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Gay & Bisex

E MISE ANCORA LA MANO DENTRO I SUOI PANTALONI...


di RedTales
04.03.2016    |    25.134    |    4 9.7
"“Vuoi che ti faccia venire?” Gli sorrise..."
Giuliano aveva solo venticinque anni e una delusione da cancellare. Voleva buttarsela alle spalle soprattutto perché lo aveva ferito profondamente e aveva pensato che il vecchio adagio: chiodo scaccia chiodo, che suo nonno gli ripeteva spesso, fosse adeguato alla situazione e così aveva cercato un locale dove trovare qualcuno per… consolarsi.
Augusto lo aveva notato subito quel ragazzo, solo e un po' impacciato, che si guardava intorno alla ricerca di un sorriso. Era la prima volta che lo vedeva ed era evidente che era arrivato li perché cercava qualcuno. Si, il bar di Augusto era frequentato da gay ed era anche luogo dove trovare nuovi amici. Si era seduto e aveva ordinato sperando che uno degli avventori si interessasse a lui.
Dopo una mezz'oretta era ancora solo. Lo aveva osservato bene, si era messo a parlare con due ragazzi ma poi se ne erano andati. Forse cercava qualcuno più maturo o forse era solo li per bere qualcosa. Il suo fiuto però gli diceva che poteva essere uno giusto per lui. Così, lasciate le vesti di barman, con la sua facilità di attaccare discorso, gli si era seduto vicino e, in men che non si dica, tra i due si era creata una certa confidenza. In fondo Giuliano era venuto li per trovare un maschietto più grande di lui e Augusto era ben felice di… farsi trovare.
Al ragazzo era piaciuto quel cinquantenne decisamente intraprendente con quei capelli lunghi raccolti in un codino ed era stato rapido a decidere di farsi scopare come gli aveva chiesto, sfruttando l'opportunità di quel salottino tranquillo e riservato, proprio li, nel retro. Anche il barista era rimasto favorevolmente colpito da quel giovanotto che aveva una gran voglia di sesso senza complicazioni e si erano trovati subito in sintonia.
Così, dai primi scambi di battute si era passati a considerazioni più personali per giungere infine a concretizzare i loro desideri. E, per farla breve, si erano appartati nel salottino privato dove avevano dato sfogo alle loro voglie. Si erano spogliati velocemente e quindi un deciso: “prendilo in bocca” era stata la prima cosa che gli aveva detto. Si era piegato e dopo averlo ben leccato aveva cominciato a succhiarlo con impegno, dimostrandogli che lo sapeva fare decisamente bene. All'uomo era apparso evidente che il ragazzo non era di primo pelo anche se dimostrava parecchia ingenuità nel modo porsi. E, mentre si gustava quella bocca, aveva allungato le mani per toccargli il sesso, perché stringere cazzo e coglioni lo eccitava molto, soprattutto se poteva giocare con un pene non in tiro.
“Mi piace toccarti le palle.”
E riuscì a farlo a lungo. Ad un certo punto, sentendosi pronto lo aveva fatto distendere e se lo era preso in un modo abbastanza tradizionale. Lo aveva scopato a lungo, cercando di resistere il più possibile, anche perché lo sentiva godere per quella penetrazione prolungata. Quando ormai si sentì stanco e madido di sudore si lasciò andare e, accelerando il ritmo, scaricò nel preservativo una bella quantità di sperma. Anche Giuliano era bagnato di sudore e appariva decisamente soddisfatto. Gli chiese se gli era piaciuto e rispose affermativamente.
“Vuoi che ti faccia venire?” Gli sorrise. Così si abbassò e dopo averglielo toccato ancora, se lo infilò in bocca e gli fece uno dei suoi superbi pompini che terminò con uno schizzo. Ingoiò tutto e poi rallentò lentamente fino a fermarsi del tutto.
“Piaciuto?”
“Sei bravo.”
“Tanta, tanta esperienza.”
Il ragazzo gli sorrise aggiungendo che anche lui aveva fatto esperienza…
In ogni caso si erano trovati bene, perfettamente in sintonia in quei ruoli opposti e avevano saputo darsi reciproca soddisfazione. Dopo il sesso si erano salutati dandosi appuntamento per un altro giorno, sempre li.
Augusto pensò che non lo avrebbe mai più rivisto, ma si sbagliava. Già il pomeriggio successivo lo vide entrare nel bar.
Il locale era vuoto e, senza dire niente, gli infilò una mano dentro i pantaloni. Con una leggera difficoltà si fece largo e, scostati gli slip, cominciando a palparlo. Un perentorio “mi piace toccarti” non lasciò spazio a rifiuti che, in ogni casso, non erano minimamente passati per la testa di Giuliano. Si girò solo per guardare se qualcuno li stesse osservando, ma non vide nessuno.
“Non c'è nessuno.”
“Anche se ci fosse...”
“Mi lasceresti fare lo stesso?”
“Si!”
“Sicuro?”
“Sicuro!”
La mano toccava, accarezzava, stringeva, si spostava, soppesava le palle, strizzava la punta, faceva scorrere la pelle verso il basso e poi la tirava nuovamente su a coprire il glande.
Continuò per una decina di minuti, fino a che non lo sentì ingrossarsi con decisione. Solo allora sfilò la mano.
“Mi piace solo se è piccolo.”
“Ma se lo lavori così è difficile...”
“Vuoi scopare?”
“Vuoi?”
“Sempre pronto. Con un bel ragazzo come te poi...”
Gli sorrise: “andiamo di la?”
“Adesso sono solo… se entra qualcuno...”
Giuliano fece un'espressione delusa che portò Augusto a prendere una rapida decisione.
“Aspetta.”
Raggiunse il bancone, scrisse rapidamente qualcosa su un foglio che appiccicò sulla porta dopo averla chiusa dall'interno.
“Adesso possiamo andare.”
Anche questa volta si spogliarono rapidamente ma si guardarono con più attenzione del giorno prima, come per scoprirsi…
Ovviamente tutti e due erano consapevoli che il tempo era quello che era. L'uomo lo fece appoggiare piegato su una poltrona e, dopo essersi messo dietro di lui, cominciò a strofinargli il cazzo tra le chiappe. Appena fu abbastanza consistente si infilò il preservativo e sprofondò in quel sodo culetto. Questa volta Giuliano non restò in silenzio ma snocciolò una lunga serie di piccole frasi che lo fecero eccitare ancora di più.
“Dio come ti sento… Oh… Fammi sentire troia… Che grosso… Si, li si… Ah… Dai aprimi tutto… Che bello… Mhh… Scopi da Dio… Dai fammelo sentire fino in fondo… Così, si, così...”
Ci diede dentro con impeto, fermandosi solo dopo essere venuto.
“Dio che culo!”
“Mi hai fatto godere tanto.”
“Vuoi che te lo prendo in bocca?”
“Sono già venuto, ma se vuoi puoi farlo...”
“Ti sei segato?”
“Si.”
“Ma sei sempre così porco?”
Rise. “Ti piace se lo sono?
“Si! Dai, vestiti che torniamo di la.”
Si ricomposero e rientrarono nel bar.
“Bevi qualcosa?”
“Coca.”
Ne preparò due.
Guardandolo infilò ancora la mano nei pantaloni e si impossessò nuovamente del suo pacco.
“Ti piace tanto?”
“Si. Adoro toccarti li. Soprattutto adesso che è piccolo.”
Rise lasciandolo fare. “Piace anche a me...”
Restò li una buona decina di minuti, togliendosi in fretta appena la porta si aprì. Entrò un cliente abituale che dopo aver salutato e ordinato si mise a parlare di qualcosa con Augusto ma guadando con insistenza Giuliano.
“Caccia riservata!” fu la battuta del barista che contemporaneamente rimise la mano nei pantaloni senza alcuna reazione da parte del giovane che continuò a sorseggiare la sua bevanda.
Con totale normalità i tre continuarono a parlare del più e del meno, nonostante quella mano invadente che perseverava a muoversi li dentro, fino a che il cliente non se ne andò.
“Devo andaren anch'io.”
“Ti rivedo?”
“Ti va domani? Hai un po' di tempo per me?”
“Dopo le diciotto arriva Lorenzo che mi da una mano e posso essere tutto per te...”
“Va bene. Vengo dopo le sei.”
Sfilò la mano da quel meraviglioso “giocattolo” e se la portò al naso: “che profumo!”
“Profumo di cazzo… Di cazzo sudato e sbrodolato...”
Risero ancora e poi si salutarono.
Pensò ad aver avuto proprio fortuna ad incontrarlo. Era un ragazzo proprio perfetto.
Anche Giuliano pensò che quel tipo gli piaceva. Deciso, sicuro, abile. Si, era proprio giusto. E poi quella mano che scendeva sopra il suo sesso lo eccitava. Non glielo aveva detto ma sentirsi toccare davanti a quell'estraneo lo aveva fatto tremare e gli era venuta anche la “pelle d'oca”. Era stato bellissimo. Ma domani avrebbe voluto… di più.
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