tradimenti
Gigi e Mary: Capodanno 2025


17.06.2025 |
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"Mary mi guarda, la sua fica che pulsa mentre si tocca, gli occhi che brillano di piacere..."
Mi chiamo Gigi, ho 61 anni, e la mia vita è intrecciata a quella di Mary, la mia compagna di sempre, 58 anni, una donna che incarna sensualità e desiderio in ogni suo gesto. Questa è la nostra storia, un viaggio di passione, scoperta e amore che ci ha portati a vivere un Capodanno 2025 che ancora mi fa battere il cuore e accende i miei sensi. Vi porterò dentro la nostra vita, nei momenti che ci hanno uniti, nelle emozioni che ci hanno trasformati, e in quella notte speciale, densa di odori, suoni e piaceri che non dimenticheremo mai.Io e Mary ci conosciamo da quando il mondo sembrava più semplice. Eravamo due adolescenti, vicini di casa in un quartiere di villette con giardini profumati di gelsomino. Lei era già allora una visione: capelli biondi che catturavano il sole, occhi verdi che brillavano di curiosità, un sorriso che prometteva guai. Io, un ragazzo un po’ timido ma con un fuoco dentro, non potevo resisterle. Passavamo i pomeriggi nascosti nel capanno del giardiniere della sua villa, sfogliando riviste proibite che trovavamo tra i suoi attrezzi. Quelle immagini, crude e audaci, ci accendevano. Le nostre mani, inesperte ma curiose, si cercavano sotto i vestiti, esplorando un desiderio che non sapevamo ancora nominare. Il profumo della sua pelle, misto a quello dell’erba appena tagliata, è un ricordo che ancora mi scalda il sangue.
Crescendo, il nostro legame si è rafforzato, ma anche il nostro desiderio di spingere i limiti. Al fiume, Mary si sdraiava al sole, il corpo nudo offerto agli sguardi di sconosciuti nascosti tra i cespugli. Io la guardavo, il cuore che batteva forte, eccitato non solo dal suo corpo, ma dall’idea che altri lo desiderassero. Era il nostro gioco: lei si mostrava, io mi perdevo nel suo piacere. Con la nostra prima macchina, una Fiat scassata, abbiamo iniziato a esplorare il car sex. Parcheggiavamo in luoghi isolati, i finestrini appannati, il suono del nostro respiro che si mescolava al frinire dei grilli. A volte, mani estranee bussavano al vetro, e Mary, con un sorriso malizioso, lasciava che la toccassero, mentre io mi eccitavo come mai prima.
La vera svolta è arrivata con un annuncio su una rivista di scambisti. Abbiamo conosciuto Marco, un uomo più grande di noi, carismatico, con un’aura di chi sa cosa vuole. È stato il nostro mentore, colui che ci ha guidati in un mondo di trasgressione che non sapevamo esistesse. Con lui, abbiamo sperimentato il nostro primo scambio di coppia, i nostri corpi che si intrecciavano in una danza di piacere. È stato Marco a intuire la mia curiosità nascosta. Una notte, mentre scopava Mary, mi ha guardato e ha detto, con voce calma ma autoritaria: “Gigi, vieni qui.” Mi ha offerto il suo membro, e io, senza pensarci troppo, l’ho preso in bocca. Il sapore, salato e intenso, mi ha travolto. Mary mi guardava, la sua eccitazione che si mescolava alla mia. Da quel momento, ho capito che il piacere non aveva confini: succhiare un cazzo, sentirlo pulsare, o lasciarmi prendere, il culo che si apriva a un piacere nuovo e travolgente, erano esperienze che mi completavano. Mary, a sua volta, si eccitava a vedermi così, il suo corpo che tremava di desiderio mentre mi guardava.
Da allora, siamo diventati una coppia che vive per il piacere. Mary ama essere desiderata, posseduta, e io amo guardarla, partecipare, condividere. Non cerchiamo umiliazioni, ma quando un amante la chiama “puttana” o mi chiama “cornuto” nel calore del momento, ci accende. È un gioco, un modo per celebrare la nostra libertà e il nostro amore.
Mary è una donna che cattura ogni sguardo. È di media statura, snella, con un corpo che sembra scolpito: tette sode, un culo tondo che invita al peccato, gambe lunghe che sembrano non finire mai. I suoi capelli biondi, leggermente mossi, le incorniciano il viso, e i suoi occhi verdi brillano di una malizia che ti cattura. Quando si muove, è come se il mondo rallentasse: il suo profumo, un mix di fiori e muschio, ti avvolge, e il suono dei suoi tacchi sul pavimento è un richiamo irresistibile. Ama le calze velate, che accarezzano le sue gambe come una seconda pelle, e i tacchi alti, che la fanno sembrare una regina pronta a essere adorata. Ogni suo gesto è un invito, un’esplosione di sensualità che mi fa perdere la testa.
Il 31 dicembre 2025, il nostro amico Luca, un maestro nell’organizzare serate trasgressive, ci invita a una festa in una villa fuori città. “Gigi, Mary, sarà un Capodanno senza freni,” ci dice al telefono. “Coppie bisex, singoli pronti a tutto. Voi sarete il cuore della serata.” Io e Mary ci prepariamo come se fosse una missione. Lei sceglie un vestito rosso lungo, aderente, con uno spacco che sale fino a metà coscia, lasciando intravedere il reggicalze nero che stringe le sue calze bianche Cervin, lisce e lucide come seta. Niente intimo sotto: la sua fica e il suo culo, depilati alla perfezione, sono pronti per essere ammirati. Una parrucca bianca le dà un’aria eterea, quasi da divinità del sesso. Il suo profumo, dolce e inebriante, mi fa girare la testa. “Cornuto,” mi sussurra, leccandosi le labbra, “stasera mi faccio scopare fino a urlare.” Il mio cazzo si drizza all’istante.
La villa è uno spettacolo. Un salone immenso accoglie gli ospiti: divani in pelle nera, un lampadario di cristallo che riflette luci soffuse, tende di velluto rosso che incorniciano finestre enormi. L’aria profuma di champagne, cera di candele e un pizzico di sudore, segno che la serata sta già scaldandosi. Un pianoforte suona in sottofondo, mescolandosi alle risate e al tintinnio dei bicchieri. Ci sono tre coppie e una decina di singoli, tra cui un 38enne che Mary ricorda con un sorriso: “Quel cazzo mi ha fatto impazzire,” mi sussurra. Gli altri, però, non sembrano promettenti: uomini maturi, con pance evidenti e facce comuni. Penso che Mary li ignorerà, ma mi sbaglio.
Mentre sorseggio un prosecco, vedo due singoli avvicinarsi a lei. Uno è un gigante, con una pancia che straborda dalla camicia, l’altro più basso, con occhi da lupo. Le offrono un calice, e Mary ride, il suo profumo che si mischia al loro odore di dopobarba e desiderio. Mi aspetto che mi chiami per salvarla, ma invece la vedo rilassata, la mano che sfiora la spalla del gigante. “Cazzo,” penso, “la mia puttana si sta eccitando.” Il mio cazzo pulsa nei pantaloni, il precum che già macchia la stoffa.
A cena, Mary mi si avvicina, gli occhi che brillano. “Amore, questi due mi fanno bagnare la fica,” sussurra. “Voglio sedermi con loro, ok, cornuto?” Le sorrido, il cuore che batte forte. “Fai la troia, amore.” Si siede tra i due, e io la guardo da lontano, seduto accanto a una coppia che conosciamo. Le loro mani le accarezzano le gambe, il vestito che sale mostrando le calze. Lei ride, getta la testa indietro, e poi li bacia, le lingue che si intrecciano in un suono umido che mi fa drizzare il cazzo ancora di più. Mi lancia occhiate, mandandomi baci e strizzando l’occhio: è felice, e questo mi rende felice.
Dopo cena, balliamo. La stringo, il suo corpo caldo contro il mio, il profumo che mi avvolge. “Come va, puttana mia?” le chiedo. Lei sorride, maliziosa. “Quei due sono porci. Uno ha un cazzo che mi spaccherà la fica.” La lascio con loro e scendo nella taverna, dove Luca ha allestito una sala BDSM. È un mondo a parte: pareti nere, illuminate da candele che gettano ombre tremolanti. Catene pendono dal soffitto, tintinnando leggermente. Un letto a baldacchino, con lenzuola di seta rossa, domina la stanza. Sul tavolo, fruste di cuoio, manette, dildi di ogni misura, l’odore di pelle e lubrificante che pizzica il naso. Una croce di Sant’Andrea è appoggiata al muro, e una donna geme mentre un uomo le sculaccia il culo, il suono secco che riecheggia. Un altro uomo, legato, succhia un cazzo con un’espressione di puro piacere.
Torno di sopra, i gemiti che mi guidano come un faro in una notte di tempesta. Ogni passo risuona sul pavimento di legno, il cuore che martella nel petto, l’eccitazione che mi fa tremare. Spingo la porta di una stanza e il mondo si ferma: Mary, la mia puttana adorata, è lì, sdraiata sul letto, il corpo nudo che brilla di sudore sotto la luce soffusa. Il gigante, con la sua pancia prominente e il cazzo enorme, la sta possedendo nel culo, tenendole le gambe alzate con mani possenti. Le cosce di Mary tremano, le calze bianche Cervin che scivolano appena, il reggicalze nero teso come una corda di violino. Il suono dei loro corpi che sbattono è osceno, un ritmo bagnato e profondo, mescolato ai gemiti rochi di Mary. L’odore di sesso satura l’aria: il suo profumo muschiato, il sudore del gigante, il sentore acre della loro unione.
L’altro uomo, quello più basso con occhi da predatore, è in piedi accanto a lei, il cazzo lungo e spesso che scompare nella gola di Mary. “Succhialo, puttana!” ringhia, spingendole la testa con una mano, mentre lei, con gli occhi lucidi di piacere, obbedisce, la bocca spalancata che accoglie ogni centimetro. Il suono bagnato dei suoi risucchi, il ritmo della sua gola che si contrae, mi fanno drizzare il cazzo all’istante. Mary mi vede, il suo sguardo che brilla di lussuria, e mi manda un bacio, la bocca ancora piena, il sapore del cazzo che so già essere sulla sua lingua.
Mi avvicino, il cazzo duro come pietra, il precum che macchia i pantaloni. Il gigante mi guarda, un ghigno sul volto. “Cornuto, guarda come sfondo il culo della tua troia!” dice, e con un movimento fluido esce dal suo culo, il buco rosa che pulsa, lucido di lubrificante. Senza perdere tempo, la gira, le alza le gambe ancora di più e le infila il cazzo nella fica, a pelle, con un colpo deciso che la fa urlare. “Cazzo, sì!” geme Mary, il corpo che si inarca. Il gigante la scopa con forza, ogni spinta un’esplosione di suono, carne contro carne, il letto che scricchiola sotto il loro peso. L’odore della sua fica, bagnata e spalancata, si mischia al sentore salato del cazzo del gigante.
“Cornuto, vieni qui e lecca la fica della tua puttana mentre la sfondo!” ordina il gigante. Mi sdraio sotto di lei, il viso a pochi centimetri dalla sua fica, che gocciola di umori. Il cazzo del gigante entra ed esce, lucido, enorme, un mostro che la apre senza pietà. Lecco, la lingua che scivola sulle sue labbra gonfie, il sapore dolce e salato che mi manda in estasi. Ma non mi fermo lì: la mia lingua sfiora anche quel cazzo doppio, caldo e pulsante, che la sfonda. Il sapore della sua pelle, misto agli umori di Mary, è una droga. Lo lecco, lo succhio quando esce, poi torno alla fica, un ritmo frenetico che mi fa perdere la testa. Mary geme, la voce spezzata: “Cornuto, cazzo, continua, sto impazzendo!”
Il gigante accelera, i suoi grugniti che si mescolano al suono bagnato della fica di Mary. Poi, con un ruggito, si tira fuori e si sposta verso la sua faccia. “Apri la bocca, puttana!” ordina, e schizza, fiotti di sborra calda che le colano sul viso e nella gola. Mary ingoia, gemendo, mentre l’altro uomo prende il posto del gigante. Il suo cazzo, lungo e spesso, si infila nella fica di Mary con un colpo deciso, pompandola con forza. Il suono è ipnotico: lo schiaffo dei suoi fianchi contro di lei, i gemiti di Mary, il mio respiro affannoso mentre lecco. La mia lingua danza tra la sua fica e il cazzo dell’uomo, succhiandolo a tratti, il sapore acre che si mescola a quello dolce di Mary. “Brava troia, prendi tutto!” ringhia l’uomo, e io, il cornuto, mi perdo in quel mare di piacere.
Mary è al limite, la sua fica che si contrae intorno al cazzo del bull. “Cazzo, vengo!” urla, un fiotto di umori che mi bagna la faccia. L’uomo non resiste più: con un gemito profondo, sborra dentro di lei, la fica che si riempie di sborra calda, che cola mentre continuo a leccare, la lingua che raccoglie ogni goccia. Mary è completamente farcita, la fica un lago di sborra, il culo ancora pulsante dall’invasione del gigante. Mi alzo, il cazzo che pulsa, e la guardo: il viso sporco di sborra, gli occhi che brillano di piacere, il corpo che trema.
L’odore di sesso ci avvolge, denso e inebriante: il suo profumo muschiato, il sentore salato della sborra, il sudore che pizzica il naso. I due uomini, il gigante e il più basso, sono lì, a pochi passi, i loro cazzi ancora semi-duri nelle mani mentre si segano lentamente, gli sguardi famelici che ci divorano. Il gigante, con la pancia che trema a ogni respiro, ha occhi da predatore, un ghigno che dice tutto: “Cornuto, guarda come scopo la tua puttana, ora tocca a te.” L’altro, con i suoi occhi da lupo, mi fissa con una miscela di sfida e lussuria, la mano che scivola sul cazzo, lucido di sborra e saliva di Mary. I loro sguardi mi accendono, mi fanno sentire il cornuto più fortunato del mondo.
Mi avvicino a Mary, il cazzo duro come pietra, il precum che gocciola dalla punta. Lei mi guarda, gli occhi verdi che brillano di desiderio, le labbra sporche di sborra che si incurvano in un sorriso da troia. “Scopami, cornuto,” sussurra, la voce rotta dal piacere. Si afferra le caviglie con le mani, le unghie laccate di rosso che scintillano sotto la luce fioca, e spalanca le gambe in un gesto oscenamente invitante. La sua fica è aperta, rossa e gonfia, un paradiso bagnato che pulsa, la sborra dei bull che cola lenta sulle lenzuola. Le calze bianche Cervin, ancora al loro posto, incorniciano quel quadro di lussuria, il reggicalze nero teso come una promessa di peccato.
Entro in lei, il cazzo che scivola senza resistenza in quella fica larga e scivolosa, un calore umido che mi avvolge e mi fa gemere. Ogni spinta è un’esplosione di sensazioni: la sborra dei bull che si mescola ai suoi umori, il mio cazzo che sguazza in quel lago di piacere, il suono bagnato dei nostri corpi che sbattono. “Cazzo, Mary, sei un mare di sborra,” gemo, e lei ride, un suono roco e sensuale che mi fa impazzire. Tiene le gambe spalancate, le caviglie strette nelle sue mani, il corpo offerto come un altare al nostro amore. La scopo con forza, ogni affondo un ritmo che fa tremare il letto, il suono del legno che scricchiola che si mescola ai nostri gemiti.
I due bull ci guardano, le mani che si muovono più veloci sui loro cazzi. Il gigante ha la fronte imperlata di sudore, gli occhi che si spostano dalla fica di Mary al mio cazzo che la penetra, un grugnito basso che gli sfugge ogni tanto. “Guarda la tua troia, cornuto, come gode,” dice, la voce che vibra di eccitazione. L’altro, con il cazzo che torna duro, mi fissa con un sorriso beffardo, la mano che stringe la base del membro mentre si sega. “Fottila bene, cornuto, riempila ancora,” ringhia, e il suo sguardo mi brucia, mi spinge a scopare più forte.
Mary è un fuoco vivo sotto di me. Le sue tette sobbalzano a ogni spinta, i capezzoli duri come sassolini. Si morde il labbro, gli occhi socchiusi, persa nel piacere. “Cazzo, Gigi, sto per venire di nuovo!” urla, la voce che si incrina. La sua fica si stringe intorno al mio cazzo, un abbraccio caldo e pulsante che mi porta al confine dell’orgasmo. Continuo a scoparla, il ritmo frenetico, il suono dei nostri fianchi che sbattono che riempie la stanza. L’odore della sua fica, misto alla sborra, mi inebria, il sapore dei cazzi dei bull ancora sulla mia lingua che si mescola al suo profumo. La bacio, le nostre lingue che danzano, condividendo quel gusto di sesso e lussuria, e lei geme nella mia bocca, il corpo che trema.
“Vengo, cornuto!” urla, e la sua fica esplode, un fiotto di umori che mi bagna il cazzo e le cosce, la sborra dei bull che cola ancora di più mentre la scopo senza sosta. Il suo orgasmo mi travolge, il cazzo che pulsa mentre sborro dentro di lei, un fiotto caldo che si mischia a quello dei bull, riempiendole la fica fino all’orlo. Il piacere è accecante, un’onda che mi fa tremare, il suono dei nostri gemiti che si intreccia al respiro pesante dei due uomini che ci guardano. I loro cazzi schizzano di nuovo, schizzi di sborra che cadono sul pavimento, i loro sguardi che non si staccano da noi, da Mary spalancata e farcita, da me, il cornuto che la reclama.
Ci abbracciamo, il mondo che scompare. Il suo corpo caldo contro il mio, il suo respiro che si calma, l’odore di sborra e fica che ci avvolge come una coperta. I due bull, ansimanti, ci guardano ancora, ma ora c’è una sorta di rispetto nei loro occhi, come se avessero capito che questo piacere, questa passione, è nostra, unica. È nostra, questa fica, questo cazzo, questa sborra. Restiamo lì, persi l’uno nell’altra, il suono del nostro amore che sovrasta tutto, un legame che nessuna scopata, per quanto selvaggia, potrà mai spezzare.
La stanza è un vortice di odori e suoni: il profumo muschiato di Mary, il sentore salato della sborra, i gemiti che ancora echeggiano tra le pareti. Siamo tutti e quattro sul letto, i corpi sudati che brillano sotto la luce fioca della lampada. Mary, la mia puttana adorata, è sdraiata, le gambe aperte, la fica che ancora gocciola della sborra del gigante. Io sono sopra di lei, il cazzo che pulsa dopo essere entrato in quella fica calda e scivolosa. I due bull, ansimanti, ci guardano con occhi famelici. Il gigante, con quella pancia che trema a ogni respiro, mi fissa e dice, con voce roca: “Cornuto, non hai finito. Vieni qui e pulisci i nostri cazzi.”
Il tono è un ordine, ma c’è una scintilla di complicità nei suoi occhi. Mi avvicino, il cuore che batte forte, l’eccitazione che mi fa tremare. Il cazzo del gigante è ancora semi-duro, lucido di sborra e degli umori di Mary. L’odore è intenso, un mix di sesso e sudore che mi fa girare la testa. Mi inginocchio, lo prendo in mano, pesante e caldo, e inizio a leccarlo. Il sapore è salato, con un retrogusto dolce che mi manda in estasi. Passo la lingua lungo l’asta, pulendo ogni traccia di sborra, mentre lui geme, la mano che mi accarezza la testa. “Bravo, cornuto, lecca bene,” dice, e io mi perdo in quel cazzo, succhiandolo con avidità.
Poi passo all’altro, il più basso, il suo cazzo più corto ma spesso, ancora bagnato della sborra che ha schizzato sul viso di Mary. Lo prendo in bocca, il sapore diverso, più acre, che si mescola a quello del gigante. Lecco, succhio, la lingua che scivola sulle palle, il suono dei miei risucchi che riempie la stanza. Mary mi guarda, la sua fica che pulsa mentre si tocca, gli occhi che brillano di piacere. “Cornuto, sei proprio una troia,” sussurra, e io sorrido, la bocca piena di cazzo, il cuore che esplode di desiderio.
Torno da Mary, il sapore di quei due cazzi ancora sulla lingua, un mix di sborra e sudore che mi fa impazzire. Mi sdraio sopra di lei, il suo corpo caldo che mi accoglie, le sue gambe che si avvolgono intorno ai miei fianchi. La sua fica è un paradiso bagnato, larga e scivolosa dopo essere stata scopata dal gigante. La penetro lentamente, il mio cazzo che scivola dentro senza resistenza, avvolto da quel calore umido che mi fa gemere. Ogni spinta è un’esplosione di sensazioni: il sapore dei cazzi che mi riempie la bocca, l’odore di Mary che mi avvolge, il suono dei nostri corpi che sbattono, pelle contro pelle. “Puttana, come sei aperta,” le sussurro, e lei ride, un suono roco e sensuale. “Scopami, cornuto, fammi sentire il tuo cazzo.”
Le sue unghie mi graffiano la schiena, il suo respiro caldo contro il mio collo. Ogni affondo è un viaggio: la sua fica mi avvolge, la sborra del gigante che si mescola ai suoi umori, il mio cazzo che sguazza in quel lago di piacere. La guardo negli occhi, verdi e lucidi, e vedo l’amore, il desiderio, la libertà che ci unisce. La bacio, la mia lingua che porta il sapore di quei cazzi nella sua bocca, e lei geme, succhiandomi come se volesse bere ogni traccia di quel momento. Il letto scricchiola sotto di noi, il ritmo dei nostri corpi che si fa più frenetico. Sento il suo corpo tremare, la sua fica che si stringe intorno a me, e so che sta per venire. “Cazzo, Gigi, sto sborrando!” urla, e il suo orgasmo mi travolge, il mio cazzo che pulsa mentre mi spingo più a fondo.
Ma poi sento un movimento dietro di me. Il gigante, eccitato dalle mie leccate, è di nuovo duro. Il suo cazzo, enorme e pulsante, preme contro il mio culo. “Cornuto, ora tocca a te,” ringhia, e senza darmi il tempo di rispondere, mi penetra. Il dolore iniziale è acuto, ma si trasforma subito in piacere, un’onda che mi travolge mentre continuo a scopare Mary. Il suo cazzo mi apre, ogni spinta un mix di bruciore e godimento, il suono dei suoi fianchi che sbattono contro il mio culo che si mescola ai gemiti di Mary. È un ritmo selvaggio: io che scopo la sua fica, lui che mi sfonda il culo, i nostri corpi che si muovono all’unisono. L’odore di sesso ci avvolge, il sudore che cola, i gemiti che diventano un coro. Mary mi guarda, la sua voce spezzata: “Cornuto, ti sta inculando, cazzo, quanto mi piace!”
Sento il mio orgasmo montare, il cazzo che pulsa nella fica di Mary, il culo che si stringe intorno al cazzo del gigante. “Sto sborrando!” urlo, e un fiotto caldo esplode dentro Mary, la mia sborra che si mescola a quella del bull, riempiendole la fica fino a farla colare. Nello stesso momento, il gigante geme, un ruggito profondo, e mi riempie il culo di sborra, calda e densa, che mi fa tremare di piacere. Rimaniamo così, intrecciati, il mio cazzo ancora nella fica di Mary, il cazzo del gigante che pulsa nel mio culo, la sborra che cola ovunque. Mary mi bacia, il sapore dei cazzi ancora sulle nostre labbra, e per un momento il mondo si ferma, siamo solo noi, persi in un mare di piacere e amore.
La notte si dissolve in un turbine di risate, bicchieri che tintinnano e racconti sussurrati tra il fumo di sigarette. Siamo solo io e Mary ora, seduti su un divano, i corpi ancora caldi, la pelle che sa di sborra e desiderio. Il suo sguardo, verde e profondo, mi trafigge, e quando mi parla, la sua voce è un misto di euforia e vulnerabilità che mi fa tremare. “Gigi, quei due… cazzo, mi hanno preso l’anima,” confessa, le dita che sfiorano il mio braccio. “La loro simpatia mi ha fregato, ma scopare a pelle… l’ho voluto io. Sentirli dentro, senza niente, mi ha fatto sentire viva, violata, completa.”
Le sue parole mi accendono, il cazzo che pulsa al solo pensiero di lei, spalancata, posseduta. La ascolto, rapito, mentre descrive ogni sensazione: il bruciore del gigante nel culo, il sapore del cazzo dell’altro in gola, la sborra che le colava dalla fica. “Ero loro, amore, ma ero anche tua,” dice, gli occhi lucidi. “Mi hanno sfondata, e cazzo, ne volevo ancora. Sono felice, appagata… ma mi sento come se mi avessero spezzata e rimessa insieme.” La sua voce si incrina, un misto di gioia e trasgressione che mi fa impazzire.
La stringo, il cuore che batte all’unisono col suo, il desiderio che ci lega più forte di qualsiasi catena. Quel Capodanno ci ha marchiati: ogni gemito, ogni odore di sudore e sborra, ogni schizzo che le ha riempito la fica è un ricordo che ci fa scopare come bestie, ancora e ancora. La nostra vita è questo: un amore selvaggio, libero, che si nutre di fiche, cazzi e culi, un fuoco che brucia senza mai spegnersi.
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