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Prime Esperienze

CON LA GUIDA DELLO ZIO


di RedTales
06.02.2016    |    45.363    |    10 9.7
"E poi era sempre disponibile, allegro e gentile..."
La guida era andata bene. Era proprio contento che lo zio lo faceva esercitare. Zio Paolo era il suo preferito. E poi era sempre disponibile, allegro e gentile.
“Bravo, ormai guidi sempre meglio. Cosa bevi?”
“Coca.”
Mentre l'uomo andò a prendere i bicchieri lui prese il tablet che c'era sul tavolo che si illuminò, mostrando… quello che mai si sarebbe immaginato di trovare: a tutto schermo c'era suo zio che faceva sesso con un altro uomo. Ci restò malissimo. Fissò l'immagine per qualche secondo e, sentendolo ritornare, lo appoggiò in fretta, capovolto, poco lontano da lui. Quando gli diede il bicchiere era in evidente imbarazzo ma cercò di essere naturale.
“Qualcosa non va?”
Cazzo, se ne era accorto, pensò: “no, no. Ho tanto da studiare per domani...”
“Allora è meglio che torni subito a casa. Eh… tra poco hai gli esami...”
“Si, si, è meglio che vada. Grazie zio.”
“E di che. Ci vediamo domani...”
“Si, si.”
Finì in fretta di sorseggiare la bevanda e dopo aver salutato si avviò verso l'uscita.
Il cazzo dello zio conficcato per metà nel culo di quel ragazzo era impresso in modo indelebile nei suoi occhi. Ci pensò per tutto il tempo, sognandolo anche.
Anche Paolo, appena uscì prese il tablet, trovandolo ancora con la foto aperta e sospettò che Michael potesse averla vista.
La guida del giorno dopo scivolò via normalmente anche se con una scusa non salì a casa dello zio. A differenza delle altre volte parlarono poco entrambi con l'uomo che gli fece qualche domanda sulla sua vita sentimentale ma senza esagerare… Si percepiva una certa tensione, anche se nessuno volle approfondire.
Il ragazzo però continuava a vedere nella sua testa quella foto e ci fantasticò su tantissimo, immaginandosi incredibili situazioni che coinvolgevano lo zio.
La volta successiva tutto sembrò andare meglio e, una volta tornati a casa lo zio gli parlò della nuova moto che voleva acquistare.
“Mi passi il tablet, che te le mostro. Ho fatto qualche foto quando sono andato a provarla.”
Con un certo imbarazzo prese il computer e lo porse allo zio che nel frattempo si era alzato.
“Accendilo che vado a prendere da bere.”
Lo fece con un certo timore. Timore che, appena si accese lo schermo, si trasformò in grande indecisione sul da farsi.
Sullo schermo c'era un'altra immagine molto esplicita dello zio… Che fare? Provò a chiuderla, ma sotto c'era un'altra serie di foto sullo stesso soggetto e, chiuse queste, ne apparvero altre. Cambiavano i partner ma lo zio era sempre ben riconoscibile.
“Non sapevi che mi piacciono i maschi? Non te lo ha detto mia sorella?”
Paolo era ritornato ed era li.
Rosso in viso e imbarazzatissimo buttò li un: “no… no...”
“Ah! Pensavo lo sapessi.”
“No, no...”
“Be, adesso lo sai.”
“Si, si...”
“Il desiderio di un maschio è un qualcosa che è sempre stato dentro di me.”
Michael annuì con la testa.
“Pensa, è stato proprio mio zio a farmi scoprire questo desiderio. Ero piccolo, quindici anni. Ogni tanto mi portava a passeggiare in montagna. D'estate stavamo via anche l'intero fine settimana, dormendo in tenda. Una sera me lo prese in bocca e poi mi chiese di scoparlo. Lo feci. Non ho più smesso...”
“Ah.”
Il ragazzo aveva il viso in fiamme. Non riusciva a non staccare gli occhi dal tablet e da quella foto anche se cercava di non guardare. Lo zio si sedette vicino e cominciò a far scorrere le immagini. Si misero a guardarle in silenzio e, quando la mano dell'uomo gli si appoggiò tra le gambe, lo trovò in erezione.
“Ti sei eccitato?”
Bruciava in viso. Non rispose. Si sentì palpeggiare e quindi, continuando a fissare il piccolo schermo, lo sentì aprire la cerniera. La mano provò a intrufolarsi nell'apertura trovando quello che cercava. Poco dopo anche il bottone si aprì e gli slip si abbassarono liberando il suo uccellino che puntò dritto verso l'alto.
La mano lo afferrò delicatamente e iniziò a far scorrere la pelle sopra la cappella.
Senza staccare gli occhi dalle scene che continuavano, automaticamente, a scorrergli davanti, si contrasse, lasciò fuggire qualche respiro interrotto e dei gemiti. Gli piaceva da impazzire quello che gli stava facendo. Si ritrovò bagnato senza accorgersene.
“Ti fai le seghe?”
Non disse niente.
“Tutti i ragazzi si fanno le seghe...”
“Si”.
Tutto finì li, il tablet fu appoggiato più in la, gli porse il bicchiere, si asciugò la mano, gli passò della carta perché si pulisse e gli propose di fare un'altra guida domani.
“Magari la facciamo con più calma...”
Lo guardò ma lui abbassò lo sguardo e si salutarono.
Michael se ne andò rimuginando per tutto il tempo su quanto era successo. Soprattutto sul fatto che gli era piaciuto da morire. Molto, ma molto di più di quando si toccava e schizzava da solo. E adesso? Non sapeva cosa pensare, ne di se ne dello zio. Perché era successo? Perché lo aveva lasciato fare? Perché gli era piaciuto? Pensò e ripensò in ogni momento alla situazione ma non riuscì a trovare una risposta decente. Era successo perché doveva succedere. Pensò che adesso lui poteva essere considerato gay, che anche suo zio lo fosse. Ma perché la mamma non gli aveva mai detto niente dello zio? A casa non provò nemmeno ad accennare allo zio perché magari si sarebbero insospettiti.
Quella notte dormì poco e male e alla mattina era così stranito che preferì non andare a scuola anche se a metà mattina si mise a studiare e, nel tardo pomeriggio ritornò dallo zio.
“Quello che è successo ieri, se vuoi, lo buttiamo via e lo dimentichiamo. Non so nemmeno io perché sono andato così oltre...”
Michael non rispose e lo zio lo considerò un si.
Poco dopo erano in macchina, a differenza delle altre volte si sentiva solo la musica. Tra loro era sceso il silenzio.
“Se vuoi possiamo lasciar perdere. Ormai sai guidare bene. Possiamo smettere di fare delle guide.”
“Come vuoi.”
Una decina di minuti dopo erano sotto casa.
L'uomo pensò che si sarebbero salutai li e chissà quando si sarebbero rivisti ma un: “mi è piaciuto ieri” quasi sussurrato e con lo sguardo fisso verso il basso cambiò tutto.
“Ti è piaciuto?
“Si, tanto.”
Vieni su?”
“Si.”
“Ti va?”
“Si.”
Andò a prendere qualcosa da bere e si sedettero.
“Ti va davvero?”
“Si”.
Prendendogli le mani lo invitò ad alzarsi mentre lui restò seduto. Gli appoggiò la mano sull'inguine e la fece scorrere sulla stoffa sentendo che, sotto, il pene era già duro. Lentamente aprì l'indumento facendo far capolino al suo sesso che sbucò dagli slip. Lo accarezzò sulla turgida cappella per alcuni minuti per poi far scivolare alcune dita all'interno. Michael vibrava e tremava ad ogni movimento della mano. Poco dopo fece scendere pantaloni e slip. Davanti al suo viso c'era un bellissimo uccello duro e dritto verso l'alto. Anche i testicoli erano sodi e turgidi. Si concentrò con entrambe le mani su tutto quel ben di Dio mentre il ragazzo sembrava non smetteva di tremare.
“Non ti ha mai toccato qualche amica?”
“No...”
“Ma non sarò mica il primo che te lo prende in mano...”
“Si.”
“E… in bocca?”
Non rispose, guardando lo zio che si piegava in avanti e iniziava un lento lavoro di labbra, lingua, bocca. Se prima tremava, adesso vibrava con degli scatti che potevano sembrare degli spasmi.
L'uomo era abile, sapeva dove far scorrere la lingua e come succhiare, aspirando e leccando contemporaneamente. Fin troppo, perché, senza alcun preavviso, pochi istanti dopo un abbondante e denso liquido colloso riempì la bocca dell'uomo che non smise ma continuò nonostante Michael cominciasse a contorcersi e a piegarsi su se stesso per l'orgasmo che aveva avuto e che stava continuando ancora.
Quando si staccò i loro occhi si cercarono e Paolo lo fissò con un sorrisetto complice e assai malizioso.
“Mi fai vedere come sei fatto?”
Michael non capì subito ma un: “ti spogli?” gli fece eseguire, anche se con un certo imbarazzo quanto richiesto.
Sfilò i pantaloni e gli slip, tolse le calze e, in un sol colpo maglietta e felpa.
“Bellissimo. Sei stupendo. Dio se sei bello.”
Una mano gli stava accarezzando il petto per poi scendere lungo la schiena, sui glutei.
“Che morbido.”
Lo fece girare e quindi appoggiò le labbra sulla schiena e, leccandolo, scese tra le chiappe, soffermandosi sul buchino, attorno al quale fece scorrere più volte la punta della lingua.
Michael ebbe altri tremiti che fecero molto piacere alo zio. A questo punto si alzò e lo abbracciò da dietro cercando il suo collo e quindi le labbra che cominciò a baciare.
Il ragazzo dapprima si offrì passivo alle avance ma poi iniziò pure lui a partecipare a quel bacio come meglio sapeva.
Rimasero incollati a lungo. Quando si staccarono erano uno difronte all'altro con i corpi schiacciati.
Sentiva il pene di suo zio duro sotto i pantaloni che premeva sulla sua pancia e non seppe resistere. Si scostò leggermente e ci appoggiò sopra la mano provando a stringerlo. Ma non poteva. Lui gli venne in aiuto, calandosi i pantaloni e sedendosi di nuovo sulla sedia a gambe larghe.
Michael dapprima rimase fermo ad osservare il cazzo. Gli sembrava più grande e più grosso di quello visto nelle foto. Sicuramente era almeno il doppio del suo. Si lasciò scappare uno spontaneo: “che grosso!” che fece assai piacere a Paolo.
“Ti piace?”.
“Si.”
Non dissero altro perché il nipote si abbassò e cominciò a toccarglielo.
“Prima volta?”
“Si.”
“Ti piace davvero?”
“Si.”
La mano si spostava dappertutto, non sapendo cosa fare. Dopo varie carezze, palpate, strette lo strinse tra le dita e iniziò a masturbarlo. Lo zio lo lasciò fare, incentivandolo ogni tanto con delle parole di incoraggiamento ed esprimendogli il piacere che gli stava dando. Lo “menò” per un buon quarto d'ora, anche se con delle pause, riuscendo a portarlo al traguardo. Lo zio lanciò in aria uno zampillo che coronò il suo sforzo. Michael, sorpreso, si spostò istintivamente indietro staccando la mano.
Un immediato: “toccami ancora… Non ti fermare...” lo fecero continuare ancora, facendo schizzare nuovamente quel bel pistolone che continuò ad emettere liquido almeno per altre cinque volte, anche se non molto.
“Bravo, mi hai fatto venire. Mi piace sai!” Dicendolo gli appoggiò una mano sui capelli accarezzandolo.
“Ora è meglio che vai a casa, è tardi. Vuoi che ci vediamo domani?”
“Si.”
Quando era sulla porta, girandosi verso lo zio: “mi è piaciuto tanto. Anche quando mi hai leccato il culo...”
L'uomo sorrise: “vedrai domani...”
Michael chiuse la porta soddisfatto.
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