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PAPI, UN GIOCO A DUE


di RedTales
25.08.2017    |    21.402    |    10 9.5
"Quando trovava il partner giusto questo era il “gioco” che preferiva..."
Lui era un bellissimo trentenne e adorava travestirsi. Il suo sogno era sempre quello di interpretare il ruolo della figlia al centro delle attenzioni di un padre decisamente porcello. Quando trovava il partner giusto questo era il “gioco” che preferiva. Ovviamente si adattava a molte altre situazioni perché non tutti entravano… nella parte. Quella volta Sandro si era dimostrato interessato e l’idea gli sembrò decisamente eccitante, così si era recato da Giulio, o meglio Giuly con la voglia di… giocare e non solo di fare sesso.
Appena la porta si aprì gli si presentò davanti una splendida ragazza, capelli castani lunghi, perfettamente truccata e fasciata in un abitino corto molto scollato con un vaporoso gonnellino che modellava il bel culetto lasciando vedere un desiderabile décolleté. E anche le gambe facevano bella mostra avvolte da calze nere velate.
Come richiuse l’uscio la mangiò letteralmente con gli occhi, in modo invadente ma che lei sembrò apprezzare.
“Ciao papi, sei tornato presto...” si era già calata nel ruolo e lui le tenne immediatamente il gioco.
“Ma come ti sei vestita? Sembri una troietta? Magari vuoi uscire di nuovo con quell’altra che
quando esce con te è più nuda che vestita.”
“Dai papi? Non è così… Non devo uscire.”
“Sarà, ma hai le gambe in bella vista e anche sopra non è che sia tanto diverso.”
“Papi! Oggi ci si veste così.”
“Si, si, sarà…”
“Hai visto ti ho riordinato la libreria.”
“Come riordinata?”
“Ho messo sulle mensole tutti quei libri che avevi lasciato fuori.”
“No! Stavo cercando di metterli con ordine e adesso è tutto da rifare!”
E, preso dalla rabbia, allungò uno sculaccione sul fondoschiena della ragazza.
”Ahi!”
“Così impari a fare danni! Come quando eri una ragazzina. Ricordi?”
“Si.”
“Ti mettevo sulle ginocchia, ti sollevavo la gonnellina...”
“Mi abbassavi le mutandine...”
“Si, e quando avevi il culetto al vento te lo facevo diventare rosso...”
“E dopo, quando mi vedevi imbronciata per farmi passare la “bua” mi facevi le carezzine con la crema.”
“Si...”
“E se ti dicevo che mi faceva male il buchino me lo massaggiavi con un dito… dappertutto. E se non passava ancora ti chiedevo di provare con il biscotto... e alla fine mi facevi leccare anche tutta la cremina...”
Era brava a suggerire la situazione e Sandro a capirla al volo e ad adattarla al momento.
“Ecco, visto che ti ricordi bene non fare più altre sciocchezze per oggi, se non rifacciamo come allora...”
“Si papi, starò attenta...”
“Mi dai un bicchiere d’acqua per favore?”
“Si, lo prendo subito.”
Sfortunatamente parte dell’acqua si rovesciò sui pantaloni di papi che lei cercò subito di asciugare, ma erano troppo inzuppati e... dovette toglierli. Anche gli slip erano bagnati e, seppur Giuly ci passò sopra un asciugamano non riuscì a rimediare: “scusa papi, mi sa che devi toglierli, li metto ad asciugare...”
Lui si alzò in piedi e lei, prontamente, gli sfilò l’indumento e riprese a passare l’asciugamani proprio li…
A bassa voce lo pregò di: “non punirmi. Non l’ho fatto apposta. Non mi sculacciare!”
Ma lui decise di mantenere la promessa fatta poco prima e, sedutosi su una sedia le ordinò di mettersi sulle sue ginocchia. Lei lo fece, continuando però a pregarlo di non sculacciarla. Le sollevò il vestito fin sulla schiena e poi, con attenzione le abbassò il collant alle ginocchia.
Davanti agli occhi aveva uno splendido culo e due meravigliose cosce.
Accarezzò entrambi notando quanto fossero lisci, morbidi, glabri e assestando subito un piccolo colpo che risuonò nella stanza in contemporanea con il lamento di lei.
“Ahi!”
“Questo per i libri!”
Appoggiò nuovamente la mano su un gluteo e iniziò ad accarezzarlo in modo circolare, come per trovare il posto migliore su cui assestare una seconda sculacciata che arrivò dopo poco in modo repentino e più forte di prima.
“Ahi! Mi hai fatto male!”
Non le rispose, limitandosi a massaggiarla dove l’aveva colpita per poi colpirla di nuovo. E, dopo ogni sculaccione il massaggino diventava più lungo e si allargava. Adorava accarezzare quella pelle così liscia ed era fantastico guardarle le gambe con le calze arrotolate e, ogni tanto, la mano scivolava lungo di loro, spostandosi anche all’interno coscia per poi rialzarsi bruscamente e… colpire ancora.
Vedere quel bel sederino diventare sempre più rosso gli dava una particolare eccitazione. D’altra parte Giuly non riusciva a trattenersi e, ad ogni carezza vibrava, vibrava come una corda tesa e, pur non facendolo, avrebbe voluto gridargli di continuare perché pure lei era eccitatissima. Ma la cosa era così percepibile che il gioco durò a lungo e certamente furono più le carezze di preparazione e il tempo dedicato a guardarla che i ceffoni assestati ma, alla fine, le due chiappette erano decisamente rosse.
Ad un certo punto Sandro le comunicò che la punizione era finita: “alzati e mettiti a posto! Che ti serva da lezione. Impara a comportarti...”
Lei si sollevò e, dandogli le spalle si piegò in avanti per far risalire il collant ma, maliziosamente, anche per “sbattergli” in faccia ancora il suo culetto arrossato. Inoltre non voleva fargli vedere il suo sesso, che, in quel momento, riteneva del tutto… irrilevante.
Si sistemò il corto vestito e poi gli si aggrappò addosso, come una gattina spaventata e gettandogli le braccia intorno al collo gli disse che le bruciava il culetto e che le aveva fatto male. La consolò ma era evidente che lei voleva qualcos’altro. Poco dopo lo lasciò e si sedette sul divano ma, continuando a lamentarsi e dicendo che non riusciva a stare seduta, si mise sdraiata, con il sederino in su: “mi fai un massaggino?”
Giuly voleva continuare quel gioco che le stava piacendo tanto e prese l’iniziativa per coinvolgerlo. Lui colse la palla al balzo: “non te lo meriteresti, ma per questa volta...”
Lei si tirò su il vestitino per offrirgli nuovamente le terga e l’uomo, sedendosi al suo fianco, le abbassò il collant fin sotto le chiappe e iniziò ad accarezzarla.
“Mi metti anche un po’ di cremina? E’ li, sul tavolo.”
Si alzò e vide un tubetto di lubrificante vicino ad una scatola di preservativi: “questa?”
“Si!”
Nel frattempo lei si era messa gattoni, con il culetto tutto in su ma con il viso sempre appoggiato ai cuscini. Era bellissimo, perfettamente tondo e quei segni rossi quasi lo abbellivano. Con le mani le srotolò il collant fino alle ginocchia e poi, dopo essersi messo un po’ di gel sulla mano, cominciò a massaggiarla. Seguiva quelle curve infilandosi nel solco e scendendo nell’interno coscia ma arrestandosi appena raggiungeva lo scroto. La pelle unta dalla pomata brillava e le dita scivolavano facilmente dappertutto.
“Meglio?”
“Si, molto meglio, piano piano mi sta passando… ma mi brucia ancora al centro.”
Dedicò più attenzione a quella parte, indugiando proprio intorno al buchetto.
“Si, proprio li. Mi brucia ancora li.”
Cominciò a girare con l’indice attorno a quella rosellina stretta che vedeva contrarsi ad ogni passaggio e, delicatamente, affondò la prima parte di falange dentro.
“Si, così va meglio. Mi brucia anche dentro...”
L’invito non poteva essere più chiaro e il dito dell’uomo scivolò completamente verso l’interno con estrema facilità, sentendo lo sfintere aprirsi e poi stringersi. Altrettanto lentamente lo estrasse mentre Giuly emise un sospiro profondo. Ripeté più volte quel gesto, prima piano, poi più velocemente. Il dito passava da dentro a fuori comodamente, vista anche la gran quantità di gel, mentre la ragazza sottolineava quell’intimo massaggio con un movimento ondulatorio del culetto che per papi rendeva il tutto ancor più eccitante.
“Così va bene? Ti sta passando?”
“Si, si, va benissimo. La bua sta passando, però se...” e abbassando la voce e trasformandola quasi in un miagolio aggiunse: “provi con il biscotto… sono sicura mi passerebbe prima...”
Lei era eccitatissima e pure il suo partner. Quel gioco li stava coinvolgendo in modo gioioso e al tempo stesso si dimostrava assai erotico.
Come non accontentarla, pensò mentre, abbassando lo sguardo, si guardò il cazzo che era già completamente dritto e… pronto. Pure lei girò la testa per osservare la dotazione del suo compagno e quello che vide le piacque.
“Vuoi che mi metta un preservativo?”
“Io sono sanissima, ho fatto un controllo, così per sicurezza, un mese fa… tutto a posto...”
“Anch’io non ho alcun problema, per fortuna...”
Lei riabbassò la testa e lui lo appoggiò tra le chiappe e iniziò a farlo scorrere nel solco, quasi per invitarlo ad allargarsi.
“Si, così mi piace, mi fa sentire meno male… Non sta ancora passando del tutto ma...”
Ci giocò un po’ poi lo sistemò proprio sul buchino e iniziò a spingere. In un attimo la cappella sparì e un secondo dopo era tutto dentro.
“Ti fa male? Ti fa ancora male?”
“No, anzi... meno di prima...”
Lentamente cominciò a scoparsela e lei sottolineava come quel… trattamento la aiutasse… “si, si così, lo sento tutto il biscotto… mi sta passando… continua così… non fermarti...”
Continuò ad accarezzarle il culo e la schiena e, dopo aver spinto il vestito fin quasi alle braccia, si mise a coccolare anche il petto e i capezzoli, trovando una deliziosa sorpresa.
“Ti piacciono le mie tettine?”
“Meravigliose e che duri i capezzoli e… che grossi!”
Fece una risatina e continuò ad esprimergli il piacere che provava per quella scopata.
“Sono lungo… Ci metto tanto...”
“Ti adoro… Più mi sbatt… massaggi il culetto e più mi passa la bua...”
E lui continuò il suo movimento, instancabile. Gli piaceva sia toccarla sia scoparla e si prendeva tutto il tempo, senza fretta e apprezzava anche quello che gli diceva e come la sentiva godere. E quel continuo dimenarsi del fondoschiena, come per sentirlo meglio, lo stuzzicava assai.
Proseguì per una buona mezz’ora, senza pause od esitazioni gustandosi quel piacere che diventava sempre più forte e lei faceva lo stesso, ma era molto più avanti di lui: ansimava, vibrava, faceva dei piccoli scatti. Si capiva che stava proprio godendo. Aveva anche smesso di parlargli ma, con il fiato corto sussurrò: “ricordati che la cremina la voglio assaggiare… lo sai che se la lecco mi fa passare del tutto la bua… la voglio tutta...”
“Quando sono pronto ti avviso e te la succhi tutta… Ti avviso però che ne faccio tanta… Sono alcuni giorni che… Oggi ne farò tantissima...”
“Meglio, mi piace… più ne ho e più sono felice… la inghiotto tutta… non sputo niente…” e concluse con una vocina ancor più maliziosa: “vuoi che ti faccia venire con la bocca?”
Ci poteva stare e poco dopo, quando si sentì quasi pronto, uscì. Lei si sedette immediatamente sul divano e un attimo dopo dava il meglio di se. “Accidenti se ci sa fare con la bocca” pensò Sandro sentendo e vedendo il suo cazzo rapito da quelle fauci espertissime. Ormai era ad un passo dall’arrivo e l’orgasmo stava arrivando prepotentemente. Non riuscì a fare altro che ad appoggiarle le mani sui capelli mentre lei continuò. Sentì tra le labbra il pene ingrossarsi ed indurirsi al massimo e pochi istanti dopo il copioso schizzo le invase la bocca. Nonostante la quantità di sperma non staccò le labbra e perseverò anche se lui le chiese di fermarsi perché l’orgasmo era troppo forte.
Lei lo fece ma non si spostò. Aspettò alcuni secondi mentre con le mani si mise ad accarezzargli i coglioni e il culo e poi riprese a succhiare e ad inghiottire mentre lui tremava dal piacere.
Quando ebbe finito sollevò lo sguardo e lo guardò con quei grandi occhioni perfettamente truccati e, lasciandolo finalmente libero, gli sorrise: “mi è passata! La bua al culetto mi è passata. La cremina è sempre magica… certo che nei fai veramente tanta… mi hai quasi soffocata… non me l’aspettavo così abbondante…”
Non poté non accarezzarle i capelli per poi abbassarsi e baciarla. Aveva ancora il sapore dello sperma ma fu un bacio lunghissimo
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