarono. Ne parlarono in fretta il giorno dopo, sembrando quasi pentiti di quanto era successo ma, soprattutto, si dimostrarono assai distanti e assolutamente freddi uno nei confronti dell’altro. Tutti e due si sentivano a disagio per l’intimità in cui si erano lasciati andare e ignorarla poteva sembrare un modo per esorcizzarla. Rientrarono a casa e, il restare seduti fianco a fianco sul sedile posteriore lo vissero quasi come un qualcosa di “fastidioso” che non finiva più. Per un po’ nessuno dei quattro incontrò gli altri ma poi si ritrovarono al solito bar. Ivan cercava quasi di evitare lo sguardo di Gianfranco che, in ogni caso, non faceva nulla per incrociarlo ma, quando si lasciarono, entrambi pensarono che qualcosa dovevano dirsi e si incamminarono assieme.
La prima banalità fu: “e così eccoci a casa, di nuovo tutti insieme...” E ne seguirono altre, prima che Gianfranco non entrasse diretto su ciò che entrambi volevano dirsi: “sai… in montagna… non so… ma… per me era tutto vero quello che ti ho detto...” Tra l’indeciso, l’insicuro e il reticente provò a rompere il ghiaccio. Forse voleva sondare cosa ne pensava l’altro, senza esporsi troppo, magari pronto a ritrattare: “però è stato… in… incredibile.”
Ma forse questo era proprio quello che Ivan voleva sentire, ma pure lui non voleva esporsi: “si… incredibile. Sai, ci conosciamo da alcuni anni ma...”
“ma… è successo!” E, rompendo gli indugi continuò: “e… sono felice che sia successo. E’ come se qualcosa che tenevo sempre nascosto si fosse finalmente liberato...”
“Si, provo più o meno la stessa cosa. Mi… mi è piaciuto tantissimo farmi vedere da te...”
Si sorrisero e poco dopo si salutarono.
Si rividero il giorno dopo, parlarono molto, si confidarono i reciproci desideri e, ad un certo punto, Gianfranco gli disse che gli sarebbe piaciuto rivederlo ancora… nudo, magari per fargli ancora quelle foto che… non aveva finito di fare. E, tra una risatina e un indugio, alla fine decisero che si poteva fare e proprio Ivan aveva la casa libera perché i suoi genitori erano al lavoro fino a sera. Una volta in camera sua ci fu nuovamente quell’imbarazzo della prima volta ma poi Gianfranco preparò il telefonino e sventolandolo annunciò che era pronto per le foto e che… stava aspettando.
Ivan non si fece pregare e, felice di potersi mostrare, si denudò in un lampo.
Gli sembrò ancora più bello e rimase imbambolato a goderselo fin che la voce squillante non lo richiamò al presente: “come vuoi che mi metta? Ti va bene così?”
Inquadrò e scattò. Fece parecchie foto, lasciandogli la completa libertà di mettersi in posa. Ad un certo punto finse persino di atteggiarsi a diva, assumendo le classiche pose delle modelle. Ne risero e continuarono per un po’ finché, appoggiando lo smartphone e facendosi serio non gli posò una mano su una spalla: “sei bellissimo. Non hai nemmeno idea di quanto mi piaci!”
Lo guardò con la testa ancora piegata e gli sorrise: “anche tu...”
La mano si spostò sul petto caldo e repentinamente, senza indugiare, scese fin li. Aveva un folle desiderio di toccarlo, di accarezzarlo, di scoprire le sue fattezze e si lasciò andare. Ivan fece cadere le braccia lungo i fianchi assaporando quanto gli stava facendo e sussurrandogli che gli piaceva molto. Dopo molte carezze, quasi con ingenuità, gli appoggiò la bocca sul collo e lo baciò, delicatamente, assaporando il suo sapore che scoprì piacergli. Quel gusto di pelle un po’ sudata e salata era delizioso. Sussultò quando le mani di Ivan gli si infilarono sotto la maglietta per accarezzargli la schiena e, quando lo invitò a spogliarsi… sobbalzò. Pochi attimi e si ritrovarono uno di fronte all’altro a guardarsi.
“Si, sei proprio come ti avevo immaginato. Mi piaci così pelosetto” commentò con un risolino e continuando: “ma… è sempre… è sempre… ce l’hai sempre duro?”
“Abbassando lo sguardo per osservarsi il pene annuì con la testa: “sono eccitato. Mi fai quest’effetto. Più ti guardo più vorrei toccarti. Più ti tocco più vorrei...”
“Vorresti cosa” lo provocò.
“Beh! Vorrei… vorrei...”
“Schizzarmi di nuovo in faccia?”
Risero stringendosi in un fortissimo abbraccio. “Certo che è proprio duro! Lo sento tutto… sulla panc...” gli soffocò la frase iniziando a baciarlo sulla bocca. Era evidente che entrambi erano alle prime armi. Persino la scoperta del sapore della reciproca saliva era una novità. Una scoperta da definire se con un gusto gradevole o meno. Durò a lungo mentre le mani si spinsero, fin dove riuscirono ad arrivare, alla scoperta reciproca del proprio corpo.
Quando si staccarono fu Ivan a dire la sua: “più di così non mi cresce.” Si riferiva al suo pisello che, pur in completa erezione restava sempre piccolino. “Ma è bellissimo così. Fa quasi… tenerezza.”
“Dai, sciocco! Non sai quanto ci ho sofferto vedendo quelli come il tuo...”
“Ma allora non era la prima volta...”
“Dai! Non dal vero! In rete! Credi di essere il solo a farti le seghe sui siti porno?”
Risero ancora.
“Però per me sei bellissimo così!”
E, ancora con vera timidezza: “vuoi che te lo tocchi come in montagna?”
“Si!”
“Però mi avvisi quando...”
“E… e… se ti tocco anch’io?”
“Insieme?”
“Si!”
Si sedettero assumendo una posizione quasi sdraiata sul lettino e iniziarono ad accarezzarsi e poi a masturbarsi reciprocamente, in silenzio. Ognuno guardava la propria mano che eccitava l’altro cazzo e, quasi all’unisono, si misero ad emettere dei soffocati mugolii.
“Sei bravissimo… Manca poco...”
Non smise, anzi fissò ancora con più attenzione la punta di quella grossa cappella che sbucava tra le sue dita fin quando un candido zampillo non si innalzò ricadendo sulla pancia. Non si fermò, proseguendo ad armeggiare e vedendolo saltare sul letto per l’intenso orgasmo che gli stava procurando. La mano di Gianfranco si arrese solo per alcuni istanti proprio nel momento in cui gli mancò il fiato ma poi riprese a procurare piacere al suo amico che, nel frattempo, se ne stava con la mano umidiccia sollevata a mezz’aria come se fosse contaminata da qualcosa di terribile.
Notandolo non poté non uscirsene con: “non ti brucia mica… è…. crema...”
Ivan lo guardò seriamente senza replicare e abbassando lo sguardo sul suo pisello che cominciava a dar segni di… impazienza.
“Sto per venire anch’io… Ecco… ecco… vengo… ci sono… si… così… eccoooo.”
E scaricò anche lui una copiosa eiaculazione sulla propria pancia e… sulla mano dell’amico che, una volta finito, rimase pure lui con la mano sollevata: “hai un fazzolettino?”
Ivan si alzò e gli porse un pacchettino, prendendone un altro per se. Ognuno, con fatica, ne prese alcuni e iniziò a ripulirsi pancia e mano. Sorrisero entrambi per quanto fossero impacciati ma, una volta finito, con il cestino pieno di carta, si sentirono entrambi contenti e felici. Erano coscienti di quello che si erano fatti e ne erano rimasti soddisfatti. Si misero ancora sdraiati uno vicino all’altro, con la mano di Gianfranco che continuò a giochicchiare con il cazzo del suo amico che era diventato piccolissimo: “così mi piace tantissimo. E’ bellissimo da toccare… liscio… morbido… adesso è anche freddo…”
“Sul serio ti piace?”
“Tanto! Ma mi piace tutto di te… tutto!”
Ivan si girò di scatto e gli stampò un sonoro bacione sulla guancia.
Passarono parte della notte a scambiarsi messaggi in cui, un po’ alla volta, si spingevano sempre più oltre su quello che avrebbero voluto farsi e lasciarsi fare… la prossima volta e, ormai già all’alba concordarono per vedersi nel primo pomeriggio. L’ultima carezza inviatagli su WhatsApp Ivan non la vide neppure perché si era già addormentato. Il sole era già alto in cielo.

(continua – UN ESIBIZIONISTA SPECIALE: LA “DEFLORAZIONE” 3 di 4)
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