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"Mamma li turchi".


di cuckold211
28.04.2023    |    15.405    |    15 9.6
"Lui le diceva: "Ho scopato con tante altre italiane, ma tu sei la più troia di tutte: è bello sentirti dire che ti piace nel culo e, soprattutto, ..."
Nota dell'Autore.
Quanto vi preparate a leggere è la storia, realmente vissuta, dalla coppia presente sul sito con il nick "SabrinaAndrea4143". Avrei preferito fossero loro a pubblicarla, trattandosi di una loro esperienza, ma hanno voluto che fossi io a farlo dopo averla riveduta, corretta e rimodulata. Speri vi piaccia.

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Quell'anno avevamo deciso di trascorrere le nostre ferie estive sulle spiagge della Turchia. Qualche settimana prima della partenza, stavo facendo l'amore con Sabrina, crogiolandomi nell'opulenza del suo corpo: le meravigliose tette, di cui ero pazzamente orgoglioso, costituivano la mia meta preferita. Affondavo il viso tra esse e le leccavo fino alle ascelle, mentre aspiravo in bocca quei capezzoli che anelavano a farsi succhiare. A quelle sollecitazioni, la sua figa diventava un torrente in piena: la vedevo contorcersi nel godimento, mentre le leccavo tutti gli umori che le colavano in abbondanza.
Ma non era finita lì: con la lingua proseguivo lungo il perineo fino a raggiungere il buchetto posteriore e lì mi trattenevo a lungo, tentando di farvi penetrare la lingua, il più a fondo possibile. Leccavo e solleticavo quel buchetto, stimolandolo al punto da farlo aprire e lei, presa dal momento di profonda libidine, grugniva come una porcella, spingendo quella sua parte anatomica sempre più incontro alla mia lingua.

Ero preso da un delirio erotico senza fine e, ancor più, perché immaginavo la possibilità che, trovandoci da soli, in completa libertà, in un paese dove nessuno ci conosceva, lei potesse concedersi qualche avventura sessuale, che avrei favorito in tutti i modi.
"Sei troppo bella e concupiscente: come posso tenere solo per me tanta bontà? Mi piacerebbe vederti chiavata da qualche turco, mentre siamo lì a goderci la nostra vacanza".
Quelle parole, dovevano aver messo altra paglia al fuoco della nostra lussuria. Lei era come impazzita ed io non potei più trattenermi dal chiavarla. Così mi infilai fra le sue cosce e presi a sbatterla con un vigore da toro infuriato. Nel momento di venire, dissi:
"Mamma li turchi!" e la riempii del mio sugo, provocando anche l'orgasmo di lei, che l'aveva trattenuto apposta per tutto quel tempo.
Amava sentirsi inondare il ventre dalla sborra e si lasciava andare al godimento, solo quando sentiva il calore del piacere di chi la chiavava.

Fu una delle nostre più belle scopate, soprattutto nella prospettiva da me rappresentata mentre si scopava. Quella di farla fottere da altri maschi, non era una novità, né per me né per lei: avevamo già avuta qualche esperienza di scambio coppia, ma non l'avevo trovata particolarmente interessante. Più che scopare con la moglie dell'altro, mi era piaciuto guardar lei che godeva, mentre veniva chiavata. Perciò ora ero più propenso e trovavo di maggior gusto, veder lei presa e goduta da altri.

Il giorno dopo la favolosa scopata appena descritta, Sabrina mi chiese perché, alla fine dell'amplesso, avessi sbottato con la frase "Mamma li turchi".
Le spiegai che quello era uno dei tanti modi di dire, riferiti a leggende metropolitane. Quando i turchi, anticamente "saraceni", infestavano da pirati i mari della nostra bella Italia, spesso, nelle loro scorrerie, violentavano le nostre donne e si diceva anche che fossero muniti di falli grossi; in particolare, poi, che amassero il culo.
Mi fu chiaro che questa spiegazione l'aveva intrigata non poco, anche se non lo diede a vedere.

Finalmente giunse il giorno della partenza ed eravamo piuttosto euforici per quello che ci dovevamo aspettare, sia per il fatto di trovarci in un paese estero, con usi e costumi completamente diversi dal nostro, che per i posti da visitare.
Fu proprio durante un'escursione che mia moglie, avendo messo un piede in fallo, si beccò una distorsione alla caviglia. Quell'imprevisto limitò di molto la nostra di possibilità di andare in giro e, rivoltici al centro benessere presente nella struttura, apprendemmo che vi era, tra gli addetti, un esperto massaggiatore ortopedico, che avrebbe potuto alleviare il dolore e ridurre il gonfiore alla caviglia.
Lo facemmo chiamare dal receptionist e poco dopo ci raggiunse.
Dopo aver esaminato con cura la caviglia, il tipo ci informò che mia moglie Sabrina avrebbe avuto bisogno di almeno tre sedute di massaggi; ci fu chiesto se preferivamo che i massaggi fossero fatti nel centro o in camera.
Avendogli riferito che eravamo un po' distanti dal centro, mia moglie gli disse che preferiva la camera, anche perché questa, su un lato, attraverso una porta finestra, accedeva su un prato, così avrebbe potuto eseguire il massaggio, mentre stava a crogiolarsi al sole, sul prato.

Quando mia moglie doveva fare il massaggio, io me ne andavo in piscina o in spiaggia, e così, almeno, non rinunciavo alla mia di vacanza. Dopo due soli massaggi, il gonfiore era sensibilmente diminuito, ma il dolore alla caviglia ancora non era sparito.
Così, oltre al terzo che doveva ancora fare, abbiamo prenotato altri due massaggi.
Si era giunti al penultimo massaggio: anche in quell'occasione ero andato in spiaggia, ma, quel giorno, il tempo si presentava alquanto nuvoloso e, poco dopo, si trasforma in un autentico temporale.
Torno in albergo e salgo per andare in stanza; la porta scorrevole la si lasciava aperta, proprio per permettermi di rientrare. Giungo dinanzi alla porta della camera, lasciata leggermente aperta, ma, al suo interno, vi erano le tende chiuse.
Mi blocco, perché odo dei suoni che mi sono più che familiari: sento ansimare mia moglie e dire: "Sììììì, prendimi!"
Lì per lì, non so che fare, resto immobile.

Non so con precisione per quanto tempo sono rimasto lì ad origliare. Poi, preso coraggio, apro la tenda giusto quel tanto per poter vedere, senza far avvertire la mia presenza. .
La scena che mi si presenta alla vista è qualcosa di straordinariamente bello: mia moglie è a pecorina e lui la sta scopando da dietro. Ha le mani che le strizzano quelle superbe tette, titillandole i capezzoli duri come fragoloni.
Di sicuro la sta chiavando in fica e mia moglie non può far a meno di scuotere la testa, alternativamente, a destra e sinistra, in preda ad uno dei suoi violenti orgasmi. Gode come una matta, folle di desiderio ed urla:
"Peccato che non ci sia mio marito: si godrebbe questi attimi allo stesso modo come sto facendo io con questo tuo cazzo che mi rivanga in posti mai raggiunti dal suo pene".
Era quindi vera la prima leggenda metropolitana: i turchi erano davvero ben forniti in lunghezza?!
Poi, dopo averla chiavata a lungo in fica, le chiede di poterlo fare anche nel culo. E lì, sento mia moglie dire:
"Accidenti, ma con questo tuo arnese, lungo e grosso, me lo sfonderai? Promettimi che farai piano: è vero che lo voglio anche lì, ma non rompermi il culo, cerca di esser delicato".
Confermata la seconda leggenda metropolitana: i turchi ce l'avevano lungo e grosso da far male, sia in fica che in culo.

Lentamente lo vidi penetrare nel culo di mia moglie, sentendo che gli dava istruzioni, attimo per attimo, in quel suo procedere dentro di lei.
"Ecco, come sei dolce: è proprio bello esser inculata da te. Mi hai riempito il culo del tuo cazzo, sento che mi dilata in modo sconvolgente. Quanto mi piace, dai, chiavami il culo come solo voi "turchi" sapete fare".
Praticamente lo invitava a scoparla e sempre con più forza. Lui le diceva:
"Ho scopato con tante altre italiane, ma tu sei la più troia di tutte: è bello sentirti dire che ti piace nel culo e, soprattutto, riconoscere che come lo facciamo noi "turchi" non lo fa nessuno". E lei rispondeva:
"Sì, dimmelo ancora che sono "troia"; sapessi quanto piace a mio marito sapere che sono una "troia", cui piace prenderlo nel culo!"
Ed ecco la terza conferma sulla leggenda: ai turchi piaceva il culo, e si stava godendo alla grande quello di mia moglie.
Se l'è chiavata finché è venuto, poi se ne è uscito e le ha imposto di leccarglielo:
"Adesso pulisci "troia"!"
Mia moglie gli ha preso il cazzo in bocca e l'ha pulito per bene. Poi, lui si è rivestito e, prima di uscire, le ha detto:
"Tuo marito ha visto tutto, non si è perso niente: adesso anche lui sa, quanto sei "troia".

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