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Monia, puttana per il marito.


di cuckold211
28.02.2021    |    22.104    |    7 9.6
"Il ragazzo sapeva come toccarmi per darmi piacere ed io aprivo le cosce facendogli intendere che lo volevo; si scostò un attimo e mi disse: "Ho un po'..."
Ancora una storia della coppia di cui ai precedenti racconti dai titoli "Puttana per antonomasia".


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Alla fine non le ho più contate le "corna" che avevo messo a mio marito.
Però, si badi bene, non sono un'adultera, amo mio marito e mai lo tradirei.
Diciamo che sono la moglie/amante di mio marito, che desidera vedermi e mi esorta ad avere rapporti carnali con altri maschi, per il suo ed il mio piacere sessuale.
Spessissimo è capitato che, mentre scopavo con un estraneo, si segava.
Una volta volle andare in Croazia e lì mi fece mettere in mostra tette e figa.
Dopo un po' mi si avvicinò uno sconosciuto, forse tedesco, perché non riuscii a capire una sola parola di quello che diceva, ma le sue intenzioni erano più che chiare: aveva un bel cazzo ritto e scrutava ogni lembo del mio corpo con la cupidigia che solo un uomo eccitato può avere.
Rivolsi uno sguardo interrogativo a mio marito ed egli, ormai eccitato anche lui, mi sollecitò:
"Dai, cosa aspetti? Non vedi che vuole chiavarti? Dai, non perdere l'occasione, che so bene quanto tu sia puttana. Scommetto che hai già la fica ridotta ad un lago".
Effettivamente era così. Allora con sfacciata naturalezza, mi avvicinai con la bocca a quel cazzo e presi a succhiarlo con una golosità che non sfuggì a mio marito, che aggiunse:
"Ecco, lo sapevo... vorrei che ora ti vedessi allo specchio... hai il viso estatico ed imporporato dalla libidine... è vero che mi farai cornuto con questo nuovo cazzo?"
Non gli risposi, ma gli mostrai il gesto che a lui piace tanto: quello delle "corna".
Dopo averlo slinguazzato a lungo, mi distesi sul telo ed aprii le cosce a chiaro invito a penetrarmi. Non perse tempo. Subito mi infilò e potei sentire le mucose della fica che lo accoglievano come il salvatore della "patria" o, meglio, della mia goduria.
Mio marito come impazzito non smetteva di dire:
"Guardatela... che moglie puttana che ho e quante belle "corna" mi regala sotto i miei occhi. Dimmi, amore, sei contenta di godere con il cazzo di uno sconosciuto nella fica, mentre io ti guardo e sono felice per te che te lo godi?"
"Sì, amor mio, guarda questa puttana di tua moglie come chiava con un perfetto sconosciuto al pari di una puttana da strada, ma con una grossa differenza rispetto a quella: qui io godo di questo meraviglioso cazzo e, nel contempo, so che ne godi anche tu. Perciò, guarda, osserva e fissa nella tua mente questi momenti in cui il cazzo di costui entra ed esce dalla mia fica tutta invischiata di umori. Amore, sto godendo e tu puoi sapere come e quanto io son capace di godere".
Lunghi fremiti le attraversarono il corpo ed ella si abbracciò con braccia e gambe al corpo dell'altro mentre roteava il bacino contro l'inguine del chiavatore.
Quando quest'ultimo le uscì da dentro, sullo spacco della fica comparve un rivolo di sperma che, immediatamente, provvidi a leccare e succhiare. Son solo da immaginare i gemiti che mia moglie mi regalò durante quell'operazione.
Poi entrammo in mare e lì Monia mi fece una sega a quel dio biondo
Un'altra volta, dal ginecologo, mi ci portò con calze e reggicalze, tanto da apparire come una poco di buono e, nell'occasione, persino l'infermiera, assistente del professionista, ebbe a storcere il naso.
Un giorno, il marito mi portò a casa un rappresentante di enciclopedie e lì volle che lo concupissi. Non mi ci volle molto, perché lui si allontanò con il pretesto d'esser stato chiamato in ufficio, ed io, scosciandomi come mio solito, per far ammirare le gambe inguainate da calze molto sexy, in breve lo sedussi.
Il rappresentante mi chiavò a lungo, mentre mio marito spiava ogni movimento dell'amplesso, nascosto e segandosi dietro la porta, dove sborrò per la forte eccitazione.
Però ciò che mi piacque davvero tanto, fu la volta che una mia amica, cui raccontavo di quanto fossi "puttana" con il compiacimento di mio marito, mi confidò che era preoccupata per il figlio, vedendolo troppo legato ad un amico di scuola.
Le si era insinuato nella mente il tarlo del dubbio sulla sua reale tendenza sessuale; sospettava che potesse esser gay e perciò chiese il mio aiuto.
Lei, come madre, non poteva verificare la circostanza, ma io sì.
Un giorno che lei non era in casa, mi avvertì ed io mi presentai al ragazzo che, per vero, tenne a precisare che la mamma era uscita. Io, allora, sciorinando tutta la mia malizia, gli feci delle carezze e persi a parlargli con tono melenso.
Egli mi fece accomodare in salotto ed io con sfrontatezza, preso un angolo della gonna, la tirai su, mostrandogli le calze che terminavano sulle cosce, con l'aggancio del reggicalze (comportamento da puttana, appreso da Stefania Sandrelli nel film "La chiave").
Il ragazzo si eccitò subito ed io, sempre seduta sul divano, mi divertivo a fargli vedere le cosce fino alle mutandine, da cui certamente, facevano capolino ciuffetti di peli.
Attiratolo a me, presi a dargli dei bacini e lui cominciò ad accarezzarmi teneramente le cosce. Pian pianino, la sua mano si fece strada fino alle mutandine, mentre io, avendo capito di averlo irretito, gli impugnai la sua vigorosa eccitazione.
Mi lasciai sfilare le mutandine e tolsi anche la camicetta, così da mostrargli le tette; egli prese a leccarmi i capezzoli, mentre sentivo le dita della sua mano passare fra le labbra della vulva.
Restai meravigliata... il ragazzo sapeva come toccarmi per darmi piacere ed io aprivo le cosce facendogli intendere che lo volevo; si scostò un attimo e mi disse:
"Ho un po' vergogna a venire dentro di te", ma io che ormai ero partita per la tangente, lo rassicurai dicendogli che ciò che stavamo facendo era normale e soprattutto naturale.
Purtroppo dopo qualche istante esclamò:
"Ecco... eccooooo!!!!!" Fui colta di sorpresa ed il primo schizzo mi arrivò sul viso, poi, lo indirizzai sulle tette dove accolsi i suoi potenti spruzzi caldi.
La mia amica fu più che contenta nel sentirmi raccontare cosa era successo, ma, soprattutto, ebbe la certezza che suo figlio non era gay.
Volle ringraziarmi ma non sapeva come, allora le dissi:
"Chiamami "puttana" e così fu che divenni anche "nave scuola, per ragazzi imberbi e con tutta la soddisfazione possibile per quel "cornuto" di mio marito.






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