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OBBEDIENZA... ANALE


di RedTales
24.02.2015    |    22.130    |    2 8.2
"Guardai il padrone e vidi che si era completamente spogliato ed era in piena erezione..."
Anche questa volta mi aveva chiamato con poco anticipo e aveva preteso che ci fossi. Chiaramente senza dirmi assolutamente nient'altro.
E io, ovviamente, c'ero andato.
Come sempre mi aveva lasciato la porta socchiusa e lui mi stava aspettando seduto sul divano.
Appena lo ebbi salutato mi disse che oggi aveva una grossa sorpresa per me. Oggi sarei stato io a decidere tutto quello che volevo fare. Voleva vedere come me la cavavo a... dare ordini.
Non feci in tempo a mettere a fuoco la situazione che chiamò Cesare che uscì dalla camera, dove stava aspettando. Era un ragazzone massiccio. Forse aveva venticinque anni, forse qualcuno in più. Era alto, almeno un metro e ottantacinque e possente, come un giocatore di rugby. Spalle larghe, petto ampio. Mi sorrise un po' impacciato prima di salutarmi. Risposi.
Lui disse in modo brusco che io potevo decidere di fare quello che volevo e che Cesare doveva obbedire e fare e... farsi fare tutto quello che io avrei desiderato.
Restai fermo a guardarlo poi, invitato nuovamente ad agire, gli chiesi, anzi gli ordinai, di togliersi la maglietta. Accidenti che fisico. Era molto muscoloso e la famosa tartaruga era ben scolpita sulla pancia.
Mi avvicinai e lo toccai mentre lo ammiravo. La pelle era liscia e lucida. Praticamente quasi senza peli. Gli girai intorno. Anche le spalle che percorsi con la mano erano bellissime. Quando scesi con la mano sui fianchi lui ebbe un brivido.
Presi una sedia e mi sedetti davanti a lui dicendogli di spogliarsi completamente.
Lo fece subito: scarpe, jeans, calze, slip. Ora era completamente nudo. Se finora il fisico era prestante, adesso era stupendo. E non era solo modellato meravigliosamente nei muscoli, anche la dotazione sembrava di primo... livello. Fianchi stretti, spalle larghe, braccia e cosce muscolose e, tra le gambe, un arnese che sembrava promettere...
Gli ordinai di avvicinarsi e lui fece due passi verso di me, sempre sorridendo. Adesso il suo cazzo era davanti a me. Era proprio grosso e bello lungo. Appena incorniciato da poco pelo molto chiaro. Forse diradato e tagliato, ma veramente bene. Era perfettamente rovesciato in avanti al centro delle palle.
Allungai una mano e lo afferrai. Era bello e la sensazione di stringerlo nella mano era piacevole. Lui continuava a guardarmi e sorrideva ancora. In basso i testicoli erano perfettamente ovali e belli grossi. La pelle che li ricopriva era molto tesa e il tutto formava un sacchetto duro e turgido. Invitante. Non riuscivo a resistere e, tenendo il pene sollevato con indice e pollice, accarezzai quel meraviglioso pacco con l'altra mano. Era completamente glabro e sembrava vellutato. Non seppi proprio trattenermi e vi appoggiai le labbra sopra per poi cominciare a leccarlo, partendo dal basso per risalire fino all'attaccatura del pene. Lui ebbe uno spasmo scostandosi all'indietro di alcuni centimetri. Gli piaceva, e tanto! Ripresi l'uccello che mi era sfuggito dalle dita e ricominciai a leccarlo. Ad ogni passaggio tremava. E io continuavo. Portavo la lingua sotto le palle, sempre dure e sode e risalivo fino all'attaccatura del pene. Provai anche a infilarmele in bocca, ma erano troppo grosse e non ci riusci. Intanto tra le dita il suo bastone si stava inturgidendo. Così, al passaggio successivo non mi fermai e proseguii facendo arrivare la lingua fino al glande. Dopo altri due passaggi non servivano più le dita. Quel grosso arnese era perfettamente... autoportante. Dritto, duro e spettacolare. Era un gran bel cazzo, grosso e lungo, ma soprattutto aveva una forma perfetta. Sembra stupido ma potrei dire che ero innamorato di quel cazzo, tanto era bello.
Lui era sempre seduto sul divano e ci guardava.
Cominciai a leccare il frenulo ottenendo, ora, anche dei gemiti da quel ragazzone che apprezzava il mio lavoretto. Poi lo strinsi nel pugno, ma era così grosso che non riuscivo a far toccare il pollice con il medio. Lo masturbai un po' vedendolo agitarsi ancora di più.
"Così lo farai venire e poi il gioco finisce" ringhiò dal divano. "Lascia perdere quel cazzo, lui è solo un culo in cui sborrare!" Tolsi la mano e guardai di nuovo quell'affare. Dalle palle alla punta era più del mio palmo aperto. Venti, forse ventitré centimetri di pura bellezza.
Già immaginavo di... sentirmelo tutto dentro...
Gli dissi di girarsi e lui, sempre sorridendo obbedì. Il culo era altrettanto bello. Sodo, sporgente, tondo come se fosse stato fatto con un compasso. Lo accarezzai, liscio e morbido, perfettamente depilato. Non c'era alcuna traccia di peli. Gli dissi di piegarsi in avanti e di allargare le gambe. Appoggiando le mani sulle ginocchia esegui, lasciandomi ammirare lo spettacolo del suo sfintere. Come allargai le chiappe anche la fessura si allargò. Ci appoggiai contro la punta dell'indice e, cominciai a girarci attorno in una leggera carezza. Il ragazzo non si mosse, forse non lo eccitava. Spingendo dolcemente, lo penetrai tutto.
Era un canale ben... esercitato. Sfilai il dito e provai con indice e medio. Sparirono dentro di lui pure queste.
A me, però, quello che interessava di più era... sentire quel bel paletto nel mio culo. Forse sarebbe durato poco, ma almeno per un po' avrei provato una grande soddisfazione.
Dissi ad alta voce cosa volevo fare e poi lo presi, afferrandolo con la mano proprio per quel bel paletto e lo portai in camera. Lo feci sdraiare a pancia in su e mi spogliai velocemente. Lui, intanto si era spostato di qua e si era seduto sul divanetto a fianco del letto. Evidentemente non voleva perdersi un solo secondo di quanto stavamo facendo.
Aprii il cassetto per prendere crema e preservativi.
“Puoi farne a meno, è sano e certificato, te lo assicuro”. Gli spalmai un po' di crema sul cazzo che era perfettamente in tiro e dopo averlo scavalcato con le gambe me lo infilai per bene dentro.
Meraviglioso. Inginocchiato sopra di lui cominciai a muovermi vedendolo contorcersi per il piacere. Non so se piaceva di più a lui o a me. Io, di certo, lo sentivo dappertutto. Ah! Come se lo sentivo. Lui, poi, non faceva altro che dimenarsi, facendomi piacere ancora di più il tutto.
Purtroppo durò poco. Urlando di piacere, in modo liberatorio, mi sbrodolò dentro più volte. Sembrava impazzito. Gridava, si dimenava, era paonazzo in volto. Finalmente, però, non c'era più quel sorrisetto che aveva incollato sul viso da quando lo avevo visto. Io continuavo ad andare su e giù e lui continuava ad agitarsi. Stranamente non aveva detto e non diceva alcuna parola. Godeva, mugolava e basta. A me piaceva, ma non troppo. Ancora una decina di colpi e il suo arnese scivolò fuori. Provai a infilarmelo di nuovo aiutandolo con la mano, ma non riusciva più ad entrare. Peccato era già finito. Mi alzai, gli presi l'affare in mano e mi resi conto che, pur essendo rimasto bello lungo era completamente... molliccio.
“E lo fa sempre, appena lo ecciti un po' viene e poi quel cazzo non ti serve più a nulla” intervenne lui. “Scommetto che ti è rimasta la voglia?”
Era vero, mi stavo appena cominciando ad eccitare ma il tutto si era interrotto sul più bello. Guardai il padrone e vidi che si era completamente spogliato ed era in piena erezione.
Mi avvicinai e gli passai le mani sul petto villoso. Adoravo accarezzare quella... foresta. Mi scostò e mi ordinò di mettermi alla pecorina sul bordo del letto. Lo feci subito. Sapevo cosa mi avrebbe fatto e ne ero felice. Disse anche a lui di fare la stessa cosa e di sistemarsi al mio fianco. Adesso eravamo spalla a spalla, con la testa sul letto e il culetto bello in alto. Girai la testa per guardare Cesare che aveva di nuovo il suo sorrisetto stampato sulle labbra.
Perfetto! Mi stava puntando e... ecco il mio culo di nuovo pieno. Questa volta sarebbe stato bellissimo, come sempre. Era lui a scoparmi e lui ci sa fare. Ma tanto. Mi portò vicino all'orgasmo ma, proprio sul più bello si sfilò per dispensare il suo bastone all'altro ragazzo che, invece di apprezzarlo, fece una smorfia e ansimò come se la cosa non gli piacesse. Poi cominciò ad oscillare avanti e indietro sotto i colpi del padrone che se lo stava scopando alla grande. Magari avesse continuato con me!
Dopo averlo sbattuto ancora un poco cominciò a giocare con i nostri culi. Entrava ed usciva da tutti e due, alternandoli. Non era granché. Mi piaceva solo appena entrava, ma ci stava così poco che non mi procurava alcun piacere, anche se lui sembrava divertirsi. Cesare aveva il viso tirato. Evidentemente non gradiva troppo quel bel cazzone nel culo. Ad un certo punto mi afferrò la mano e me la strinse forte forte.
Il padrone continuò quel gioco per un bel po' fino a che non venne nel suo culo, lasciandomi a... bocca o, meglio, a culo asciutto.
Come sempre, una volta soddisfatte le sue voglie, mi liquidò bruscamente. Senza dire quasi niente. Mi alzai, guardai l'altro ragazzo ancora pecoroni sul letto. Dal culo gli colava una bella crema bianca. Mi rivestii. Questa volta non ero molto soddisfatto. Era stato abbastanza eccitante ma non avevo goduto come quando lui è tutto per me...
Prima di uscire dalla stanza volevo salutare Cesare, ma non lo feci perché lui gli aveva messo il cazzo in bocca e si stava facendo fare un pompino. Uscii in silenzio. Chissà quando mi avrebbe chiamato la prossima volta.
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