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IN CERCA DI UN PADRONE


di RedTales
19.03.2017    |    17.940    |    10 9.5
"In tutta sincerità non sa neppure lui perché lo ha fatto, ma si è ritrovato legato a quella donna ed ormai è… un'abitudine esserlo..."
Damiano è il classico marito che, ogni tanto, ha voglia di qualcosa di diverso dal solito. Ha passato da poco la quarantina ed è sposato da più di quindici anni. In tutta sincerità non sa neppure lui perché lo ha fatto, ma si è ritrovato legato a quella donna ed ormai è… un'abitudine esserlo. Non che ci stia male, ma ogni tanto sente che gli manca qualcosa e i pensieri ritornano ad un suo compagno di calcetto che, quasi vent'anni fa, gli ha fatto conoscere il cazzo, anche se solo per poche volte, e ad un suo vecchio collega di lavoro che lo ha fatto godere alla grande per più di due anni. E quei ricordi, di tanto in tanto, riemergono, prepotenti, facendolo sognare ad occhi aperti. E le sue fantasie sono di rivivere quelle esperienze, la seconda, in particolare perché tutte le cose che gli ha fatto quell'omone continuano a solleticarlo, anche se dopo aver preso moglie non è più stato con un maschio. Così, un giorno di primavera, la voglia di provare nuovamente quelle sensazioni si è fatta prepotente e si è ritrovato a sognare ad occhi aperti e a rivivere quanto vissuto con il suo collega. E solo il ricordo di quel grosso maschio che lo trattava come un giocattolo, obbligandolo ad esaudire ogni suo desiderio, lo faceva arrappare. Si, non poteva più resistere e si mise a cercare dei video per… masturbarsi, e non era la prima volta che lo faceva. Facendo partire l'ennesimo filmato, sotto i suoi occhi cominciarono a passare delle immagini amatoriali, dove un anziano, vestito solo con un grembiulino da cameriera, e con il viso reso irriconoscibile da una mezza maschera, eseguiva gli .ordini che un altro impartiva. Ed erano in italiano:
“Muoviti, adesso pulisci il televisore. Più in fretta!” Le immagini seguivano l'uomo che eseguiva. “Portami un bicchiere di vino!”
Si, era piacevole. Si mise comodo e restò a guardare.
Poco dopo l'improvvisato cameriere dovette salire su una scala per prendere un libro da uno scaffale. Le riprese dal basso misero ben a fuoco le palle penzolanti, il cazzo minuto, il culetto non troppo sodo e la totale assenza di peli dappertutto.
“Attento a non farlo cadere altrimenti dovrò punirti.” fu la frase che si sentì prima di vedere volare sul pavimento il libro.
“Stupido! Incapace! Ma hai le mani di merda? Non sai tenerlo. Perché lo hai fatto cadere? Deficiente! Sei del tutto imbranato! Non so neanche perché ti tengo!”
L'altro provò a scusarsi ma non riusciva quasi a farsi sentire.
Damiano, immedesimandosi nel vecchietto, cominciò ad apprezzare e, li in basso, si accorse che qualcosa stava… crescendo.
“Vieni giù, adesso ti devo punire.”
“Si, si, scendo, si si.”
Lo trascinò in malo modo in cucina e, dopo essersi seduto su una sedia, lo fece appoggiare con la pancia sulle ginocchia in modo da lasciare il culetto ben sollevato. I piedi erano appoggiati a terra come pure le mani dall'altra parte. Spostò leggermente il fiocco del grembiule che copriva in parte le chiappe e iniziò a colpire a destra e a sinistra, ottenendo ben presto dei segni rossi molto vistosi. Continuò per parecchi minuti prima di farlo rialzare dandogli altre consegne.
Eccitante, eccitantissimo. Damiano aveva già la mano piena di sperma. Quel video lo fece godere alla grande. Penso quanto sarebbe stato bello se ci fosse stato lui al posto di quel cameriere.
Lo salvò e lo rivide più e più volte prima di accorgersi che nella parte bassa c'era uno spazio per i commenti che, ovviamente nessuno aveva lasciato. Lui ci provò e scrisse
-Video bellissimo. Non ho potuto fare a meno di segarmi. Mi piacerebbe tantissimo essere al posto del cameriere. Belle anche le riprese. Se serve io sono disponibile. Mi puoi trovare a questa mail damian…-
Per il resto della giornata continuò a sbirciare la mail ma non trovò nulla. Il giorno dopo lo contattò una persona che aveva voglia di incontrarlo. Non era quello che aveva pubblicato il video ma gli promise un trattamento simile.
Preso dalla voglia ed eccitato dall'idea di riprovare quelle sensazioni che non lo accompagnavano più da troppi anni accettò l'invito e la mattina dopo raggiunse l'abitazione che gli era stata indicata. Come concordato fece uno squillo. Gli rispose una voce roca che gli disse subito che potevano cominciare ad interpretare il ruolo che lui voleva appena fosse entrato in casa.
Come la porta si aprì vide quel maschio con la barba lunga di alcuni giorni, in canottiera e pantaloncini. Era più abbondante di quanto si era immaginato.
“E sei ancora li impalato? Ma che cazzo aspetti? Spogliati! Dai muoviti! Non ho mica tutto il tempo che vuoi!”
Evidentemente era già entrato nella parte. E la cosa gli piacque subito. Si, ci sapeva fare. Non era male. Rispose ubbidiente e, in fretta si spogliò completamente. L'uomo gli girò intorno mollandogli di sorpresa un forte sculaccione.
“Ahi!”
“Non ci provare. Non provare a lamentarti… Questo è il minimo…”
E, preso per un braccio lo trascinò vicino ad una sedia e ci si sedette sopra. Lo fece stendere sopra di lui e offendendolo pesantemente iniziò a sculacciarlo.
“Così impari ad arrivare in ritardo, stronzo! Ma che cazzo di culo mollo hai? Le senti? Adesso le sentirai ancora di più. Non provare a lamentarti che mi girano le palle...”
Continuò per alcuni minuti, incurante dei suoi lamenti poi lo gettò letteralmente a terra e, dopo averlo fatto alzare, lo fece appoggiare ad una parete.
Damiano era in erezione. Quel trattamento e tutto quello che gli aveva detto lo avevano eccitato. Si sentiva bruciare il culo e stava godendo. Si, era bravo. Non era un bell'uomo ma ci sapeva fare. Girò la testa per vedere cosa stesse facendo. Lo osservò mentre si abbassava di poco i pantaloncini e mentre si metteva il preservativo. Il cazzo non era male ed era già completamente duro e proteso in avanti. Come gli si avvicinò, vedendolo con la testa girata, gli rovesciò sulla guancia un altro schiaffone.
“Che cazzo guardi! Girati! Allarga le gambe! Muoviti! Bene in fuori il culo! Ma devo dirti tutto! Ma che testa di cazzo sei? Ma che cazzo… Muoviti!”
Gli si mise dietro e quasi subito lo sentì spingere senza esitazione. Gli allargò per bene il buchetto e gli fu dentro cominciando a sbatterlo con forza. Con le mani si impossessò dei capezzoli che cominciò a stringere e pizzicare con violenza. I denti si erano attaccati ad un lobo e lo morsicavano. Provò a lamentarsi anche se la situazione gli piaceva tantissimo ricevendo come risposta una strizzata più forte sul petto e, subito dopo una mano scese sui testicoli afferrandoli e stringendoli. Questa volta non riuscì a trattenersi e gridò che gli faceva male, ma fu tutto inutile.
Godeva, altro che se godeva. Quel “bruto” sapeva come farlo godere. Era proprio soddisfatto ma, proprio sul più bello, l'uomo si fermò gongolante. Si allontanò da lui. Girò nuovamente la testa. Lo vide ansimante e rosso in volto. Il preservativo pieno di sperma, penzoloni.
Pensò che era stato assai rapido ma non importava, chissà cosa avrebbe fatto adesso prima di ricominciare. Ma non fece nulla.
“Ma che cazzo, sei ancora li! Veloce, veloce! Dai vestiti, vestiti. E dai! Ma sei proprio stronzo. Muoviti! Dai che devi andare!”
Tra il sorpreso e l'incredulo si rivestì in tutta fretta prima che lo sbattesse, tra “male parole” fuori, rinchiudendo con forza la porta. Rimase fermo sullo zerbino per dei lunghi secondi, sperando che lo richiamasse, ma non lo fece. Si avviò verso la macchina e pensò che il tutto era durato un quarto d'ora. Era finito proprio sul cominciare. Anche se gli era piaciuto, la delusione per quell'incontro troppo veloce era cocente. Come si sedette al volante gli arrivò un messaggino dell'uomo: -ti aspetto domani alla stessa ora. Voglio darti ancora una botta. Puntuale-
Non ci pensò nemmeno un momento e rispose -fottiti-.
Non lo sentì e nemmeno lo vide più.
Di mail ne trovò invece molte altre. Rispose a diverse ma tra “fuori di testa”, inconcludenti, cacciatori di foto e simili, non restò proprio niente…
Alcuni giorni dopo lo colpì una risposta che certamente era dell'uomo che aveva fatto il video.
-Ti piacerebbe fare il cameriere? Si potrebbe anche fare. Però ti dovrei prima conoscere. Immagino che ti avranno scritto in tanti. Ma cosa ti è saltato in mente di mettere la tua mail sul commento? La ho cancellata. Così capisci che sono proprio io. Ti allego anche un filmato in cui mi puoi vedere e non avrai dubbi. Se ti interessa sempre rispondimi-
A metà mail andò a vedere il sito del video e constatò che il suo commento erra stato cancellato e si sentì quasi contento. Poi aprì l'allegato. C'era un ragazzo che camminava in un centro commerciale. La videocamera era probabilmente nascosta e sistemata all'altezza del petto. Due voci maschili si sentivano parlare, intente nella scelta di jeans, magliette, camice. Raggiunsero poi dei camerini di prova e il ragazzo entrò nell'ultimo. “Spogliati completamente. Anche le calze.” Disse uno dei due. La telecamera riprese il ragazzo che si tolse tutto. Difficile dire l'età perché il viso, dove si vedeva, era abilmente sfuocato. “Infilati la camicia!” Lo fece. “Vado a prender altri pantaloni, tu resta qui così, esattamente come sei adesso.” “E se viene qualcuno?” “Cazzi tuoi!”. La scena, dopo uno stacco riprese poco dopo. L'uomo scostò le tendine e gli ordinò di aprirgli i pantaloni e di fargli un pompino. Evidentemente prese la telecamera in mano per documentare meglio quanto facesse il ragazzo. Appena il suo sesso fu a vista ripeté il comando e la bocca gli si avvicinò e lo accolse. “Succhialo! Bene! Non ti fermare finché non sono venuto!” Le immagini, anche se non ottimali, documentarono per parecchi minuti l'impegno del giovane. “Ancora un piccolo sforzo e ti riempio. Sto arrivando! Ecco! Ecco! Tutto dentro! Tutto dentro! Non far uscire niente.” Quando la bocca si staccò si sentì un altro comando: “fai vedere bene che hai bevuto tutto.” E la bocca si aprì davanti all'obiettivo. “Bravo, bravo, adesso pulisci ancora un po' e poi chiudi.” La lingua diede abili passate al pene e poi le mani, con attenzione, lo misero dentro gli slip e richiusero la cerniera. L'uomo si spostò di poco e le tendine si richiusero. “Vestiti che andiamo!” Gli ultimi istanti del video fecero vedere il ragazzo, di schiena, che camminava in un corridoio pieno di negozi.
Si, il video era sicuramente vero. Ed era così eccitante che Damiano non riuscì a fare a meno di masturbarsi mentre lo rivedeva per l'ennesima volta. Durava pochi minuti ma era fantastico. Si, quello era il suo uomo.
Gli rispose immediatamente, descrivendosi, allegando alcune foto, il numero del telefonino e dicendosi ancora più pronto a fare qualsiasi cosa volesse. Ovviamente i complimenti per quanto gli aveva mandato furono tantissimi.
Dopo cena arrivò una chiamata da un numero anonimo.
“Piaciuto il video?”
“Sei tu?”
“Si. Ma ti è piaciuto?”
“Si, si, si.”
“Bene. E ti piacerebbe farne uno così?”
“Eccome!”
“Da quello che mi hai detto e dalle foto sei giusto. Quanti anni hai?”
“Quarantadue.”
“Di solito preferisco gente più giovane… o più vecchia, ma tu sembri molto motivato e disponibile.”
“Si, si, lo sono.”
“Va bene, ti voglio vedere. Va bene domani all'ora di pranzo?”
“Si, si!”
“Alle tredici davanti al bar Eden in via Crispi. Sai dov'è?”
“Si, si.”
“A domani.”
“Si, si, a domani...”
Con netto anticipo si trovò davanti al bar e, vista la bella giornata, c'erano diverse persone che mangiavano sedute fuori. Pensò all'aspetto che potesse avere, ma non riuscì ad immaginare molto, oltre a quanto aveva visto nei video. Ciondolò per un quarto d'ora avanti e indietro, osservando ogni uomo che passava quando, all'una precisa, il telefono squillò. Era lui.
“Vieni a sederti al mio tavolo. Se ti giri mi vedi. Ti saluto con la mano.”
Da un tavolo un distinto signore sulla cinquantina gli fece un cenno con la mano. Si avvicinò al tavolo. L'uomo era ancora più alto e grosso di quanto apparisse nei video.
“Siediti, siediti Damiano, mentre mangiavo ti ho osservato. Credo che puoi andare bene. Hai detto che hai quarantadue anni? Beh, te li porti bene.”
“Buongiorno...”
“Così ti piacciono i miei video...”
“Bellissimi!”
“Sono contento che ti piacciono, però chiariamo subito una cosa.” L'uomo, in giacca e cravatta, ben rasato, decisamente elegante parlava lentamente e con fare sicuro. “Se sei qui è perché ti ho fatto venire io… Poi, se ti va di metterti a mia disposizione, credo che te lo concederò, ma assolutamente non ti mettere a parlare mentre parlo io. Se non ti sta bene è meglio che te ne vai via subito.”
Lo guardò meravigliato e al tempo stesso già soddisfatto per il tono in cui lo faceva e per quanto gli stava dicendo.
“Lo prendo per un si. Quindi adesso te ne stai buono seduto e mi ascolti. Quando te lo chiederò mi risponderai. Pensi che ti possa andar bene?”
Rimase immobile.
“Così va bene. Quindi, se ti piacciono i miei video e hai voglia di partecipare, come ti dicevo, credo si possa fare. Io non pongo limiti, quello che mi ispira lo trasformo in immagini. Quello che ti dico di fare lo fai. Senza indugio e immediatamente. Io ti guido e tu esegui. Ecco, questo è il succo del nostro rapporto. Tanto per essere ancora più chiari: se adesso ho voglia di mettertelo nel culo andiamo in bagno e lo faccio. Se ho voglia di farti un primo piano mentre un cazzone ti si infila fino in gola lo faccio. Se ho voglia di farti pisciare in faccia da qualcuno, tu ti fai pisciare in faccia. E' chiaro il concetto? Adesso, se ti senti disposto ad assecondare le mie voglie mi dici di si, altrimenti ti alzi e te nevai.”
Sgranò gli occhi. Questo era più di quanto potesse immaginare. Sembrava proprio il suo collega di tanti anni fa anche se ancor più… autoritario. Rispose d'istinto di si.
“Va bene. Domani ti voglio mettere subito alla prova. Mi servono almeno un paio di ore. Quando sei libero?”
Ci pensò un attimo e poi rispose: “domani finisco alle due, passo da casa per una doccia e dopo le tre sono libero.”
“No, ci vediamo dopo le due. Niente doccia. Ti aspetto in via della Fu.... Al numero ott.. Una grande casa rosa. Tutto intorno c'è una recinzione verde. Due e mezza. Precise.”
Non attese risposta, si alzò senza salutarlo e si diresse verso l'interno del bar per pagare.
Alle due e venticinque era davanti alla casa, ma attese qualche minuto prima di suonare. Il cancello si aprì e, seguendo il vialetto di ghiaia arrivò all'ingresso. La porta era aperta ed entrò chiedendo permesso. Il suo ospite era li. Richiuse la porta e gli fece segno di seguirlo in una grande sala arredata in stile classico. Gli indicò una poltrona e lo fece sedere. L'altro fece lo stesso sul divano che c'era difronte. L'ambiente era caldo e profumato. Nel caminetto bruciava della legna.
“E così ti piacerebbe prendere il posto di quel cameriere...”
Ben consapevole della sgridata del giorno prima non rispose, ricevendo i complimenti per non averlo fatto.
“Ma ormai quel video lo ho già fatto e non mi va di ripetermi. Dovremo trovare un'altra ambientazione. Ci dovrò pensare. Magari cercherò tra le storie che scrivo prima di realizzare un filmino. Intanto fammi vedere per quale storia hai il fisico. Spogliati. Piano. Ti alzi e ti togli una cosa alla volta. Piano piano.”
Gli mostrò una piccola telecamera attaccata ad un cavalletto ed aggiunse: “riprendo tutto. Voglio vedere come ti muovi davanti all'obiettivo. Cerca di essere naturale. Ti metti li.”
Appoggiò la camera, guardò e regolò qualcosa, poi la fece partire. Quindi si sedette nuovamente, si appoggiò allo schienale, raccolse le braccia sul petto e si mise a guardare.
Damiano si era posizionato dove gli aveva indicato e guardandolo iniziò dalle scarpe, prima una, poi l'altra. Seguirono le calze, la giacca, la camicia, i pantaloni ed infine gli slip. Come fu nudo si fermò. L'uomo mise della musica e gli chiese di muoversi al suo ritmo. Ci furono vari pezzi di brani con velocità diverse. Cercò di fare del suo meglio.
“Lo sai cos'è questo?”
In mano aveva un cazzo di gomma. Non rispose.
“Ti giri e te lo infili nel culo.”
Se fino ad ora era riuscito a restare quasi insensibile, quella richiesta così semplice ma diretta, cominciò a fargli crescere il pisello. Non riuscì più a trattenersi e fu quasi contento di doversi girare di spalle alla telecamera.
“Piegati in avanti un poco... Di più… Troppo…. Così va bene. Adesso spingilo dentro. Sempre piano. Piano piano.”
L'oggetto era untuoso, evidentemente era stato spalmato con del lubrificante.
Adesso era eccitato alla grande. Si spinse quel fallo nel culo sentendolo scivolare assai facilmente. Dovette fare attenzione a non andare troppo veloce. Quando anche l'ultimo pezzettino era dentro gli disse di lasciarlo li e di restare fermo. Si alzò e gli si avvicinò: “ti è venuto duro. Buon segno, vuol dire che sei un porco. Mi piacciono i maiali.”
Allungò la mano e gli afferrò l'asta stringendola: “proprio duro. Mi piace un cazzo bello duro.”
Fissandolo cominciò a far scorrere la mano alcune volte prima di lasciarlo e di andare a spegnere la telecamera. Tolse una schedina e: “vieni, andiamo a vedere come sei venuto.”
Gli fece strada in un'altra stanza. Al centro c'erano tre poltrone. Lo fece accomodare su una e accese il proiettore e il lettore. Sedutosi anche lui spense le luci e quindi iniziarono a vedere quanto realizzato. Gli appoggiò una mano sulla coscia iniziando a palpeggiarlo e le immagini partirono. Pensò che non erano granché. Migliorarono leggermente mentre cercava di ballare ai ritmi della musica, ma anche qui, a dirla tutta, sembrava far pietà. Infine comparve un primo piano del suo culo proiettato sull'intera parete dove, lentamente, sprofondò quel dildo.
“Non male. Si può migliorare, ma è un inizio… Ti è piaciuto, vero? Ti tira ancora… Adesso bisognerà pensare cosa farti fare. Sai, mi spiazzi un po'. Di solito ho ragazzi giovani o anziani. I quarantenni li ho trascurati negli ultimi tempi...”
Era vero. Gli tirava tanto. Avrebbe voluto toccarsi ma non osava. Quel cazzo in culo lo stimolava e il video aveva fatto il resto. Adesso avrebbe voluto un po' di sesso, ma sapeva che non poteva chiederlo. E poi quell'uomo era ancora tutto vestito..
“Per oggi mi basta. Scrivimi quando sei libero che ti faccio tornare. Magari mi viene anche qualche idea. Sei contento? Oggi non ti ho neanche scopato… O lo volevi?”
Lo fissò con insistenza: “comunque sei meglio di quanto pensavo. Hai già imparato come ti devi comportare. Dai, alzati che ti faccio divertire un poco.”
Appena fu in piedi afferrò il dildo che era ancora tutto dentro e iniziò a scoparlo con quello. Lo fece per una manciata di minuti, quindi con uno schiaffo sulla chiappa gli disse di andare a vestirsi.
Come lo accompagnò alla porta nemmeno lo salutò. Era stato interessante anche se sperava di più da quell'uomo, ma era certo che già la prossima volta gli avrebbe chiesto molto altro. In macchina non seppe resistere e si masturbò, schizzando in un fazzolettino. Non era il massimo ma se lo fece bastare cominciando già a fantasticare sul prossimo appuntamento
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