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UNA SORPRESA CHE... RIEMPIE


di RedTales
08.01.2022    |    9.768    |    9 9.5
"” Due mani afferrarono i polsi del ragazzo e portarono le dita sopra a due cazzi duri e pronti all’uso..."
Il suono indicò a Gabriele che era arrivato un nuovo messaggio.
“Vieni oggi? Ho ancora la casa libera.”
“Volentieri. Non ti è bastato ieri?”
“Ho una voglia!”
“Siamo io e te o c’è anche Giulio?”
“Sorpresa!”
“Dai! Dimmi.”
“Sorpresa!”
”Ti prego, dimmi se c’è anche lui...”
“Sorpresa! Se te lo dico che sorpresa è.”
“Uffi! Va bene. Va bene alle tre?”
“Perfetto, ti aspetto.”
“Mi mandi un bacetto?”
Il display del telefonino di Valerio si riempì di cuoricini e ne fu contento.

Parcheggiò la Smart presa in prestito a sua madre ed arrivò puntualissimo.
“Ciao!”
“Ciao!”
“Sei solo?”
“Tu che dici?”
Si guardò in giro: “sì, sei solo” ed iniziò a spogliarsi perché gli piaceva farsi vedere tutto nudo da Gabriele.
Ci mise un attimo e poi si aggrappò all’altro ragazzo, si sollevò sulle punte per raggiungere la sua bocca ed iniziò a baciarlo con passione. Le loro labbra si fusero per dei lunghissimi minuti mentre le mani di Gabriele continuarono a stringere le sinuose ed arrotondate forme del sedere del suo giovane amante.
“Sei splendido! Ma come fai ad essere sempre così morbido e liscio?”
“Jiao. È tutto merito di Jiao. È lei che è bravissima!”
“Jiao? E chi è?”
“Una ragazza del centro estetico dove vado a depilarmi. E’ bravissima!”
“Ti fai depilare?”
“Certo! E lei lo fa benissimo… Poi metto anche delle creme…”
Gabriele lo allontanò da sé spingendolo con le braccia un metro in la e lo squadrò dai piedi fino alla testa: “sei davvero splendido. Lo sai che sei meraviglioso! Sei il ragazzo più bello che ho incontrato”
“E quanti ne hai incontrati?” disse con la faccina imbronciata come se fosse geloso.
“Dai! Lo sai che è tutto passato. Mi piaci. Quasi quasi mi innamoro davvero di te… Saresti il primo” e fece una risatina e una buffa espressione con il viso.
“Non ti sei mai innamorato?”
“No…”
“E’ bello innamorarsi…” fece un profondo respiro come se volesse aggiungere altro ma poi concluse con un: “ti spogli? Ma qual era la sorpresa?”
“Ti aspetta in camera.”
Valerio fece per andare verso la stanza ma Gabriele lo fermò: “aspetta. Ho in mente un giochino… Vuoi? Adesso ti bendo.”
A Valerio brillarono gli occhi e, dopo aver visto spogliarsi il suo amico, si lasciò coprire gli occhi e guidare dall’altra parte.
“Sei pronto?”
“Sì! Dai! Dimmi cos’è…”
“Aspetta e lo… sentirai da solo… Ecco, va bene qui. Adesso piegati in avanti con il busto.”
Lo fece, mettendosi quasi a novanta gradi: “così?”
“Perfetto, adesso indovina cosa succede…”
“Mi sculacci…”
Non rispose ma gli si avvicinò e si appoggiò con il pene sull’ano e, iniziando a spingere, lo penetrò avanzando fino in fondo nel corpo del suo amico. Lo aveva fatto tante volte e sapeva che non avrebbe incontrato nessuna resistenza...
“Facile! Sei tu che mi inculi. Ma non è una sorpresa…”
“Aspetta. Questo è il primo step, adesso arriva il secondo.”
Valerio rimase in attesa come se starsene lì, con quel palo piantato nel culo, fosse una cosa normalissima: “arriva?”
“Arriva, arriva… Però prima apri bene la bocca.”
“La bocca? Non è che mi schizzi alcolici in bocca? Lo sai che non mi piace...”
“No, no, nessun liquore, però apri bene la bocca.”
La spalancò e, un attimo dopo, si trovò un altro cazzo piantato fin in fondo alla gola.”
“Piaciuta? E questo è il secondo passo. Non è ancora finito. C’è ancora uno step. Eccolo che arriva, anzi eccoli che arrivano.”
Due mani afferrarono i polsi del ragazzo e portarono le dita sopra a due cazzi duri e pronti all’uso. Li afferrò immediatamente. Ovviamente in quelle condizioni, bendato, con i pugni chiusi sui due bastoni e con il culo e con la bocca pieni non poteva minimamente far sapere se la sorpresa gli era piaciuta ma, da come si era messo a muovere le mani sembrò proprio di sì.
Nel frattempo Gabriele e Antonio si erano messi a pomparlo davanti e dietro con un ritmo perfetto, spingendo nello stesso istante verso le aperture ed indietreggiando all’unisono in completa sintonia.
Altrettanto bene si muovevano le mani, masturbando i cazzi di quelli sconosciuti. Andarono avanti per una decina di minuti fin quando Gabriele non uscì dal suo caldo buchetto imitato dall’altro. L’unico che, nonostante la scomoda posizione, non lasciò la presa fu Valerio.
A quel punto gli fu tolta la benda e fu fatto rialzare.
“Loro sono Luca, Antonio e Francesco. Giochiamo a calcio assieme… Piaciuta la sorpresa?”
Gli occhi di Valerio luccicarono mentre osservò attentamente i corpi di quei nuovi amici. Apprezzò i fisici scolpiti e le gambe muscolose, le pance piatte e le facce piacenti e sorrise a tutti.
“Sì, bellissima. Non mi avevano mai preso in due in questa posizione. Cazzo se è stato bello. Quando mi venivate dentro insieme mi sembrava di scoppiare. Cazzo che bello! Peccato che è già finito...”
Risero tutti.
“Che dici di far provare anche a loro come si sta dentro?”
“Sciocco! Certo che devono provare. Come mi metto?”
“Va bene come prima.”
Si piegò nuovamente ed in un attimo fu penetrato dagli altri due.
“Ma vedi come lo prende in bocca fino alle palle?” commentò Antonio.
“E’ splendido. Una vera gola profonda. Ti assicuro. E’ da un po’ che me lo scopo. Uno meraviglia. E ha sempre voglia.”
“Quanti anni ha?”
“Ventuno.”
“Ventuno? Pensavo di meno. Cazzo, non ha un pelo neanche a cercarlo col microscopio.”
Gli passò una mano sulla schiena e poi scese lungo una gamba: “liscio e morbidissimo… Certo che quelli speciali li sai trovare solo tu…”
Gabriele rise e con sguardo furbetto aggiunse: “però non sono egoista. Non me li tengo mica tutti per me… Li condivido con gli amici…”
Risero ancora osservando gli altri due darsi da fare con decisione.
Il pomeriggio trascorse con tanto sesso, ma proprio tanto. I quattro ragazzi, forti della loro giovane età, si prodigarono in ripetute penetrazioni, prendendo Valerio in molte posizioni e un po’ dappertutto: dal letto al tavolo, dal divano al tappeto, senza dimenticare poltrone e sedie.
Praticamente per quasi tre ore continuarono ad entrare ed uscire dal suo ano e dalla sua bocca, riversando più volte i loro caldi umori sia da una che dall’altra parte. Tutti godettero alla grande anche se quello che raggiunse davvero tanti orgasmi, lunghissimi e potenti, fu il giovane Valerio che, per tutto il tempo, fu sempre al centro dell’attenzione di quei venticinquenni infoiati ed instancabili.
Si fermarono solo quando Gabriele sentenziò: “mi sa che bisogna finirla qui. Sono le sei e mia madre rientra per le sette. Non si sa mai che torni prima. Non può trovarci con il cazzo al vento e neanche mentre ce lo inculiamo. Sai il casino.”
Affermazione incontestabile ed accettata da tutti che, ormai sazi ed appagati, a turno raggiunsero il bagno per sistemarsi. Uno alla volta si rivestirono mentre Valerio, sfatto e dolorante, sia per la gola che bruciava sia per il culo in fiamme, ma anche per la schiena a pezzi per le strane posizioni in cui lo avevano fatto mettere, rimase sdraiato sul divano ad osservare quei giovani che gli avevano dato tanto piacere.
Quando tutti furono pronti, si alzò e li baciò uno ad uno, condividendo i sapori dei loro sessi con tutti e li ringraziò per quel bellissimo pomeriggio.
Alla fine se ne andò in bagno anche lui e, seduto sul water, si liberò di quanto gli era stato versato in profondità e poi non resistette ad una lunga doccia ristoratrice.
Ritornò in sala ancora gocciolante e camminando in modo un po’ impacciato. Gli altri se ne erano già andati.
“Mi fa un male il culo… Cazzo se fa male. Mi avete davvero sfondato… E per tanto…” parlò con voce rauca perché anche la gola gli dava fastidio.
“Vestiti che sono quasi le sette.”
Lo fece in fretta mentre Gabriele, dopo aver aperto tutte le finestre per arieggiare, continuò a sistemare quanto era stato messo in disordine o sporcato di sperma. Appena si infilò le scarpe si sentì distintamente una macchina parcheggiare nel cortile. Gabriele chiuse le finestre ed andò ad aprire la porta.
“È arrivata, fai finta di niente.”
“Ciao Gabriele. Tutto bene?”
“Sì. Lui è Valerio, forse lo hai già visto…”
“Sì, sì, ciao Valerio. Come va?”
“Bene bene, grazie signora.”
“Dovete uscire?”
“No, mamma, siamo appena tornati.”
“Ah! Bene. Che dici? Ti va di fermarti a cena? Gabriele mi parla spesso di te, sono contenta se ti fermi a cena.”
Guardò stupito l’amico, poi la signora e balbettò un: “non so...”
“Se non sai, puoi anche fermarti. Avvisa a casa però. Sei così giovane? Ma quanti anni hai?”
“Ventuno signora.”
“Ah! Quattro meno del mio Gabriele. Sai che sei davvero un ragazzo educato…” poi girò la testa verso il figlio e continuò: “mi piace. Non come certi… che mi hai portato per casa. Tienilo stretto questo… Ma da quant’è che vi vedete? Due mesi?”
“Quasi quattro” replicò immediatamente Valerio.”
“Quasi quattro! Ma è tanto! Ma te lo sei già portato...”
“Mamma!” intervenne quasi alzano la voce.
“Oh sì! Scusate. Che dite, mi aiutate a portare su la spesa…”
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