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IMPIEGATO E AMANTE


di RedTales
22.07.2018    |    16.798    |    7 9.7
"” “Ti amo!” “Ti amo anch’io papone..."
Dopo essersi fatto annunciare dalla signora, bussò piano alla porta e poi l’aprì ed entrò circospetto anche se era stato proprio il capo a mandargli un messaggino chiedendogli di andare subito da lui. L’uomo sollevò lo sguardo e, continuando a parlare al telefono, gli fecce un gesto con il capo per invitarlo ad entrare. Come fu dentro accostò con attenzione la porta alle spalle chiudendola a chiave e quindi si diresse verso il salottino sulla destra e si fermò. Ad un altro cenno del suo direttore, come aveva fatto molte altre volte, iniziò a spogliarsi cominciando dalla giacca per proseguire con la cravatta e proseguendo fino a restare completamente nudo. Non poté non notare come Filippo, pur continuando a parlare al telefono, non staccò nemmeno per un istante gli occhi dai suoi gesti lenti e misurati. Gli piaceva sentirsi osservato da quell’uomo che sapeva desiderarlo. Infatti ogni volta che se lo trovava davanti nudo, continuava ad eccitarsi, scrutandolo dappertutto: gli piacevano le braccia e le gambe lunghe e magre, la pancia piatta, il petto glabro con i capezzoli sporgenti ma anche il culetto sodo, sporgente e… pieno. Ma era la sua depilazione totale, anche intima che, assieme alla candida carnagione aveva conquistato Filippo. E il ragazzo lo capiva quando si incontravano sia per come lo guardava ma anche per come lo accarezzava e, questa volta doveva essere particolarmente voglioso perché solitamente si incontravano a fine giornata, quando quell’impicciona della segretaria personale era già andata via come la quasi totalità degli altri e loro, oltre ad avere più tempo, sapevano di non poter essere infastiditi.
E la conferma di tutti questi pensieri avveniva nei momenti di intimità, quando gli ripeteva, quasi sussurrando, quanto gli piacesse L’uomo era perso per quel giovane che lo aveva conquistato sia per il fisico ma anche per la dolcezza con cui si rapportava con lui. Insomma un meraviglioso mix tra erotismo e sentimento. E anche in quel momento, pur se disturbato da quella telefonata che terminò il più in fretta possibile, si sentì assai appagato dallo strip che si gustò dedicandogli la massima attenzione. Adorava vedere quel ragazzo che si denudava con tanta naturalezza davanti a lui offrendogli la visione del suo corpo senza alcun tabù.
“Manuela? Per mezz’ora sono impegnato. Non far entrare nessuno e non passarmi nemmeno le telefonate. Ti ringrazio.” ordinò deciso prima di alzarsi per avvicinarsi al ragazzo per proseguire con un’altra intonazione: “Daniele! Non sai quanto sia felice. Mi manchi. Mi manchi sai?”
“Dai… Lo dici solo per farmi piacere...”
“Ma no! Mi manchi davvero. Non sai come stavo aspettando che arrivassi.” aggiunse prima di abbracciarlo e di iniziare delicatamente a dargli dei bacini sulla fronte per poi scendere sul naso e infine sulle labbra. Leggeri, gentili, a labbra accostate e ad occhi chiusi. Come ebbe finito si scostò per poi avvicinare nuovamente le labbra sulle sue. Questa volta le lingue si toccarono, scorrendo una sull’altra, rincorrendosi, colpendosi e continuando a giocare per diversi minuti. Entrambi, ad occhi chiusi, provarono piacere nello scambio.
“Hai fumato?”
“Si, ma prima, tanto prima...”
“Lo sai che non mi piace quel gusto...” disse con fare seccato prima di sciogliersi in un profondo sorriso e rituffarsi sulla sua bocca.
Intanto le mani dell’uomo continuarono ad accarezzargli le spalle, la schiena, i glutei, spostandosi dappertutto senza soluzione di continuità. Per uno era piacevolissimo percorrere con i polpastrelli quella pelle liscia e morbida e percepirla scorrere sotto le dita mentre per l’altro era assai eccitante sentirsi sfiorare dappertutto.
“Mi scoppia! Me lo stai facendo scoppiare!” disse con un filo di voce accostandogli la bocca all’orecchio.
“Mh! E’ vero, è durissimo.” replicò appoggiandogli una mano proprio li. “Non me ne ero accorto...” aggiunse facendo una faccina seria prima di aprirsi in un altro sorriso continuando con un: “non è vero. Lo ho sentito crescere mentre ci baciavamo. Lo sapevo già che era grossissimo. Lo sentivo...” e chiudendo con una delicata risatina per sottolineare lo scherzo che aveva voluto fare: “ti spogli?” “Purtroppo non abbiamo tanto tempo...”
“Ho capito, una cosetta veloce. Sei cattivo sai?”
“Ma no...”
“Si invece, sai quanto mi piaci e quanto ti voglio ma dobbiamo fare sempre in fretta...”
“E’ vero, ma oggi ho proprio una bella sorpresa.”
“Si? Dai, dimmi!”
“Venerdì moglie e figlia vanno via per tutto il week end. Casa libera! Pensavo che venerdì finito di lavorare potevi venire da me e restare fino al lunedì mattina. Quasi tre giorni tutti per noi.”
“Si! Bellissimo! Tre giorni! Solo per noi… Ti adoro! Sei fantastico!”
“Lo ho saputo poco fa e volevo dirtelo subito.”
“Per questo mi hai chiamato… Si, bellissimo. Sono proprio contento.” Poi, cambiando espressione e facendosi quasi serio: “va bene. Per questa volta ti perdono per fare sempre tutto in fretta e… va bene anche la sveltina adesso. Cosa vuoi fare?”
Si guardarono e abbracciarono di nuovo strettissimi ricominciando a baciarsi con tenerezza ed impeto mentre le abili mani di Daniele, con pochi gesti, dopo aver aperto la patta, portarono… all’aria l’oggetto del suo desiderio.
“Vuoi un pompino o… mettermelo?” sussurrò timidamente nell’orecchio che iniziò a leccare perché sapeva quanto lo eccitava quando gli metteva la lingua li, in particolare se gli alitava dentro.
“No! Piano, così mi fai morire. Sono tutto un brivido.”
Non rispose continuando a succhiare il lobo.
“Te lo metto... Alla pecorina... Ti metti qui sul tavolino...”
Smise e portò il viso davanti al suo per fissarlo negli occhi: “si!” e proseguì con un tono assai malizioso: “e poi mi lecchi tutto quello che esce dal buchetto...”
Filippo non sembrò non riuscire a rimanere nella pelle e lo abbracciò nuovamente con impeto e riprese a baciarlo, ricambiato, con gran passione. Per altri minuti le loro bocche rimasero incollate, fin quando, con decisione, Daniele non si staccò e, sorridendogli, si mise in quella posizione che conosceva bene. Una volta sistemato girò la testa verso Filippo sorridendo per invitarlo ad entrare dentro di lui. Non servirono parole e l’uomo, dopo aver aperto del tutto la cerniera per essere più comodo, si abbassò davanti a quel buchetto che riteneva un vero spettacolo e diede alcune leccate inondandolo di saliva prima di rialzarsi e sistemarsi al punto giusto.
La grossa cappella violacea si appoggiò sullo stretto pertugio con precisione mentre la mani si appoggiarono sulla schiena ed entrambi gli indici andarono a cercare i capezzoli.
Per qualche istante ci fu silenzio: uno aspettava di sentirsi penetrare nel suo intimo mentre l’altro era in attesa di percepire quell’avvolgente corpo stringersi attorno al suo pene. Ma fu un attimo perché appena il bacino del direttore si spinse in avanti e il glande vinse la minima resistenza che lo sfintere oppose, Daniele sottolineò il gesto con un leggero lamento, non di dolore, ma di piacere. Per lui l’attimo in cui si apriva per accogliere la parte più grossa e il successivo restringersi, anche se di poco, era fonte di un piacere grandissimo. Era un qualcosa che gli procurava un’eccitazione che andava ben oltre ogni altro momento della scopata ed infatti era quello che chiedeva, quando raggiungeva una buona intimità con il suo partner: voleva che entrasse ed uscisse completamente più e più volte per provare il maggior numero possibile di volte quella sensazione estrema che, se prolungata, lo portava fino all’orgasmo.
Ma Filippo questo lo sapeva bene e, dopo essersi spinto del tutto dentro il suo giovane amante, se ne uscì completamente per poi rientrarvi, dopo una piccolissima pausa perché questo era il percorso che sapeva farlo letteralmente impazzire di piacere. E iniziò quella cavalcata ritmica di penetrazioni continue alternate ad altrettante uscite e costantemente sottolineate da un crescendo di gemiti di Daniele.
Quel rapporto piaceva tantissimo ad entrambi: per l’uomo era un susseguirsi di attimi di piacere violento ogni volta che sentiva di essere risucchiato dentro, una profonda stimolazione che avvolgeva l’intero glande per scendere lungo l’asta mentre la faceva scorrere totalmente dentro. E altrettanto provava il ragazzo ogni volta che, appena aveva finito di stringersi per la fuoriuscita di quel bastone di carne, veniva nuovamente profanato e costretto a slargarsi. Ogni apertura gli procurava una specie di scossa che da dietro si propagava, come un’onda, fino al pene e oltre. Una stimolazione che, colpo dopo colpo, lo portava alla completa perdita di controllo sia dello sfintere che iniziava a contrarsi ritmicamente e autonomamente sia del pene che cominciava a pulsare anche se non toccato e quindi ad eiaculare facendolo letteralmente contrarsi e saltare e, spesso, costringendolo ad implorare l’altro di fermarsi perché il tutto era talmente forte da non essere sopportabile. Ma, se il loro sincronismo era buono, quest’ultima richiesta non serviva perché pure l’adulto raggiungeva più o meno negli stessi tempi il traguardo e… arrestava il suo impeto per godersi il giusto appagamento. E così entrambi, spossati ma in estasi per il piacere si rilassavano gustandosi ancora il sapore di quanto li aveva deliziati.
Infatti, dopo una manciata di minuti di quel alternarsi di entrate ed uscite Daniele iniziò ad agitarsi perché si sentiva avvampato dalla frenesia di raggiungere il culmine ma anche Filippo percepì l’arrivo vicino e, accelerando solo un pochino il ritmo riuscì ad arrivare agli schizzi finali proprio mentre il suo partner cominciava a smaniare. E, strizzandogli i capezzoli dritti e duri per quanto erano stati solleticati con gli ultimi forti e decisi colpi gli inondò l’ospitale pertugio con un’abbondante colata di calda crema prima di arrendersi e fermarsi, affannato, completamente conficcato dentro.
Solo a quel punto Daniele si accorse di quanto accelerato era il suo respiro e di quanto potenti fossero gli spasmi che percepiva dietro. Filippo che era rimasto completamente vestito era intriso di sudore e nemmeno si accorse di quanto forte pulsasse lo sfintere attorno al suo pene.
“Mi fai morire ogni volta.”
“Anche tu.”
“Siamo venuti insieme?”
“Si!” confermò tirando un forte respiro.
“Bello!”
“Tanto!”
“Ma come facevo senza di te?”
“E io?” confermò Daniele piegando la testa di lato quasi per invitarlo ad allungarsi verso la sua bocca, cosa che Filippo fece ricominciando a baciarlo. Ma durò poco perché entrambi, in debito di ossigeno, dovettero staccarsi per poter respirare.
“Mi lecchi? Vuoi?”
“Si, si, ma… dammi un attimo. Ancora un momento.”
Passarono ancora alcuni istanti poi, facendo attenzione a non sporcarsi, il direttore si tirò fuori da lui, asciugandosi subito per non fare macchioline sui vestiti e, dopo aver avvolto il suo pisello con della carta lo sistemò negli slip e si accucciò davanti al culetto che era rimasto fermo nella stessa posizione. Si accorse subito che qualcosa era già uscito dal rigagnolo che scendeva e dalle macchie che si erano formate sul tavolino. Afferrò le chiappe con le mani e le allargò per aprirsi una comoda strada per quell’umido solco e per quella scura fessura quasi del tutto chiusa e ci cominciò a passare la lingua partendo dalle palle.
Lo lambì con passione e attenzione, non lasciandosi sfuggire nemmeno una goccia di quella schiuma bianca e sottolineò che aveva terminato con il solito schiaffetto su una chiappa.
Daniele si mise in piedi e iniziò a rivestirsi: “quando esco vado dall’estetista per farmi fare una super depilazione, così domani sono perfetto. E stasera maschera di crema dappertutto e domattina un lungo bagno prima di venire in ufficio. Così domani pomeriggio sono perfetto. Ti piace vero quando sono liscio come il velluto?”
“Si!” balbettò eccitato da quelle parole: “non vedo l’ora che venga domani. Ti voglio. Non sai neanche quanto ti desidero. Mi fai impazzire con il tuo corpo.”
“Solo con il corpo?”
“No, anche con tutto il resto.”
“Ma mi vuoi bene?”
“Tanto! Ma proprio tanto.”
“Ma mi vuoi solo bene o sei innamorato di me.”
“Ma si sciocchino. Si che lo sono cucciolotto!”
“Dimmelo...”
“Ti amo!”
“Ti amo anch’io papone.”
E si baciarono ancora
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