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QUANDO IL SOGNO SUPERA LA REALTÀ


di RedTales
29.11.2022    |    12.985    |    17 8.9
"Sentivo i cazzi nel culo come sento il tuo…” “Solo un brutto sogno..."
“Basta! Basta! Non ce la faccio più. Basta! No! Non lo voglio ancora in culo. Mi avete sfondato. Basta! Bas…”
E in quel momento Giulio si svegliò in un bagno di sudore ritrovando il viso di Valerio davanti al suo.
“Giulio! Giulio! Che succede? Ti eri addormentato?”
“Ah! Non so… Sì, credo di sì. Un sogno. Ho fatto un brutto sogno.”
“Brutto brutto?”
“Sì, stringimi, ti prego stringimi. Ti voglio sentire vicino…”
Il suo compagno lo abbracciò forte baciandolo teneramente sul collo mentre Giulio iniziò a raccontare…

Ero solo, su una spiaggia bellissima. La sabbia era bianca, il mare blu intenso e il cielo azzurro. Giacevo su un lastricato di legno e prendevo il sole. Ero nudo.
“Ciao! Tutto solo? Ti va un cazzo?”
Aprii gli occhi e vidi sopra di me un uomo di mezz’età, nudo anche lui. Agitava con la mano un grosso pene che appariva durissimo.
“Se lo vuoi è tutto tuo.”
Guardai dal basso quella verga e sorridendo risposi: “mi piacerebbe assaggiarlo in bocca.”
Senza darmi il tempo di rialzarmi quell’uomo, grosso e robusto, mi si mise sopra e mi spinse fino in gola il suo membro e cominciò a scoparmi. Sorpreso e sopraffatto provai a spostarmi ma il suo peso mi bloccava e dovetti lasciarlo fare. Cominciai a tossire e provai un senso di soffocamento fin quando non mi riempì la gola con la sua crema. A quel punto si rialzò dicendo che ero stato bravo e… si allontanò in fretta fino a sparire.
Mi sollevai mettendomi a sedere, sputai quello che non era sceso e guardando in giro mi accorsi che ero di nuovo solo. Tutt’intorno a me non c’era nessuno. Ripresi fiato, tornai a distendermi e socchiusi ancora gli occhi.
Appena li ebbi chiusi un’altra voce cupa e roca mi fece sussultare: “ma che bella puttanella. Ti piace abbronzarti? Sei una troietta, vero?”
Questa volta, con un guizzo, mi alzai di scatto, trovandomi davanti un uomo abbronzatissimo, completamente coperto da un fitto pelo nero e, anche lui, nudo.
Gli occhi mi caddero proprio lì perché il suo sesso era mostruoso, il più grosso e lungo che avessi mai visto.
“Mh! Ti piace? Lo vuoi?”
Provai a parlare ma prima che potessi farlo mi afferrò per un braccio, mi girò e, messosi dietro di me, con precisi movimenti iniziò a penetrarmi.
“Aspetta, aspetta. Fai piano. Mi fa male. È troppo grosso. Non ho mai preso un cazzo così. No. Nooo, ti prego. Ahhh!”
Gridai, gridai forte perché, tenendomi stretto si spinse completamente dentro e provai una fitta terribile e la sensazione di essere sfondato. Cercai di divincolarmi ma mi bloccava. Pur continuando a lamentarmi, dovetti aspettare che anche questo secondo uomo terminasse di soddisfare le sue voglie prima di ritrovarmi libero. Come mi lasciò caddi in ginocchio per il forte dolore e, da quella posizione, lo vidi allontanarsi con passo deciso finché sparì all’orizzonte della spiaggia.
E, proprio in quell’istante scomparve anche il dolore e, nella completa solitudine di quello splendido luogo, per la terza volta mi distesi sulle tavole. Guardai tutto intorno e, certo di essere davvero solo, provai a rilassarmi e ben presto mi assopii.
Degli scrosci caldi mi svegliarono di soprassalto e, aprendo gli occhi, vidi cinque zampilli che uscivano da altrettanti cazzi.
La pioggia dorata mi arrivò dappertutto e, come provai ad alzarmi per evitarla mi accorsi che altri due mi stavano tenendo polsi e caviglie lasciandomi bloccato in quella posizione.
Aprii la bocca per chiedere loro di smettere ma appena lo feci il liquido me la riempì impedendomi di proferire parola. Continuarono a pisciarmi addosso per tanto, come se fossero delle fontane e, quando smise di uscire anche l’ultima goccia, si allontanarono. Sparirono pure i due che mi avevano tenuto fermo. Mi sembrò impossibile che non ci fossero più ma la faccia ed il corpo bagnato e quanto continuò a sgocciolare dai capelli mi confermò che tutto era reale.
Provai a spostarmi camminando avanti e indietro per un po’ ma il luogo, fin dove il mio sguardo poteva arrivare, restava sempre deserto e, ormai completamente asciutto, ritornai nuovamente a stendermi.
Cercai di restare sull’allerta ma non successe nulla e così mi abbandonai ai piaceri di Morfeo fin quando non percepii un indistinto brusio tutto intorno e, come sollevai le palpebre, mi accorsi che ero circondato da un gran numero di maschi. Mi fissavano tutti, agitando con le mani i loro cazzi. Rimasi attonito ed incapace di muovermi e, con un filo di voce, chiesi: “cosa volete?”
Mi risposero quasi in coro: “scoparti. Vogliamo scoparti.”
Urlai un immenso “nooooo!” proprio mentre decine di mani mi sollevarono. Mi trovai così sospeso ad un metro da terra con la schiena parallela al suolo, la faccia rivolta verso tutta quella gente e con le gambe divaricate e alzate verso l’alto.
Era evidente che mi stavano tenendo nella miglior posizione possibile per potermi scopare e non potevo fare nulla per impedirlo. Un attimo dopo uno di loro si infilò tra le gambe e sorridendomi mi prese in un attimo cominciando a sbattermi con decisione. Percepii il suo duro bastone ben piantato nella pancia e, quasi subito, cominciò a piacermi tantissimo. Uscì che non aveva ancora finito di schizzare e fu sostituito da un altro che prolungò il mio piacere. Mi resi conto che i primi furono abbastanza rapidi nel raggiungere il traguardo ma dal quinto in poi persi la cognizione del tempo abbandonandomi completamente a quell’immenso piacere che mi fece letteralmente volare ed impazzire. Anche tutte le mani che sentivo sul corpo e che mi sostenevano, toccavano, strizzavano, accarezzavano, contribuirono a quello stato di assoluto piacere che mi aveva pervaso facendomi perdere il senso della realtà.
Continuarono per ore mentre, ormai completamente perso tra le braccia del Dio del Piacere non riuscivo che a sbavare, mugolare e fremere anche se, nei rari momenti di lucidità, pensavo solo a come dovesse essere il mio culo… fin quando, in un altro momento di consapevolezza, vedendo ancora così tanti cazzi desiderosi di sfondarmi provai a chiedere una pausa. Poiché la richiesta suscitò una sonora risata collettiva mi misi ad urlare: “basta! Basta! Non ce la faccio più. Basta! No! Non lo voglio ancora in culo. Mi avete sfondato. Basta! Bas…”

“Dio! Ma è terribile! Ma come hai fatto a sognare cose così orribili amore…”
“Sì, atroce e altrettanto reale. Mi è sembrato di vivere davvero il sogno. Era tutto… fisico. Sentivo i cazzi nel culo come sento il tuo…”
“Solo un brutto sogno. È passato. È passato.”
Valerio lo strinse ancora più forte accarezzandolo e le loro bocche si fusero in un dolcissimo bacio improvvisamente interrotto da un: “scusa, scusa, devo andare in bagno, mi sento bagnato dietro.”
Giulio si alzò e allungò una mano per toccarsi e, passando le dita nel solco tra i glutei, le ritrovò completamente impiastricciate e, incredulo, si girò a guardare Valerio. Lo vide fissare sbigottito l’enorme macchia biancastra circondata da aloni giallicci che insudiciava il lenzuolo proprio dove era stato appoggiato fino a quel momento il suo culo...
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