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Moglie allo specchio? Io!


di cuckold211
05.11.2019    |    2.887    |    3 9.8
"Meraviglia del creato! Tutto contribuiva a rendere quello scrigno seducentemente accogliente..."
PREMESSA

Questo racconto è dedicato alla lei dell'utente "coppiamaritomoglie", che ne è stata l'ispiratrice. I fatti esposti sono realmente accaduti.

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Era una giornata come tante.
Stavo rassettando casa; in particolare con il secchio a lato e lo straccio intriso d'acqua, stavo lavando il pavimento, mentre la mente andava alla sera appena trascorsa.
Rincorrendo quei pensieri, mancò poco che inciampassi nel secchio e rovesciassi il contenuto per terra.
Scavalcai l'ostacolo con una gamba, ma vidi, riflessa nell'acqua, la mia "patata";
infatti sotto la vestaglia ero ancora nuda e quella visione mi richiamò alla mente le tante volte che mio marito, guardandomela, si eccitava ed esclamava:
"Che bella fica che hai... tutti la devono vedere e, anche se devo far la figura del "cornuto", tutti devono leccarla e chiavarla".
Era ciò che era successo tante volte e, da ultimo, proprio la sera precedente, quando mio marito rientrò accompagnato da due suoi amici:
"Ecco, questa è mia moglie: ditemi... non è bella e desiderabile?"
Ed io: "Aldo, ma sei ubriaco o cosa? Smettila di dire sciocchezze, che mi fai vergognare!"
"Ma che vergognare... hai una fica stupenda che tutti devono vedere... dai, fagliela vedere" e così dicendo mi spinse sul divano, a cosce all'aria e mi sfilò via le mutande.
Ero lì, con la fica oscenamente esposta e guardavo l'espressione inebetita di quegli uomini, mentre mio marito, reggendomi le cosce aperte, si era fiondato tra esse e prese a leccarmela come era solito fare.
Mi strizzava il bottoncino fra le labbra ed io non avevo la forza di divincolarmi o sottrarmi a quella sua smania.
A quel punto, mi lasciai andare; ormai ero preda del piacere che mi dava, ben consapevole che fra non molto avrei avuto a mia disposizione tre cazzi belli, duri e pronti a chiavarmi.
Uno dopo l'altro, gli amici di Aldo si spogliarono e mi mostrarono, in tutto il suo fulgore, l'eccitazione da cui erano stati assaliti.
Erano proprio belli quei cazzi ed uno di essi mi fu accostato alle labbra: subito le dischiusi e lo accolsi in bocca in tutta la sua interezza; lo sentivo in gola.
La situazione era di un intrigo tale che dopo poco ebbi subito il mio primo orgasmo; Aldo, con la bocca intrisa del mio sapore, si avvicinò alla mia e prese a baciarmi, senza curarsi dell'ingombro che mi rovistava al suo interno, anzi, slinguando e ciucciando a sua volta quella meravigliosa e dura asta.
Per tutta la sera e abbondantemente oltre la mezzanotte, fui chiavata da quelle nerchie, che venivano rivitalizzate dalla bocca mia e di quella di mio marito.



Oggi avrei dovuto sentirmi appagata dalla razione di cazzo ricevuta fino a poche ore prima, ma la vista della mia "patata" mi aveva incuriosito: era davvero così bella, come diceva mio marito? Comunque una cosa era certa: i maschi, a vederla, impazzivano ed io ne approfittavo a goderne le conseguenze.
Così andai in camera, deposi sul letto la vestaglia che indossavo, presi lo specchio che usavo per i capelli e, dal cassetto del comodino, estrassi l'amico di tanti miei momenti solitari: un cazzone nero di 20 cm.
Così, completamente nuda, tornai in salotto; sedetti sul divano e tirati su i piedi, che poggiai sulla seduta; a gambe aperte e attraverso lo specchio, presi a rimirarmi quel nido d'more che faceva tanto impazzire i maschietti.
Non l'avevo mai fatto prima, ma quello specchio rifletteva quella che era la mia intimità ed io me la guardavo: era gonfia e presentava delle pieghe simili ad ali di farfalla; le aprii e mi apparì il roseo colore del loro interno, con un bel buco centrale, sormontato da quel bottoncino che, alla sua stimolazione, tanto piacere mi dava.
Avevo accostato un dito al buco e ne seguivo i contorni come ad accarezzarlo; ne avvertii la viscosità, poi, allontanandolo, era visibile un sottile filamento di umori, quasi simile a quello che forma il miele quando in esso si intinge un cucchiaino.
Golosamente leccai quel dito e provai il sapore e l'odore che avevano i miei umori.
Erano buoni e superlativamente eccitanti; ecco perché i maschi ne andavano matti.
Allargai di più il buco e vi penetrai con tutto il dito: scivolava quasi fosse cosparso di sapone e mi sorprese il calore che le pareti della vagina emanavano.
Meraviglia del creato! Tutto contribuiva a rendere quello scrigno seducentemente accogliente.
Presi il cazzone e lo appoggiai all'ingresso della "patata": sembrava munita di vita propria... si allargò quel tanto, quasi a baciarlo; poi, senza che esercitassi alcuna forza, si allargò per accoglierlo al suo interno.
Quelle labbra, quasi come quelle della bocca, si richiusero su di esso, inglobandolo man mano che affondava.

Quali sensazioni meravigliose mi provenivano dai gangli nervosi che si stendevano al passaggio del gradito intruso; ecco, fino a quel momento, conoscevo bene le sensazioni che provavo ad essere penetrata, ma ora mi era chiaro cosa potessero provare i cazzi nel loro passaggio tra quelle pareti.
Mi venne da pensare che anche il mio Aldo avrebbe dovuto provare quel tipo di sensazioni, proprie di chi è penetrato.
Ebbi un orgasmo al solo immaginarlo: Aldo doveva essere sodomizzato, così da assaporare quelle stesse sensazioni che tanto piacere mi stavano dando.
Allora, pensando all'ano di mio marito, estrassi il cazzone dalla fica e lo accostai al buchetto posteriore.
Anche lì sembrava che l'organo fosse dotato di vita propria.
Si apriva al passaggio dell'arnese e lo ingoiava al suo interno distribuendo, di tanto in tanto, qualche lieve fitta di dolore che, opportunamente lasciata a sé stessa, spariva, consentendo allo sfintere di adattarsi all'intrusione.
Che magnifiche sensazioni!
Esplosi in un nuovo orgasmo, ben più profondo di quello precedente.

Sì, il mio Aldo non aveva la fica, ma poteva provare quelle emozioni con il culo; avrei fatto in modo che mio marito potesse provarle ed apprezzarle, come era successo a me "davanti allo specchio".


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