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LO ABBIAMO SCOPATO TUTTI


di RedTales
22.02.2015    |    18.763    |    4 9.8
"Scopati da solo fin che ti va”..."
Giorgio lo vedo ogni tanto; è nella lista dei miei contatti e, quando non ha di meglio da fare, mi regala qualche ora di piacere. Ma è soprattutto per quanto mi racconta, dopo che... abbiamo fatto, che mi intriga tantissimo. Sembra che abbia provato veramente di tutto e, ascoltando qualche minuto delle sue esperienze, puntualmente, sono di nuovo... in tiro per quanta libidine riesce a far emergere con le sue frasi.

Giorgio, ma tutti lo chiamano Giogi è un vispo ragazzetto di 23 anni che ha voluto bruciare tutte le tappe... riguardo al sesso. A dieci anni la scoperta di quel buffo affare che poteva crescere dentro le sue mutande soltanto se lo toccava un poco. A undici aveva imparato a farlo schizzare. Tutto in autonomia e... solitudine. A dodici era riuscito, con successo, a far schizzare dei compagni che, anche se non sempre, si lasciavano fare. A tredici sperimentò che quelli più grandi lo cercavano per farselo menare e preferivano di gran lunga se lo faceva con la bocca. Aveva anche assaggiato il gusto di quella crema bianca che trovò buonissimo. A quattordici cominciò a prenderlo e, anche se non subito, la presenza di un bel bastone nel culetto gli procurava molto piacere. A quindici... Beh, a quindici anni aveva già provato quasi tutto. Ma la cosa curiosa è che questo cammino lo aveva percorso quasi tutto da solo. Si, aiutato da occasionali partner ma che aveva cercato lui. A volte con difficoltà ed imbarazzo. Questo almeno fino ai quattordici anni quando, studente delle superiori, era diventato molto ricercato da un'eterogenea fauna di maschietti che spaziavano dai coetanei per arrivare ad arzilli vecchietti. Lui non diceva mai di no e provava, provava. Sembrerà strano, ma anche adesso continua a... provare. Questo è Giogi, quello che oggi incontrerà due bei maschi. Ha risposto ad un loro annuncio: “Coppia di uomini (45 e 47 anni) cercano ragazzo giovane passivo per sano divertimento e giochi in allegria. Possiamo ospitare. Alti e ben dotati. Gradita foto”. Aveva inviato la sua foto e si era detto disponibile. Dopo aver concordato cosa piaceva a tutti e tre, l'incontro andò a buon fine.
Suonato il campanello gli aprì la porta Paolo. Accidenti che alto pensò, trovandosi davanti uno stangone di quasi due metri. Si salutarono e, mentre entrò nella stanza, notò l'altro uomo, ancor più alto. Certo che lui con il suo metro e settanta scarso... spariva in mezzo a loro. Gli offrirono da bere e poi uno dei due cominciò a spogliarsi, seguito dall'altro e da Giogi. In un attimo furono nudi. Si, erano proprio grandi in tutto. I cazzi dei due uomini erano belli grossi e anche lunghi già così... però mai avrebbe immaginato che quei due lo avrebbero “sbattuto” in tutte quelle posizioni...
Loro cominciarono a toccarlo e lui fece altrettanto, quindi gli offrirono uno di quei bei gelati e... iniziò a gustarlo. Divenne immediatamente un lungo e grosso bastone di dimensioni veramente extra large. Trovandosi l'altro a fianco, si spostò e ricominciò a succhiare, continuando ad armeggiare con una mano sull'altro. Ancora qualche minuto e quei due arnesi da sfondamento lo avrebbero coinvolto in giochi da togliere il fiato. Paolo lo fece stendere di schiena sul tavolo e, dopo che Francesco lo lubrificò in abbondanza, sollevategli le gambe, cominciò a penetrarlo. Accidenti. Lo sentiva proprio bene. Fece un profondo respiro ma non riuscì a finirlo perché due mani gli piegarono la testa indietro e si trovò l'altro uccellone in bocca. Tutti e due cominciarono a scoparlo con decisione, infilandosi dentro di lui quasi completamente da tutte e due le parti. Fu bellissimo.
Dopo un po' uscirono e, scambiandosi la posizione e fattolo girare a pancia in giù, ritornarono dentro di lui. Quei due affari di quasi venti centimetri e grossi in proporzione piantati in bocca e in culo lo stavano facendo godere immensamente e li sentiva molto bene entrambi. I due ci davano dentro e lui assaporava tutta quella foga. Altra manciata di minuti e... “si cambia”.
Lo misero a pecorina su un basso tavolino e... ricominciò il gioco di prima. Uno lo presa da dietro, tenendolo ben stretto per i fianchi per poter affondare bene i colpi mentre l'altro, infilato l'uccello in bocca gli afferrò la testa con le mani per dirigere il ritmo. Per fortuna che sapeva come farlo scivolare in gola, perchè quel bel paletto si infilava dentro fino alle palle.
Da questa posizione lo trascinarono verso la poltrona. Il più alto si sedette e se lo mise seduto sopra di lui, guidando con la mano il cazzo dentro quel culo che cominciava già un po' a bruciare per l'uso intenso. Questa volta gli sembrò ancora più grosso e provò addirittura un leggero fastidio ma non riuscì a mettere a fuoco la cosa che l'uomo iniziò a farlo saltare sulle gambe, con l'altro che si mise in piedi davanti offrendogli il cazzo che lui riprese a succhiare.
Il tutto avveniva con ritmi frenetici, senza pause. I due sembravano davvero delle macchine da... monta. E... fatte veramente bene. Oltretutto sapevano benissimo come sistemarsi in queste posizioni che anche Giogi aveva già provato con altri, ma mai tutte assieme. Adesso riusciva solamente a vedere la pancia di quello che lo infilava in bocca che si avvicinava e si allontanava e sentiva benissimo quando, ricadendo sulle gambe dell'altro, il cazzo gli si piantava completamente nel culo. E, arrivato in fondo, gli stimolava un po' tutto dentro dandogli un piacere esagerato. Ormai avrebbe voluto avere la bocca libera per gridare perché stava godendo come non mai. Come se lo avesse ascoltato, gli liberò la bocca. Il tempo di sputare qualcosa e di mugolare per il piacere che lo afferrò per le mani e lo sollevò, quasi di peso, facendolo alzare e togliendoli quel piacere che lo bruciava dentro. Era sudatissimo, ma anche loro sgocciolavano.
“Come ti sembra?”
Francesco, dopo aver raddrizzato un cuscinone, si sdraiò su una panca bassa, tipo quelle delle sagre e lo invitò a scavalcarlo per... autoimpalarsi su quello sproposito di cazzo che era perfettamente perpendicolare al corpo. Si mise a gambe larghe e, aiutandosi con la mano, si fece scorrere quel bastone nel sedere. “Sei tu che devi muoverti. Dai il ritmo, tanto sono lungo a venire. Scopati da solo fin che ti va”. Lo incoraggiò in questo modo e lui, sistematosi bene sopra cominciò a piegarsi sulle ginocchia, facendo entrare e uscire dentro di lui quel grosso e lungo sesso. Proprio mentre aveva peso il ritmo giusto e si sentiva “solleticare” dentro, Paolo scavalcò pure lui la panca e gli sii mise davanti alla faccia chiedendogli di infilarsi in bocca il suo pene. Obbedì e, dopo aver cercato di capire come procedere riprese il suo ritmo che gli consentiva di soddisfare entrambi. Continuò, quasi senza fiato fino a che Francesco gli disse di girarsi nell'altro senso. Paolo si scostò e lui si rialzò, scavalcò la panca e la riattraversò per riprendere la posizione. Adesso lo poteva vedere in faccia. “Dai, continuiamo, mettitelo dentro”: Sempre aiutandosi con la mano lo fece scivolare nel buchetto e ritornò a sollevarsi ed abbassarsi. Questa volta Paolo si mise di fianco e gli porse nuovamente il suo salsicciotto che si intrufolò prepotente nella bocca. Quel bel movimento ritmato e scandito dalla coordinazione di quei tre uomini riprese nuovamente con grande soddisfazione di tutti.
Quando Francesco si sentì appago gli chiese di fermarsi. Anche Paolo gli sfilò l'uccello e, senza neanche prendere fiato lo trascinò sul letto, lo fece stendere su un fianco e, sistematosi dietro di lui e introdotto il pene nell'ano iniziò a pomparlo. Contemporaneamente Francesco gli si sdraiò davanti nella classica posizione del 69 ed entrambi si misero ad assaporarsi reciprocamente i loro sessi. Che dire, quello spettacolo era veramente avvincente e vedere quei tre maschi avvinghiati godere così profondamente era un'immagine profondamente eccitante. Giorgio, stimolato nel suo profondo non riusciva più a contenere l'orgasmo. Ogni tanto interrompeva il suo pompino per ansimare, quindi riprendeva, ma subito dopo si doveva fermare. Tremava ed era eccitatissimo. Non ce la faceva più e, infatti, poco dopo schizzò una gran quantità del suo caldo liquido nella bocca che lo stava succhiando e che continuò a farlo, incurante delle sue grida soffocate ma sempre più forti e delle suppliche che chiedevano ad entrambi di fermarsi perché lui non ce la faceva più. Era allo stremo del piacere. Era in totale balia di quelle mani che continuavano a toccarlo nelle sue zone erogene, di quel cazzo che insisteva nel suo intestino e di quella bocca che unitamente alla lingua lo perseguitavano proprio nei punti che gli causavano violente contrazioni muscolari. Voleva che si fermassero e cercava di divincolarsi, ma non riusciva a sfuggire a quella morsa umana che lo abbracciava.
Dopo infiniti minuti di piacere molto vicino all'estasi le risposte del suo corpo si placarono, lentamente, ma si affievolirono, consentendogli di riprendere fiato e di... infilarsi di nuovo in gola quel gran cazzo che continuava a sbattergli sulle labbra.
In un attimo furono di nuovo tutti e tre intenti a procurarsi reciprocamente piacere.
Ormai sazio, Francesco lasciò la presa e si lasciò uscire dalle fauci quello straccetto di cazzo ormai esausto e si sdraiò di schiena accanto a loro. Tirando il ragazzo per un braccio se lo fece salire sopra e lo infilò nuovamente nel culo. Paolo si alzò in piedi e tappò la bocca nuovamente. Era incredibile la facilità con la quale i due si scambiavano le posizioni ed era ancor più impressionante la resistenza di Giorgio che veniva sbattuto da una parte all'altra in tutti quei modi e, puntualmente, si trovava sempre quei due cazzoni dentro di lui.
Questa volta però ci fu una variante perchè ad un certo punto Paolo disse ad alta voce che stava per venire e che voleva farlo dentro il culetto che gli fu lasciato prontamente libero. Così lo mise a pancia in giù, gli si stese sopra e lo penetrò senza esitazione, schiacciandolo, con tutto il suo peso, contro il materasso ad ogni movimento. Accelerò il ritmo e un attimo dopò emise un rauco grido e scaricò tutto quello che aveva trattenuto fino a quel momento. Si inarcò e continuò a schizzare ancora per poi lasciarsi cadere al suo fianco sudatissimo. Anche questa situazione durò solo qualche istante nel quale il ragazzo si riempì i polmoni riuscendo finalmente a respirare liberamente, perché il suo posto fu prontamente preso dall'altro uomo che sprofondò dentro di lui e iniziò un altro spasmodico ritmo di penetrazione che si concluse con un'altra copiosa eiaculazione che lo lasciò sfiancato e pesantemente appoggiato sopra quel corpo inerte.
Il ragazzo protestò per il peso e lui si girò dall'altro lato. Adesso erano tutti e tre sdraiati a fianco e ognuno di loro era stanco, sudato e con il respiro corto.
Giorgio era al settimo cielo per il piacere provato, anche se sentiva un leggero fastidio... dietro. Ma ne aveva ben motivo considerando che quelle due grosse e lunghe mazze lo avevano scopato per ben più di due ore incessantemente. La cosa buffa fu che, avendone l'occasione, le sue mani si appoggiarono proprio li e, dopo averle ben impugnate quelle verghe attaccaticce,, incominciò nuovamente a lavorarsele con grande sorpresa dei due amici che non credevano a ciò che vedevano e che espressero a gran voce la loro soddisfazione per quell'inaspettato palpeggio.
Un po' per l'ora, forse per la stanchezza, vuoi per la reale difficoltà di raggiungere una nuova decente erezione, quel pomeriggio finì così ma tutti e tre si promisero di incontrarsi di nuovo per passare altre ore così e con i due che gli giurarono di proporgli altre posizioni, alcune decisamente più complesse. Avrebbero provato a replicare, facendolo sempre in tre, quel bel testo indiano del... Kāma Sūtra. Uscendo, soddisfatto di quella bellissima esperienza, Giorgio pensò che di certo anche la prossima volta quei due maschioni non si sarebbero certamente dimostrati privi di fantasia e di... resistenza.
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