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Gay & Bisex

DUE BELLE TRAV PER IL MASCHIONE


di RedTales
27.05.2018    |    14.078    |    4 9.8
"La telefonata era giunta inaspettata..."
La telefonata era giunta inaspettata. Maurizio, Mau, gli chiedeva se avesse voglia perché aveva la casa libera e pensava pure di preparargli anche una sorpresa. Per Antonio fu impossibile dire di no ad un invito così intrigante e accettò pregustandosi qualche oretta di sesso. Per la sorpresa immaginò che si sarebbe vestito perfettamente al femminile e depilato, completamente e perfettamente. Lo aveva già fatto altre volte. Sapeva che gli piaceva indossare abiti da donna, in particolare l’intimo e ci stava anche assai bene visto il fisico minuto, le gambe lunghe e magre, il culetto sodo e sporgente… La porta si si aprì appena suonò ed entrò richiudendosela alle spalle. Una voce lo invitò ad andare in camera e, come ci entrò, si trovò davanti due splendide… signore.
“Sorpresa! Lei è Cinzia!”
Antonio la guardò con gran attenzione: era proprio una splendida… fanciulla, di quelle che piacevano a lui: non troppo alta, magra, con le gambe lunghe e depilata. Inoltre era assai ben truccata e indossava una parrucca che le stava proprio bene. Anche Mau faceva la sua bella figura, agghindata con gli stessi indumenti, capelli compresi, tanto che sembravano due gocce d’acqua.
Salutò prima che le due lo circondassero iniziando a spogliarlo. Si fermarono solo quando fu come mamma lo aveva fatto: “mhh! Avevi proprio ragione è splendido. Mhh. Che cazzone!” cinguettò la nuova, ammirata da quell’omone alto, grosso, robusto e assai peloso perché era proprio il modello di maschio che adorava.
Mau rise: “ho raccontato la verità?”
“Si! E’ anche più alto di quanto mi avevi detto” disse allungando la mano dalla carnagione chiara, le dita lunghe ed affusolate e le unghie di un bel color rosso scuro per accarezzargli il pene.
“Ma quanto sei alto?”
“Passo un po’ il metro e novanta. Ti basta?”
“Ti adoro!”
“Ti piacciamo Antony?” domandò sorridendo Maurizio.
“Si, proprio una gran bella sorpresa. Complimenti per la tua amica. Splendida!”
“Ti avevo detto che gli saresti piaciuta! A lui piacciono piccoline e depilate.”
Cinzia sorrise piegando il capo di lato e dando ancor più espressione, con quel gesto, alla sua femminilità.
Antonio ormai era già eccitato e… si vedeva. Allungò una mano sul sedere del suo amico e l’altra su quello della new entry e le tirò contro di se. Entrambe appoggiarono il viso sul suo petto come se volessero cercare delle coccole. Spostò le mani sulle loro spalle accarezzandole mentre con la sua altezza le sovrastava entrambe. Ormai il suo cazzo, duro e perfettamente perpendicolare al corpo, faceva gran bella mostra di se sbucando tra le due. Cinzia se ne accorse sentendolo appoggiare sul fianco. Abbassò la testa e ne fu entusiasta iniziando, senza alcun contegno, ad elogiarlo dopo averlo afferrato con la mano.
“E’ grossissimo! Ma quanto è lungo? Dio che cazzo! Uno così lo ho visto solo nei video...”
Mau sorrise perché lo conosceva benissimo e sapeva quanto lo aveva fatto impazzire ogni volta che avevano fatto sesso.
Cinzia si divincolò per liberarsi dalla mano di Antonio e, ancora con lo sguardo fisso sul suo sesso si abbassò per ammirarlo meglio.
“Non ci credo! Non ci credo!”
“E’ solo un cazzo.”
“No, no. Non è solo un cazzo. Hai un cazzo fantastico”, poi rivolgendosi a Mau: “e tu me lo hai tenuto sempre nascosto… Ti sei comportata malissimo. Avevi uno spettacolo così e te lo tenevi tutto per te. Vergognati. E io che ti credevo una vera amica! Quante volte abbiamo lesbicato e tu… niente. Mi dicevi che lo vedevi ma mai una parola su tutto questo ben di Dio!”
Risero tutti e tre mentre Cinzia continuava a far scorrere la sua mano senza soluzione di continuità sull’asta.
Maurizio iniziò a togliersi la gonna e quindi la camicetta. Sotto, oltre alle scarpe con gli alti tacchi, indossava solo delle calze autoreggenti attaccate alle bretelline del reggicalze. Era deliziosamente e totalmente depilato e pure il suo corpo era assai ben fatto e accattivante. D’altra parte Antonio lo scopava da quasi sei mesi ed era ben felice di tornarci ogni volta che poteva proprio perché Mau aveva un gran bel fisico, senza dimenticare che era una vera porca che non si fermava davanti a nessuna richiesta… E sempre, ma proprio sempre, con lui ci aveva fatto sesso alla grande, andandosene ogni volta esausto ma assai soddisfatto.
“Dai sorellina, fagli vedere le tue grazie!” la esortò: “se io ti piaccio, lei ti stupirà. Ha un fisichetto da urlo e poi” aggiunse con una vocina assai maliziosa ma decisamente gelosa: “ha una decina d’anni meno di me...”
Cinzia, che di anni ne aveva trentuno sorrise e, spostandosi di un due metri indietro, con plastici gesti seguì lo streep appena fatto da Mau rimanendo agghindata esattamente come lei.
L’omone la mangiò con gli occhi. Si, era un po’ più piccolina ma deliziosamente proporzionata: gambe e braccia lunghe e magre, dita affusolate e una carnagione quasi diafana che metteva ancor di più in risalto l’intimo nero come pure le unghie e le labbra che spiccavano con il loro rosso acceso. Ma anche occhi e guance erano assai ben truccate. Quel ragazzo, anche per i lineamenti morbidi del viso, sembrava proprio una… ragazza. E che ragazza! E… non sembrava avere nemmeno un singolo pelo far capolino ne da braccia, ne da gambe!
Ma i tre avevano già speso fin troppo tempo in quei preliminari… passivi e Mau, preso il suo maschio per la mano, lo trascinò sul lettone, sprofondandosi il suo cazzo in bocca. Cinzia non fu da meno, sdraiandosi al suo fianco e iniziando a baciarlo con veemenza e passione.
“Adoro la barba che punge.” gli sussurrò staccando per un istante le labbra e ricevendo subito dopo un: “hai il viso liscio liscio. Che meraviglia!”
Poco dopo Mau prese ancora l’iniziativa e, messosi sopra, si impalò su quello splendido uccello iniziando ad andare su e giù.
“Così! Subito!”
“Avevo voglia. Avevo tanta voglia di sentirlo tutto dentro.” replicò sorridendo felice e continuando a scoparsi. Cinzia lasciò la bocca e si posizionò davanti alle palle dell’uomo e, incurante di essere quasi schiacciata dal sedere di Mau che continuava ad andare su e giù, prese a leccarle e, viste le dimensioni, ad infilarsene una alla volta in bocca per succhiarle.
Una decina di minuti dopo Antonio afferrò Mau sotto le ascelle e la tirò su di peso: “fammi assaggiare anche il culetto di Cinzia.”
“Dio! Ti adoro! Ma prendimi tu. Sfondami tutta. Fino in fondo” sussurrò con una vocetta roca mettendosi alla pecorina sul bordo del letto in attesa di essere penetrata. Goffamente Antonio si mise in piedi e, dopo averle sollevato di peso il culo per sistemarlo in una posizione più agevole per la sua altezza la puntò deciso e, pur con attenzione, la fece sua. Un breve lamento sottolineò l’ingresso ed altri tre o quattro la completa penetrazione. Poi furono solo mugolii di piacere che iniziarono a levarsi nella stanza. Ovviamente Mau non rimase inerte e si attaccò al culo del maschio iniziando a leccarlo e a far sprofondare il più possibile la lingua in quel buco peloso. Ovviamente aggrappandosi ai suoi fianchi per non essere spostata da quei forti colpi che il bacino dava.
“Sei stretta. Ti sento tutta.”
“Anch’io ti sento. Mi riempi tutta. Mi arrivi quasi in… bocca” aggiunse con con la voce spezzata da quanto stava godendo.
Durò parecchio e Antonio si fermò solo poco prima di schizzare.
Cinzia, come uscì, si lasciò cadere in avanti spossata mentre Mau le si mise al fianco: “dai! Tirati su. Dai! Su bene il culo, di nuovo. Antony! Continua, continua con tutte e due. Un po’ di qua e u po’ di la.”
Cinzia si mise nella posizione di prima e lo spettacolo di quei due culetti bianchi contornati dalle bretelline nere e quasi delimitati in basso dal pizzo delle calze era veramente eccitante e l’uomo, anche se madido di sudore e desideroso di una piccola pausa… non si tirò indietro, sprofondando quel grosso biscotto umido prima da una parte e poi dall’altra ed alternandosi a lungo nel gioco.
E fu un gran bel giocare che portò tutti e tre a godere alla grande. E per Antonio fu anche piacevole osservare come quei due culetti minuti e stretti riuscivano a prendere il suo grosso pistolone con tanta facilità, magari restando poi ben aperti per una buona manciata di secondi una volta che “migrava” nell’altro ma accogliendolo sempre senza alcun indugio.
Alla fine l’eccitazione, la stanchezza e… la voglia lo fecero arrivare al punto di non ritorno e, afferrandosi il cazzone con la mano le invitò: “presto, presto, sedetevi. Su, su, sedetevi...” a sistemarsi per poter essere innaffiate. Riuscirono a spostarsi proprio all’ultimo secondo ma le facce e le bocche spalancate furono ricoperte dalla calda crema. Occhi, nasi, capelli e petti furono bersagliati dagli abbondanti schizzi. Prima uno, poi il secondo, il terzo… Se ne susseguirono almeno sette, via via meno consistenti.
“Ma quanta ne fai!” sibilò stupita Cinzia mentre Mao, abituata alla gran quantità, pur con un occhio socchiuso e appiccicoso, si protese con la bocca sul suo pene per succhiare le ultime gocce di quell’elisir.
Nei minuti successivi pure Cinzia la imitò, passando la lingua sulle gocce che erano rimaste “perse” li attorno.
Poco dopo fu Antonio ad invitarle a leccarsi l’un l’altra, cosa che fecero con avidità, ripulendo i reciproci visi e corpi di ogni traccia bianca.
“Ma quanto ne fa?”
“Tanto. Tanto tanto. Sempre! Anche la seconda o la terza volta. E’ come un rubinetto aperto...”
Le due “ragazze” risero mentre l’uomo, un buon metro più in alto di loro si gustava la scena: “beviamo qualcosa che poi… si ricomincia.”
Seduti sul divano Antonio notò come fosse piccolo il sesso di Cinzia e lei, accortasi dei suoi sguardi, prendendolo tra indice e pollice, come per esibirlo: “ti piace? Piccino piccino. Sembra quasi una clitoride, non ti pare?” e continuò: “perfetto per essere ciucciato o giocato con due dita. E anche quando è duro è poco più lungo. Un amore, no?”
“Dopo lo voglio proprio assaggiare.”
“Attento però perché ti disseta subito...”
Cinzia rise della battuta di Mau.
“Si, vengo subito. Ma è dolce. Anche Cinzia dice che è dolce. Vero Cinzia?”
“Si, si, una cremina dolce dolce… buonissima. Ma poca poca.”
E risero entrambe.
Antonio, con il bicchiere in una mano, iniziò con l’altra a giocare con i capezzoli di Cinzia che sembrò quasi mettersi a fare le fusa..
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