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IN QUELLA SPIAGGIA... MI HANNO RIEMPITO


di RedTales
25.02.2015    |    32.007    |    7 9.3
"Giulio ritornò con una bottiglia di vino e dei bicchieri..."
Ciao. Sono Filippo, uno studente universitario di 23 anni. Oggi sono stato, come altre volte, alla Costa dei Barbari. Una tranquilla spiaggia dove c'è posto per chi vuole farsi una bella abbronzatura integrale o per chi vuole cercare una veloce scopatina. Come in molti di questi luoghi c'è una variegata “fauna” di affezionati e di occasionali. Questa volta sono andato, tranquillo tranquillo, in riva al mare, con il mio asciugamano per rilassarmi un po' al sole. Se poi, pensavo, avessi trovato un'avventura, ancora meglio. Forse perché il giorno era feriale o forse perché il sole non splendeva molto, in riva al mare c'era ben poca gente. Trovato un angolino tranquillo, mi sono tolto i pantaloncini e la maglietta e sono rimasto li, come mamma mi ha fatto, ad abbronzarmi. Per una buona oretta sono rimasto solo e tranquillo. Penso, anzi, di essermi pure assopito, vista la tranquillità che regnava. Un rumore vicino mi ha poi svegliato e ho visto un signore sulla sessantina ben portati che, a fianco a me, mi guardava.
Era alto, snello e con un bel fisico. Anche la “dotazione” che vedevo poco a lato della mia testa non era malvagia. Se ne uscì subito con un “posso farti un pompino?” Lo guardai meglio, mettendomi a sedere. “Qui?” Chiesi. “Si!”, rispose. Gli sorrisi e lo invitai con un gesto della mano mentre mi ritornavo a sdraiare. Lui si sedette al mio fianco e, preso con le mani il cazzo, se lo infilò in bocca. Era un abile linguista. Sapeva molto bene come muoversi con la bocca e con le mani sul mio sesso che si indurì quasi subito. Il tipo continuò, senza sosta, per una decina di minuti. Senza mai staccarsi, fino a che non sborrai. Facendomi scappare anche degli urletti di soddisfazione. Finito si alzò, mi sorrise e se ne andò. Senza dire una parola. Lo seguii con lo sguardo mentre si allontanava sul sentiero che costeggia la riva e vidi che, poco più in la, c'erano quattro ragazzi che mi guardavano. Forse avevano guardato tutto il tempo. La cosa mi fece anche piacere perché, in fondo, sono anche un po' esibizionista.
Li guardai intensamente ma loro, forse perché lo spettacolo era finito, si girarono e non si interessarono più a me. Decisi di fare una nuotata e scesi nelle calde e trasparenti acque lì vicino. Dopo qualche bracciata, ripresi terra e puntai sul mio asciugamano. Ritornai a sdraiarmi, soddisfatto e mi appisolai di nuovo, cullato dal rumore delle onde che si infrangevano sulle pietre. Questa volta fu una mano che mi toccava una coscia che mi fece svegliare di soprassalto. Un omone, completamente depilato, tutto nudo ma con un cappellino in testa mi scuoteva la gamba per svegliarmi. Si era seduto proprio al mio fianco. “Ciao. Prima ti ho visto. Ero la.” Ed indicò un punto poco distante della spiaggia. “Pensavo se avevi voglia di una scopata” Disse subito anche lui. “Ho un bel cazzo e, se vuoi, ti scopo anche qui”. Mi misi a sedere e guardai il cazzo dell'uomo. Era grosso, molto grosso. Era flaccido ma, in tiro sicuramente, sarebbe stato proprio un bel cazzo. “Ma qui, così?” Non so perché gli risposi in questo modo. Una scopata in un posto così... frequentato non l'avevo mai fatta. Però l'idea di farmi vedere ancora da quei quattro mi eccitava. “Ma non ho la crema e neanche le protezioni” aggiunsi. “La porto sempre con me, per situazioni come questa e anche il preservativo è sempre pronto” continuò l'uomo. Anche questa volta gli sorrisi e mi girai a pancia in giù e col culetto bello in alto. Lui si spostò sedendosi a gambe divaricate davanti a me e disse, agitando il pisello davanti al mio naso: “dai, fammelo tirare”. Non persi tempo e cominciai a leccarlo, succhiarlo, stringerlo con le mani. In breve diventò proprio uno spettacolo. La prima impressione che avevo avuto si era rivelata giustissima. Quel cazzo era lungo almeno venti centimetri ed era proprio grosso. A quel punto lui si piegò all'indietro e si infilò il goldone davanti al mio viso, poi si portò dietro a me. Sentii la sua mano che mi spalmava per bene di crema e mi preparai a riceverlo. Un attimo dopo era dentro di me e mi stava scopando alla grande. Era proprio grosso. Mi pompò per un po' e poi si fermò con un mugolio roco. Mi si appoggiò addosso con tutto il suo peso. Cazzo, che pesante, pensai, mentre mi sentivo schiacciato sulle rocce. Pesava davvero, ma si spostò subito. Si mise di nuovo seduto al mio fianco. Anch'io mi sedetti. “E' proprio bello grosso” dissi mentre si sfilava il preservativo. Per tutta risposta mi disse “Me lo ciucci un po'?” Lo guardai, presi in mano quel bel pisellone che era ancora in tiro e, piegatomi in avanti mi misi in bocca tutta la cappella. Poi cominciai a succhiarlo sentendolo, lentamente, smosciarsi. Dopo un po' era sceso del tutto e mi fermai. “Bello. E' stato bello” aggiunse. Poi si alzò con cazzo e palle traballanti e penzole e si allontanò salutandomi.
Avevo il sapore dello sperma e della gomma e ritornai a sciacquarmi in mare. I quattro ragazzi erano sempre li. Probabilmente avevano visto anche la scopata. Appena uscito dall'acqua vidi che eravamo già a metà pomeriggio e decisi di ritornare a casa. La giornata era stata già fin troppo godereccia. Restai un po' in piedi ad asciugarmi per poi rivestirmi con i pantaloncini e la maglietta. Inforcai le infradito e, piegato l'asciugamano, cominciai a risalire il sentiero che porta al parcheggio per rientrare a casa. Proprio mentre stavo sistemando il telo nel bagagliaio i quattro ragazzi di prima mi si avvicinarono proponendomi di andare a bere qualche cosa a casa di uno di loro, li vicino. Be, questa proprio non me la sarei aspettata. Pensavo di essere già stato fortunato nel trovare quello che avevo trovato. Lo so che si può trovar di meglio, ma se ti accontenti di una sveltina, due, in un giorno possono bastare. Ma questi, più o meno della mia età e con dei fisicacci, erano davvero troppo. Quando mai mi sarebbe capitata un'occasione simile, pensai. Li guardai mentre dissi qualche frase di circostanza. Erano proprio dei bei fusti e tutti e quattro chiedevano di me. Come tirarsi indietro! “Allora, vieni?” chiese di nuovo quello riccio. “Si, dove andiamo”. “Marino ha la casa a Duino, è a cinque minuti da qui, puoi seguirci”. “Va bene, vengo”. “Posso venire con te?” chiese uno di loro. “Certo, sali”. Mi accodai alla loro macchina. Il mio passeggero mi disse subito: “Ti abbiamo visto giù che ti davi da fare. Ci sei piaciuto subito. Certo che vai veloce”. “Sai, è capitato tutto in fretta. Ero venuto per un po' di sole o per un'avventura, ma non pensavo di tirar su due così...” Lui rise e mi appoggiò la mano sulla coscia. Lo guardai e sorrisi aggiungendo “magari la giornata finisce anche meglio...” Lui rise ancora e dandomi una bella palpata sulla gamba. L'altra macchina si era intanto fermata davanti ad un cancello che si aprì. Entrammo. Parcheggiammo nel cortile di una bella villa immersa nel verde. Ci dirigemmo verso la casa ed entrammo. “Vieni, entra” disse uno. Mi trovai in un ampia sala. “Io sono Marino, lui è Giorgio, lui Francesco” “e io sono Giulio”, concluse il quarto. “Anche a te va di divertirti con un po' di sesso?” “Si, mi piace. Dicevo a lui che oggi mi è già andata bene, ma può finire meglio...” dissi con voce maliziosa. Tutti e quattro si misero a ridere. “Certo che vai veloce”. “Te li scopi senza neanche pensarci un attimo”. “Ma ti tira sempre?” Parlavano un po' tutti in modo così incalzante che non riuscivo a replicare. “Dai, che aspettiamo” disse Marino cominciando a sfilarsi la maglietta. In pochi istanti eravamo tutti nudi. Marino mi prese per mano e mi portò sul divano e cominciò a baciarmi sulla bocca mentre le sue mani esploravano ogni angolo del mio corpo. Certo, pure io mi davo da fare con le mani... Mi sentii spostare e in un attimo un altro si era messo a lavorarmi il cazzo mentre un terzo, spingendomi sul fianco mi accarezzava il buchetto. Cazzo, pensai sono tutti su di me. Sentivo tante mani e lingue sul mio corpo e l'eccitazione era incredibile. E poi erano tutti dei bellissimi ragazzi. Volendo dirla tutta, forse un po' troppo pelosi per i miei gusti, ma pur sempre bellissimi. A me, da sempre piacciono i corpi depilati. Mi eccita da morire toccare e leccare un corpo senza peli. Anch'io mi depilo sempre. Non c'è un centimetro del mio corpo con un pelo... Marino, intanto, si era staccato e, seduto in modo da offrire il suo pisellone bello duro alla mia bocca. E io, avidamente, cominciai a succhiarlo. Nel frattempo sentivo che un altro mi stava mettendo un dito in culo, o forse due. Poi percepii benissimo la solita spalmata di crema e mi preparai a ricevere uno di loro dentro di me. Infatti fui subito penetrato e ben stantuffato immediatamente. La cosa era proprio piacevole. Pensate: stavo spompinando un gran bel cazzo mentre un gran bel ragazzo spompinava me e, contemporaneamente un altro splendido maschio mi inculava. Cosa volere di più? La cosa durò un po', fino a quando Marino non tirò fuori velocemente l'uccello dalla mia bocca per eiacularmi subito dopo in faccia. Anche gli altri due si erano spostati e nello stesso momento due mani mi spinsero bruscamente giù dal divano facendomi inginocchiare. I ragazzi si misero intorno a me continuando a masturbarmi poi, uno alla volta mi sborrarono in faccia, un po' masturbandosi da soli e un po' infilandomi, a turno, i loro arnesi in bocca per scoparmi un po' in quel modo. Alla fine si sedettero tutti sul divano e potei notare che Marino stava riprendendo tutto con una telecamera. Mi si avvicinò fino a pochi centimetri dal viso ricoperto di sperma e poi terminò di registrare. Mi passò la mano tra i capelli e disse: “Bravissimo. Dai, andiamo a rivederci. Vedrai che il filmino ce lo farà tirare subito di nuovo per... ricominciare”. Si misero tutti a ridere e mi unii anch'io al coro di risate. “Dov'è il bagno”, chiesi, desideroso di darmi una pulitina. Giulio disse “vieni è qui” e si incamminò per farmi strada. Aprì una porta e mi mostrò il lavandino, poi si mise a pisciare. Restai a guardarlo, poi mi sciacquai la faccia, la feci pure io e ritornai di la.
Avevano acceso un proiettore e fatto scendere uno schermo. “Vedrai che scene. E non sono neanche montate”. “In che senso montate...” borbottò uno facendo ridere tutti. Il video cominciò. “Cazzo, ma mi avevate già ripreso” sbottai appena vidi l'uomo alto e magro che avevo incontrato per primo. Si misero tutti nuovamente a ridere. “Eravamo a caccia di un attore” e... giù altre risate. Non capivo. Osservai le scene. Erano proprio fatte bene. Poi arrivò l'altro uomo e, anche questa volta, ci furono vari commenti. Qualcuno anche fuori luogo. In ogni caso la scopata era proprio ben ripresa. “Dai, non sei stato bravo”. “Era proprio una bella sberla”. “Li prendi come una vera troia”. “Ti ha sfondato in un colpo solo. Certo che ce l'hai bello largo” “Prima sono entrato come un coltello caldo nel burro” “Si, perché non avevi la mazza di quel pancione depilato”. Ripresero a commentare e cominciavano ad andar giù pesanti e la cosa cominciava a non piacermi più tanto. Marino, intanto, si era messo in piedi dietro la sedia dove ero seduto io e si strusciava il cazzo molle sulle mie spalle e sul mio collo. “Dai, stai un po' fermo” gli dissi, ma lui continuò. Lasciai perdere, anche perché cominciava la parte girata in casa. Cazzo, era stato ripreso proprio tutto. Anche con dei primi piani del mio culo mentre mi penetrava, mentre spompinavo e mentre mi sborravano, a turno, addosso.
“Bello vero?” “Trequarti d'ora di sesso live”. “farebbe rinascere un morto un filmino così”. Adesso non ricordo ma continuarono a dire tante cose fino a che non ne sentii una che mi raggelò. “Vedrai che successo in rete. Pensa quanti si spareranno delle segh...” “No, no. Non voglio che vada in rete” dissi in modo deciso “Mi si vede benissimo. Non voglio” A questo punto tutti risero ancora più forte di prima. Non lo sapevo ma quello, lo avrei scoperto dopo, era l'inizio di una strana avventura.
Mi stavo agitando e loro lo sapevano benissimo. Ma quei video erano terribili. Nessuno sapeva dei miei interessi, a parte pochi e fidati amici. Ma che cazzo sarebbe successo. “No, vi prego. Non potete farlo. Mi rovinate” gridai cercando di capire cosa era collegato al proiettore. Avrei voluto strappare i fili, rompere la telecamera ma non sapevo nemmeno dov'era. Giorgio, il più grande e grosso dei quattro si alzò, mi prese e, trascinandomi di peso, nonostante cercassi di divincolarmi, mi buttò sul divano. “Calmati” disse Marino. “Io vi denuncio tutti” gridai mentre stavo per piangere. Si misero a ridere tutti. “La tua versione contro la nostra”. “Ma ti sei bevuto il cervello?” “Ma chi credi ascolterà una checca come te?” Non riuscii più ad ascoltarli e scoppiai in un pianto dirotto. Marino mi venne vicino e cominciò a consolarmi, accarezzandomi le spalle. “Vai via” dissi tirando su con il naso. “Se sei furbo si può trovare una soluzione”. “Tu ci fai divertire e noi non si usa il video”. “Ma su, pensaci, tu ci fai divertire e ti diverti pure tu”. “Si, è una cosa di reciproco piacere”. Restai fermo e zitto. Avrei voluto essere vestito per scappare, ma non sapevo nemmeno dove erano i miei vestiti. “Va bene?” continuò Marino. “Ti va bene?” “Ogni tanto ci si sente, si viene qui e ci si diverte”. “Non è quello che volevi? Un po' di sesso e un'avventura.” “Ma il video me lo date?” “Forse, ma non subito”. “Va bene” conclusi, sperando che la cosa fosse finita li. Ma mi sbagliavo. “E ci voleva tanto?” ghignò Francesco. “Ma allora bisogna festeggiare” urlò Giulio. “prendiamo da bere”. “Mi date i vestiti?” Provai a chiedere, ma non mi risposero. Giulio ritornò con una bottiglia di vino e dei bicchieri. “Un brindisi al nuovo servetto” disse euforico Marino. Mi trovai un bicchiere in mano. Loro brindarono e sorseggiarono il vino, io stavo in attesa di capire se potevo andare via. “Adesso si gioca un po'” continuò abbracciandomi. “Non ci possiamo lasciare così. Adesso ci devi far divertire un po'”. Ammiccò agli altri che si misero tutti e quattro davanti a me che ero seduto sul divano. “Dai, comincia a ciucciare”. Era chiaro che non potevo fare diversamente. Cominciai a passare da un cazzo all'altro, tenendone due con le mani e uno in bocca. Non so quanto durò ma mi sembrò lungo. Ad un certo punto, quando tutti e quattro erano ben in tiro, il solito Marino, che era stato zitto fino a quel momento mi ordinò di mettermi girato alla pecorina perché voleva incularmi. Obbedii, anche perché quel lavoretto che avevo fatto mi aveva pure eccitato, anche se non lo avrei voluto. Mi penetrò subito e cominciò a darmi dei bei colpi e, mentre lo faceva, mi dava anche sonore sculacciate. Non durò molto ma mi riempì il culo. Appena uscì entrò un altro e riprese a scoparmi. Sinceramente ero incazzato per quello che mi facevano, ma erano bravi e pur cercando di trattenermi, ero sempre più eccitato. Anche il secondo mi sborrò in culo. Quindi cominciò il terzo mentre mi ritrovai un cazzo davanti alla bocca. Era molto grosso. Era Francesco che voleva scoparmi in bocca. Il suo membro era veramente enorme. E lo dice uno che ne ha visti abbastanza. Prima non me ne ero accorto. Molto grosso ma soprattutto molto lungo. Aprii la bocca il più che potevo e ci infilai la cappella, che sembrava proprio gigantesca e di un rosso fuoco. Poi cominciai a succhiare. Intanto uno di loro mi aveva preso il pisello con la mano e mi stava masturbando. Stavo arrivando al vertice del piacere. Era bellissimo. Avevo di nuovo un cazzo in culo che mi faceva sbrodolare dal piacere, un bestione in bocca che succhiavo avidamente e una mano che mi masturbava. Non durò molto perché quasi in contemporanea sentii uno schizzo di Francesco in gola e un l'altro mi venne in culo. Schizzai anch'io. Pensavo fosse finita ma Francesco volle incularmi pure lui. Mi sbatté dentro quel bestione che, per fortuna, non era più grosso come prima e cominciò ad andare dentro e fuori dal mio buco. Doveva essere dilatato come un vaso da fiori e lubrificato di sperma oltre ogni misura. Mi ritrovai un altro cazzo in bocca. Succhiai avidamente anche questo che aveva un meraviglioso sapore di sesso, poi sentii Francesco smettere e anche l'ultimo uccello uscì dalla mia bocca. Ero in un bagno di sudore. Avevo goduto come una troia, sul serio. Pensai che se loro volevano usarmi come la loro troietta quello che si sarebbe divertito di più sarei stato io, anche se non volevo che lo capissero. “Ti sei sbrodolato dal piacere”, mi disse. “Hai proprio un culo divino”. “Vedrai che ci divertiremo un mondo con te e... non fare tanto la difficile che ci godi tanto pure tu”. Non dissi niente, ma era vero. Si restò ancora un po' li, poi ci si rivestì tutti. Ormai era sera e fuori era buio. Mi salutarono, dopo avermi preso il telefonino per scrivere il mio numero. Marino mi diede un bacio in bocca e Francesco mi strizzo per bene le chiappe. Poi ripartii con la mia macchina. Era stata proprio un'avventura. Forse non del tutto giusta, ma quattro così quando li trovo tutti insieme? Pensavo a tutte le scopate della giornata. Al culo che, adesso, mi bruciava, all'umido che mi sentivo colare ancora dal buchetto, al sapore di sesso che mi riempiva la gola. Alla voglia di una doccia che era grandissima, a come mi avevano incastrato, a cosa sarebbe successo la prossima volta, al video che avevano e a tante altre cose. Arrivai a casa e, salito nel mio appartamentino, trovai il ragazzo con cui lo dividevo che mi stava aspettando. Mi fece un po' di domande su come era andata la giornata. Restai nel vago. “Ma hai scopato? Hai trovato qualcuno?” “Si uno vecchio, stamattina”. “Sai, io ho tanta voglia” continuò. “Ma, sai, sono un po' stanco. Il sole. Sono un po' cotto. Mi sento sabbia dappertutto...” “Dai una cosa veloce. Ho studiato tutto il giorno pensando sempre a quando saresti tornato... Dai, ti fai una doccia, ti levi la sabbia e poi ti scopo. Una sveltina. Ce l'ho già carico...” “Va bene, ma veloci” Andai in bagno a rinfrescarmi, soprattutto per togliermi tutto quello sperma dal culo” Uscito dal bagno lui era già pronto con il cazzo in mano per... montarmi....
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