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Verso nuove avventure ed altre.... 5


di cuckold211
27.09.2020    |    5.918    |    5 9.9
"Poi aggiunge che, se io dovessi decidermi a provare, sarebbe più che felice poter essere lui l'amico..."
Passano un po' di giorni e lei chiude la storia con il negoziante; le chiedo il perché e lei risponde, senza guardarmi negli occhi, che si era stancata, perché troppo appiccicoso. Non mi dice più niente; io, conoscendola bene, non insisto più di tanto.
Dopo qualche mese, mi incontro col mio amico e mi fa ricordare che c'era una partita in TV; io capisco perfettamente dove vuole andare a parare e lo invito a vedersela da noi.
Quando arrivo a casa lo dico a mia moglie; lei mi dice che era già informata perché lui le aveva mandato un messaggio.
Quando arriva, ci saluta entrambi col bacino sulla guancia.
Mia moglie fa il caffè, prende dei biscotti e si siede accanto a me; lui era nel divano di fronte.
Lei, prima dell'arrivo dell'amico, aveva indossato una gonna a tubino e una camicetta che non nascondeva per niente il solco delle tette; ai piedi delle scarpe con tacco 12: autentico invito a farsi scopare.
Alla sua vista, all'amico gli si accesero gli occhi.
La partita non era ancora cominciata e noi eravamo davanti a dei biscotti e parlavamo un po' di tutto, fino a quando Angela, rivolgendosi a lui, gli chiede se ha una donna, perché le riesce difficile comprendere come un uomo possa stare da solo, sia per il governo della casa che per certe esigenze di carattere fisiologico.
Egli risponde che nei lavori domestici se la sbriga abbastanza bene, per il sesso riesce a soddisfarsi perché l'epoca attuale lo consente, rispetto ad una volta.
"Oggi esistono anche le coppie libere, che il sesso lo fanno come gioco di coppia, senza alcun sentimento di gelosia".
Lei si mostra interessata all'argomento e rincara la dose chiedendogli se aveva avuto qualche esperienza in quel senso.
Lui risponde di sì, perché sono davvero tante le coppie che amano quel gioco, anche se spesso non hanno il coraggio di intraprenderlo.
Mia moglie gli dice:
"Ti confessiamo che noi siamo una di quelle, che avrebbe voglia di provare, ma anche tanta paura".
A me si gela il sangue nelle vene: penso, ma che cazzo sta facendo? Sta tramando per farsi fottere davanti a me?

Lui comincia un percorso di convincimento nei nostri confronti; ci chiede quali sono le nostre fantasie, cui io, per sdrammatizzare, affermo:
"Ecco, esatto! Sono fantasie quando si è a letto, ma poi passa tutto".
Invece mia moglie insiste a dire che è una cosa che io desidero: che non vedo l'ora di vederla fare sesso con qualche altro uomo.
La partita stava per cominciare ed io e lui ci mettiamo a guardarla; a mia moglie squilla il telefono e se ne va nell'altra stanza a parlare.
Lui, mentre guardavamo la partita, mi dice:
"Queste tue fantasie sono molto più diffuse di quanto tu passa pensare; non sei l'unico ad averne e non ti sentire umiliato se desideri viverle".
Gli rispondo che effettivamente sono fantasie che mi piacerebbe realizzare, ma la paura è tanta: come fidarsi di gente estranea? Ci si potrebbe imbattere in cretini che, magari, non capiscono che è un gioco di coppia e che, alle mie spalle, potrebbero importunare mia moglie.
Così lui mi dice che ha fatto più volte il terzo con qualche coppia, ma è un segreto tenuto gelosamente riservato; non si sognerebbe mai di rivelare con quale coppia ha giocato.
Poi aggiunge che, se io dovessi decidermi a provare, sarebbe più che felice poter essere lui l'amico.
Mi venne spontaneo dirgli:
"Non dipende da me soltanto, ma anche, e soprattutto, da mia moglie; anche lei si dovrebbe convincere ad abbandonare quel riserbo, innato nella donna".
Egli, allora, mi dice che, se ero d'accordo, avrebbe potuto provarcisi; gli chiedo come e lui risponde:
"Quando lei entra, riapriremo il discorso".
Così fu; lui mi fa l'occhiolino per dirmi di lasciargli il posto libero vicino a mia moglie; io faccio finta di andare in bagno e di proposito perdo un po' di tempo. Quando ritorno li vedo abbracciati che si baciano. Mi viene spontaneo dire:
"Accidenti, non avete perso tempo, eh?" E lei mi fa:
"Ma se gli hai detto che gli lasciavi campo libero e te ne andavi per un po'?"
Lì ho capito come lui se l'era giocata.
Io sto zitto e mi siedo nella poltrona, lasciando a loro il divano grande.
Lui mi guarda e mi dice:
"Vedi? Quando le cose si desiderano veramente, riescono sempre; adesso ditemi che gioco vi piace e se ti intriga essere umiliato, o preferisci partecipare".
Mia moglie mi guarda, mentre è abbracciata a lui e mi dice:
"Hai voluto le "corna", adesso devi sottostare a come sarai trattato".
Scambio uno sguardo con lui e gli dico:
"Ok, ma a gioco concluso, tutto riprende come prima". Lui mi fa segno OK.
Guarda lei e si mettono a ridere; lei gli dice:
"Te l'avevo detto che era un gran cornuto", lui le risponde:
"E noi non gliele faremo mancare mai" e si baciano con tanto di lingua in bocca.
Lei gli sale sopra a cavallo, ancora vestita e con le scarpe; lui le alza la gonna e comincia a impastarle il culo, infilando anche la mano sotto le mutande.
Io ero lì, ma come un drogato; forse il fatto che ero presente e lui mi vedeva e mi trattava da cornuto, mi dava un' adrenalina che mi stimolava il cervello e non solo.
Dopo un po' lei scende e si mette in ginocchio a terra; gli sbottona i pantaloni e glieli sfila, compreso le mutande; il suo cazzo era maestoso, lungo grosso e duro, anche ben fatto, senza nessuna curvatura e una cappella che sembrava un fragolone.
Lei comincia a leccarlo e passarlo tutto sulla sua faccia; una scena da infarto: in quel momento, la sua era autentica adorazione per il "dio Priapo".
Quando lo imbocca, guardavo le guance che si erano gonfiate e lei che insisteva a prenderne sempre di più, finché non ho visto che le lacrimavano gli occhi.
Lui aveva la mano sopra la testa di mia moglie e le scandiva il ritmo da tenere.

Dopo un bel po', lei decide di cambiare: si alza, si leva le mutandine, si alza la gonna e gli sale a cavallo; dopo un po' di pennellate alla figa col cazzo, si cala sopra emettendo un urlo; stava per toglierlo ma lui la tiene ferma e le dà una spinta da sotto.
Lei gli dice:
"Bastardo, ma quanto ce l'hai grosso? Me lo sento fin in bocca"; si fermano qualche minuto, giusto il tempo per lei di abituarsi a quella dimensione e comincia a cavalcarlo.
Era un bellissimo spettacolo forse il fatto che non era tutta nuda rendeva la scena più eccitante
Dopo una buona cavalcata, lui la fa togliere da quella posizione e la fa mettere a pecora sopra il divano; le si mette dietro e mi fa segno di avvicinarmi, chiedendomi di aprirle le chiappe:
"Ti farò vedere come si prende la "minchia".
Anche se era già larga in quel canale, appena infilata e ricevuta la spinta, lei gli ha gridato:
"Bastardo, fa piano; mi stai aprendo in due" poi, guardando me, dice:
"Cornutone, digli di smetterla a darmi queste spinte, così forti" intanto se lo godeva nel culo con gli occhi semichiusi.
Alla porca piaceva far la scena, ma se la stava godendo proprio alla grande.
Dopo un po' lui si risiede nel divano e lei si ci siede di sopra dandogli le spalle.
Egli la teneva per le tette ed io, di fronte, vedevo il cazzo che le entrava in figa; che troia di moglie che avevo: si era posizionata con i talloni sulle cosce di lui e faceva su e giù con un vigore unico. Una scena da film porno.
Quando si accorge che lui era al limite, si toglie e prende un bicchiere che si trovava sul tavolino; dirige la sborrata al suo interno, poi si mette la cappella in bocca e la pulisce per bene; poi aggiunge un po' di prosecco nel bicchiere e beve tutto.
A quella vista non so come non mi sia venuto un infarto. Non capivo più niente; ero frastornato e mi chiedevo se quella femmina, così lussuriosa, era davvero mia moglie, la mamma dei miei figli.
Lui mi guarda, sorride e dice:
"Sei proprio fortunato ad avere accanto una donna di questa caratura sessuale: la vita è una e va goduta senza masturbazioni cerebrali.
Lei ci guarda entrambi e, sorridendo, dice:
"Il cazzo mi fa venire sete..."
Poi si siede accanto a lui e chiariamo i termini su come far procedere il nostro menage sessuale: Innanzitutto nessuno deve mai sapere del gioco che ci concedevamo; io dovevo sempre essere presente o, quanto meno, essere informato su possibili incontri clandestini; egli, all'esterno, non deve mai mostrare di aver supremazia su di me, ma proseguiremo ad essere gli amici di sempre.
Egli conferma ogni cosa ed aggiunge:
"Sta tranquillo che nessuno saprà mai niente e non ci permetteremo di far qualcosa senza il tuo assenso; noi, ora più di prima, dobbiamo essere amici e, se tu dovessi dirmi di smettere, io non mi permetterò più di insidiare Angela". Questa intesa mi fece acquisire una certa sicurezza.

Mia moglie si alza per andare in bagno, ed egli chiede il permesso di poterlesi accodare. Così vanno assieme e lasciano la porta aperta; lei lo fa avvicinare al piatto doccia e prende a lavargli il cazzo: mi è piaciuta quella scena che stigmatizzava un'intimità impensabile fino ad alcune ore prima; poi, quella gran femmina di mia moglie lo ha asciugato e gli ha dato un bacio sulla cappella.
Lui ritorna e si riveste, mentre lei entra in doccia e, dopo un po', ritorna in accappatoio.
Siamo tutti seduti in salotto io e mia moglie accanto in accappatoio e lui nella poltrona dove prima ero seduto io.

Mentre parlavamo, suonano alla porta: mia moglie corre in camera a mettersi qualcosa addosso, ed io apro la porta.
Era mio figlio, ritornato prima del previsto e, avendo io avevo messo la chiave nella serratura interna, apposta per evitare imprevisti, si è visto costretto a bussare. I miei figli lo conoscevano bene visto che siamo amici da anni; si salutano e cominciamo a parlare di calcio, poi mio figlio dice che la prossima settimana avrebbero giocato le squadre di cui si parlava e fanno una scommessa: lui dice che non può vederla, perché non ha l'abbonamento.
Mio figlio lo invita da noi; lui accetta e, dopo un po', saluta e va via.
Ci rincontriamo al bar la mattina dopo; lui, al suo solito, comincia a parlare di lavoro e di calcio, sia con me che con altri.
Si era nel periodo in cui, in un paese vicino al nostro, fervevano i lavori per la festa patronale che dura 5 giorni, con tanto di fuochi d'artificio.
Anche di questa festa si parlava, e vengo richiesto se noi ci fossimo andati. Gli risposi che, sicuramente, l'ultima sera ci sarei andato per vedere i fuochi,
ed egli propose di andare assieme, cui risposi che ci saremmo messi d'accordo qualche giorno prima.
La domenica viene a casa a vedere la partita; c'era mio figlio e lui, come se nulla fosse mai successo, si comporta da vero amico.
Ci rivediamo al bar il lunedì mattina e, mentre prendiamo il caffè, mi dice:
"Minchia, ieri Angela mi ha fatto diventare pazzo".
Ed io, ridendo, gli dico:
"Scommetto che hai dovuto farti una sega, dopo che sei andato via".
Ci salutiamo e ci lasciamo. Appena a casa racconto a mia moglie l'incontro della mattina con l'amico, e lei, ridendo mi fa leggere un messaggio ricevuto, che diceva:
"Ciao, ho il cazzo che mi fa male e i coglioni che stanno per scoppiare dalla troppa sborra che contengono; dì, a quel cornutone di tuo marito, di organizzare una serata, altrimenti mi inculo lui".
Quando mi fa leggere il messaggio, scoppiamo a ridere: io le chiedo se anche lei ha voglia e lei mi dice di sì. Le era appena finito il ciclo e in quei giorni si sarebbe fatta scopare come una cagna.

Il venerdì successivo avevamo organizzato di andare a vedere i fuochi d'artificio in quella festa; i miei figli non sarebbero venuti perché ad essi non piace uscire con noi; di solito i fuochi si svolgevano dopo la mezzanotte e l'amico ci aveva chiesto di andarvi assieme.
Mia moglie fu d'accordo e, dopo cena, passò a prenderci, per andare con la sua macchina.
Credo che la cosa intrigasse tutti e tre: mia moglie indossava una gonna di jeans sopra il ginocchio, una camicetta ed un golfino sopra le spalle; noi jeans e polo. Per meglio assistere ai fuochi si cercava sempre un posto più alto, semmai da qualche collinetta.
Per giungere sul posto c'era una buona mezz'ora di strada; quando siamo partiti io mi metto davanti, mia moglie dietro.
Lungo la strada di andata, si parlava un po' di tutto come normali amici; egli però non si astiene dal far notare a mia moglie che, se si fosse seduta davanti, probabilmente, quella sera, non saremmo andati a vedere i fuochi, perché di certo si sarebbe fermato prima.
Arrivammo comunque presto e ci facemmo una passeggiata tra la folla.
Poi, per aspettare il momento in cui sarebbe cominciati i fuochi, andammo a sederci in una caffetteria e lì, mentre si consumava un gelato con panna, mia moglie si lamentò sulla scarsa bontà di quella panna e subito l'amico approfittò per dirle: "Tranquilla, te la darò io quella di qualità buona".

Finito il gelato, ci avviamo per cercare un posto favorevole per la visione dello spettacolo pirotecnico e finiamo in mezzo ad un uliveto, da dove si vedeva tutto il paese. C'erano altre persone, ma a debita distanza: diciamo che, facendo attenzione, si sarebbe potuto fare un po' di gioco.
Appena cominciarono i fuochi, mia moglie era in piedi dietro un albero; lui guarda me e, con un cenno, mi chiede il permesso di farsi avanti; io gli faccio segno di sì e lui va dietro Angela,.l'abbraccia e le comprime il cazzo sul culo; la bacia sul collo, lei si gira e si baciano in bocca, come due fidanzati.
Restano in quella posizione per tutto il tempo della durata dei fuochi d'artificio, poi ci incamminiamo per tornare alla macchina; erano le 2.30 di notte.
Una volta in macchina, mia moglie mi dice:
"Amore, guida tu: noi saliamo dietro".

Io mi metto alla guida e appena fuori dal parcheggio, guardo nello specchietto retrovisore e vedo lui con la testa appoggiata nel poggiatesta, mentre quella di mia moglie era fra le sue gambe e faceva su e giù.
Egli mi allerta: "Guarda la strada, che tua moglie mi sta succhiando il cazzo"
Poi, dopo un po', vedo lei sopra di lui, che lo cavalcava.
Lui diceva parolacce a tutti e due: a lei che aveva la figa come un forno, tant'era calda; a me che ero un cornutone che, quando lui aveva voglia, gliela dovevo portare per fargliela scopare.
Poi, visto che eravamo quasi arrivati ed in casa avrebbero potuto esserci i figli, è la stessa Angela a suggerire di trovare un posto tranquillo dove fermarci.
Conoscevo un parcheggio frequentato da gay e coppie, che amavano fare car-sex.
Quando arriviamo al parcheggio, mia moglie era di nuovo con la testa fra le gambe dell'amico.
Nel parcheggio c'era qualche macchina, ma sembravano coppie prese dai fatti loro; io cerco un posto più appartato e mi fermo.
Accendo la luce interna; metto un po' più avanti i sedili anteriori, onde creare più spazio dietro.
Lui si leva prima la maglietta, poi si sfila pantaloni e mutande; lei si leva gonna e slip e rimane solo con la camicia, ma la sbottona completamente così da mettere in bella vista il suo seno prosperoso.
Si scambiano un po' di posto: lei si distende nei sedili, appoggiata con le spalle alla portiera e una gamba sul sedile anteriore; lui scivola fra le sue cosce e comincia a leccarle la figa.
Mentre ero girato a guardare, mi accorgo che un guardone si sta gustando la scena, e, forse, meglio di me.
Io vado un po' in panico e lo mando via.
Poi, per sicurezza, scendo dalla macchina e mi metto al posto del guardone.
Mi faceva uno strano effetto guardare da fuori, come il mio amico si fotteva mia moglie.
Mentre sto lì, si avvicina un'altro guardone; era un tipo sui 60 anni, alto più di m. 1.80, ben vestito; mi saluta con lo sguardo e mi dice sottovoce:
"Si sono accorti di te? Si fanno guardare?"
Gli chiedo se li conosce, mi dice di no e che, se non mi hanno mandato via, vuol dire che ad essi piace esser guardati.
Si mette accanto a me e tira il cazzo fuori dai pantaloni.
Io mi godevo la scena: mia moglie ora era messa a pecorina ed il mio amico se la scopava da dietro; ad ogni colpo, lei urtava con la testa contro il finestrino.
Il guardone mi diceva:
"Che porca, deve essere! Guarda come si sta facendo sbattere; in questo momento c'è ne vorrebbe un altro che glielo mettesse in bocca. Minchia, che troia, hai visto che ha la fede, mentre lui no; il marito deve essere proprio un gran cornuto".

In macchina, cambiano ancora posizione: lui si siede e lei gli sale sopra, comincia a cavalcare, mentre lui dà spinte da sotto; la macchina sembrava una barca in alto mare, da come fluttuava.
Il guardone si segava; aveva anche lui un bel cazzo, non più lungo di quello che si stava prendendo mia moglie, ma sicuramente più grosso; mentre lo guardo, comincia a schizzare un mare di sborra, così tanta come non ne avevo mai vista; diversi schizzi andarono ad impattare nella portiera dell'auto.
Egli saluta e sta per andarsene; non so perché ma gli chiedo se viene spesso; lui mi dice di sì, poi lo guardo e gli dico:
"Sono io il marito" lui sorride e mi lascia un biglietto da visita.
Guardo ancora mia moglie: sta ingoiando la sborra del mio amico.

Il giorno dopo racconto a mia moglie del guardone; lei non si era accorta di nulla. Quando le racconto e descrivo il tipo, vedo che aguzza le antenne, specialmente quando le racconto della sborrata e delle misure.
La sera eravamo davanti la TV: i ragazzi non c'erano, lei era in accappatoio, mezzo slacciato ed io, a vederla, sentivo crescere la libidine.
Le dico che ho voglia; lei mi guarda e mi chiede:
"Io ti metto le corna, e tu? Tu ci godi, vero, porco?"
Allungo una mano e prendo a toccarle la figa, liscia come il culetto di un bambino perché, quando esce dalla doccia, vi passa sopra il depilatore.
Mi accorgo che il racconto del guardone ha fatto effetto: la trovo abbastanza bagnata.
Le chiedo se le va di ripetere l'esperienza del carsex; lei ci pensa un po', poi mi dice di si.
La esorto a mandare un messaggio al nostro amico, ma lei preferisce di no, perché desidera che andiamo da soli e mi dice:
"Visto che ti ha lasciato il numero di telefono, chiama il guardone".
Faccio il numero e dopo un paio di squilli mi risponde; gli dico chi ero e lui subito mi dice di sì; gli dico solo due parole: dopo mezzanotte, solito posto, cui lui risponde OK.
Chiedo a mia moglie che intenzioni abbia e lei mi dice che si è sentita molto intrigata da ciò che le ho raccontato.
Verso le 23.00, Angela si va a preparare per uscire: infila un tubino senza intimo e dei sandali, atteso che si trattava di una serata da trascorrere in macchina.
Arriviamo nel posteggio, c'erano diverse macchine ed una che girava fra un posto e l'altro; il posto dove eravamo fermi la sera prima era occupato e ci siamo sistemati un po' più in là.
Dopo un paio di minuti che eravamo fermi, quell'auto che girava si avvicina e si mette accanto a noi; non fu possibile vedere chi c'era dentro, che subito riparte per spostarsi verso un'altra macchina
Mia moglie mi guarda e, quasi delusa, mi dice:
"Mi sta passando la voglia: qui non vedo niente di eccitante".

Nel mentre si conversava, lo vedo spuntare a piedi: viene al finestrino dalla parte mia e mi dice:
"E' ancora presto per giocare tranquillamente; ci conviene spostarci in qualche posto più defilato".
Gli chiedo se lui conosce qualche altro posto e dopo un po' mi dice:
"Sì, conosco un posticino, ma dobbiamo spostarci con le macchine e io sono a piedi; posso salire con voi?"
Guardo mia moglie che, con sorriso soddisfatto, mi dice "OK".
Egli sale dietro e ci indica, a qualche km, una stradina che finiva davanti un rudere abbandonato.
Lungo la strada, lui fa qualche complimento a mia moglie e scambia qualche parola; mia moglie forse era già pentita, perché quel gioco non era di suo gradimento.
Aveva di certo la curiosità di conoscerlo, per cui tento di rompere il ghiaccio, ma lei mi anticipa, vuole chiarire e gli chiede:
"A te piace solo guardare o anche partecipare?"
Al che lui risponde:
"Passa dietro con me: il cornuto, resta davanti a guardare".
Lei, senza indugio, si sposta dietro; lui, senza perder tempo, si sbottona e abbassa pantaloni e mutande fino alle ginocchia. Poi passa una mano dietro il collo di lei e fa pressione, affinché abbassi la testa sul suo pene.
Lei subito gli fa: "Vedo che non perdi tempo" e lui: "Perché perdere tempo; ho capito subito che il cornutone ti aveva informato che sono abbastanza dotato e per questo mi avete cercato; non è così?"
Lei si abbassa e comincia a leccare dalle palle fino alla cappella, per poi imboccarla, e, anche se doveva aprire la bocca al massimo, cercava di infilare in bocca quanto più cazzo possibile.
A lui piaceva prendersi gioco di me e fare complimenti a lei.
Mentre lei gli succhiava il cazzo, lui le accarezzava i capelli e le raccontava che, la sera prima, al solo guardarla, aveva sborrato come un toro, perché era uno spettacolo di donna, sia da guardare che da scopare.
Dopo un po', le chiede di saligli sopra.
Mentre mia moglie si alza il vestito e toglie le scarpe, lui si infila un preservativo. poi si sputa nella mano e gliela strofina sulla figa, inserendo due dita per prepararla; poi le strofina un po' il cazzo e lei, pian piano, ci si siede sopra.
Ovviamente lui da sotto dava qualche spinta, mentre lei, giunta a metà percorso di quella superba verga, ha cominciato ad andare in sofferenza: si lamentava asserendo che si sentiva squarciare.
Lui la teneva per i fianchi e procedevano allo stesso ritmo: quando lei si alzava, lui le dava il colpo in su.
Poi se la tirava giù, finché furono solo grida di godimento, udibili chissà fin dove, dal momento che i finestrini dell'auto erano abbassati.

Poi notammo che c'era un guardone che si stava gustando la scena; mia moglie, lì per lì, ne fu spaventata, ma lui riuscì a calmarla affermando che lo conosceva; era un suo collega che amava spiare coppie.
Lei, rassicurata, ritorna a cavalcare ed a gridare come una troia; lui propone di uscir fuori dall'auto per scoparla a pecora.
Appena fuori, lei si mette appoggiata ai sedili posteriori e lui le va dietro; prende a sbatterla di brutto; l'altro guardone si mette accanto e si segava; dopo un po' lui le chiede dove gradisce che la sborri; lei gli risponde:
"In faccia".
Egli sfila il cazzo della figa e la fa girare; appena in posizione, si toglie il preservativo; lei riesce a dare solo una poppata al cazzo, che lui lo tira fuori e le riempie il viso di sborra: non avevo mai visto tanta sborra su mia moglie; sembrava aver fatto la doccia, con il sapone che le scendeva dalla testa.
L'altro guardone, anch'egli vicino, sborra e uno schizzo le finisce su una coscia e piede. Dopo di che, va subito via, mentre mia moglie cerca di darsi una pulita, consumando ben due pacchetti di fazzolettini.

Questa è una di quelle avventure che maggiormente mi è rimasta impressa nella mente.

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