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Scambio di Coppia

Un'avventura irripetibile.


di cuckold211
19.12.2015    |    17.022    |    8 9.1
"Stavo letteralmente scoppiando dall'eccitazione provocatami prima da Maria ed ora da mia moglie, che non me lo feci ripetere e subito mi avventai sulla sua..."
Io e Loredana eravamo, ormai, una coppia navigata.

Chi ha letto le nostre storie sa che non ci siamo persi nulla in tema di trasgressione: scambio di coppia in party privati, orge e, poi, club privé, nudismo, vacanze erotiche.

Tutte queste esperienze rafforzavano sempre più il trasporto che provavo per mia moglie; l'adoravo sempre più, l'avevo deificata, forse (macché forse), certamente perché sapeva interpretare la complicità in una maniera oltremodo intrigante, anzi travolgente.

Un esempio? Se le veniva la fregola per qualcuno o qualcosa, mi tirava in disparte e mi avvertiva. Voleva che sapessi.

Naturalmente, davanti alla sua confessione e con la certezza di quanto la cosa la eccitasse, potevo far finta di niente? Potevo non assecondare quella fantasia che le procurava euforia?

E, quindi, ecco spostarsi il mio riferimento sessuale: non era più la donna in genere che volevo, ma quella donna, la mia donna, che esprimeva la sua prorompente femminilità e desiderava soddisfarla.

Ecco come nacque il mio cuckoldismo: avevo capito che mi dava molto più piacere cercare di realizzare le sue fantasie, piuttosto che cercarmene altrove; la volevo, e ne godevo, sentirla desiderata da altri; le compravo capi di abbigliamento ed accessori, per poter ancor più, se possibile, esaltare il suo personale; la portavo in giro, la esponevo, ci circondavamo di amici, perché sapevo che la desideravano e cercavano solo l'occasione.
E in questo? Lei, con un fine gioco di seduzione, si faceva corteggiare e conquistare solo se riteneva che ne valesse la pena.

Quando l'avventura andava in porto, lei mi voleva vicino ed io ne ero ancor più lusingato, perché prendevo atto che non intendeva escludermi dai suoi momenti di gioia.

Che emozione vederla eccitata tra le braccia dell'altro; sentirla emettere mugolii di goduria; sentirmi afferrare e stritolare la mano, mentre il piacere montava; vederla scossa da fremiti; sentirmi chiamare e coinvolto nel suo godimento, fino a che sopraggiungeva l'orgasmo squassante; e, nel mentre, le parole che le sfuggivano:
"Sì... sì... vedi quanto sono troia... sto godendo, amore... baciami... fammi sentire quanto mi ami... leccami il culo, sento che vi è colato del piacere... ecco... ecco, lui si è tolto... affonda la tua lingua in questa che è pur e per sempre la tua fica, anche se mi è piaciuto farla godere da lui".

A volte era giocoforza che non potessi essere presente, ma lei sapeva rievocare ogni attimo delle sensazioni provate e me ne faceva il resoconto puntuale, mentre mi scopava; sì, perché, in questo caso, era lei a volermi cavalcare, per meglio graduare il nostro godimento, in base alla narrazione che si accingeva a fare.

Dopo queste necessarie precisazioni, vado a ripercorrere un'avventura che riporta fatti realmente accaduti, vissuti e goduti con intensità.

Era inizio estate e ci trovavamo al banchetto di matrimonio di un giovane collega.

E' facile immaginare; la sposa bellissima nel suo abito bianco e gli invitati con le signore inguainate in abiti dalle fogge più disparate: vi erano di quelle eccessive, di quelle un po' ridicole, di quelle senz'altro sobrie.

Lì, la mia Loredana si distingueva per signorilità e classe.

Era semplicemente sfolgorante nella sua mise sobria, ma che esaltava la sua femminilità: un seno prorompente con la divisione dei globi ben in vista; gambe rese sensuali dalla leggera abbronzatura, che ne esaltava l'aspetto setoso; piedini ben curati, calzati da sabot con tacco, per slanciare la figura e non nasconderli alla vista.

Insomma richiamava una delle ninfe raffigurate dal Botticelli nella sua "La primavera".

Inutile dire l'ammirazione ed il consenso che tutti le profondevano, chi con il baciamano e chi, meno estraneo, con il bacio sulle guance.

Seduti al nostro tavolo, e in un momento di assenza dei nostri commensali, dissi a Loredana:
"Quale occasione più opportuna di quella di un matrimonio suggerisce una mega orgia?"

Mia moglie si volse a guardarmi e, scrutandomi incuriosita, disse:
"Il solito porco! Che c'è, vedi in giro delle ninfette che ti stimolano la fantasia?"

Ed io: "Affatto! Per me la ninfa sei tu e questo mio sentimento è confermato da come tutti ti squadrano; mi piacerebbe vederti nuda tra loro che annaspano per poter provare il piacere di toccare un lembo del tuo corpo o poterne solo carpire il sensuale profumo che esso emana".

"Eccolo lì - aggiunse - l'eccitazione ti rende aulico?"

"Guarda che non sto dicendo niente di assurdo. I greci, i romani, in occasione dell'imeneo, trasformavano la festa degli sposi in orgia, per augurare loro infinita felicità che solo la copula può procurare".

E lei: "Ma dai... non scomodiamo civiltà che neanche esistono più".

"Sì, ma noi siamo i loro pronipoti".

E qui lei mi sorprese: "Beh, se ti piacerebbe che questa festa si trasformasse in orgia, ti dico che saprei come divertirmi: c'è più d'uno che mi intriga".

Ed io, incalzandola: "Ah, sì... e dimmi... chi sono?"

"No, non te lo dico. Facciamo un gioco: io comincio a provocarli e tu dovrai scoprire di chi si tratta".

"E se quello, attratto dalla provocazione, volesse andare oltre?"

"Me lo scopo" fu la risposta immediata "Ti risulta che non ne sarei capace?"

"Ma che troia che sei! E dove, poi, te lo scoperesti?"

"Per me va bene anche qui".

Mi scoppiò nella mente la vicenda narrata in "Io: cuckold?", per cui dissi:
"Qui no, ti prego; vuoi farlo senza di me? E poi... senza tutti i preliminari che ti piacciono tanto? Da perfetta sgualdrina?"

E lei, abbozzando un sorriso, aggiunse:
"E va bene! Mi hai convinto. Lasciami fare e non stuzzicarmi oltre".

Fu così che conobbi l'amico "dicarino".

A quel matrimonio era con la consorte, come appresi poi, e, accortosi degli sguardi accattivanti di Lory, capì.

Nel contempo non voleva mettere in allarme la moglie, né sapeva come ovviare a me; così, con nonchalance, si avvicinò al nostro tavolo, si presentò, fece il baciamano a Loredana e, tra frizzi e lazzi, ci conoscemmo. Il ghiaccio era rotto e ci scambiammo i recapiti telefonici.

Trascorse del tempo. Intanto avevamo traslocato in una zona più signorile della città e lì mia moglie conobbe e fece amicizia con una signora, a suo dire, molto bella, bionda, fine (che sarà quella che poi ci consiglierà il piano bar, di cui al mio racconto dal titolo "Tre storie intriganti di un marito cuck").

Un giorno, in prima serata, ci giunse una telefonata e mia moglie rispose.

L'avevo raggiunta all'apparecchio, avendo anch'io sentito gli squilli e lì la osservavo con sguardo interrogativo, come a chiedere "chi è?" e lei, con occhi brillanti e sorriso sulle labbra, ascoltava ciò che le veniva detto dall'altro capo del filo, poi disse:
"Penso che si può fare, ma adesso ti passo mio marito, così, tra voi, prendete accordi più precisi, ciao".

Era l'amico "dicarino", che ci proponeva di trascorrere, insieme a lui ed una sua amica, una serata con spettacolo in un noto locale della costiera amalfitana.

Ovviamente accettai e prendemmo accordi per il sabato successivo.

Dopo aver riattaccato, Loredana disse:
"Sai? Mi ero quasi convinta che la mia provocazione, al matrimonio, non fosse servita a niente, e invece..."

Il giorno stabilito passammo a prenderli, perché si era deciso che saremmo andati con la mia automobile e... sorpresa... chi era la compagna dell'amico? La bella signora bionda che Loredana aveva da poco conosciuto, di nome Maria.

Come già mi era stata descritta da Lory, effettivamente era una gran bella donna, solare, colta, dal carattere allegro, sempre sorridente e, scoprimmo, anche pronta alle battute di spirito.

Quella sera, poi, era euforica; indossava un vestitino leggero, quasi etereo, che copriva a malapena i seni, tenuti da un intimo quasi inesistente.

Non ti dico gli abbracci e la contentezza fra Maria e la mia Loredana per essersi ritrovate in un momento di felicità generale.

In auto presero posto dietro di noi e dopo alcune parole di circostanza e qualche barzelletta osé di Maria, si fu silenzio.

Ci accorgemmo di un certo maneggiare tra i due ospiti: lo specchietto retrovisore mi rimandava l'immagine dell'amico che aveva tirato fuori dai calzoni un bell'arnese e lei lo masturbava amorevolmente, mentre si scambiavano baci appassionati.

Addirittura, senza alcuna inibizione per la nostra presenza, dopo un po' Maria si abbassò sul grembo di lui e gli fece un sonoro pompino.

Ho usato il termine "sonoro" non a caso, perché fu effettivamente così.

Si udiva distintamente lo sciabordio della saliva che avvolgeva il pene, oltre al rumore caratteristico che quest'ultimo fa, allorché viene introdotto profondamente in gola.

Per non parlare degli immancabili sospiri di piacere di lui, fino a che gli sentimmo dire "eccomi". Maria, da perfetta golosa, ingurgitò ogni goccia di quell'orgasmo e, ritornata al suo posto, se ne uscì con la seguente espressione:
"Scusate... spero non siate scandalizzati, ma lo desideravamo proprio; era tanto che non stavamo assieme" e lui rincarò la dose dicendo a sua volta:
"Ma certo... siamo fra persone adulte e vaccinate e... così va la vita... questa serata è destinata ad essere la coltre del nostro divertimento e piacere. Siete d'accordo?"

Potevamo non esserlo? Il mio pensiero andava a Loredana che, certamente, aveva qualche idea che le frullava in testa, ma la presenza di Maria, mi chiedevo, non poteva pregiudicare la sua aspettativa?

Arrivati a destinazione, l'amica volle andare alla toilette "per darmi una sistemata, sopratutto alle labbra", disse con arguzia e chiese a mia moglie di accompagnarla.

L'amico, che d'ora in poi chiamerò Rino, per abbandonare lo pseudonimo finora usato, cominciò a parlarmi della compagna e, come un fiume in piena, mi mise a parte dei loro giochi più intimi; di quanto lui fosse fiero del potenziale esibizionistico di lei e, sopratutto, del suo amore per il sesso.

Dovetti prendere atto che l'istinto di Lory non aveva fallito nell'individuarlo, tra tanti, al matrimonio: era un autentico porco e, tranne che per l'esibizionismo, molto simile a me.

Si instaurò, quindi, una perfetta intesa e così ci preparammo a goderci una serata con auspicabili sorprese.

Le donne ci raggiunsero, bellissime e sorridenti, e noi, con malcelato orgoglio, le facemmo sedere al tavolo riservato. Ordinammo da bere e subito Rino invitò Lory a ballare; ovviamente io feci altrettanto con Maria e, intanto in pista, fra frizzi e lazzi, ci si palpava.

Io ero oltremodo eccitato e Maria se ne accorse, tanto che a sua volta strofinava il ventre contro il mio.

Mentre ballavamo la baciavo sul collo, le titillavo i lobi delle orecchie, le leccavo e mordicchiavo i padiglioni.

Lei non si sottraeva per niente, anzi rispondeva alle mie sollecitazioni premendo ancor più il suo pube contro la mia erezione.

Rino e Lory, poco distanti da noi, si davano da fare a loro volta, poi li vidi allontanarsi dalla sala.

Preso com'ero con Maria, dovetti darmi una calmata, altrimenti rischiavo di venirmene nelle mutande.

In ciò fui anche aiutato dalla musica che passò dai balli lenti a quelli svelti, per cui, fra cha-cha-cha, twist e rock and roll, ci stancammo e sudammo.

Eravamo appena tornati al tavolo, che fummo raggiunti anche da Lory e Rino.

Ci riposammo, finché ripresero i balli lenti e, questa volta, prima che si facesse avanti Rino, presi mia moglie e la portai in pista.

Lei, senza che le chiedessi niente, mi riferì che, quando aveva accompagnato Maria alla toilette, aveva colto l'occasione per fare pipì e subito l'amica, avvicinatasi munita di un fazzolettino umidificato e profumato, si offerse per detergerla e, mentre lo faceva, la baciò in bocca, che, per vero, sapeva ancora del sapore di Rino.

Per Lory era la prima volta ricevere attenzioni da una donna, per cui, anche se sorpresa, la lasciò fare mostrando, passivamente, di non disdegnare l'iniziativa.

Dopo di che, si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere, per poi ritoccarsi il rossetto alle labbra.

"La cosa non mi sorprende" dissi a mia moglie, ragguagliandola su ciò che mi era stato raccontato da Rino e, in particolare, della spiccata loro tendenza all'esibizionismo.

"E' veroooo...." confermò Loredana, proseguendo nel racconto.
"Hai notato quando ci siamo allontanati dalla sala? Ebbene Rino ha voluto mostrarmi una particolarità del posto: attraverso uno stretto corridoio, leggermente in pendenza, siamo giunti sotto la pista, presso una terrazza sul mare. Gran bel posto, molto romantico, dove le coppie possono abbandonarsi ad un momento di intimità. Mentre entravamo una coppia ne usciva, lasciandoci praticamente soli. Rino mi ha preso la mano e se l'è messa sul pene, nudo, appena estratto dai calzoni. Sono rimasta di stucco... mi sono guardata attorno, temendo che qualcuno potesse vederci, ma Rino, con fare tranquillo ed invitante, mi ha convinto a prenderglielo in bocca. Ho potuto dare solo poche slinguate, quando ho sentito che arrivava qualcuno, per cui mi sono subito ricomposta, mentre egli, tenendomi abbracciata, anche in modo da coprire il suo sesso scoperto e svettante, mi esortava a rilassarmi e continuare, senza tener conto degli altri, anzi in loro presenza. Al che gli ho detto "Ma tu sei matto?!" E così siamo venuti via da lì; devo però aggiungere che con quelle poche slinguate al suo pene, l'ho ripulito del suo liquido preorgasmico... buono sai?... non ti andrebbe di baciarmi, per assaporarlo anche tu?"....

Stavo letteralmente scoppiando dall'eccitazione provocatami prima da Maria ed ora da mia moglie, che non me lo feci ripetere e subito mi avventai sulla sua bocca, limonandola come un fidanzatino alla sua prima esperienza d'amore.

Ritornammo al tavolo, perché fu annunciato l'inizio dello spettacolo.

Furono abbassate le luci e alcuni "occhi di bue" illuminarono delle splendide ballerine tipo "blue belle girls". Danzavano a seno nudo, gli applausi scrosciavano e noi ci godemmo lo show fra una bevuta e l'altra di prosecco all'arancia ben ghiacciato.

Finito lo spettacolo si ripresero i balli e noi ce li godemmo attivamente.

I clienti cominciavano a scemare, ma noi eravamo sempre lì, quasi a sperare che il tempo si fermasse per prolungare all'infinito quella serata, per noi, fantastica.

Fummo fra gli ultimi a lasciare il locale e fuori c'era una luminosa luna piena che rischiarava un paesaggio che ogni pittore avrebbe ambito a ritrarre: il mare, nel suo lieve ondeggiare, appariva come una distesa immensa pronta a dare sollievo e ristoro ai nostri corpi accaldati, stanchi ma profondamente eccitati.

Ed ecco Loredana : "Perché non facciamo il bagno?"

Maria fu l'unica a dire una cosa sensata "E poi? Come ci asciugheremo?"

Io e Lory sapevamo, per aver già fatto quell'esperienza, proprio in quel posto, a fine agosto, con un amico che, poi, era stato l'amante di lei per un lungo periodo. In quel tempo Lory non prendeva la pillola ed i rapporti erano protetti dal condom. Quella sera l'amico volle fare il bagno, nudo, cui ci si associò mia moglie, nuda, e naturalmente anch'io. Usciti dall'acqua ed eccitati per la piega degli eventi, facemmo l'amore in tre, senza protezione. Io le godetti sui seni, ma lui dentro la fica, per cui avemmo a temere il peggio, quando le previste mestruazioni non arrivarono. Però, fortunatamente, si trattò di un mero ritardo ed ogni preoccupazione svanì.

Tornando a noi, quella notte ci dirigemmo verso la caletta che ben conoscevamo.

Era una cala digradante verso il mare; su un lato era riparata da una muraglia, che durante il giorno assorbiva il solleone e la notte rilasciava tutto il calore accumulato. Per cui sapevamo che, pochi minuti dopo essere usciti dall'acqua, saremmo stati di nuovo asciutti per indossare i nostri abiti e ritornare a casa. Inoltre, a camminare a piedi nudi sull'impiantito, se ne avvertiva ancora il calore. In corrispondenza del mare vi era una scaletta in ferro, che di giorno serviva a far salire o scendere persone dalle barche e che a noi sarebbe servita per evitare che le donne si bagnassero i capelli, nel momento di entrare in acqua.

Giunti sul posto, ci spogliammo completamente e facemmo un bagno da autentico toccasana.

I primi a risalire furono Maria e Rino, che si posizionarono, seduti per terra, a ridosso del muro caldo. Dopo poco li raggiungemmo anche noi, ma, in quella, Loredana, senza esitazione, si fiondò sul pene svettante di Rino e cominciò un portentoso pompino.

Io, invece, mi accucciai fra le cosce di Maria, leccandole la fica come se non ne avessi mai vista una in vita mia.

Ad un certo punto Rino si alzò, prese mia moglie ai fianchi e la rovesciò a testa in giù, poggiandosi le gambe sulle spalle, così da avere a portata di bocca i suoi due orifizi, consentendo così a Lory di continuare nella sua appassionata fellatio.

Nel frattempo io e Maria, in piedi con le spalle appoggiate al muro, ci limonavamo e avendo portato una sua gamba a cingermi un fianco, l'avevo penetrata e scopavamo alla grande.

Ebbene fu questo il quadretto che presentammo agli occhi meravigliati di una coppietta che, forse, pensava di appartarsi proprio lì. Noi quattro non ci distogliemmo per niente da quello che stavamo facendo, anzi, la sorpresa servì a stimolarci ancor più.

Rino stava letteralmente mangiando la fica di mia moglie e di tanto in tanto rendeva omaggio al buchetto inevitabilmente esposto. La mia Lory pompava a tutto spiano, così come io pompavo Maria in fica.

Sentimmo la lei della coppietta che diceva: "Andiamo... andiamo via... vedi come se la godono quelli?" e lui "Aspetta un momento... cazzo... sono proprio partiti". Poi, si allontanarono e sentimmo echeggiare la risata di lei.

Io me ne uscii da Maria e, sistematala a pecorina, continuai a scoparla da dietro. Rino si era steso a terra, e si faceva cavalcare da Lory sotto il naso di Maria, che, ovviamente, approfittò della posizione per leccare fica e culo di mia moglie, oltre al pene del suo uomo nei momenti di sali/scendi.

Cominciava ad albeggiare quando fummo colti da squassanti orgasmi.

Io avevo goduto dentro la fica di Maria e questa si precipitò da Rino ponendogliela sulla bocca, affinché potesse risucchiare gli umori che cominciavano a fluirle all'esterno. Rino aveva, a sua volta, goduto nella fica di mia moglie e Maria volle che si voltasse di spalle a lei, così da poter aspirare, dal suo sesso, il frutto che il suo uomo vi aveva deposto.

Mi ritrovai mia moglie rivolta verso di me; volle ripulirmi il pene dagli umori di Maria e, poi, mentre era intimamente esplorata dalla lingua di quest'ultima, mi disse: "Grazie, amore, baciami e goditi i nostri sapori".

Che avventura, ragazzi... IRRIPETIBILE.

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