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Gay & Bisex

E MISE ANCORA LA MANO DENTRO I SUOI PANTALONI ... - parte 2


di RedTales
05.03.2016    |    8.874    |    4 9.3
"“Ci vediamo domani?” “Domani sono chiuso..."
SECONDA PARTE.

“Ciao”
“Ciao!”
“Sei contento che sono venuto?”
“Tanto! Ci speravo ma...”
“Sono in anticipo?”
“Tu non sei mai in anticipo.”
“Augusto ci fai due tè?”
“Subito. Scusa. Vieni un attimo li?”
Giuliano lo seguì in fondo al bancone e si ritrovò una sua mano dentro i jeans.
“Sorpresa!”
“Senza slip?”
“Si. Jeans elastici e senza slip.”
La mano scivolò facilmente in quei pantaloni senza cintura e non dovette dribblare altri capi di abbigliamento per raggiungere il suo obiettivo. Cominciò ad accarezzare un po' tutto, scorrendo su e giù e stringendo tutto quello che c'era.
“Sei fantastico...”
Gli sorrise lasciandolo fare e gustandosi quel palpeggiamento.
“Mi piace. Mi piace che mi tocchi...”
Questa volta fu Augusto a sorridere. Continuò ancora per qualche minuto prima di riemergere.
“Devo preparare i tè”.
Dopo averli portati al tavolo ritornò da lui che lo aveva aspettato li e… si tuffò nuovamente dentro per giocare con quella meraviglia.
“Non ti depili?”
“No. Non lo ho mai fatto. Ma...”
“Se vuoi...”
“Ti piacerebbe sentirmi tutto liscio?”
“Si.”
Gli sorrise ancora.
“Magari lo faccio...”
“Scusi… ci fa tre caffè.”
Al banco c'erano altre persone. Sfilò la mano.
“Scusami” e si diresse verso di loro.
Finito il servizio tornò da lui che lo aspettava. Lo fece girare con le spalle verso i clienti e rientrò nei suoi jeans.
“Non ti vedono?”
“No, mi copri.”
La mano toccava, accarezzava, scorreva, soppesava, strizzava…
“Sono tre euro? Li lascio qui.”
“Si, va bene, grazie.”
“Se ne sono andati?”
“Si.”
“Ciao Augusto. Oh! Scusa, non avevo visto...”
“Ciao. Lui è Lorenzo. Giuliano.”
“Una manina d'oro, vero?”
Il ragazzo lo guardò sorpreso, vedendolo andare direttamente sul retro.
“E' un amico?”
“Lavora con me.”
“E' geloso?”
“Una storia vecchia…”
Ricomparse e, sistemandosi un grembiule nero, si spostò a riordinare le tazzine che erano rimaste sul piano.
“Andiamo di la?”
Lo invitò ad entrare e lo seguì.
Gli si mise dietro e con la mano sinistra gli cinse la pancia in un abbraccio e spinse ancora la destra dentro. Contemporaneamente iniziò a baciargli il collo. Quando il ragazzo girò la testa si scostò e appoggiò le labbra sulle sue. Si baciarono profondamente con le lingue che si cercavano e tormentavano. Senza smettere di baciarlo e restando sempre stretto vicino a lui, con le mani gli abbassò i jeans, riuscendo subito dopo a far scendere anche i suoi. Quindi riprese a stringerlo con il braccio sinistro mentre la mano destra si impossessò di nuovo del suo cazzo.
Adesso il suo pene, duro, era schiacciato tra quelle delicate chiappette e, poco dopo, muovendo il bacino si spostò di quel tanto per farglielo sentire, dritto, appoggiato sul buchino.
E cominciò a spingere. Giuliano mosse leggermente i fianchi per assecondarlo e lo sentì scivolare delicatamente dentro di lui.
Staccando appena le labbra gli sussurrò: “sono sanissimo, ma se vuoi mi metto il preservativo?”
Un altra frase, detta a filo di voce, bisbigliò: “scopami.”
Le bocche si richiusero e il pisellone di Augusto si intrufolò completamente nell'intimo del ragazzo.
Restò fermo alcuni momenti, come a gustarsi quel pertugio che lo avvolgeva. La sensazione, anche se in ruoli invertiti fu la stessa. Anche Giuliano restò immobile cercando di percepire il suo amante che lo aveva violato completamente.
Il bacio continuava e continuò anche quando l'uomo abbozzò i primi movimenti con il bacino che, prima lenti e misurati, come per valutare le distanze, successivamente divennero rapidi e decisi.
Solo dopo una buona decina di minuti il respiro affaticato e ansimante di tutti e due fece scostare le loro labbra per consentire ai polmoni di prendere aria.
Augusto si spostò sul collo che prese a baciare e mordicchiare quasi spasmodicamente mentre la sua mano destra, che non si era mai staccata da quel giovane sesso, ormai completamente in erezione, seguitava a masturbarlo con forza. Un copioso schizzo, unito ad una specie di squittio annunciarono che Giuliano era arrivato al capolinea. E, potendo guardare il suo viso stravolto per la soddisfazione, era evidente che stava godendo alla grande.
Quasi contemporaneamente un altro getto si liberò dentro di lui, anche se non se ne accorse. Pure questo sottolineato da un morso più deciso degli altri e da un basso suono gutturale.
“Insieme. Siamo venuti insieme...” riuscì a mormorare Augusto.
Anche questa volta i loro corpi, ancora avvinghiati dalla forte stretta del braccio che non aveva mai smesso di stringerli uno contro l'altro, erano velati di sudore che scorreva lungo le schiene e… non solo.
Tutto quel movimento, come per un incantesimo, si fermò e ogni cosa sembrò arrestarsi, tranne i loro respiri. Rimasero immobili, stretti, come avvolti da un'invisibile corda. Le labbra si riavvicinarono e ricominciarono a baciarsi.
Il pugno che stringeva quel giovane pene lo sentì, pigramente afflosciarsi per ridursi a ben poca cosa. Il suo, invece, quando si sfilò da quel magico antro che gli aveva dato tanto piacere era ancora abbastanza duro.
Come lo sentì uscire completamente, si girò e questa volta fu lui ad avvinghiarsi all'uomo e a stampargli le labbra sulle sue per poi scendere fino ad impossessarsi con la bocca di quel fallo che fino a poco prima lo aveva soddisfatto da dietro. E lo succhiò avidamente fin quando non fu bruscamente interrotto da una richiesta: “puoi venire un momento?” proveniente dal bar.
“Un momento.”
Lo tirò su, congiunsero di nuovo le bocche per terminare il loro momento di tenerezza e poi si rese nuovamente presentabile per ritornare dall'altra parte.
“Tieni, pulisciti… Ti aspetto di la appena ti sei rivestito.”
Si passò la carta sulle cosce e tra le chiappe asciugandosi e raccolse anche il suo schizzo dal pavimento. Bagnò altra carta per pulirsi anche davanti prima di tirare su i jeans. Si guardò allo specchio scoprendosi paonazzo e si sciacquò la faccia prima di uscire.
Come fece capolino sulla porta incrociò lo sguardo di Lorenzo.
Augusto era in fondo alla sala e parlava con delle persone.
“Tutto ok?”
“Si… si.”
Gli sorrise in modo malizioso e lui abbassò lo sguardo e raggiunse l'uscita. Aspettò li l'uomo che lo raggiunse.
“Tutto bene?”
“Si, si!”
“Sei paonazzo!”
Lo divenne ancora di più.
“Ci vediamo domani?”
“Domani sono chiuso.”
Fece un'espressione delusa,
“Vuoi venire da me?”
Gli occhi si misero a brillare e rispose immediatamente con un deciso: “si!”
Si accordarono sul dove e a che ora.
“Domani ti faccio impazzire.”
“No, sono io che ti farò impazzire.”
Si sorrisero. Sembravano due ragazzini innamorati.
Come Giuliano si incamminò, lo richiamò e lo raggiunse sul marciapiede.
“Domani non voglio limiti...”
“Puoi farmi quello che vuoi.”
“Sicuro?”
“Sicuro!”
Come a suggellare quell'accordo, incurante del dove fossero e se qualcuno potesse vedere, lo tirò verso di se e gli cacciò la mano nel suo angolino preferito. Il ragazzo non si scostò, diede solo una furtiva occhiata intorno a se e… gli sorrise.
“Tutto. Puoi farmi tutto...”
La mano si sfilò, lui si girò e se ne andò.
Sentì da dietro un: “ti farò impazzire… tantissimo...” ma non si voltò.
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