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Ecco uno che ne ha... almeno quanto me 5


di cuckold211
16.01.2021    |    8.395    |    4 9.9
"Mentre eravamo di ritorno in macchina, le dico: "Non mi era mai successo prima di baciare una donna, perché mi ritengo etero" e lei risponde:..."
Ho conosciuto questa ragazza circa 4 mesi fa su facebook; lei vende dei cosmetici in privato, sui social e organizzando riunioni in casa fra amiche.
Subito, fra noi, si è stabilito un buon feeling; siamo entrate in confidenza, anche intima; a lei, quando eravamo assieme, arrivavano continui messaggi che, dopo aver letto e risposto, la spingevano a osservare la mia espressione incuriosita e le veniva da sorridere. Alla fine si è aperta e mi ha raccontato di una sua storia extraconiugale: mi diceva che lei non riusciva a stare con un uomo solo; aveva bisogno di evadere ed aveva avuto diverse esperienze che la facevano sentire viva.
Io, per farle intendere che condividevo il suo punto di vista, le ho raccontato del poliziotto, senza però dire che tu ne eri a conoscenza; le ho detto che avevo avuto una storia con quello, senza aggiungere altro.
Dopo qualche mese che ci eravamo conosciute, lei mi chiede se potevo accompagnarla con la mia macchina: si doveva incontrare con lui, per poi tornare a riprenderla, dal momento che la sua auto era stata presa dal marito.
A me la cosa intriga un po' e così accetto; l'appuntamento era nel parcheggio di un centro commerciale e, da lì, lei sarebbe andata via con lui.
Quando arriviamo, lei me lo presenta: un bel tipo, sui 40 anni, ben messo fisicamente, dai capelli rossi.
Dopo esserci presentati, lui mi chiede se qualche volta potevamo uscire in quattro con un suo amico, che già conosceva la mia amica ed era al corrente della loro tresca.
Gli rispondo che per me va bene, purché l'incontro avvenga in un orario compatibile con la mia condizione di mamma e moglie.

Dopo qualche settimana, organizziamo l'incontro di mattina; alle 9.00, lascio i bambini all'asilo, passo a prendere lei e andiamo; lei mi fa da navigatore; io pensavo che saremmo andate in qualche locale, invece l'incontro era a casa dell'amico, che ancora non conoscevo.
Si trattava di un single che viveva in un grazioso appartamento.
Quando arriviamo, dopo le presentazioni il tipo, anche lui 40enne, ma tarchiato ed un po' bassino, a vederlo, non un gran che, si è poi rivelato simpatico e di carattere allegro e confidenziale.
In poche battute avevamo rotto il ghiaccio; la mia amica si abbracciava e sbaciucchiava con il suo boy e il padrone di casa ci provava con me.
Mentre loro si sbaciucchiavano, lui mi prende per mano e mi dice:
"Andiamo a fare il caffè che, qui dentro sta cominciando a fare caldo".
Appena in cucina mi stringe a sé e mi spiega che, con loro, avremmo dato fastidio ai piccioncini.
"Mica vogliamo fare i guardoni... al limite, li imitiamo" e, visto che mi era simpatico e trovavo la battuta appropriata e non priva di umorismo, la prendo a ridere e ci ritroviamo a baciarci.
Nel frattempo lui mi sbottona i jeans e, infilata la mano, arriva alla figa; io allungo una mano e comincio a tastargli il cazzo; da sopra i pantaloni sento che ha una bella verga.
Gli amici erano nel salone, dove c'erano due divani abbastanza grandi.
Quando egli si accorge della mia collaborazione, tira fuori il cazzo e mi spinge verso il basso, finché non me lo mette in bocca.
Nemmeno cinque minuti di succhiata e lui mi dice:
"Raggiungiamo i ragazzi", così ritorniamo nel salotto: lui aveva il cazzo di fuori, io ero con i jeans sbottonati; appena entrati vedo la mia amica che si trastullava con un coso di un 22cm. in bocca, che pompava con ingordigia, nuda dalla cintola in giù; lui era senza pantaloni e seduto sul divano.
Il mio boy ci si va a sedere accanto; prima si spoglia nudo e si nota subito che non c'era paragone: il cazzo del rosso era un manganello incredibile.
Noi ci siamo ritrovate accanto a spompinare e, mentre succhiavamo, dico all'amica:
"Tu hai più lavoro da fare, vista la misura" lei ride e mi dice: "Vuoi provarlo?"
Ci scambiamo i cazzi e mi ritrovo con quello che, vista la novità, dava colpi tali da otturami la gola.
Dopo un po' ci scambiamo ancora e la mia amica sale sul rosso, che mi invita: "Sputami sulla cappella ed infilagliela tu, nella figa".
Sono rimasta un po' sorpresa: non l'avevo mai fatto, ma devo riconoscere che la cosa aveva un che di molto perverso e intrigante.
Avrei voluto ottemperare, ma vengo colpita da un'altra sorpresa: lei si toglie dal suo boy e mi dice:
"Dai, scopa tu con lui"; io non me lo faccio ripetere e così gli salgo sopra; lei prende la sua cappella in bocca, la riempie di saliva, poi me la strofina sulla figa e la punta, ma prima si sputa sulle dita e mi infila due dita in figa; aveva preso anche a fare un po' di va e vieni; io ero appoggiata con la faccia sulla spalla di lui, quando la cappella ha trovato la strada, egli ebbe a dare un colpo di reni poderoso che me la fece arrivare in pancia; a me scappa un grido, cui l'amico sbotta in dialetto:
"Tranquilla, è solo minchia; vedrai che ora ti piacerà", la mia amica rimane in ginocchio a leccargli le palle e passare la lingua fra figa e cazzo che entrava e usciva; l'altro si va a mettere dietro la mia amica e comincia a scoparla di brutto.
Quando eravamo quasi al limite, avevo goduto tre volte e mi sentivo rotta, loro ci fanno mettere in ginocchio accanto e si menano i cazzi sopra le nostre facce; lì succede una cosa che mi ha colpito: la mia amica, avvicina la bocca piena di sborra alla mia e mi bacia, riversandomi la sborra raccolta.

Mentre eravamo di ritorno in macchina, le dico:
"Non mi era mai successo prima di baciare una donna, perché mi ritengo etero" e lei risponde: "Anch'io sono etero, mi piace solo il cazzo, ma a volte si vivono attimi di libidine durante i quali non si è coscienti di quello che si fa".
Oggi, quando lei ed il marito sono arrivati ed io mi stavo preparando, lei è entrata in camera da letto; io ero ancora nuda in accappatoio, che mi stavo truccando e passando la crema; quando mi ha visto nuda, ho notato che aveva un'espressione alquanto eccitata sul viso e, mentre stavo per indossare il perizoma, lei mi ha abbracciato da dietro e mi ha toccato la figa, dicendomi:
"Non mettere le mutande, è un peccato coprire questo capolavoro" ed ha cominciato a sgrillettarmi; io, sinceramente, non ho avuto la forza di impedirlo; mi sono girata e stavo per dirle "dai, ma che stai facendo?" quando mi son ritrovata la sua lingua in bocca; poi mi butta sul letto e comincia a leccarmi la figa fino a farmi avere un orgasmo, che, devo dire, è stato uno dei più belli mai avuti in vita mia.
Una volta calmate, lei non smetteva di chiedermi scusa, che provava vergogna per quanto successo e voleva andare via col marito, annullando la serata. Ho dovuto faticare non poco per tranquillizzarla; poi mi ha detto che nel locale c'erano i ragazzi e che, se volevamo, ci si poteva divertire.
Dietro il bagno c'era uno stanzino, che il padrone faceva usare agli amici quando ne avevano necessità.
Lì, prima sono andata io con il più basso; gli ho fatto un pompino con ingoio; la figa nemmeno glielo fatta toccare, poi è andata lei ed ha scopato con il rosso. Adesso sai tutto, ma voglio anche dirti che, facendo la troia senza che tu sapessi niente, mi ha fatto eccitare molto di più.
L'ho guardata, ero al massimo dell'eccitazione ed abbiamo scopato fino alle 5.00 di mattina.

Nella giornata di domenica, la sua amica, fino alle 17.00, non si era sentita, né con messaggio, né al telefono; quando lei mi ha informato, le ho consigliato di chiamarla e, se volevano, potevano venire a prendere un caffè da noi. Mia moglie la chiama e trascorre oltre mezz'ora al telefono con lei; poi, una volta convinto il marito, si decidono a venire.
Quella sera eravamo tutti vestiti comodi, in tuta.
Dopo un po' che erano arrivati, mia moglie, con la sua amica, va in cucina; io e il marito restiamo a guardare la TV e parlare di calcio.
Ma il mio pensiero era a loro; non so cosa avrei dato per assistere a un rapporto fra mia moglie e la sua amica.
Quando sono andati via, ho chiesto a mia moglie se c'era stata qualche altra avance da parte di lei.
Così mi racconta che lei era un po' sulle sue, con un po' di timidezza; ma mia moglie l'ha abbracciata e le ha detto:
"Adesso basta fare lo gnorri: è successo perché entrambe lo volevamo; tu hai fatto il primo passo, ma io ci sono stata e ho goduto come una porca; non siamo lesbiche, ma siamo due porcelle, cui piace il sesso"; lei l'ha abbracciata forte e si sono sfiorate le labbra, senza usare la lingua.
Poi hanno parlato di cosa avevano fatto in pizzeria con gli amici e l'amica le ha raccontato che, mentre lui la fotteva da dietro, si era aperta la porta, ma subito richiusa; poi le ha sborrato sul culo: Fortunatamente, quando eravamo andati, lei aveva un soprabito lungo, altrimenti si sarebbe vista la gonna tutta bagnata dietro.
Al che mia moglie le ha detto, con una risata:
"Quindi sei stata col culo sborrato tutto il tempo che siamo state sedute lì"?
Invece io ho mangiato la pizza al gusto di sborra; .il piccoletto ne fa tanta e molto densa.

Dopo un po' di giorni da quella domenica, mia moglie mi dice che aveva bisogno di essere libera di pomeriggio, ma non sapeva che scusa prendere per lasciare i bambini da sua madre; le chiedo il motivo e mi risponde con la nostra parola magica "motivi intimi" e quindi capisco che deve andare a scopare.
Le chiedo: "A che ora?". Alle 15.00, così' mi libero dal lavoro alle 14.30 e vado a casa.
Lei era già pronta per uscire: minigonna al limite delle autoreggenti, camicia bianca trasparente, era visibile il reggiseno bianco; era truccata un po' sul pesante, ed ai piedi scarpe tacco 14.
Nel salutarla le faccio i complimenti e infilo una mano fra le cosce: lei ride e mi dice: "Tranquillo, le tolgo prima di arrivare" naturalmente parlavamo delle mutandine.
Sopra indossa un giaccone in piumino, nel mentre giunge il messaggio che la sua amica era giù al portone che l'aspettava. Mi saluta con un gesto della mano e mi dice: "A dopo... se ritardo, prepara tu da mangiare".
Alle 19.00, un messaggio mi avverte che stava arrivando.
Quando arriva, la vedo era un po' sbattuta e, con il suo solito sorriso da maliarda, mi bacia sulla bocca e mi dice:
"Per qualche giorno, dovrò stare con la figa nell'acqua fredda".

Va verso il bagno, ma non si chiude dentro; entro con lei e chiudiamo la porta; si spoglia, era senza mutande, aveva le chiappe rosse con segni di schiaffi, la figa arrossata e tracce di sborra sul collo e sulle tette; finanche una ciocca di capelli si presentava incollata, chiaramente per qualche schizzo finito lì.
Quando è stato possibile, mi ha raccontato tutto.
Erano andate dai loro boys; quando sono arrivate, essi avevano preparato già dolcini e prosecco; si sono baciati tutti in bocca, senza problemi di appartenenza; il rosso si è seduto accanto a mia moglie e, mentre ripercorrevano quello che era successo in pizzeria, il rosso dice che, ad aprire la porta, era stato il proprietario, ignaro di quanto stava succedendo ed ha chiesto scusa. Egli è uno che se ne scopa parecchie di donne in quel posto; la mia amica racconta le peripezie che ha dovuto fare per nascondere gli spruzzi della sborrata ricevuta, cui il piccoletto aggiunge precisando:
"Noi, di questi problemi, non ne abbiamo, per come la mia lei ha provveduto a bere tutto, quasi si fosse trattato di aperitivo".
Mentre parlavamo e ridevamo su quello che era successo, il rosso mi tira a sé e mi bacia; io guardo la mia amica, ma lei, tranquilla, già era fra le braccia del piccoletto.
Il rosso, mentre ci baciamo, infila una mano fra le mie cosce e comincia a giocare con la figa: io, intanto, cercavo di sbottonargli i pantaloni e, quando mi riesce, lui si alza e toglie assieme pantaloni e mutande; si sfila la polo e rimane nudo: uno spettacolo, compreso il cazzone e le palle talmente grosse che sembravano quelle da tennis; un fisico decisamente asciutto e muscoloso.
Mi afferra la testa e, con prepotenza, mi mette la minchia in bocca; io mi metto in ginocchio, sul divano, e, mentre lo spompino, volgo lo sguardo verso la mia amica, che spompinava l'altro. Questi propone di passare tutti in camera da letto, per metterci più comodi.
Una volta in camera, ci spogliamo tutti e ricominciamo: il rosso mi tira su di sé a 69 e, mentre gli succhiavo il cazzo, lui mi ha divorato la figa e mi allargava il buco del culo; nel frattempo la mia amica era a pecora, con il piccolo che la sbatteva come un treno.
Dopo un po', non so come, mi son ritrovata alla missionaria: le gambe sopra le sue spalle e quel missile in figa, che mi sbatteva fino a farmelo arrivare in gola. Io strillavo, mentre lui mi pistonava; mi stava realmente spaccando in due, nel mentre la mia amica mi mette la figa sul viso; si bacia con il rosso, mentre il piccolo le va dietro e le infila il cazzo in figa.
Avevo quel poderoso cazzo in figa, quella della mia amica sul viso e le palle del piccolo che mi picchiavano sulla fronte.
Quella zoccola si abbassa un po', in maniera da mettermi la figa sulla bocca; non so cosa succede, ma ho cominciato a leccare a più non posso.
Il piccolo tira fuori il cazzo e me lo mette in bocca; dopo un paio di ciucciate, lo rimette in figa e, dopo un po', afferra le mie mani e mi dice di allargare le chiappe della mia amica.
Egli, con uno sputo, le lubrifica il buco del culo e, senza tener conto che quello sputo è scivolato anche sulla mia faccia, glielo infila nelle viscere.
Lei più era penetrata e più mi strofinava la figa sulla bocca, finché il rosso estrae il cazzo dalla mia figa e lo mette in bocca all'amica.
Il gioco va avanti per più di venti minuti, finché non sciogliamo quel groviglio di corpi e ci ritroviamo tutte e due alla missionaria: stavolta il piccolo sopra di me, e, dopo, un po' ci mettono a pecora e cominciano a martellarci da dietro; prendono a darci certe sberle sulle chiappe, tanto da farci bruciare il culo; poi ci sborrano in faccia e in gola. Tutti e quattro, distrutti dalla fatica, ci abbandoniamo sul letto: sembrava un vero e proprio campo di battaglia.
Perciò adesso e, per qualche tempo, non li voglio più vedere: ho preso tanto di quel cazzo, da esserne sazia per un bel po'.
La sera a letto ci provo, ma mi dice:
"Amore, ti prego, non ce la faccio: mi sento tutta rotta", per cui mi tocca andare in bianco.

A quel punto, chiedo al mio dipendente come ha saputo che eravamo una coppia cuck.
Egli, dopo avermi fatto giurare che sarebbe rimasto fra noi, mi dice che l'aveva saputo quando lo avevo mandato a Catania, a ritirare un pezzo di ricambio del macchinario.
Egli, per compagnia, si era portato la moglie e, quando sono arrivati, era l'ora di pranzo; sono stati invitati a pranzo da un tipo che aveva messo gli occhi sulla moglie e il marpione ci ha provato; a loro la cosa intrigava e si sono ritrovati a giocare con questo dentro il magazzino dei ricambi; mentre la moglie veniva scopata, appoggiata a un bancone, quello gli ha detto:
"Ma, in questa azienda, siete tutti cornuti?" e gli ha raccontato quanto era accaduto con mia moglie.
Aggiunge che era venuto a conoscenza di questo fatto diverso tempo fa; non avrebbe mai voluto parlarne, ma, col tempo, gli è venuto il sospetto che, come aveva parlato con loro di me e mia moglie, lo stesso avrebbe potuto fare di loro con noi, visto che il soggetto non è per niente discreto.
Gli preciso che non abbiamo più nessun contatto, a parte qualche motivo di lavoro. Lui mi racconta anche che la moglie non era d'accordo che me ne parlasse, ritenendo che non era il caso di confondere lavoro e gioco.

A questo punto occorre una digressione, perché il seguito riguarderà l'avventura occorsa fra il rappresentante di quella ditta e mia moglie.

(continua)

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