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Serata decisamente "brava"


di cuckold211
07.01.2019    |    10.209    |    3 8.3
"Era una sera di fine marzo ed il tempo atmosferico non prometteva niente di buono..."
Ah, come adoro leggere sul sito avventure di altre coppie!
A volte basta un dialogo o la descrizione di un fatto per riportati alla mente fatti che erano rimasti sepolti nella mente.
E' ciò che è accaduto leggendo la storia dell'utente "sandropippi" dal titolo "L'amica di mia moglie".
Anche la mia Loredana aveva un'amica, Maria, di cui ho raccontato in "Un'avventura irripetibile", con la quale scambiava facezie.
Fu proprio quest'amica a suggerirle, una volta, di provare a passare qualche serata in un piano bar della nostra regione (i fatti sono narrati in "Tre storie intriganti di un marito cuck - appunto - il piano bar"): chi non l'avesse ancora fatto è opportuno che li legga, così da meglio comprendere lo stile dei protagonisti, nonché i luoghi che amano frequentare.
Era una sera di fine marzo ed il tempo atmosferico non prometteva niente di buono.
Con mia moglie, avevamo appuntamento con Maria.
Una volta passati a prenderla, ed avutala bordo della mia spaziosa "Citroen CX", cominciammo a chiederci come e dove passare "una bella serata".
Il suggerimento venne proprio da Maria:
"Da quanto mancate dal piano bar di Fabrizio?"
Gli occhi di mia moglie scintillarono: avevamo passato davvero una bella serata, quella volta, e Fulvio, il socio di Fabrizio, era risultato particolarmente gradito alla mia Loredana.
Perciò, senza por tempo in mezzo, ci dirigemmo lì.
Nel locale c'era parecchia gente, anche se, a causa dell'influenza occorsa al pianista, era in funzione la disco music.
Fabrizio e Fulvio, visibilmente entusiasti della nostra presenza, ci sistemarono in una zona meno rumorosa della sala ed anche più discreta, perché meno illuminata.
Si prodigarono alternativamente ad accertarsi che non ci mancasse nulla e che non ci annoiassimo.
Fuori, il temporale dava segni della sua presenza con lampi e tuoni e gran parte della gente cominciò ad allontanarsi, onde raggiungere le proprie auto senza troppi danni alle mise.
A causa di un fulmine più forte degli altri, venne meno l'energia elettrica e, quindi, anche la musica.
Fabrizio prese a distribuire per il locale candele, allo scopo di attenuare i sinistri bagliori provenienti dai lampi ed io mi sistemai al pianoforte, atteso che non ero nuovo a quel lavoro, avendolo fatto per diversi anni addietro.
Nel locale erano rimaste solo quattro coppie, oltre noi, che un po' ballavano ed un po' flirtavano e, in pista tra loro, c'erano anche mia moglie, incollata a Fulvio, e Maria a Fabrizio. Le mie donne si muovevano al ritmo della musica, ma, in realtà, il loro non era un ballo, bensì un amplesso vero e proprio.
Le loro mani correvano sui corpi e raggiungevano posti dove non avrebbero dovuto inoltrarsi, volendo rispettare una certa correttezza per l'ambiente pubblico; nel frattempo Peppe, il barman, dopo averci servito degli ottimi cocktail, stava rigovernando.
Fuori la buriana era passata e le ultime coppie ne approfittarono per scappar via.
Fabrizio corse a calare a metà la saracinesca e chiuse a chiave la retrostante porta a vetri.
Io smisi di suonare per avvicinarmi e baciare mia moglie che, semidistesa su un divanetto, a gambe larghe, stava facendo abbeverare Fulvio dei suoi intimi umori.
Maria, seduta poco distante, stava allettando Fabrizio con uno dei suoi favolosi pompini, cui si aggregò anche Peppe, appena libero.
In breve, tutti fummo nudi e demmo inizio ad un'orgia dove ognuno prendeva e godeva di ciò che più desiderava al momento.
Eravamo quattro maschi per due donne e niente fu lasciato al caso.
Era quasi l'alba quando lasciammo il locale e, tornando a casa, dovetti più volte far sollevare al massimo le sospensioni della vettura per evitare che filtrasse acqua all'interno, per come, letteralmente, navigavamo in strade ridotte a fiumi.
Dato il rischio di restare impantanati, non mi preoccupai di riportare Maria a casa sua, offrendoci di ospitarla a casa nostra.
Dopo la notte "brava", appena trascorsa, ritenni che era il caso di dormire e, almeno io, così mi apprestai a fare.
Non so dopo quanto tempo, avvertii vibrare il materasso: era la mia Loredana, che era pronta a godere con la mano di Maria in figa.
A sua volta Loredana aveva la propria mano sinistra tra le cosce dell'amica e la sgrillettava freneticamente.
Feci appena in tempo a lanciar via le coperte, che le due porcelline se ne vennero con vigorosi "Oooohhhhh..... sssìììììììììììì" e fremiti che travolsero i loro corpi.
A quel punto mi fiondai sulla figa di mia moglie per raccogliere tutto il buono che emetteva e lei "Sìììììì..... bevimi...... fallo anche a Maria".
Proprio in quel momento le porcelle si stavano leccando le dita che erano state artefici dei loro godimenti, mentre io mi alternavo a leccare ora l'una ora l'altra di quelle goduriose fighe.
"Accidenti - pensai - a queste due non è bastato quanto hanno scopato fino a poco fa", e, ovviamente, quella loro voglia ebbe ragione e sollecitò superlativamente la mia libido, già stimolata dall'odore degli altri ancora presente sui loro corpi.
A quel punto, mentre le due si slinguavano spudoratamente, con ancora le dita che andavano ad attingere nei loro sessi, mi misi a cavalcioni dei loro visi e mi masturbai fino a riempire le loro labbra e volti di una notevole quantità di sperma.
Leccarono ed ingoiarono tutto, mentre continuavano a blandirsi reciprocamente.
Poi... Morfeo ci accolse fra le sue braccia e ci risvegliammo alle 2,00 di pomeriggio.
Avevamo appetito; cosicché, dopo un'abbondante e confortevole doccia, decidemmo di placare i morsi della fame in una trattoria casereccia nei pressi di casa.
Avevamo trascorso un'intera serata a flirtare, un'intera notte a scopare, la mattinata a ricaricare le batterie ed ora le forze, deliziando anche la gola.
E adesso?....
"Più tardi - disse Maria - ritorniamo al piano bar?"
Vidi lo stesso scintillio della sera precedente negli occhi di mia moglie............
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