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Quella magnifica puttana di mia moglie, tra fantasia e realtà. 2a p.


di cuckold211
10.03.2015    |    30.120    |    5 9.0
"Tacque un istante, poi riprese: "Ascolta, Lucio, parliamoci francamente..."
Quando, l'indomani, mi svegliai, allungai un braccio ma Loredana non c'era. Veniva dalla cucina l'aroma del caffè. Dopo poco entrò, meravigliosa, senza trucco, chiusa nella sua vestaglia di seta. Dal suo corpo veniva il profumo d'un buon sapone, dopo la doccia; era fresca e bellissima. Mi offrì il caffè con un sorriso che scopriva la chiostra dei denti. Sedette accanto a me sul letto, attese che avessi bevuto e depose la tazza.
"Ti amo - mi disse - chiedimi quello che vuoi. Ti risponderò".
"Chi sei, Loredana?".
"Sono tua moglie, Lucio, nient'altro che questo. Sono la tua donna e tieni presente che ci sono donne fredde e donne... non fredde. Io sono una di queste ultime".
Tacque un istante, poi riprese: "Ascolta, Lucio, parliamoci francamente. Voi uomini rispettate le mogli o, meglio, credete di rispettarle non facendone le vostre amanti. Poi, per i vostri desideri, per le vostre libidini, vi cercate un'amante. Perché? Non sapete che le vostre mogli sono donne al pari delle vostre amanti? Io sono una donna, Lucio, una donna come milioni di altre, mogli o amanti che siano, che hanno chiuso dentro di sé desideri infiniti, perversioni sessuali, libidini, follie; hanno dentro di sé la voglia, talvolta, di essere pazze, volgari, prostitute, tutto. Siamo fatti di carne e di spirito, no? E lo spirito tende a salire, la carne a sprofondare nel vizio. Vedi, amore, estinto il desiderio sessuale, io sono una dolce signora, non credi? Una dolce moglie che ti ama. Ma la notte, nel letto, vicino al mio uomo io sono tutte le donne del mondo, con tutte le libidini del mondo. Non ti tradirò mai, Lucio, al di fuori di queste pareti tra le quali dormo con te. Ma qui, qui con te, femmina tua, io sono quella che sono, io voglio che tu sia quello che sei. Mi capisci? Nessun uomo, prima di te, mi ha toccato, ma in realtà io sono stata di mille uomini... vedi che ho ragione? Vedi che voi uomini desiderate mille cose e per timore di offendere vostra moglie, andate a farle altrove? Vedi che ho ragione?...
Così dicendo appoggiò la mano sul lenzuolo, nel punto dove il mio membro, quasi senza che me ne accorgessi, si stava inturgidendo.
"Ecco, tesoro, che in te fa capolino la libidine, solo perché mi senti dire che sono stata con mille uomini; tu odi queste parole, ti fanno male al cuore, forse, ma il tuo membro si rizza perché una parte di te è carne e ti eccita il pensiero della moglie con mille uomini. Oh sì, Lucio, io sono certa che noi andremo d'accordo, vedi? Tua moglie, la donna che tu ami, s'è fatta chiavare da mille uomini, ha una fica che ha preso mille cazzi belli, belli duri, così come quello del mio sposo libidinoso".
La vestaglia s'era aperta sulle gambe. Infilò una mano sotto le lenzuola e prese il mio cazzo in mano, cominciando a menarlo, nello stesso tempo, aveva divaricato le gambe alzando un piede e mettendolo sul letto. La sua fica era là, meravigliosa, già bagnata. Cominciò a masturbarsi da sola, mentre la mia eccitazione andava alle stelle.
"La tua moglie puttana, Lucio; tu rientri una sera a casa, come se nulla fosse, rientri dalla tua mogliettina e, quando sei in anticamera, senti dei sospiri, dei lamenti provenire dalla camera da letto. Ti accosti alla porta, odi parole d'amore, parole oscene. Spalanchi la porta: la tua mogliettina è là, nuda, sul letto, sudata, accaldata, supina sotto i colpi violenti del cazzo di uno sconosciuto. Mille pensieri si alternano nella tua mente, sei pazzo di delusione, di gelosia. Io ti vedo, nei miei occhi c'è una libidine immensa. Dico al maschio che s'era fermato: "Continua a scoparmi, sta tranquillo", poi, rivolta a te "Lucio, se non ti va, esci; mi dispiace per te, ma in questo momento m'importa di questo cazzo che mi chiava...."
Mentre parlava, continuava a masturbarsi, a masturbarmi e sussurrò:
"Ti piace?"
"Sei una puttana" dissi.
"Ti piace?"
Certo che mi piaceva, mi piaceva da pazzi.
"Cosa vuoi che faccia? Che continui a farmi chiavare o che smetta?"
"Continua, puttana!"
"Tu cosa fai?"
Poiché non parlavo, Loredana disse: "Tu soffri da morire, vedendo tua moglie così, ma, controvoglia, il cazzo ti si rizza. Vero?"
"Sì, il cazzo mi si rizza"
"E vorresti chiavare con noi. lo sfili dai pantaloni, lo avvicini alle mie labbra, porco. Ti ecciti vedendo tua moglie chiavata da un altro, porco. E io, che sono puttana, sai cosa faccio? Non te lo tocco, non ti faccio partecipare al nostro piacere. Io voglio solo il mio maschio sconosciuto. Lucio, sei un cornuto, tradito dalla moglie che ami vedere chiavata da un altro. Io faccio stendere il mio amante vicino a te, in modo che il suo cazzo sia all'altezza della tua testa, poi mi accovaccio su di lui e cominciamo un lento 69. Il cazzo del mio amante è bagnato dei miei umori ed io comincio a leccarglielo lentamente, ad una spanna dai tuoi occhi e ti guardo in viso, ti faccio vedere la mia bocca che lo succhia. Tu vedi tutto, osservi tutto. Ti piace, Lucio, ti piace, lo so. Il tuo cazzo è durissimo ed io non me ne curo, anzi ti sussurro: Lucio, mio amato porco, sapessi come mi lecca il mio amante! Che goduria! Tieni, amore, tieni il cazzo del mio amico, comincia a succhiarlo un po'". Te lo avvicino alle labbra, bagnato della mia saliva. E tu cosa fai?"
Ero impazzito. "Quello che vuoi tu, Loredana, quello che vuoi tu".
"Lo lecchi?"
"Certo, se tu vuoi"
"Certo che lo voglio, amore; è nei miei sogni. E allora te lo avvicino alle labbra e ti guardo, ti guardo mentre... porco mio, tu stai per venire, lo sento... e anch'io. Niente deve andare perduto..."
Si piegò sul mio membro, lo strinse tra le labbra e mi succhiò fino all'ultima goccia di sperma, avidamente, forsennatamente.

fine seconda parte.
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