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UN NUOVO INIZIO


di RedTales
19.12.2018    |    14.858    |    13 9.7
"” Sorseggiarono il caffè e poi Antonio iniziò a chiedergli di spogliarsi: “ti voglio proprio vedere nudo..."
“Cerco un uomo maturo, possibilmente alto, grosso e peloso che mi sappia “usare” a casa sua. Ho 37 anni, bel fisico, non molto alto, snello, poco peloso, è da tanti anni che non provo più...”
Ricevette molte risposte al suo annuncio, troppe inutili ma una si rivelò… giusta.
- Ciao. Sono Antonio, ho 52 anni sono alto 185 centimetri e peso quasi un quintale. Sono abbondante e robusto ma non grasso. Molto peloso come vuoi tu e con tante idee su come usarti. Vivo da solo e posso ospitare in una tranquilla casa singola. Spero di leggere una tua risposta. -
- Ciao, sono Valentino mi potresti dire come pensavi di usarmi? A me piacerebbe trovare una persona decisa, praticamente autoritaria, che mi ordina di fare un po’ di tutto a casa sua, non solo sesso. -
- Si, quello che chiedi a me va benissimo anche perché è proprio la mia idea. Tanto per essere chiari a me piacerebbe averti qui, magari farti spogliare e poi ordinarti di riordinare, di usare l’aspirapolvere, di salire su una scala per sistemare dei libri. Se poi non fai bene quanto richiesto potrei sculacciarti. Ovviamente se mentre fai queste cose ti comporti in modo provocatorio potrei anche usarti sessualmente: mi fai un pompino, ti accarezzo nelle parti intime o, se pensi di poterlo fare, anche incularti. Poi sono aperto ad altri giochi o a soddisfare i tuoi desideri. I giochi di ruolo erotici mi piacciono molto. -
- Si, è proprio quello che cerco. Infatti mi piacerebbe dovermi spogliare e restare nudo mentre mi chiedi di fare delle cose e, se mi tocchi mentre le faccio, sarebbe proprio il massimo. Mi intrigherebbe molto anche guardare dei video porno seduto sopra di te a gambe larghe e mentre sono così potresti approfittare per mettermelo. Ti dico però che sono tanti anni che non faccio più sesso, anche se mi avevano insegnato a fare tutto. Quindi sono un po’ indeciso perché non so se sono ancora capace o… aperto. Magari potremmo provare piano piano. Che ne dici? -
- Va benissimo. Quello che dici mi piace e mi eccita. Me lo hai fatto diventare duro solo a leggerti. Ti mando una foto così vedi come sono. Ho oscurato solo la faccia. Posso chiederti da quanto non fai sesso? -
- Si, sei proprio la persona che cercavo. Ti mando una foto anch’io, spero di andarti bene. Come vedi sono piuttosto magrolino. Non faccio sesso da quasi 25 anni. Per tutta una serie di motivi quando ho smesso non ho più potuto farlo e poi non ho cercato. Ma adesso è da parecchi mesi che ne avrei proprio voglia. Posso chiederti se sei sposato? -
- Si, hai un corpo fantastico, avrei proprio voglia di averti qui adesso. Se ti va ci si può vedere anche domani. Sono libero dal primo pomeriggio. Che ne dici? Mi hai incuriosito quando hai scritto da quanto tempo non fai sesso. Ma davvero non hai fatto sesso per tutti questi anni? Ma, toglimi una curiosità. Mi hai detto che hai 37 anni, è giusto? Perché allora vuol dire che hai smesso di farlo quando ne avevi dodici??? Per la tua domanda: no, sono divorziato, da quasi dieci anni e, come ti ho detto, vivo da solo. --
- Domani finisco di lavorare alle due e per le quattro potrei venire da te. Si, ho 37 anni e non faccio sesso in tutti i sensi proprio da 25 anni. Non lo ho mai fatto con una donna, solo con un uomo. E quando è successo ero piccolo. Quando avevo proprio 12 anni. Per un certo periodo alla fine della scuola sono andato a casa di mio zio, il fratello di mia mamma, perché i miei genitori lavoravano e non sapevano a chi lasciarmi. Non so cosa avevo per la testa in quel periodo ma mi piaceva provocare lo zio con il mio corpo. Mi ero accorto che la cosa lo imbarazzava moltissimo, pensa che diventava anche rosso in viso, ma ero certo che gli piacesse. Così cominciai a spogliandomi nudo quando entrava nella stanza dove facevo i compiti magari con la scusa di dovermi cambiare o gli chiedevo di fare la doccia perché ero sudato e poi lo chiamavo in bagno perché non avevo l’accappatoio e quando lui entrava io uscivo dalla doccia. Di solito lui girava la testa e usciva ma un giorno, proprio dopo una doccia è rimasto a guardarmi. In seguito mi ha detto che gli piaceva tanto vedermi nudo e che se lo avessi fatto mi avrebbe dato anche una paghetta. Non so perché ma ho cominciato a farlo ed è diventata una cosa normale. Quando arrivavo da lui mi spogliavo e giravo sempre nudo per casa. Poi, un po’ alla volta, ho provato a toccarlo proprio li, accorgendomi di come avesse il pene duro. Per un po’ mi ha allontanato ma poi ha cominciato a sfiorarmi pure lui, quindi ad accarezzarmi e, in seguito alle mie continue richieste di vederlo nudo, alla fine si è spogliato davanti a me. E da quel momento tra di noi c’è stato un crescendo di… oscenità. Ma quello che chiedeva e voleva provare ero sempre io mentre lui, quasi pudicamente, cercava di lasciar perdere, anche se non ci riusciva per le mie insistenze e quasi accettava passivamente di soddisfare tutte le mie richieste. E, ti assicuro, le mie “voglie” erano sempre più sconce. Un po’ alla volta abbiamo cominciato a masturbarci reciprocamente, prima con le mani e poi ho voluto usare anche la bocca e lo ho trascinato sempre più avanti fino al giorno in cui, come avevo visto fare a mamma, gli ho chiesto di incularmi. Sai,a me piaceva andare a guardare di nascosto come facevano l’amore i miei genitori. Mi incuriosiva e mi intrigava tantissimo guardare quel coso che la mamma faceva di tutto per far diventare duro e per poi farselo mettere dentro. Avevo occhi quasi sempre per papà... Ma quando ero da lui non facevamo solo sesso, mi faceva fare di tutto, sistemare la casa, fare i compiti, vedere film, ballare, sfilare per lui e tanto altro e spero di poter fare questo anche con te. Quando la scuola è finita ho cominciato ad andare ancora più spesso da lui fino a quando i miei mi hanno detto che non dovevo più farlo. Non ho mai saputo se avevano scoperto qualcosa ma da quel giorno ho visto solo pochissime volte lo zio e ho dovuto smettere di frequentarlo. Mi mancava moltissimo ma i miei mi controllavano e non sono mai riuscito ad andare a trovarlo di nascosto. Pochi mesi dopo è andato ad abitare lontano e praticamente non ci siamo più visti. Io non lo ho più cercato e nemmeno lui. Lo ho rivisto parecchi anni dopo ma è stato come non fosse successo niente tra noi. Scusa, credo di aver esagerato con la tastiera. Non sono qui per scrivere mail ma per fare sesso.-
- Cazzo che storia! E adesso ti è tornata la voglia. Sai che mi hai eccitato tantissimo con quello che hai scritto. Non vedo l’ora di vederti. Cercherò di essere un bravo… zio. Si, domani alle 16 ti aspetto. Ti lascio l’indirizzo e il telefonino. A domani. -
- Perfetto, arriverò puntuale… zio. -
Valentino suonò esattamente alle sedici e Antonio aprì subito e si trovò davanti più che un uomo di trentasette anni un bel ragazzo che, dall’aspetto, sembrava molto più giovane: “ciao! Ben arrivato.”
“Ciao.”
“Hai trovato facilmente?”
“Si, si, con il navigatore… è facile arrivare.”
“Certo che sembri assai più giovane degli anni che hai.”
“Grazie. Sarà perché sono piccolo.”
Rise: “vuoi bere qualcosa?”
“Si, grazie.”
“Un caffè?”
“Si, perfetto!”
“Siediti.”
Mentre iniziò a inserire le cialde nella macchinetta continuarono a parlare: “e così hai cominciato proprio da piccolino.”
“Si.”
“Anch’io, ma ne avevo già quattordici. Lui ne aveva diciotto e si era innamorato di me. Ha tanto fatto fin che è riuscito a succhiarmelo e poi a farsi scopare. E’ durato parecchio. Voleva che facessi sesso con lui in continuazione. Quando ero solo a casa veniva a trovarmi e si abbassava subito i pantaloni. Non pensava che a farselo mettere, sempre. Voleva essere scopato in continuazione. Pensa che a volte lo facessimo anche per strada, in posti appena appena nascosti. Ma ero spaventatissimo che qualcuno si accorgesse di cosa facevamo.”
“Io no, non ero spaventato perché era proprio quello che volevo e poi sapevo benissimo che quello era e doveva restare un segreto tra me e lo zio e non avrebbe potuto scoprirlo nessuno.”
“Zucchero?”
“Si, due, grazie.”
Sorseggiarono il caffè e poi Antonio iniziò a chiedergli di spogliarsi: “ti voglio proprio vedere nudo. Nella foto eri splendido.”
Anche se emozionato e molto insicuro cercò di non farlo notare e, dopo essersi alzato, anche se con un po’ di impaccio si tolse tutto restando proprio come mamma lo aveva fatto davanti a quello sconosciuto.
“Cazzo! Sei ancora più bello della foto. Complimenti! Ma ti depili?”
“Grazie. No, ho proprio pochi peli di mio, quasi tutti solo sulle gambe.”
La grande mano dell’uomo gli si appoggiò sul petto iniziando ad accarezzarlo e scendendo lentamente sulla pancia piatta e quindi sul gluteo.
“Sei morbidissimo e liscio. Hai una pelle fantastica.”
Si spostò quindi sul pene che era completamente eretto e durissimo.
“Ti sei già eccitato? Mi piace. Mi piaci proprio. Mi sa che ci divertiremo insieme.”
“Si, mi succedeva anche da bambino, quando ero nudo lo avevo sempre duro. Da quando mi spogliavo a quando mi rivestivo...”
“Proprio un bel cazzo. Ne grande ne piccolo, giusto. E poi è bello. E’ proprio bello da vedere. Che dici, cominciamo a fare qualcosa?”
Annuì mentre Antonio prese un indumento: “mettiti questo.”
“E’ un grembiulino da donna!”
“Si, mi piace. Dai, indossalo.”
Ci mise poco. Il capo gli copriva parte del petto terminando poco sotto il sesso e lasciando quasi completamente scoperta la schiena e il sedere. Da notare anche come l’erezione spingesse in fuori la parte bassa del grembiule.
“Non mi ero mai messo una cosa da donna.”
“Mai?”
“No.”
“Neanche delle calze?”
“No.”
“Allora metti anche queste.”
Gli allungò delle autoreggenti nere a rete che infilò con una certa difficoltà.
Appena fu pronto lo guardò con molta attenzione rimanendone soddisfatto.
“Si, così mi piaci ancora di più però quel cazzo che si vede così non è nel posto giusto.”
Andò in camera e tornò quasi subito con un perizoma quasi trasparente e ricamato e glielo porse.
Una volta indossato fece egregiamente il suo dovere facendo stare il pisello aderente al corpo e non facendo più notare l’erezione.
“Si, così sei perfetto! Che ne dici di cominciare a spolverare quella libreria?”
Valentino lo guardò sorpreso.
“Puoi usare questo scopino.”
Lo prese e si avviò verso il mobile.
“Aspetta! Ti mancano le scarpe. Che numero porti? Quarantuno?”
“Quaranta.”
Andò in un’altra stanza e ritornò con un paio di scarpe laccate nere con un bel tacco.
“Provale, dovrebbero andarti bene.”
Come le calzò si ritrovò più alto di una decina di centimetri.
“Prova a camminare.”
Con attenzione iniziò a muoversi con un andamento assai incerto.
“Dovrai farci un po’ di pratica ma va già bene. Quando cammini cerca di sculettare, magari metti i piedi uno davanti all’altro… Aiuta a muovere il culo.”
Lo fece e Antonio ne fu soddisfatto.
“Va bene, adesso spolvera. Mentre lo fai puoi sempre muovere un po’ il culo, mi piace. Magari ti puoi anche piegare in avanti così lo tieni anche in fuori.”
Iniziò a darsi da fare secondo quelle indicazioni facendo contento il suo ospite che non si perdeva un attimo di quello spettacolo.
Anche Valentino si sentì appagato e nella sua mente riaffiorarono vaghi ma piacevoli ricordi dello zio che lo faceva salire su una scaletta proprio per spolverare e, mentre era in quella posizione l’uomo lo aiutava a non sbilanciarsi tenendogli una mano sotto il culo e spingendo il pollice nel buchetto per tutto il tempo. Era da tanto che non ripensava a quei momenti e ne rimase contento.
Antonio lo lasciò fare a lungo prima di chiedergli di fermarsi e di avvicinarsi a lui.
“Va bene, basta così, adesso vieni qui.”
Come si girò notò che, pur essendo sempre rimasto seduto sulla poltrona, adesso aveva la cerniera aperta e il pisello completamente duro che usciva prepotentemente sai pantaloni.
“Sei stato bravo, me lo hai fatto venire duro. Il tuo? Ancora duro?”
Allungò la mano sotto il grembiulino trovandolo perfettamente eretto.
“Bravo. Sei sempre in tiro.”
“Cammina. Mettiti a camminare. Voglio vedere come muovi il culo quando cammini.”
Iniziò a spostarsi per la stanza cercando di ancheggiare e ci riuscì. Antonio lo lasciò fare per un po’ quindi si alzò e gli ordinò di spogliarlo.
“Così mi vedi dal vero. Ma sono proprio come nella foto.”
Le dita di Valentino aprirono i bottoni della camicia, poi lo aiutò a toglierla, quindi si piegò per sfilare pantaloni e calze e infine gli abbassò gli slip.
“Ti piace?”
Mosse la testa in modo affermativo con lo sguardo fisso sul pene. Da quella volta ne ne aveva mai più visto uno dal vero, oltre il suo, e nella mente gli affiorarono tanti altri ricordi. Nonostante quell’uomo fosse messo assai bene, nella sua immaginazione ricordava delle dimensioni assai più generose. Antonio vedendolo così assorto pensò proprio il contrario e: “ti sembra troppo grande? E’ troppo grosso?”
“No, no… e che mi pareva che lo zio...” ma si interruppe.
“Che lo zio?” lo incalzò.
“Beh… Si… Che quello dello zio fosse molto più grosso e lungo...”
L’uomo rimase per un attimo stupito poi replicò: “sono una ventina di centimetri e hai visto quanto è grosso? Ma tuo zio cosa aveva? Un cannone?” e rise.
“No, forse è solo che me lo ricordo tanto grande perché io ero piccolo...”
“Può essere. Ma adesso? Ti va bene? Vuoi che continuiamo? Ti va?”
“Si, si!” si affrettò a rispondere perché quello che stavano facendo gli stava piacendo tantissimo.
“Va bene. Visto che sei stato così bravo che ne dici se adesso ci vediamo anche un bel film come facevi con lo zio. Mi hai scritto che ti piaceva tanto...”
Mentre rispose affermativamente ebbe un altro flash nella memoria e si rivide salire sopra lo zio che lo afferrava sotto le ascelle per aiutarlo a sollevarsi mentre lui allargava più che poteva le cosce e cercava si tenersi appoggiando le mani e le gambe sui braccioli della poltrona. Ricordò anche come, dopo aver afferrato quel grosso bastone con una mano lo indirizzava sul buchino e quindi si lasciava andare verso il basso per sentirlo scendere lentamente fino a farlo penetrare completamente. Di solito lo zio si godeva quel momento a lungo, assaporando il piacere che gli provocava unitamente alle carezze che gli faceva finché, sollecitato dai vari: “mi tocchi? Me lo tocchi zio?” gli afferrava il pisellino che era sempre durissimo e iniziava a masturbarlo e, contemporaneamente, ripetutamente invitato dal nipote: “dai zio, comincia. Fammi fare cavallina! Inizia a muoverti… fammi andare al galoppo… dai zio… comincia… ”, a farlo cavalcare sopra di lui.
Però, mentre questi ricordi dolci e piacevoli riempirono la testa di Valentino, un brusco: “ti va?” lo richiamò al presente e, sorridendo per la visione appena svanita, rispose di si.
Antonio trafficò un po’ con il telecomando poi fatto partire sul grande schermo un porno si sistemò sulla poltrona chiedendo a Valentino di sedersi sopra di lui.
Lo fece subito mentre l’altro, tenendo con la mano il cazzo perfettamente verticale, lo invitò a sedersi sopra. Si tolse le scarpe che con quei tacchi lo rendevano goffo ed impacciato e, come aveva fatto decine e decine di volte anni prima, si accomodò, accorgendosi come adesso fosse tutto più facile. Si appoggiò con il buchetto su quel palo assai peloso alla base e si lasciò scendere lentamente cercando di capire cosa avrebbe provato ma entrambi si resero conto quasi subito che serviva lubrificare il culetto che da troppo tempo non era più abituato ad allargasi per far entrare un ospite.
“Nel cassetto c’è il gel, è quel tubo giallo.”
Anche se non lo aveva mai fatto sapeva come usarlo e dopo averne preso un poco se lo spalmò per bene, mettendone anche dell’altro sul grosso cazzo che era li ad aspettarlo.
Poco dopo ci riprovarono ma anche questa volta l’ingresso, pur facilitato, si dimostrò faticoso e per Valentino perfino doloroso. Però non volle farlo nemmeno capire e, pur facendo delle smorfie per il fastidio, si lasciò sfuggire solo qualche lamento che Antonio scambiò per gemiti di piacere.
“Lo senti come entra?”
“Si.”
“Va bene, va bene così, continua a scendere piano, anche più piano se vuoi.”
E così fece, lasciandosi aprire da quel grosso palo che lentamente gli scivolò completamente dentro.
Valentino si sporse in avanti e spostò il grembiulino per cercare di vedere come il cazzo dell’uomo sparisse dentro di lui e alla fine provò a sentire con la mano quanto ne era rimasto fuori, quasi meravigliandosi che fosse penetrato completamente anche se lo sentiva tutto, percepiva quell’ingombrante presenza che lo stava riempiendo e slargando. Non sapeva definire se la cosa gli desse fastidio, gli facesse un pochino di male o se soltanto lo stesse stimolando nel profondo. In ogni caso provava una strana sensazione, decisamente nuova, diversa da quella che ricordava.
“Bravo, lo hai preso tutto. Si vede che non ti sei dimenticato di come si fa.” Quindi, improvvisamente, esplose in un: “guarda! Guarda, sono nella nostra stessa posizione.”
Infatti nel video c’erano due ragazzi che stavano scopando proprio come loro.
“Adesso inizio a farti saltare. Sei pronto?”
“Si, ma non troppo forte...”
Antonio cominciò a muovere il bacino facendo muovere il suo pisello, anche se solo di pochi centimetri mentre Valentino scoprì come quanto aveva provato poco prima stava aumentando: quelle sensazioni strane cominciarono a diventare molto più forti iniziando a scuoterlo da dentro in tutto il basso ventre, sia davanti che dietro. Più l’uomo si muoveva e più lo stimolo profondo cresceva e il tutto continuò con una sequenza via via più accelerata finché non cominciò a diventare quasi insopportabile e quell’iniziale effetto indefinito si trasformò in puro piacere che crebbe a dismisura dandogli perfino l’impressione che il suo cazzo, duro come una pietra gli stesse per scoppiare… dall’interno. E proprio in quel momento capì che non era più in grado di trattenersi e rilassò tutti i muscoli che erano rimasti tesi allo spasimo e vide che dalla punta della cappella iniziarono ad uscire delle goccioline luccicanti che aumentarono fino a trasformarsi in un’involontaria pioggerellina che bagnò le gambe dell’uomo e la poltrona stessa.
Per un attimo si sentì in profondo imbarazzo per quanto stava facendo, anche se non era in grado di controllarlo ma poi fu nuovamente sopraffatto da quel violento orgasmo e se ne dimenticò. Chiuse gli occhi e continuò a godere per quanto gli stava facendo, incurante che il suo sesso continuasse a sgocciolare. E, con il fiato corto e affannato, gli urletti che gli scappavano, e con alcune frasi che pronunciava quasi senza accorgersene come: “ancora zio! Ancora!” o: “ti piace zio?” oppure: “sono bravo zio? Sono bravo?” ma anche dei “Dai, toccami! Prendilo in mano… stringilo. Ti prego, toccami...” continuò a saltare sopra Antonio.
Ed anche quando, improvvisamente, tutto si fermò, non smise di godere anche se quel voluminoso nerbo, pur restando completamente piantato dentro di lui, non si muoveva più.
Restarono stretti e in silenzio in quella posizione per parecchi minuti, entrambi incapaci di muoversi quindi, anche se lentamente, si accorse che pure il suo partner stava grugnendo e, come lui, respirava a fatica.
“Dio! Dio mio che scopata! Ma davvero pensavi che fossi tuo zio?”
Valentino quasi non capì quella domanda, non ricordando nemmeno quanto aveva detto mentre era in preda a quel lunghissimo orgasmo e l’uomo dovette perfino spiegarglielo e, incurante del suo grande imbarazzo, decise perfino di insistere: “ma tuo zio ti forzava ad avere rapporti? Da quanto dicevi non si capiva...”
“Sai, non so perché, forse per quanto vedevo fare a mamma e papà ma quello dei due che ha forzato l’altro, anche se potrà sembrarti assurdo, non è stato lo zio ma… io.”
Seguirono dei momenti di silenzio poi: “dai, alzati ma non spostarti. Piegati in avanti e allarga il culo con le mani. Voglio vedere la sborra che ti esce… Spingi, spingi un po’ che non viene fuori niente...”
Un’abbondante colata biancastra cominciò a scendere dal buchetto per poi cadere in basso sopra la pancia dell’uomo che la osservò felice, annusando anche quel deciso odore di sperma che iniziò a diffondersi nella stanza
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