Annunci69.it è una Community rivolta ad un pubblico adulto e maggiorenne.
Puoi accedere solo se hai più di 18 anni.

SONO MAGGIORENNE ESCI
Racconti Erotici > bdsm > Michela una vita da sottomessa Atto 18
bdsm

Michela una vita da sottomessa Atto 18


di Membro VIP di Annunci69.it Efabilandia
10.07.2025    |    1.315    |    2 8.0
"Daniela si ferma, poi riprende, un ritmo inesorabile, estraendo lo strap-on e reinfilandolo con un solo colpo, il clap del lattice che sbatte contro le sue chiappe oscenamente aperte, un suono..."
Il crepuscolo tinge il bungalow di sfumature arancioni, l’odore di salsedine e frangipane che si infiltra dalle finestre aperte, un abbraccio caldo che mi avvolge mentre mi preparo per la cena. È tardo pomeriggio, l’aria densa di umidità, il suono delle onde che si mescola al canto delle cicale. Indosso un vestito nero a rete, leggero come un velo, con spacchi vertiginosi che salgono sopra i fianchi, lasciando in mostra gli anelli alle grandi labbra, che tintinnano a ogni movimento, e il tatuaggio sul pube: una diavolessa sdraiata, la scritta SLAVE in lettere gotiche che proclama la mia devozione. La scollatura profonda scende sotto l’ombelico, rivelando il piercing a catenella legata ai capezzoli che scintilla, mentre le spalline sottili faticano a contenere il mio seno abbondante, i capezzoli tesi come chiodi, adornati da anelli che spingono contro il tessuto. Il mio plug blu, carico e vibrante, ronza nel culo, un battito che mi tiene al confine del piacere, il suo lampeggiare che illumina la penombra. Daniela, accanto a me, è una visione di dominio nel suo vestito bianco, la scollatura posteriore che espone il suo culo sodo, il plug rosso che scintilla, il suo profumo di sandalo che mi soffoca, un faro che mi guida.Mi guarda, i suoi occhi che mi inchiodano, e dice: “Ti manca qualcosa, puttana.” Dal trolley estrae una catenella grossa con due pinzette alle estremità, l’odore di metallo che mi pizzica le narici. La aggancia agli anelli dei miei capezzoli, un pizzicore acuto che mi strappa un gemito: “A-ahhh!” La catenella si tende, un peso che tira, un dolore che si mescola al piacere. “Adesso sei una perfetta schiava,” sussurra, il suo tono che non ammette repliche. “Sì, Padrona,” rispondo, la voce spezzata, il cuore che martella. Prende la catenella con una mano, un gesto che mi fa rabbrividire, e ci avviamo verso la sala da pranzo, il suono dei miei anelli che tintinnano, il ronzio del plug che echeggia nei miei passi, un ritmo che si intreccia con una melodia di khim tailandese, dolce e sensuale, che risuona dal ristorante.La nostra cameriera, la bellezza esotica dalla pelle color cannella, ci accoglie, l’odore di vaniglia e sudore che emana dalla sua uniforme. I suoi occhi si spalancano vedendo la catenella che tende i miei capezzoli, un sorriso malizioso che le increspa le labbra. Ci guida al nostro tavolo in un angolo, la tovaglia bianca che sfiora le mie cosce, e prima di andarsene chiede a Daniela: “Posso tirare la catenella?” Daniela annuisce, e la cameriera si avvicina, il suo profumo che mi travolge. Prende la catenella e dà uno strattone deciso, un dolore lancinante che mi strappa un urlo: “Aaaah!” Il piacere mi travolge, un calore che mi accende la fica, l’odore del mio muschio che si diffonde. La cameriera sussurra: “Quanto vorrei usarti, se la tua Padrona è d’accordo.” Daniela risponde, il tono sadico: “Un giorno, forse. Ma sarò io a usare te.” La cameriera sorride, un invito silenzioso, e si allontana sculettando, il suono dei suoi passi che si perde nella musica.Ci sediamo, sollevando i vestiti, i culi nudi sulla pelle fredda delle sedie, un brivido che mi fa gemere. Mangiamo un curry di gamberi, il sapore piccante che mi brucia la lingua, l’odore di cocco e lemongrass che mi avvolge. Ogni movimento tira la catenella, un dolore che mi fa ansimare, gli anelli che tintinnano, il tatuaggio in mostra. Finita la cena, usciamo sotto il pergolato, l’odore di caffè amaro e gelsomino che mi accoglie, il suono delle onde che si mescola alla melodia di un’arpa krapeu, un ritmo che mi culla. Un cameriere ci serve, i suoi occhi che si spalancano vedendo la catenella e i miei seni esposti, un misto di desiderio e stupore, l’odore di sudore che emana mentre si allontana.
Sono le dieci passate, l’aria fresca della notte che mi accarezza la pelle mentre ci avviamo verso la discoteca, Daniela che mi tiene per la catenella, ogni passo un tormento, un lamento misto a piacere che mi sfugge: “A-ahhh!” Il ronzio del plug vibra, il suo lampeggiare che illumina il sentiero, gli anelli che tintinnano, un coro osceno che attira gli sguardi. Sulla porta, il fotografo del villaggio ci aspetta, la sua macchina che lampeggia freneticamente, l’odore di tabacco e sudore che lo accompagna. Daniela, maliziosa, mi ordina: “Alza lo spacco, puttana, mostra la fica.” Obbedisco, sollevando il vestito, la mia fica spalancata in vista, gli anelli da 4 cm che pendono, il tatuaggio che brilla. Il flash scatta, un clic che echeggia, catturando la mia nudità, un’esibizione che mi umilia ma mi accende.Entriamo nella discoteca, l’aria densa di fumo e profumo, il ritmo pulsante di una canzone elettronica tailandese, un beat di bassi profondi che si mescola al ronzio del mio plug. In lontananza, Jennifer e Francy ci fanno segno di unirci a loro, i loro corpi che brillano sotto le luci stroboscopiche, l’odore di inchiostro e crema solare che emana da Jennifer. Ci sediamo, sollevando i vestiti, i culi nudi sulla pelle fredda delle sedie, un brivido che mi fa gemere. Jennifer, fissando la catenella sui miei capezzoli, dice: “Che schiava perfetta.” Daniela annuisce, orgogliosa: “Non ci è voluto molto, un paio d’anni. È portata per la sottomissione.” Jennifer, ridendo, confessa: “Francy è con me da un anno, ma il suo culo fa ancora male dopo oggi. Dammela per un paio di giorni, la renderò sfondata e ubbidiente.” Daniela sorride: “Stasera iniziamo.” Omar si avvicina, l’odore di sudore e salsedine che mi travolge, e chiede di sedersi. Daniela lo ferma: “Sì, ma stasera guardi. Niente sesso, accontentati da solo.” Lui annuisce, uno sguardo malinconico, e si siede.Jennifer si alza, prendendo la mia catenella: “Posso ballare con Michela? Tu prendi Francy.” Daniela annuisce, e Jennifer mi tira in pista, il dolore che mi strappa un gemito. La musica cambia, un ballo lento, una melodia di saw duang, un violino tailandese che vibra come un lamento sensuale. Le nostre lingue si intrecciano, il sapore di rum e muschio che mi inebria, le sue mani che scivolano negli spacchi del mio vestito, sfiorando gli anelli, poi infilandosi nella mia fica bagnata. Gemo, inchinandomi per facilitare la sua mano, un piacere che mi fa urlare: “Siiiiiii!” La pista si svuota, gli occhi su di noi, il ronzio del plug che si mescola al ritmo della musica. Una ragazza dalla pelle scura, sui trent’anni, si avvicina, l’odore di patchouli che emana, e chiede a Jennifer: “Posso?” Senza aspettare, mi prende, un ballo sensuale che diventa frenetico. Mi fa girare, il vestito che svolazza, la mia nudità esposta, gli anelli che tintinnano, il plug che lampeggia, i miei seni che sfuggono dalle spalline, liberi sotto gli sguardi. La musica accelera, un ritmo che mi travolge, il mio corpo che danza, un’esibizione oscena che mi umilia ma mi accende.Mi disvincolo, tornando da Jennifer, e la bacio, un bacio saffico lungo e profondo, il sapore del suo muschio che mi soffoca, le nostre lingue che danzano, il suono umido che echeggia. Jennifer prende la catenella, tirando, un dolore che mi fa gemere, e mi riporta al tavolo, i miei seni esposti, il seno sodo che balla a ogni passo, gli sguardi che mi trafiggono, un orgoglio che mi brucia l’anima. Mi siedo, sollevando il vestito per usarlo come ventaglio, un gesto osceno che fa brillare il tatuaggio, gli anelli che tintinnano, il plug che lampeggia.
Torniamo al tavolo, l’odore di fumo e sudore che riempie l’aria, la musica che si attenua, un ritmo elettronico che si mescola al brusio della folla. Daniela mi guarda, soddisfatta, mentre Francy, inginocchiata tra le sue gambe, le lecca la fica, il suono umido che echeggia, il sapore del suo muschio che immagino sulla lingua di Francy. Daniela geme, un orgasmo che la travolge, un gridolino che squarcia l’aria. La ferma, ordinandole: “Apri la bocca, devo urinare.” Francy, titubante, obbedisce, e Daniela le piscia in bocca, un fiotto caldo che cola, l’odore acre che si diffonde, un’umiliazione che fa arrossire Francy. Si rialza, il sapore del piscio e dello squirt sulla lingua, e sussurra: “Non l’ho mai fatto con Jennifer, ma è stato… piacevole.” Daniela sorride: “Proverai molte cose nuove, qui.” Omar, accanto a noi, si tocca il pacco, il suo sguardo incredulo, l’odore di sudore che emana, un desiderio represso che si mescola all’aria.Jennifer chiede a Daniela: “Come si è comportata Francy?” Daniela risponde: “Bene, ma deve migliorare. A Milano, lasciala a me, la renderò come Michela: sfondata e ubbidiente.” Jennifer annuisce: “Ci penserò.” Si è fatto tardi, la discoteca si svuota, il ritmo della musica che si affievolisce, un ultimo brano di saw duang che vibra come un lamento. Jennifer guarda Daniela: “Come chiudiamo la serata?” Daniela sorride, sadica: “Venite da noi, per un gran finale. Ma senza limiti nei giochi.” Jennifer accetta, un sorriso furbo, e il fotografo si avvicina, su di giri: “Gli scatti di Michela sono osceni, un invito alla depravazione.” Daniela gli ricorda: “Voglio tutte le foto prima di partire.” Lui fischietta, l’odore di tabacco che lo segue mentre si allontana, il suono dei suoi passi che si perde nella notte.
Torniamo al bungalow, l’aria fresca della notte che mi accarezza la pelle, l’odore di salsedine e gelsomino che si infiltra dalle finestre spalancate, un abbraccio umido che si mescola al calore del mio corpo.
Daniela mi tiene per la catenella agganciata agli anelli dei miei capezzoli, ogni passo un tormento, un dolore acuto che tira e mi strappa gemiti: “A-ahhh!” Il ronzio del mio plug blu vibra nel culo, il suo lampeggiare che illumina il sentiero di sabbia, gli anelli alle grandi labbra che tintinnano, un coro metallico che si mescola al fruscio delle palme
Jennifer e Francy ci seguono, l’odore di vaniglia e crema solare che emana dai loro corpi, un cocktail che si mescola al nostro muschio, un invito osceno che mi fa tremare. Gli sguardi dei passanti ci trafiggono, turisti che sussurrano, un’esibizione che mi umilia ma accende un fuoco nella mia fica spalancata.
Entriamo nel bungalow, la porta che si chiude con un clic secco, isolandoci dal mondo. In un attimo siamo tutte nude, i vestiti che cadono con un fruscio, un mucchio di tessuto sul pavimento di legno che profuma di vernice e cocco. Il letto ci aspetta, un altare di lenzuola bianche, fresche, con un odore di lavanda che contrasta con il muschio acre che emana dai nostri corpi sudati. È un intrico di corpi nudi, un balletto di mani e baci, il suono umido delle labbra che si incontrano, il sapore salato della pelle di Jennifer che mi inebria mentre la mia lingua scava nella sua bocca, il suo odore di inchiostro che mi soffoca. Francy si intreccia con Daniela, i loro gemiti che echeggiano, un coro che si mescola alla melodia del khim, un ritmo lento e sensuale che sembra guidare i nostri movimenti. Le mani di Francy sfiorano i miei anelli, un pizzicore che mi fa gemere, mentre Daniela lecca il collo di Francy, il suono umido che si mescola ai nostri respiri pesanti, l’odore di vaniglia e muschio che riempie la stanza, un incenso profano che ci consacra. Daniela si alza, il suo corpo che brilla di sudore sotto la luce soffusa, e si dirige verso la valigia. Il fruscio del trolley che si apre è un preludio, l’odore di pelle e lattice che si diffonde mentre estrae uno strap-on mostruoso, nero e lucido, la cappella enorme che scintilla, un mostro che mi fa rabbrividire. Prende anche un flacone di lubrificante, l’odore chimico che mi pizzica le narici, e si avvicina al letto, il suo sguardo sadico che mi inchioda. “Voglio rompere i culi delle francesine,” dice, la voce che vibra di comando. Infila la parte più corta dello strap-on nella sua fica, un pop umido che echeggia, e allaccia le cinghie in vita, il suono del cuoio che si tende. Mi ordina: “Michela, tieni ferma Francy con Jennifer. Culo in alto.”
Obbedisco, il cuore che martella, il ronzio del plug che amplifica ogni sensazione, il suo lampeggiare che illumina la scena. Io e Jennifer afferriamo Francy, le sue spalle che tremano sotto le nostre mani, l’odore di crema solare che emana dalla sua pelle, un contrasto con il muschio che cola dalla mia fica. Daniela spalma il lubrificante sulla cappella dello strap-on, un odore che si diffonde, e appoggia la punta al buco di Francy. Lei si irrigidisce, un gemito di paura che le sfugge: “No, è troppo grosso!” Daniela mi guarda: “Troia, leccale la fica.” Mi inginocchio, la mia lingua che scava nella sua fica, il sapore salato del suo muschio che mi inebria, il suono umido che echeggia, il khim che suona una nota lunga e profonda, un ritmo che ci guida. Francy si rilassa, i suoi gemiti di piacere che si mescolano alla musica: “Siiiiiii!”Daniela inizia a spingere lo strap-on nel culo di Francy, un movimento lento, il buco che resiste, un suono di carne che si tende, un lamento che le sfugge: “No, non lo voglio, è troppo per il mio buco!” Daniela si ferma a metà, lasciando che il suo culo si abitui, il lattice che brilla sotto la luce, un’immagine che mi fa tremare. Poi, con un colpo secco, sadico, lo infila completamente, un clap che squarcia l’aria. Francy urla, un suono disumano, come se la stessero squartando: “Aaaah!” Il mio cuore salta, la mia lingua che continua a leccare, il sapore del suo squirt che mi inonda, un liquido caldo che cola sul mio viso, l’odore di vaniglia e muschio che soffoca l’aria. Daniela si ferma, poi riprende, un ritmo inesorabile, estraendo lo strap-on e reinfilandolo con un solo colpo, il clap del lattice che sbatte contro le sue chiappe oscenamente aperte, un suono che si mescola ai gemiti di Francy. I suoi urli di dolore si trasformano in piacere: “Siiii, spaccami, fammi godere!” Raggiunge l’orgasmo, un urlo che squarcia la stanza, il suo corpo che si accascia sul letto, il buco del culo spalancato, arrossato, un abisso che pulsa. Francy mi guarda, gli occhi lucidi: “Non ho mai provato un piacere simile.” L’odore di muschio, lattice e lavanda riempie la stanza, il khim che suona una nota acuta, un climax che ci avvolge. Ci riposiamo, i nostri corpi sudati sul letto, l’odore di lavanda delle lenzuola fradice che si mescola al nostro muschio, il suono dei nostri respiri pesanti che si intreccia con il fruscio delle palme fuori dalla finestra. Un lamento sensuale che ci culla. Ma Daniela non è sazia, il suo sguardo si sposta su Jennifer, un sorriso sadico sulle labbra. “Ora tocca a te,” dice, la voce che vibra di desiderio. “Michela, fai un 69 con Jennifer. Francy, tienile le spalle.” Obbedisco, sdraiandomi sotto Jennifer, la sua fica che si posa sul mio viso, il sapore salato del suo muschio che mi inebria, la mia lingua che scava in profondità, il suono umido che echeggia. Francy, ancora tremante, le tiene ferme le spalle, spingendo il viso di Jennifer sulla mia fica, l’odore di vaniglia che si mescola al nostro muschio, un cocktail che mi stordisce. Il culo di Jennifer è un invito, teso e intatto, un contrasto con il mio buco sfondato, il ronzio del mio plug blu che vibra, il suo lampeggiare che illumina il suo corpo sotto la luce della luna. Daniela spalma il lubrificante, l’odore chimico che si diffonde, e appoggia la cappella dello strap-on al buco di Jennifer. Lei si accorge, si svincola, urlando: “No, non voglio, è troppo grosso!” Ma le mie mani e quelle di Francy la tengono ferma, le sue spalle che tremano sotto la nostra presa, il suo respiro che si spezza. Daniela, sadica, inizia a spingere, lo strap-on che scompare lentamente nel suo buco, un suono di carne che si apre, un gemito di dolore che le sfugge: “No, non puoi sfondarmi!” La mia lingua continua a leccare, il sapore del suo squirt che mi inonda, un liquido caldo che cola sul mio viso, l’odore di inchiostro e muschio che mi soffoca. Daniela accelera, un ritmo sempre più veloce, il clap del lattice che sbatte contro le sue chiappe, un suono che squarcia l’aria, il khim che suona una nota frenetica, un ritmo che ci spinge oltre il confine. I lamenti di Jennifer si trasformano in gemiti di piacere: “Siiii, ne voglio ancora, dammene di più!” La sua voce si spezza, un urlo che squarcia la stanza: “Siiiiiii!” Raggiunge l’orgasmo, il suo corpo che si accascia, il buco del culo spalancato, arrossato, un abisso che pulsa come quello di Francy. Daniela sorride, soddisfatta: “Ora siete veramente sfondate.” Siamo tutte spompate, sdraiate sul letto, i nostri corpi che brillano di sudore, l’odore di muschio, lattice, vaniglia e lavanda che riempie la stanza, un tempio di lussuria devastato. I buchi delle francesine, oscenamente aperti, sono uno spettacolo, le loro chiappe arrossate che pulsano, un sigillo della nostra depravazione. La mia fica cola ancora, un liquido caldo che bagna le lenzuola, gli anelli che tintinnano debolmente. Daniela mi guarda, i suoi occhi che mi inchiodano, e mi ordina: “Leccami, puttana.” Mi inginocchio, la catenella che tira i miei capezzoli, un dolore che mi strappa un gemito: “A-ahhh!” Lecco la sua fica, il sapore salato del suo muschio che mi inebria, la mia lingua che scava in profondità, un gemito che le sfugge: “Siiiiiii!” Il suo squirt mi inonda, un liquido caldo che cola sul mio viso, l’odore di sandalo e muschio che mi soffoca, il suo orgasmo che mi travolge, un urlo che squarcia la notte: “Siiiiiii, Padrona!” Un lago che si forma sul letto, il suono umido che si mescola alla melodia del flauto, una nota alta e acuta che vibra come il nostro piacere. Daniela non si ferma, il suo desiderio insaziabile. Mi ordina: “Fista Francy in culo, troia.” Infilo la mano nel suo culo, un cuneo che entra con tanta resistenza, il suo buco già spalancato dal piacere cede, un urlo che le sfugge: “Siiiiiii!” Il suo squirt schizza, bagnando il mio braccio, l’odore di vaniglia che si mescola al nostro muschio. Jennifer, non volendo essere da meno, mi sfila il plug e mi fista il culo, la sua mano che entra, un dolore che mi devasta, un altro orgasmo che mi colpisce: “Siiiiiii, cazzo!” Il mio squirt bagna tutto, un lago che riflette la luce della luna, il mio corpo che trema, un tempio di piacere devastato. Dopo circa mezz’ora, ci riprendiamo, i nostri corpi ancora tremanti, l’odore di muschio, lattice e lavanda che permea la stanza. Jennifer e Francy si alzano, i loro movimenti lenti, i loro culi sfondati che le costringono a camminare a gambe larghe, piegate in avanti, un’immagine che mi fa sorridere, un orgoglio oscuro che mi brucia l’anima. Raccolgono i loro vestiti, il fruscio del tessuto che echeggia, l’odore di vaniglia e inchiostro che si mescola al nostro muschio mentre si rivestono. Jennifer, infilandosi il suo abito, mi guarda: “Domani ci vediamo?” Daniela risponde, il tono calmo ma autoritario: “Siamo qui, il sole ci aspetta. Niente costumi, ci mettiamo nude sul terrazzo, per il piacere dei passanti.” Jennifer sorride, un lampo malizioso: “Certo.” Se ne vanno, il loro passo incerto, il suono dei loro tacchi che si perde nella notte, il fruscio delle palme che le accompagna, un segno visibile dei loro culi sfondati, un trofeo della nostra lussuria. Daniela mi ordina di aiutarla a cambiare le lenzuola, fradice dei nostri squirt, l’odore di muschio e lavanda che si solleva mentre le tiriamo via, il suono del tessuto che scricchiola come un lamento. Le nuove lenzuola sono fresche, un abbraccio di cotone che profuma di cocco, un contrasto con il calore dei nostri corpi. Ci sdraiamo, il fresco che entra dalle finestre spalancate, l’odore di salsedine che ci culla, il suono delle onde che si mescola al nostro respiro. Daniela mi bacia, un bacio dolce della buonanotte, il sapore del suo muschio ancora sulla mia lingua, un ultimo gemito che mi sfugge: “Padrona…” Il ronzio del plug si affievolisce, il suo lampeggiare che si spegne mentre lo metto sotto carica, il fuoco dentro di me brucia ancora. Ogni squirt, ogni umiliazione, ogni dolore è un sigillo della mia devozione, il mio corpo devastato, il mio cuore marchiato per sempre. Mi addormento tra le sue braccia, il suono delle onde che mi culla, un altare di lussuria consacrato a Daniela, la mia Padrona, la mia divinità.

#damabiancaesib
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Voto dei Lettori:
8.0
Ti è piaciuto??? SI NO

Commenti per Michela una vita da sottomessa Atto 18:

Altri Racconti Erotici in bdsm:




® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni