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LA SVELTINA N.13 - IL QUARTO E’ IL VIGILANTES – RACCONTO BREVE


di RedTales
14.03.2020    |    7.750    |    13 9.7
"Che dici se stasera viene anche lui? Gli avevo raccontato che qui la sera spesso ci si diverte e mi ha chiesto se può venire..."
Erano quasi le 15 e Thomas era arrivato alla fine del suo turno e, vedendo Walter e Sergio, i due titolari del grande negozio di scarpe, vicino alla cassa, si avvicinò e chiese: “volete che venga stasera dopo la chiusura?”
Quelli si scambiarono un’occhiata facendosi un gesto d’intesa e: “si, va bene. Vieni pure.”
Confermò con un ok, salutò e se ne andò a casa.
Alle diciannove ricevette una chiamata da Walter che gli chiedeva: “conosci Riccardo, il vigilantes?”
Certo che sapeva chi era. Ormai lavorava lì da più di un anno e lo aveva notato appena arrivato perché gli era subito apparso come un ragazzo bellissimo. Non solo lo conosceva ma si era letteralmente innamorato di lui anche se, vedendolo così serio e professionale, decisamente “troppo” maschio, aveva cancellato dalla mente l’idea di poterlo conoscere più... intimamente. Un un giorno lo aveva perfino servito, cercando di essere gentilissimo e più che disponibile ma limitandosi a fare il suo lavoro. Ricordava ancora il gran sorriso che gli aveva fatto quando se ne era andato come per ringraziarlo delle sue premure.
“Allora? Lo conosci o no?” lo incalzò: “E’ quello alto che passa sempre qui davanti.”
“Accidenti, mi sono perso nei miei pensieri” si disse tra sé e sé e rispose immediatamente: “si, si! Certo che so chi è.”
“Bene. Che dici se stasera viene anche lui? Gli avevo raccontato che qui la sera spesso ci si diverte e mi ha chiesto se può venire.”
“Anche lui! Cioè, stasera c’è anche lui…” ripetette quasi balbettando “quindi stasera lo vedo...”
Nuovamente Walter lo riportò al presente: “ma mi senti? Ci sei? Certo che lo vedi, se viene.”
“Si, si.”
“Allora viene anche lui, adesso glielo confermo. Nove e venti, puntuale.”
Borbottò un frettoloso sì cercando di dissimulare l’eccitazione.
Poco dopo le nove arrivò al centro commerciale e con calma raggiunse l’ingresso per poi dirigersi verso il corridoio riservato e finalmente fu davanti alla porta sul retro del negozio. Chiamò Walter per avvisarlo che era arrivato. Un attimo dopo gli aprì facendolo entrare.
“Riccardo arriva subito. Di la c’è Sergio. Lo raggiunsero e proprio in quell’istante squillò nuovamente il telefonino.”
“Si? Si, adesso ti apro.” chiuse la chiamata e: “è arrivato.”
Si diresse ad aprire e quel ragazzone entrò. Era ancora in divisa, con tanto di stivali. Guardò subito Thomas: “ah! Quindi sei tu. Walter mi ha parlato di te ma non avevo capito chi eri. Ma ti conosco sai? E’ da tanto che ti osservo perché mi eri piaciuto dalla prima volta che ti ho visto. Probabilmente non ti ricordi ma mi hai anche mostrato delle scarpe. Sai, ci avevo fatto anche un pensierino su di te. Ma con il lavoro che faccio ho preferito lasciar perdere. Qui basta una voce, una lamentela che ti mandano via...”
Thomas rimase imbambolato ad ascoltarlo, non smettendo mai di sorridere ma Walter lo fece ritornare al presente: “dai, spogliati.”
Si girò vedendo che gli altri due avevano già cominciato a togliersi i vestiti e così iniziò anche lui.
Ci misero pochissimo e tutti e tre si trovarono nudi mentre Riccardo, infagottato nella divisa, impiegò ancora qualche istante.
Thomas si fermò a guardarlo. Visto così da vicino gli sembrava ancora più alto ed in ogni caso era bellissimo ma fu nuovamente ripreso: “comincia a prenderli in bocca.”
Davanti a sé aveva due cazzi mosci che aspettavano la sua bocca: “abbassati, comincia dai.”
Si accucciò davanti a loro e iniziò a leccarne uno per poi accoglierlo subito in bocca dandosi da fare fin quando: “cazzo! Sei completamente depilato. Sei bellissimo così.” Era Riccardo. Si staccò dal primo e guardò in alto per incrociare il suo sguardo e sorridergli. Visto dal basso sembrava gigantesco e il salsicciotto che gli penzolava tra le gambe era proporzionato al suo metro e novanta, forse anche di più. Iniziò a leccarlo dalle palle, pelosissime, e risalì fino alla punta. Lo tormentò con dei colpetti in punta di lingua per farlo traballare a destra e a sinistra e quindi lo afferrò tra le labbra e lo lasciò scivolare tutto dentro, dritto dritto. Cercò di fare il meglio che poteva per dimostrargli quanto fosse bravo e se lo lavorò fin quando anche il terzo non pretese la sua parte.
Lo sfilò ancora mezzo moscio per dedicarsi all’altro ma immediatamente lo afferrò con una mano e iniziò a masturbarlo.
“Hai ancora una mano, vero? Predi anche questo.” lo sollecitò Walter e così fece e con abilità li portò tutti e due all’erezione meravigliandosi di quando grosso e duro fosse quello di Riccardo che non riusciva proprio a tenere nel pugno chiuso.
Come sempre anche Sergio ci mise poco per avercelo eretto e così lo fece uscire dalla bocca sperando di ricominciare con Riccardo proprio per poterlo vedere e gustare così duro ma fu fermato: “bravo, siamo pronti. Ti metti come sempre?”
I fratelli volevano il suo culo e quindi dovette rinunciare a provare quel cannone che mirava proprio verso la sua bocca. Si alzò e andò a sistemarsi gattoni sul basso tavolino dove solitamente venivano appoggiati i pacchi ma che risultava anche perfetto per far si che le sue chiappe fossero alla misura giusta per i piselli dei due fratelli.
Solitamente si mettevano uno davanti e uno dietro in modo da scoparlo contemporaneamente… fronte e retro, alternandosi più volte ed infatti cominciarono proprio così: Walter gli entrò subito in bocca mentre Sergio fece la stessa cosa ma nel culo.
“Senza preservativo?” domandò Riccardo.
“Si, ormai lo conosciamo e lui conosce noi. Preferiamo fare tutto a pelle.”
“Scusate, ma io me lo metto però.”
Non gli risposero intenti come erano a sfogarsi con il giovane commesso, in particolare Sergio che sembrava volesse sfondarlo per la forza dei colpi che dava. Continuarono per una manciata di minuti poi quello dietro dovette fermarsi per non arrivare e pronunciando un: “vado io?” il nuovo partner prese il suoi posto. Si appoggiò ed entrò subito, facendo sussultare il ragazzo che un calibro così non lo aveva mai preso, ma fu solo l’ingresso della cappella a dargli fastidio, poi restò assorto a gustarsi quelle sensazione così intense, quasi non accorgendosi che Walter stava facendo la stessa cosa dentro la sua bocca.
Quando, dopo altri cambi, si trovò finalmente in bocca il pene di Riccardo lo lasciò scivolare dritto, fino in fondo alla gola, cercando di assecondare tutte le sue spinte nonostante fosse davvero troppo grosso e il preservativo gli desse un certo fastidio.
Continuò così per un’oretta, con i tre uomini che si scambiarono continuamente le posizioni in un carosello di sesso sfrenato poi, chi prima e chi dopo, tutti raggiunsero l’apice del piacere: due gli inondarono, come erano soliti fare, l’intestino mentre il terzo riempì con abbondante crema il suo sacchettino. E, proprio per non lasciargli la bocca asciutta, i due che lo avevano riempito dietro si spostarono davanti per farsi dare l’ultima succhiata.
Continuò a lasciarli fare ciò che volevano finché Walter iniziò a vestirsi e a mettere fretta agli altri perché era tardi e doveva ritornare a casa.
Si rivestirono tutti rapidamente e, mentre i due fratelli si attardarono nel negozio, Thomas e Riccardo uscirono insieme da dietro.
“Ti è piaciuto?”
“Si.”
“Secondo me mica tanto. Non ti abbiamo neanche fatto venire.”
“Non importa, vi ho sentiti bene dietro.”
“Ci credo. Quei due sembrava volessero sfondarti. Ti scopavano così forte...”
“Lo fanno sempre, Gli piace così.”
“Contento tu...”
“Il tuo è veramente grosso...”
“Trovi?”
“Si, tanto. Mi sei piaciuto. Mi è piaciuto tanto con te.”
“Si, però ti fai sempre scopare da loro...”
“Sai, è cominciato con Walter per gioco e mi è anche piaciuto tanto, poi ha voluto che ci fosse anche suo fratello… Non lo avevo mai fatto con due ma sono stati bravi e mi è piaciuto davvero tanto. Poi un po’ alla volta hanno smesso di pensare a me… Cosa vuoi che ti dica, hai visto come mi scopano...”
“Si, due furie scatenate. Sembra quasi che vogliano aprirti in due...”
“Si… a volte ci danno dentro di brutto...” non finì la frase ma continuò cambiando discorso: “mi ricordo benissimo di quando sei venuto a prendere le scarpe e anche di come mi hai sorriso quando sei andato via.”
“Te ne eri accorto?”
“Si.”
“E se ti avessi chiesto di venire a bere qualcosa ci saresti venuto?”
“Si.”
“E se te lo chiedo adesso?”
“Si.”
“E se ti chiedo di venire da me?”
“Da te?”
“Si, da me. Ti prometto che ho da bere e che ti faccio anche venire se vuoi… Giuro che te lo faccio tornare duro di nuovo.”
“Andata.”
“Doccetta insieme e poi...”
Thomas alzò la testa per guardare Riccardo che lo sovrastava di una buona ventina di centimetri e facendo un’espressione assai maliziosa aggiunse: “magari me lo fai assaggiare ancora anche in bocca.”
Riccardo si piegò verso di lui per dargli un bacio sulla bocca, Thomas lo prese per mano e si avviarono...
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