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LA SVELTINA N.6 – IL CACCIATORE – RACCONTO BREVE


di RedTales
23.11.2019    |    12.861    |    5 9.6
"Dopo poche decine di metri incrociò un altro passivello come lui e che conosceva di vista con il quale scambiò un cenno di saluto e proseguì nella speranza di..."
Alessandro, un bell’uomo che si avvicinava alla cinquantina, ogni tanto ci “cascava” e non sapeva trattenersi ritornando a frequentare i soliti posti che ben conosceva e dove era sicuro di fare degli incontri.
Infatti anche in quel pomeriggio di una calda giornata di giugno si era inoltrato su quel sentiero lungo il fiume certo di soddisfare le proprie voglie. Percorse alcune centinaia di metri e, quando ritenne di essere ormai lontano da occhi indiscreti, si tolse tutto restando solo con le scarpe e una svolazzante camicetta quasi trasparente e completamente aperta per poter esibire il corpo totalmente glabro nella speranza potesse interessare a qualcuno.
Ormai era nella “zona di caccia” e ben presto si imbatté nei primi due frequentatori del luogo: un uomo sulla quarantina decisamente ben messo in quanto a fisico e un altro più o meno della stessa età che, accucciato davanti a lui era intento a… succhiarlo. Si fermò a breve distanza iniziando a giocare con il proprio pisello ed accarezzandosi nella speranza di essere coinvolto ma i due lo ignorarono e così, dopo alcuni minuti decise di proseguire. Dopo poche decine di metri incrociò un altro passivello come lui e che conosceva di vista con il quale scambiò un cenno di saluto e proseguì nella speranza di impossessarsi di un bel cazzone.
Raggiunse il greto del fiume e osservò con gioia che sui sassi era distesa almeno una decina di persone. Ne fu sollevato perché sicuramente avrebbe trovato soddisfazione per le sue voglie. Ovviamente non sempre se ne andava contento, a volte capitava che quanto faceva non era proprio quello che aveva sperato ma, come dice il proverbio, chi si accontenta gode.
Cominciò a guardare i vari maschi stesi al sole e già il primo rientrava perfettamente nei suoi canoni: alto, robusto ma non grasso, peloso, ben dotato e poi, proprio notando di essere guardato, si era già messo a giocare con il suo pisello.
Alessandro gli si avvicinò a meno di un metro e si mise a fissarlo con lo sguardo attento a quanto stava facendo la mano e, contemporaneamente iniziò ad accarezzarsi sperando in un cenno o in un gesto d’intesa da parte dello sconosciuto che, fortunatamente, arrivò subito: “ci vuoi giocare?” disse indicando il suo sesso.
“Magari!” rispose soddisfatto.
“Si, ma non qui, andiamo un po’ più in la.” replicò indicando con la mano la zona ricca di cespugli e dirigendosi da quella parte.
“Super” pensò Alessandro ammirando come fosse alto e slanciato.
“Me lo succhi?”
“Si!”
“Solo passivo?”
“Si.”
“Ottimo, mi piacciono i maschi che si lasciano fare e basta. Lo prendi anche?”
Esitò un attimo pensando se rispondere subito di si o se fare un po’ il prezioso. Optò per una via di mezzo: “si, ma solo se se mi piace...”
“Come ti sembro?”
“Giusto...”
“Ecco, qui direi che va bene.”
Alessandro si abbassò davanti a lui e cominciò ad accarezzargli il sesso. Era ancora cadente ma già prometteva bene perché era bello grosso. Lo sconosciuto iniziò ad accarezzargli i capelli e continuò fin quando non finì.
“Bello. Hai proprio un cazzo bellissimo.” disse alla fine.
“Baci?”
“Si.
Si alzò e le loro bocche si unirono a lungo fin quando lo sconosciuto gli chiese se voleva scopare
“Si, ma ti metti il preservativo. Ne ho uno nello zainetto.”
“Ok. Mettimelo.”
Come finì di srotolarlo gli chiese come doveva sistemarsi.
“Mani per terra e culo in alto.”
Pensò che era tanto che non lo faceva in quella posizione.
L’uomo gli sputò tre volte sul buchetto e spalmò la saliva con il pene prima di procedere.
Gli scivolò dentro facilmente e avviò una ritmica azione.
Alessandro lo sentì ben piazzato dentro e il movimento rapido gli cominciò a dare piacere dopo pochi colpi.
Proseguirono per una decina di minuti poi un ansimare deciso gli segnalò che il suo partner era arrivato all’orgasmo. Si fermò quasi subito e uscì con attenzione.
“Vuoi che te lo succhi ancora?”
Fece di si con la testa mentre Alessandro gli si accucciò nuovamente davanti e tolto con rapidità il cappuccio lo leccò con golosità prima di spingerselo fino in fondo alla gola.
Come smise si alzò, i due si guardarono e l’uomo lo ringraziò chiedendogli: “vuoi che ti faccio una sega?”
“No, mi è già piaciuto tanto così.”
Un rapido saluto e ognuno andò per la sua strada.
Si incamminò lungo un sentiero per allontanarsi un po’ e si riaffacciò lungo il fiume una cinquantina di metri più avanti. Anche qui c’erano ancora dei maschi stesi sui loro teli, alcuni in coppia ma diversi da soli. Gironzolò davanti a loro ma nessuno sembrò fare alcun cenno. Ovviamente non si perse d’animo e continuò fin quando non si accorse che ce n’era uno in piedi al margine dei cespugli, poche decine di metri più in la, che lo guardava. Si incamminò verso di lui e quando gli fu vicino apprezzò il fisico e l’età relativamente giovane: probabilmente sulla quarantina o poco meno. A quel punto l’uomo si girò ed entrò nel fitto della vegetazione, seguito a qualche metro di distanza da Alessandro che già si immaginava di assaporare anche quel secondo pisello.
Si fermò in un piccolo slargo come per aspettarlo. Un attimo dopo gli fu davanti. Era perfetto. Sul metro e ottanta abbondante, asciutto, molto peloso e con un gran cazzo già quasi dritto tra le mani.
Senza dire nulla allungò una mano su quel sesso ed iniziò a toccarlo. Anche lo sconosciuto eseguì la stessa mossa e gli afferrò l’intero pacco con la grande mano.
“Vuoi che ti faccia una pompa?”
Gli sorrise e lo prese per un si. Si piegò in avanti e si mise a leccare l’asta scendendo fino alle palle che erano ricoperte da una fitta lanugine.
“Se quello di prima era un bel cazzo, questo è anche meglio, è più grosso ed è proprio bello come forma” pensò guardando quel bastone di carne che aveva davanti agli occhi mentre sentì una mano calda sfiorargli la schiena e scendere rapida tra i glutei per poi allargarli. Quasi subito percepì un dito profanargli l’ano e ne fu contento e cercò di fare del suo meglio con la bocca.
Il dito iniziò a scoparlo mentre lui spalancò il più possibile le labbra per accogliere al meglio quello spettacolo della natura.
“Mi fai scopare?” furono le prime parole che sentì. Staccò la bocca e rispose in modo affermativo, chiedendo l’uso del condom.
“Metti un piede su quel ramo e appoggiati al tronco.” gli suggerì e lui ubbidì prontamente.
Questa volta l’ingresso lo sentì eccome perché lo sconosciuto si affidò solo alla lubrificazione del preservativo e si affondò con decisione e rapidità nel suo culo. Si lasciò sfuggire un leggero lamento che il suo partner non raccolse. La posizione favoriva la completa penetrazione e questa volta le sensazioni per Alessandro furono assai più decise della volta precedente. L’uomo entrava completamente e poi usciva quasi del tutto con un ritmo galoppante. Alessandro sentì il piacere salirgli fino alla punta del suo passerotto che roteava, assieme ai testicoli, come impazzito sotto le poderose spinte, sbattendo da tutte le parti. Avrebbe voluto potersi toccare ma non poteva spostare le mani che lo mantenevano in equilibrio e si rassegnò a quel… voglio ma non posso. Pur estremamente gradevole il tutto non durò molto perché, come accade assai spesso in questi incontri mordi e fuggi, il suo partner arrivò in fretta al piacere e, come lo raggiunse, liberò il retto dalla sua ingombrante presenza e, fatto un passo indietro, si tolse il sacchettino ricolmo di sperma.
“Vuoi che te lo succhio?”
“No, no, mi basta. E’ stato bello. Grazie.”
Non aspettò nemmeno la risposta e gli girò le spalle allontanandosi.
Alessandro restò con l’acquolina in bocca e con la sensazione di essersi fermato a metà del cammino ma non si scoraggiò, era andato li per farsi scopare e in meno di un’ora ci era già riuscito due volte. L’inizio non era proprio da buttar via. Prese dallo zaino la bottiglietta e sorseggiò un po’ d’acqua, si mise in bocca una mentina e… riprese a cacciare perché sapeva che dietro quei cespugli c’erano ancora tanti cazzi da… assaggiare.
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