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Gay & Bisex

LI' PIU' DI COSI' NON ERO RIUSCITO A TROVARE.


di RedTales
30.11.2019    |    8.988    |    7 9.7
"Bella! Piacevolissima! Lo feci scivolare dentro piegando le gambe con un movimento costante e fermandomi solo quando sentii le palle schiacciarsi sulla sua..."
Ecco, sono rientrato a casa. Sono qui che mi sfogo. Continuo a scrivere le stesse cose, quasi identiche, ogni volta che rientro da un’uscita in cui vado a cercare sesso. Anche oggi sono tornato con quel vuoto e con quel senso di qualcosa che non è andato come doveva andare. Non è che non mi sono divertito, anzi, mi è piaciuto, ma sono convinto che manca ancora qualcosa. Oggi era la quinta volta che andavo in quel cinema. Era da quattro mesi che non ci ritornavo e speravo di trovare qualcosa di più. Mi ero preparato, ci avevo sognato e fantasticato su per tanto e mi sembrava di essere pronto. Avevo preparato tutto per bene: doccia accurata, lavaggio intimo, rasatura perfetta, deodorante e profumo giusto. E che dire del vestito! Provato e riprovato, proprio per essere perfetto. Una tuta larga con cerniera sulla giacca e basta, niente sotto. Così ci potevo mettere un attimo a farmi trovare pronto ed anche le scarpe: mocassini facili da sfilare e senza calze. Avevo anche immaginato che lui potesse volermi vedere scalzo, magari a casa sua. Si, perché avevo anche fantasticato su qualcosa che poteva iniziare nella sala e poi continuare a casa di chi avessi incontrato.
Nelle mie fantasie avevo visto un bel ragazzo, sulla trentina, una buona manciata di anni più giovane di me, di quelli che vanno in quei cinema per trovare una troietta per scaricarsi. Ed io ero li proprio per lui. Per fargli tutto quello che voleva e per esaudire ogni suo desiderio. Già mi ero visto con le sue mani che mi toccavano dappertutto e lui che mi invitava a casa sua. Poi in macchina con lui e, piegato sul suo uccello a succhiarlo, tanto per fargli capire cosa gli avrei saputo dare dopo. Invece… niente. Nel cinema c’era poca gente. Una decina di persone. Mi sono fermato in fondo alla sala per abituarmi al buio e per poter osservare i presenti e, poco dopo, ero cosciente che erano tutti sulla sessantina, o anche più anziani. Un tuffo al cuore. Neanche uno sotto i quaranta. Ma ormai ero li. Ne avevo voglia. Pensai subito che mi dovevo accontentare. Andai su e giù due volte nel corridoio laterale, camminando lentamente. Mi sentivo anche in imbarazzo, ma volevo vedere chi c’era. Quando le scene erano luminose mi giravo a guardare chi era seduto, mentre quando la luce si affievoliva mi fermavo quasi a ridosso del muro. Speravo in un gesto di qualcuno, magari un invito a sedermi vicino. Ma nessuno disse o fece nulla. Mi accorsi che due si stavano masturbando mentre quella troia dell’attrice si faceva inculare da un toro con una dotazione che si può vedere solo nei video, gli altri sembravano li solo per la proiezione, neanche mi guardavano. Decisi di provocarli e mi aprii la cerniera della giacca e ripercorsi il corridoio. Niente. Decisi di sedermi. Inutile mettersi vicino a qualcuno. Se ne avessero avuto voglia si sarebbero avvicinati loro. Mi sistemai a metà sala e, con evidenti gesti, mi tolsi anche i pantaloni. Adesso ero praticamente nudo. Solo le braccia e le spalle erano coperte, tutto il resto era in bella mostra. Mi venne anche il timore di una possibile illuminazione della sala o di un eventuale controllo. Che figura avrei fatto… La poltrona era anche fredda. Restai solo soletto per una decina di minuti poi, finalmente, mi si sedette proprio a fianco un tipo magrolino. Lo guardai. Sulla sessantina abbondante. Lui non mi degnò di uno sguardo ma allungò subito una mano sulla mia gamba. Mi accarezzò la coscia e poi mi prese il pacco e, tenendolo stretto, si piegò verso di me e mi chiese se glielo volevo succhiare. Bisbigliai di si e lui si aprì la cerniera e, scompostamente, abbassò le mutande e si tirò fuori l’uccello. Mi piegai su di lui e cominciai a leccarglielo ma mi accorsi subito che ero scomodissimo. Scivolai giù dalla sedia e mi accovacciai nello stretto spazio che c’era. Adesso potevo lavorarlo facilmente. Era completamente flaccido, nemmeno un minimo segno di erezione. Era molto peloso e non era proprio quello che avevo sperati di trovare ma… in mancanza di altro mi accontentai. Cominciai a lavorarmelo al meglio usando solo la bocca mentre le sue mani mi accarezzavano i capelli e, anche se assai lentamente, iniziò a crescere. Una buona decina di minuti dopo era completamente duro e non era niente male. Adesso mi riempiva completamente la bocca e facevo fatica a spingerlo tutto in gola. Quando lo lascia uscire per guardarlo bene ebbi proprio una bella sorpresa. Il cazzo di quell’uomo era decisamente sproporzionato rispetto a tutto il resto del corpo. Ne approfittai per togliermi anche alcuni peli che mi erano rimasti sulla lingua e provai, a bassa voce, a chiedergli se avesse voglia di mettermelo, concludendo con un: “ho io i preservativi”. Mi disse che in sala non si poteva e che, se ne avevo voglia, potevamo provare ad andare nel gabinetto, anche se era nell’ingresso e… controllato dal cassiere. “Sicuramente verrà a vedere cosa facciamo...” aggiunse come per dire che la cosa era praticamente impossibile. “Però, se vuoi, ti puoi impalare da seduto sopra di me, purché non mi pesi troppo. Magari ti tieni su con le gambe...” Si, disse proprio impalare. Continuando a fissare il suo cazzo completamente scappellato e decisamente grosso gli dissi che si poteva provare. Mi spostai di lato mentre lui si sdraiò fino a puntare le ginocchia contro la spalliera davanti e, preso il cazzo con la mano, lo tenne dritto dritto. Era bello, gran cappella, duro al punto giusto e sistemato nella posizione giusta. “Ti metto il preservativo!” Non rispose e io, dopo averlo preso dal marsupio, glielo srotolai sopra. Si, era proprio un bel cazzo, pensai, peccato che non apparteneva al maschio che avevo sognato. Cercando di non sollevarmi troppo rispetto alle poltrona lo scavalcai. Mi misi nella sua stessa direzione rendendomi conto che in quel modo non sarei mai riuscito a prenderlo. Il suo cazzo era una decina di centimetri davanti al mio e non riuscivo ad avanzare oltre. “Girati, così non ci riesci...”
Si, lo avevo capito e, piegando il busto per cercare di non farmi notare, con goffi movimenti, mi girai completamente. Adesso potevo vederlo in faccia e forse aveva anche più degli anni che gli avevo dato… ma adesso ero li per prenderlo e, abbassandomi, mi trovai quel bel palo proprio nel posto giusto. Lo stava tenendo perfettamente sotto il mio buchetto e non restava che… sprofondarci sopra. Piegai lentamente le gambe. Era proprio li. Cominciò a spingere mentre mi stavo aprendo e il cappuccio lubrificato aiutò la penetrazione. Bella! Piacevolissima! Lo feci scivolare dentro piegando le gambe con un movimento costante e fermandomi solo quando sentii le palle schiacciarsi sulla sua pancia. Era grosso e lo sentivo tutto. Mi inclinai leggermente all’indietro per farlo entrare ancora di più. Lo guardai e lo vidi diventare rosso e mordersi le labbra. Gli piaceva. Mi appoggiai delicatamente su di lui per spostare i piedi ed avere una presa migliore. Mi disse di non pesargli troppo e feci di si con la testa e iniziai ad alzarmi. Si, la posizione era perfetta. Potevo muovermi con disinvoltura ma, soprattutto, mi faceva godere. Mi stimolava e lo sentivo assai ben piazzato dentro di me. Appoggiai le mani sui braccioli e continuai a scoparmi. Ero io a muovermi e potevo darmi il massimo piacere. Purtroppo l’unica cosa che non riuscivo a fare era restare piegato in avanti verso di lui e dovevo restare con la schiena dritta e, così facendo mi resi conto che ero assai ben visibile da chi era seduto nelle file dietro alla nostra. Si, ero una buona dozzina di centimetri più alto. Pur continuando a muovermi guardai indietro notando che diversi spettatori ci fissavano ma non potevo farci nulla e non avevo proprio voglia di perdere quel piacere che mi riempiva il basso ventre. Il mio maschio aveva chiuso gli occhi e si godeva quanto gli facevo. Era sempre infuocato in viso e stringeva le labbra. Alzando gli occhi vidi che uno si stava avvicinando. Si sedette proprio dietro a noi e allungò subito le mani afferrandomi i capezzoli per stringerli seguendo il mio movimento. Dopo, sporgendosi di più verso di noi, mi passò una mano dietro i fianchi e iniziò ad accarezzarmi il culo. Provai ad ignorarlo concentrarmi sul piacere che mi dava la scopata in particolare quando il cazzo sbatteva in fondo facendomi godere. Mi resi conto che ero anch’io in piena erezione quando un terzo spettatore mi afferrò il cazzo cominciando a giocarci. Ero così preso da quel gustoso appagamento dei sensi che nemmeno mi resi conto che il mio partner era arrivato fin quando non mi chiese di smettere che non riusciva più a resistere. Mi fermai anche se ero ancora lontano dal massimo del piacere. Mi appoggiai delicatamente su di lui continuando a tenermelo dentro. L’ultimo arrivato di era tirato in disparte. Sempre cercando si non sollevarmi troppo ritornai a scavalcarlo e, tenendo con la mano il preservativo in modo che non scappasse fuori, mi accucciai nuovamente per terra. L’uomo, precipitosamente, si tolse il cappuccio gettandolo per terra e, tiratosi su velocemente mutande e pantaloni, goffamente si allontanò. Mi sollevai mettendomi nuovamente a sedere. Girando la testa notai che intorno era tutto tranquillo. L’uomo seduto dietro avvicinò la sua faccia alla mia testa e, riprendendomi il pisello con la mano mi chiese se avevo voglia di farlo anche con lui. Risposi in modo affermativo.
“Dai, vieni qui.”
“Ma sono nudo sotto...”
“Meglio!”
“Non puoi venire tu?”
“No, muoviti che mi scappello per te!”
Non mi restava che farlo anche se pensai che per raggiungerlo nella fila dietro tutti mi avrebbero visto e decisi che non potevo spostarmi con il pisello al vento. Mi sarei rimesso i pantaloni, ma proprio mentre stavo per farlo lui insistette:
“No! Non metterli, vieni qui come sei.”
“Ma… mi vedono tutti...”
“E allora? Non sei qui per farti scopare.”
La sua affermazione mi prese alla sprovvista. Anche se pronunciata in modo sgarbato era vera. Ero li per cercare sesso e lo avevo trovato. Raccolsi le mie cose e, con culo e pisello ben in mostra, mi spostai nella sua fila. Era già pronto, anche il cazzo.
Presi il preservativo ma mi disse che non lo voleva.
“Senza non lo prendo, se vuoi ti faccio un pompino...”
“Va bene, va bene… mettimelo!”
Non era come quello di prima, decisamente più piccolo. Ma ero li e lo avrei preso...
Un attimo dopo stavo cavalcando anche lui. Non era male, ma meno dell’altro. Mi fece galoppare per parecchio e, a differenza del primo mi teneva il cazzo con la mano masturbandomi assai piacevolmente. Quello che non sentivo dietro lo provavo davanti.
Mi chiese di avvisarlo prima di venire perché non dovevo schizzargli addosso. Ad un certo punto mi fece fermare: “manca poco e non voglio riempire il sacchettino. Ti vengo in bocca...”
“Va bene!”
Mi rimisi sul pavimento al suo fianco ma mi volle proprio davanti a lui. Di lato non gli andava bene. A fatica trovai una sistemazione tra le sue gambe dandomi subito da fare ma accorgendomi che, per il trambusto, non era più tanto duro e dovetti lavorare parecchio per farmi arrivare quel colloso liquido in bocca.
“Bravo! Sei stato proprio bravo. Una bella scopata e una gran spompinata… Bravo!”
Non dissi nulla perché avevo la bocca piena della sua crema. Risalendo sulla mia poltrona mi piegai dall’altra parte per sputare.
Poco dopo se ne andò anche lui mentre mi stavo infilando i pantaloni.
Non era quello che ero andato a cercare ma, in ogni caso, avevo trovato del buon sesso. Non il maschio desiderato ma due cazzi in culo e una bella spruzzata di sborra.
Sullo schermo gli attori continuavano a sfondare culi e la sala era sempre quasi vuota. Aspettai ancora una buona mezz’ora ma non entrò più nessuno.
Era arrivato il momento di andare via. Che ci potevo fare, più di così lì non ero riuscito a trovare. Eppure non sono male, me lo dicono anche quei pochi maschi che riesco a trovare, ho un bel fisico, una faccia piacevole e poi sono bravo di bocca e il lato b è il posto perfetto per infilarci un cazzo.
Evidentemente non so dove cercare. In fondo è da tre anni che ho scoperto quanto mi piace il cazzo e, quelle poche volte all’anno in cui mi viene la voglia di… darmi, sicuramente non sono ancora capitato nei posti giusti.
Magari la prossima volta ritorno in quel parcheggio dove c’erano tanti bei piselli a disposizione di una troietta come me. Chissà, forse troverò un ragazzo…


Ho ricevuto questo racconto da uno sconosciuto questo racconto che mi ha chiesto di “sistemarlo” e di pubblicarlo su Annunci69. Lo ho letto tutto d’un fiato e mi è piaciuto sia per la semplicità che per la bella descrizione degli stati d’animo dell’autore nonché delle sue aspettative e… speranze ma soprattutto perché lo ho trovato assai vicino a certe mie esperienze passate e sensazioni vissute. Lo ho leggermente adattato al mio modo di scrivere ma lo ho lasciato sostanzialmente invariato nello stile narrativo. Ho sostituito i nomi e reso non identificabile il cinema e la città. Spero sia piaciuto anche a voi
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