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Prime Esperienze

EDUCAZIONE ANALE FEMMINILE.


di RedTales
16.10.2015    |    34.188    |    2 9.0
"Dava fastidio ma lo stava facendo per… abituarsi e resistette per una buona mezz'ora..."
Francesca, Francy per gli amici, è una bella ragazza, un po'… rotondetta da sempre. Quando aveva quindici anni scoprì che le sue forme, già allora un pochino abbondanti, attiravano le occhiate dei maschietti. All'inizio la cosa la imbarazzava, sentendosi al centro dei loro sguardi, poi, un po' alla volta cominciò ad abituarsi a questo interesse per il suo fondoschiena e per la sua scollatura e, giorno dopo giorno, iniziò ad indossare dei vestiti che mettevano in risalto le sue… doti. Purtroppo, con il passare degli anni, invece di slanciarsi, continuò a “mettere su” qualche chilo, arrivando, al fatidico traguardo dei diciotto anni, a pesare una settantina abbondante di chili che, spalmati sul suo metro e settanta scarso la facevano, ai suoi occhi ma anche nella realtà, decisamente abbondantina. Non era grassa ma decisamente formosa. Confidandosi con l'amica del cuore trovò una soluzione per apparire interessante agli occhi dei maschietti che prevedeva scollature audaci e pantaloni aderentissimi per evidenziare il sedere o gonne con spacchi laterali della serie vedo-non vedo. Improvvisamente diventò il punto di interesse per molti ragazzi e, inevitabilmente iniziò a scoprire un mondo che, fino ad ora, aveva solo immaginato. Come le ragazze della sua età cominciò ad apprezzare il sesso anche se fatto in fretta o “la dove si poteva” e, giorno dopo giorno diventò sempre più aperta e disponibile. A vent'anni la sua esperienza era decisamente grande, resisteva un solo tabù, il culetto. Quel giorno Sergio le aveva proposto un giro in barca e lei aveva accettato con gioia. Dopo un'oretta di navigazione, nella quale lui non riusciva a togliere gli occhi dall'apertura della maglietta e dai rigonfiamenti dei capezzoli che svettavano sull'attillato indumento gettarono l'ancora “per prendere un po' di sole”.
“Ma non ho portato il costume.”
“Puoi restare in maglietta e mutandine”.
Ma quei due capi resistettero poco perché ben presto si ritrovarono nudi, avvinghiati e intenti a fare sesso. Come spesso fanno i ventenni, lui cercò di metterglielo dappertutto, ottenendo da lei un ottimo pompino, una lunga scopata ma quando provò ad entrare nel lato b Francy gli disse che non voleva: “perché non lo ho mai fatto”.
“C'è sempre una prima volta.”
Sarà stata l'aria di mare, il caldo, quel bel venticello ma, per la prima volta non disse di no ma un invitante:
“però fai piano. Ce l'hai tanto grosso... Mi hanno detto che fa male… e se non mi piace ci fermiamo...”
Lui la rassicurò e dopo averla fatta distendere sulla pancia si sistemò sopra il buchino e cominciò la penetrazione. Non entrava. Lei si lamentò che le dava fastidio e gli chiese di bagnarlo. Sprofondò nella “tana” calda e ancora bagnatissima e riprovò. Questa volta riuscì ad entrare per qualche centimetro ma se prima le dava fastidio adesso faceva proprio male. Gridò e lui si fermò.
“Mi fai male, tanto.”
“Proviamo ad allargarlo...”
Le si sedette accanto e prese a spingerle dentro l'indice.
Altro urlo.
“Piano, mi fa ancora male”
Lasciò che il dito, leggermente premuto, si insinuasse nel pertugio man mano che lo sentiva cedere. E ci riuscì. Dopo qualche minuto lo aveva infilato tutto dentro.
“Lo senti?”
“Si. E' dentro?”
“Tutto”
“Va bene.”
Lo tirò fuori ma come uscì lei si lamentò di nuovo, come pure appena lo spinse ancora dentro.
Dopo una decina di urletti gli chiese se lo avesse già fatto con altre e lui rispose in modo affermativo.
“Ma fa sempre così male?”
“No, sei la prima che me lo dice.”
Questo non le andava bene, doveva riuscirci anche lei e così cercò di resistere mentre il dito continuava con il suo ritmo ma le dava un grande fastidio e non provava proprio nulla.
Quando passò al pollice, non riuscì a trattenersi e gridò di nuovo. Con grande fatica lo fece provare e riprovare ma le sembrava proprio non funzionare.
“Mi sembra abbastanza largo, vuoi che provi con… lui?”
“Solo un pochino.”
La cappella era entrata solo per metà e l'urlo si sentì lontano.
“Fermati, mi stai rompendo. Mi fa male.”
Si agitò e si girò di scatto.
“Lasciamo stare. Mi fa troppo male.”
Vedendolo così perplesso si piegò in avanti e gli fece il più bel pompino che avesse mai fatto, facendolo contorcere e questa volta fu lui a gridare forte, ma per il piacere.
Quella sera, a casa, passò ore a cercare notizie sulla penetrazione anale. Non era possibile che le facesse così male. Doveva riuscirci! Il culetto era uno dei desideri che i maschietti volevano spesso provare ed era giunto il momento di accontentarli.
Si sarebbe… allenata da sola per prepararsi. Aveva visto che tutti dicevano di iniziare con oggetti piccoli per poi crescere e, soprattutto, in ogni forum si parlava del lubrificante che fu la prima cosa che comperò il giorno dopo. Nel sexy shop guardò dal vero sia i peni che i dildi ma, come aveva visto su Internet erano troppo cari. Decise così di utilizzare oggetti che poteva trovare facilmente in un supermercato a buon prezzo.
Quando rientrò a casa aveva un sacchettino con dei pennarelli di varie misure, delle colle stick, dei deodoranti, degli spray, due giocattoli per cani. Tutti questi oggetti erano cilindrici, con la punta stondata o in parte sferici e abbastanza lunghi e… sarebbero stati, assieme alla crema al silicone, quelli che le avrebbero “affrancato” il lato b.
Iniziò “l'addestramento” con un profondo lavaggio. Appoggiò il tubo della doccia, al quale aveva svitato l'erogatore e si riempì più volte per essere sicura del risultato e, una volta finito si asciugò bene. Si unse dentro e fuori abbondantemente e, appoggiatasi con una mano sul lavandino cominciò con una penna. Anche se lentamente la fece scivolare dentro per una decina di centimetri. Tutto bene. Prese a muoverla senza problemi. Perfetto, passò al pennarello. Lo ricoprì di gel e piano piano anche lui sparì li dentro per poi tornare fuori più e più volte. All'inizio percepì benissimo lo sfintere che faceva resistenza ma, sotto la delicata pressione si aprì di quel tanto che lo fece passare senza dolore. Benissimo, stava andando tutto come voleva. Quel pennarello era più o meno grosso come l'indice di Sergio ma non le aveva fatto male. Adesso voleva provare con la colla stick. Era più grossa di quasi un centimetro. Ricoprì anche questa di crema e provò ad infilarla. Questa volta il buchetto non voleva saperne di farla entrare. Ben appoggiata e a gambe divaricate, per diversi minuti continuò a premere, ma sentiva benissimo che non cedeva e, se aumentava la pressione, le faceva male. Quando era quasi scoraggiata si sentì aprire dall'interno e il tubo si fece strada. Un pochino di male le faceva, ma poco. Sprofondò quasi tutto. Sentiva benissimo che quell'oggetto le teneva aperto il culo che avrebbe voluto richiudersi. “Così si abitua a restare aperto” pensò, lasciandolo li dentro per molti minuti prima di cominciare a farlo scorrere senza estrarlo del tutto. Quando lo sfilò percepì benissimo la quasi istantanea chiusura dello sfintere. Provò a spingerlo nuovamente ma incontrò una decisa resistenza. Avrebbe voluto continuare ma a casa c'era troppo movimento e decise di riprendere in un momento più tranquillo.
Quella notte si passò più volte le dita proprio li ma non notò alcuna differenza, rispetto al solito.
Per il secondo step trovò un tranquillo pomeriggio in cui aveva preso mezza giornata di ferie perché sapeva che a casa, fino a sera, non ci sarebbe stato nessuno.
Si chiuse in bagno e… ricominciò dal pennarello. Fu facile. Riprovò con la colla, purtroppo rifece la fatica dell'altra volta. Quando la inserì decise di… lasciarla “agire”. Dopo averla spinta quasi tutta dentro, si infilò un paio di short di jeans strettissimi, in modo da bloccare il tubo li dentro e si mise a guardare la televisione. Dava fastidio ma lo stava facendo per… abituarsi e resistette per una buona mezz'ora. Quando ritornò in bagno era in grado di far scorrere il tubetto con facilità. Anche se lo tirava del tutto fuori riusciva a rimetterlo dentro immediatamente e, ogni volta che lo faceva provava un certo piacere. Poteva aumentare il diametro e toccò al deodorante stick. Pure questa volta l'ingresso le fece male ma poi il movimento le faceva… bene. Non era il piacere di una penetrazione vaginale o di un “lavoretto” alla clitoride, ma non era male. Anzi, toccandosi davanti e contemporaneamente trafficando dietro, gli orgasmi che raggiunse furono decisamente intensi ma… le tolsero la voglia di continuare.
A queste due “sedute” ne seguirono altre che, piano piano, testarda e tenace com'era, la portarono ad ampie dilatazioni. Quando, dopo due mesi si ritrovò con Sergio, alla sua richiesta di riprovare con il lato b, si offrì certa di essere pronta. Provò un leggero dolorino appena sprofondò ma fu quasi subito compensato dal godimento che quel forte maschietto le procurò nella mezz'ora seguente.
Lui fece alcune battute sul culetto e lei altre.
Adesso Francy è fiera del suo culo, così tondo e sporgente e… pieno perché sa che è il principale desiderio dei maschi con cui fa sesso. Non ce ne è uno che non impazzisca quando lo penetra anzi, a volte, non vogliono che quello e lei, magari aiutandosi con una mano che accarezza la clitoride per ottimizzare il piacere non lo nega mai. L'unica esitazione la ha avuta una volta sola quando lo ha dato a Mohamed. Era molto più grosso di tutti gli altri ma, pure con lui, le è piaciuto tantissimo anche con quella misura extralarge.
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