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SESSO O AMORE?


di RedTales
16.10.2022    |    6.389    |    4 9.1
"Simone si fermò ad una decina di metri e non riuscì a sentire cosa si dissero ma da come il vecchio accarezzò il culo del ragazzo immaginò tante cose che… non..."
Simone, un tranquillo venticinquenne, era stato da poco assunto in quel negozio di periferia e, arrivato in anticipo, era entrato a fare colazione in un bar. Non ci era mai entrato e lo trovò abbastanza squallido ma ormai era lì e, dopo essersi seduto e ordinato il classico caffè con brioches, rimase colpito dal ragazzo che giocava a flipper. Lo incuriosì quel suo modo di fare: si agitava ancheggiando e muovendo il culo a destra e a sinistra, come per guidare con il corpo la pallina e, ogni volta che la perdeva, commentava il fatto quasi con incredulità e tristezza.
Pur non avendolo mai visto prima pensò che fosse simpatico proprio quando entrarono nel locale due uomini che, fatto un gesto di saluto al barista, dopo aver dato un’occhiata in giro si avvicinarono proprio al flipper.
Uno dei due mise un braccio sulle spalle del ragazzo e, senza dire una parola lo tirò verso di sé, incurante della sua partita. Il giovane protestò ma, girata la testa e visto l’uomo, si zittì e gli sorrise e si lasciò guidare verso i servizi. Passò proprio davanti al tavolo dove era seduto Simone e, per un istante, i loro sguardi si incrociarono prima che proseguisse oltre. Un attimo dopo i due attraversarono la porta mentre il secondo uomo, dopo essersi avvicinato al bancone, ordinò qualcosa.
Simone capì che stava succedendo qualcosa ma non riuscì a mettere a fuoco la situazione fin quando, pochi minuti dopo, cominciarono a sentirsi dei lamenti e dei gemiti provenire dal bagno. Immediatamente non immaginò il perché di quei suoni soffocati ma gli fu chiaro quando il barista esplose in una fragorosa risata per la battuta dell’uomo che era al banco: “chissà cosa ci trova Aldo in quella puttanella. Ogni volta che la vede la deve riempire…”
Simone sgranò gli occhi collegando i suoni che provenivano dal bagno con quanto aveva sentito e rimase esterrefatto: “possibile che quell’uomo se lo stia scopando qui, nel bagno?” fu la domanda che gli balenò in testa.
La risposta se la diede da solo ascoltando gli inequivocabili versi che continuarono a provenire da dietro la porta.
La manciata di avventori del locale sembrò non farci nemmeno caso mentre Simone rimase in assoluto silenzio per cercare di sentire anche il più piccolo rumore.
Una manciata di minuti dopo la porta si aprì e l’uomo, ancora intento a sistemarsi la cintura, uscì e si avvicinò all’altro e ordinò da bere.
Passò ancora qualche istante e comparve pure il ragazzo che guardando in basso, come per non incrociare altri sguardi, ritornò davanti al flipper. Mise un’altra moneta e, come se non fosse successo nulla, riprese a giocare.
Nel frattempo i due uomini, appoggiati i bicchieri, si avviarono verso l’uscita e, passando vicino al flipper, quello che era andato in bagno, assestò un forte sculaccione al ragazzo che lanciò un acuto urletto prima di mettersi a ridere per poi girare la testa verso Simone come per vedere se lo stesse osservando.
Alcuni giorni dopo, quasi all’ora di chiusura, mentre Simone riordinava un espositore, si sentì chiedere: “scusa… hai un 44 di questi?”
Si girò e si trovo davanti il ragazzo del flipper. Non riuscì a nascondere la sorpresa ma rispose quasi subito: “credo di sì, adesso vedo.”
Si spostarono nel reparto jeans e Simone cercò tra quelli piegati, trovando quasi subito la taglia richiesta.
“Li posso provare?”
“Certamente, vieni.”
Gli indicò il camerino e il ragazzo entrò e, senza chiudere la tenda, si girò dandogli la schiena e sfilò i pantaloni che indossava. Simone rimase ad osservare, nuovamente meravigliato nel vedere il minuscolo tanga che indossava nonché le gambe e il culo perfettamente depilati.
Ci mise un attimo ad infilarsi i jeans e a girarsi: “perfetti, però… Non ne hai uno un po’ più strappato?”
“Certo, aspetta che te lo prendo. Preferisci i tagli stretti o proprio il buco?”
“Con il buco, magari largo…”
Ritornò con tre paia e il giovane scelse quello più aperto di tutti.
Lo indossò e si dimostrò soddisfatto: “come mi sta?”
“Benissimo. Con la tua taglia ti sta bene tutto. Hai un fisico…”
Si guardò allo specchio e domandò ancora: “ti sembra che sia sexy?” indicando lo spacco che si apriva andando dal fianco verso l’inguine: “mi può stare?”
“Certo, certo, è molto sexy…”
Il ragazzo lo guardò facendogli l’occhiolino: “va bene, li prendo” e, senza girarsi li tolse scoprendo il risicato triangolino nero del perizoma che conteneva il sesso.
Simone non riuscì a trattenersi ed abbassò lo sguardo notando che anche lì era completamente glabro... e aggiunse: “ti serve altro?”
“No, grazie.”
Lo accompagnò alla cassa e quindi lo salutò guardandolo uscire.
Una decina di minuti dopo se ne andò anche Simone.
“Scusa! Avete anche shorts corti strappati?”
Colto di sorpresa si girò di scatto trovandosi davanti il ragazzo. Che continuò: “scusa, te lo chiedo per non tornare domani per niente… Li avete?”
“Da uomo non credo, però ce ne sono diversi da donna. Ma non so se…”
“Oh! Ma anche da ragazza vanno benissimo, purché siano aderenti…” e sorrise: “e strappati nei posti giusti…”
“Sì, sì, ci sono. Vuoi vederli adesso? Possiamo tornare dentro…”
“No, no, torno domani con calma. Ci sei domani?”
“Certo!”
“Sono contento. A proposito, Antonello… Tu?”
“Simone. Allora ti vedo domani?”
Iniziarono a parlare ma, pochi minuti dopo, si fermò davanti a loro un grosso SUV, si abbassò il finestrino e fece capolino la testa dell’uomo che qualche giorno prima, al bar, aveva portato Antonello in bagno. Simone lo riconobbe subito.
“Salì” fu la sua secca richiesta.
Sul viso del ragazzo comparve una smorfia di disappunto e immediatamente salutò Simone e salì sul sedile posteriore del fuoristrada che ripartì con gran fretta. Simone ci restò proprio male, interdetto e con tante domande in testa.
Nella tarda mattinata del giorno dopo lo vide entrare nel negozio e gli si avvicinò.
“Ciao.”
“Ciao. Scusa per ieri. Mi spiace. Ma con Aldo è così…”
“Figurati… poi dovevo andar via anch’io…” e, tagliando corto, continuò: “sei venuto per vedere i pantaloncini? Li ho solo femminili, ma dovrebbero andarti bene. Sei così magro...”
Antonello lo fissò con gli occhi grandi, come se volesse dire qualcosa, ma rispose solo con un laconico “si”.
Gli fece vedere alcuni modelli femminili e, dopo averne guardati tre, scelse uno ridottissimo e con due strappi, uno quasi sull’inguine e uno, ancora più aperto, su un gluteo.
“Provo questo.”
Simone rimase davanti alla porta che, anche quella volta, restò completamente aperta. Antonello si girò e il commesso poté nuovamente abbassare gli occhi sul quelle strette chiappe al cui centro passava la striscia bianca del tanga. Lo osservò infilare a fatica e con sinuosi movimenti gli stretti shorts elasticizzati notando come la parte bassa del sedere restasse “strizzata” fuori dall’indumento.
“Me li sento bene… Ti pare?”
“Perfetti. Ti stanno davvero benissimo. Hai un fisico da…” non finì la frase, accorgendosi di avventurarsi in un complimento che forse non sarebbe stato gradito.
“Da?” lo riprese Antonello.
“No, scusa, volevo dire che ti stanno benissimo. Poi sei così slanciato…”
L’altro sorrise: “grazie” e non aggiunse altro.
“Forse stanno meglio se apro il bottone.”
Lo fece ma, vista la vita estremamente bassa dell’indumento, fece far capolino al bordo del tanga.
“Mh. No, così non va. Non mi piace che si veda l’elastico. Però sbottonato sta meglio, non trovi?”
“Sì, sta proprio bene” e, spingendosi un po’ oltre, aggiunse: “è proprio sensuale…”
Antonello sorrise e si illuminò in viso: “se ti piace e lo trovi sensuale lo prendo sicuramente… magari posso portarlo senza niente sotto…”.
Alla chiusura uscirono assieme e, come se il giorno prima non fossero stati interrotti, ripresero a parlare avviandosi lungo la strada senza una meta.
Poco dopo si trovarono nel grande ma trascurato parco, intenti a raccontarsi tante cose.
“Anto! Anto!” quasi gridò un anziano seduto su una panchina.
Antonello si girò verso di lui e il viso sorridente e allegro si rabbuiò: “scusa, scusa un attimo” disse prima di dirigersi verso l’uomo.
Simone si fermò ad una decina di metri e non riuscì a sentire cosa si dissero ma da come il vecchio accarezzò il culo del ragazzo immaginò tante cose che… non gli piacquero.
Ritornò quasi subito: “scusa. È… è…” non continuò la frase ma si fermò e, dopo aver fissato profondamente Simone per alcuni istanti, riprese: “è un cliente. Mi paga per fare sesso…”
Ci fu una lunga pausa: “scusa. Adesso lo sai. Sai cosa faccio. Ciao.”
Si girò e si allontanò di alcuni passi lasciando l’altro imbambolato.
“Aspetta. Perché vai via?”
Antonello si girò.
“Io sono in pausa pranzo. Vuoi che mangiamo qualcosa? Sei in pausa anche tu?”
Lo guardò stupito e ripresero a camminare, vicini, continuando il discorso da dove lo avevano lasciato.
Nelle settimane successive si videro diverse volte e parlando di tante cose, come se fossero dei vecchi amici, anche se non scesero mai su argomenti troppo personali fin quando Antonello non se ne uscì con un: “ma tu hai la ragazza?”
“No, mai avuta una fissa. Tu?”
“Io? Ma… No, mai avuta. Ma… ma ho avuto tanti ragazzi…”
Incominciò così la prima intima confidenza. Ne seguirono molte altre, come se entrambi non avessero aspettato che il momento giusto per iniziare a farlo. Parlarono, parlarono tanto e con sincerità ed emersero due situazioni personali diametralmente opposte, quasi casta e con pochissime esperienze quella di Simone e fin troppo esuberante l’altra.
Fu così che Simone venne a sapere che: “sedici. La prima volta completa a sedici. Con un ragazzo del mio palazzo. Io sapevo già qualcosa ma lui molto più di me e così mi convinse a provare. Non ricordo molto di come è andata ma dopo mi sono sentito grande. Mi ha scopato per alcuni mesi, poi ci siamo persi di vista.”
“Un anno dopo ero entrato in un giro dove farlo era normale. Ne presi tanti. Con quelli più piccoli andavamo in un palazzo abbandonato, anche d’inverno. Che freddo… I più grandi avevano la macchina e si trovava sempre un posto tranquillo dove fare…”
“Ormai in tanti sapevano che lo prendevo e, ogni tanto, trovavo qualcuno che mi chiedeva di dargli il culo, anche grandi. Se mi piacevano ci andavo. È così che ho conosciuto Aldo. Con lui però è uno schifo. Quando mi chiama devo sempre correre da lui e fare quello che vuole, anche se non voglio… Ma è in un brutto giro ed è anche violento. Mi ha picchiato due volte...”
“Con i vecchi è cominciato per caso. Sono andato con uno per provare e dopo ha voluto pagarmi. Lo vedo ancora e mi da soldi ogni volta. Non è che mi piaccia fare sesso con lui ma mi fanno comodo i suoi soldi. Poi, non so neanche come, ne ho trovati altri che si sono messi a pagarmi. Tutti vecchi. Adesso vado da alcuni, sempre gli stessi e dopo che abbiamo fatto mi danno soldi. Qualcuno dice anche di volermi bene ma io per loro non provo niente…”
Ogni tanto Simone interveniva per chiedere qualcosa o per fare qualche considerazione o per raccontare una sua esperienza ma, in confronto ad Antonello, nonostante avesse ben cinque anni in più, sembrava un assoluto principiante. Ed anche parlare del sesso senza freni e inibizioni lo metteva un po’ a disagio.
“Ma ti piacciono i maschi o ci vai solo così…”
“Non lo so però mi piace il cazzo. Quello sì. Mi piace guardarlo, toccarlo, leccarlo e anche prenderlo in culo. Infatti con i vecchi guardo solo il cazzo e mi piace. Ma tu? Hai fatto solo con ragazze?”
“Sì, ma non mi è mai piaciuto così tanto come dici tu. Sì, bello toccarle, quando ti leccano, anche scopare… Ma alla fine mi resta come l’amaro in bocca. Come se mancasse qualcosa…”
“E con un maschio mai pensato di provare?
“Sinceramente? No.”
“E con me?”
“Dai! Perché lo dici?”
Antonello gli afferrò una mano e lo fissò dritto negli occhi: “perché mi piaci. Ormai è più di un mese che ci vediamo e non hai mai neanche provato a scoparmi. Sai che sei l’unico a non avermi voluto scopare… Però so che qualcosa ti interessa. Mi ero accorto di come mi guardavi quando provavo i pantaloni…”
Simone arrossì ed Antonello, accorgendosene, gli si gettò contro stampandogli un bacio sulla guancia.
Ci fu un momento di silenzio poi i loro visi si avvicinarono e le loro bocche si chiusero in un lunghissimo bacio.
Il primo...
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