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Scambio di Coppia

Vivere la trasgressione (3)


di cuckold211
03.02.2017    |    12.394    |    3 9.5
"-- Mascalzone! - gli soffiai in faccia con uno sdegno che era anche una confessione di debolezza..."
NOTA DELL'AUTORE: Tengo ad evidenziare che la coppia Francesca e Marco, incontrata al resort, è quella presente sul sito con il nick "xsolocoppie"
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Più in là ebbi modo di verificare che, come sempre, il mio intuito non aveva fatto cilecca.
La nostra camera nel resort era, in realtà, un mini appartamento: la porta d'ingresso si apriva su un living con terrazzino ed angolo cottura; un disimpegno, lungo il quale si apriva la porta del bagno e di fronte un armadio a muro, collegava il primo ambiente alla camera da letto vera e propria provvista di balcone. Il tutto era situato in primo piano, dopo una scala cui si accedeva attraverso un cancelletto.
Mi è piaciuto descrivere l'ubicazione del nostro appartamentino perché, in buona sostanza, era lo stesso di quello di Francesca e Marco, nostri dirimpettai.
Marco prese subito a farmi la corte; niente di serio, appena un flirt scherzoso alla luce del sole.
Avevamo preso l'abitudine di stare sempre assieme, al mare, in piscina, al ristorante e in giro a visitare città vicine: Modica, Ragusa, Siracusa, Noto, Ispica e Marzamemi.
Marco era simpatico, aitante, dotato di spirito umoristico. Fin dal primo momento si era servito dell'astrologia per dimostrare che fra me e lui c'era una reciproca ed irresistibile attrazione fisica.
Tutti ci ridevamo su, mentre Francesca lo rimproverò:
-- Smettila, Marco, con i tuoi oroscopi. Loredana potrebbe offendersi.
-- Non ci penso nemmeno - risposi - Tutt'al più dovrebbe preoccuparsi mio marito.
-- Rassegnati, Lucio - riprese l'amico - all'oroscopo non si resiste. Io e Loredana siamo due anime gemelle, predestinate sin dalla nascita - e rivolto a me, volle brindare - al nostro amore, tesoro!
Al che io -- Ed agli amori tra Lucio e Francesca - lo dissi fissandolo negli occhi, con tutta la svenevolezza di chi si vuol fingere innamorata persa.
Il mio brindisi, sciocco come quello di Marco, voleva essere spiritoso e doveva servire a distogliere da me la pressione delle galanti allusioni dell'astrologo, e, nel contempo, aprire una breccia a favore di Lucio nei confronti di Francesca, che deteneva sempre un comportamento serio, morigerato e distaccato.
Nei giorni successivi continuammo a scherzare sul folle amore fra me e Marco e, quando capitò che il mio "innamorato" ebbe a sorprendermi da sola, finimmo l'uno nelle braccia dell'altra.
Io sono una di quelle che sta allo scherzo, ma quando mi metto a baciare, faccio sul serio.
Da quel momento non ebbi più pace: Marco mi voleva a letto e l'idea mi attraeva, ma realizzarla era pressoché impossibile; eravamo sempre assieme, Francesca con me si comportava da amica sincera e leale ed un'eventuale tresca con il marito la ritenevo ignobile.
Poi una sera, il resort era quasi vuoto perché tutti gli ospiti avevano aderito ad una visita di "Pozzallo by night", Francesca e Marco vennero da noi. Lucio, forse per qualche Martini di troppo, si mise a fare il Rodolfo Valentino con Francesca, che, devo dire, non disdegnava, perché, al contrario, mi apparve lusingata.
Per lasciarli liberi, trascinai Marco con me fuori e ci sedemmo a bordo piscina.
Non so se fu Ignazio, il manutentore della piscina, o il timer della struttura, ad un certo punto tutto piombò nel buio.
Era un'esca più che sufficiente per far venire l'acquolina in bocca ad una frigida, figurarsi a me!
Mi sfilai tutto, orecchini compresi e, come natura mi ha fatto, mi tuffai.
Il nuoto a corpo nudo mi dà sempre una straordinaria ebbrezza e l'effetto, in quel momento, era amplificato per quel satiro che avevo alle costole.
Mi diede la caccia per tutta la vasca e mi raggiunse dove l'acqua era più bassa. Quando mi abbracciò era già duro come una roccia.
Commisi l'imprudenza di lasciarmi mettere l'ordigno in mezzo alle gambe: lo strofinio, mi accese un fuoco ardente in corpo; desiderai come una pazza accoglierlo tutto dentro di me.
Mi fermò il patto che avevo fatto con mio marito: LA MIA RESA DOVEVA AVERE COME CONTROPARTITA LA CAPITOLAZIONE DI FRANCESCA.
Mi resi conto che dovevo porre un argine ai desideri miei e di Marco, per cui poggiai un piede dietro ai suoi, gli diedi una spinta e gli feci perdere l'equilibrio.
Mentre navigava sott'acqua, me ne uscii dalla piscina e, nuda com'ero, corsi a raccogliere i miei indumenti.
Nel farlo incrociai Ignazio che, vedendomi così "nature", restò a bocca aperta, incredulo per la scena che gli si era parata davanti.
Non persi tempo, mi rivestii e bene feci, perché stavano sopraggiungendo Francesca e Lucio, cui raccontai che Marco, causa il buio, era caduto in piscina.
Tante risate e tutto finì lì con buona pace di ciascuno e rientrammo in casa.
Marco, prima di congedarsi, mi prese in disparte e mi chiese perché fossi scappata; gli risposi che la soluzione al nostro problema, aveva un solo sbocco, quello di convincere Francesca a scopare con Lucio, cosicché diveniva legittimo che a nostra volta potessimo divertirci, senza provocare dissapori di sorta.
Da Lucio, poi, appresi che bene avevo fatto a lasciarlo da solo con Francesca, perché lei si era lasciata andare ed avevano appena concluso un contatto molto ravvicinato, quando erano usciti a cercarci.
-- Devo fare qualcosa per far precipitare gli eventi - dissi a Lucio - perché non riesco più a far tenere le mani a posto a Marco; ora, a maggior ragione, che hai da battere il ferro caldo con Francesca.
Il giorno dopo trascorremmo una fantastica giornata tra frizzi e lazzi al mare e visita alla cittadina di Marzamemi.
Qui comprai un CD di ballabili anni 60/80. Avevo notato che in camera c'era un lettore di CD e, come da noi, sicuramente c'era anche nella camera degli amici, perché quella sera, era già deciso, avremmo ricambiato la visita nel loro appartamentino.
Dopo cena, eccoci da loro, seduti nel soggiorno a bere più di un ammazza caffè; l'atmosfera era decisamente seducente perché nell'ambiente si diffondeva la musica invitante del CD.
Lucio invitò Francesca a ballare e questa, giunta al centro della stanza, sollevò le braccia affinché il cavaliere la potesse afferrare e stringere meglio.
Mi sia consentita un'osservazione: Se un marito scopre la moglie che passeggia in un viale, tenendosi castamente per mano con un amico, apriti cielo, è stato tradito! Se invece la moglie, si appende al collo di uno sconosciuto, appiccica la guancia a quella dell'altro, schiaccia il seno contro il petto del maschio e dimena il bacino per eseguire con il basso ventre un massaggio rotatorio sul centro della virilità, il marito non ha motivo di risentirsene, perché è ballo(?).
A questo schema convenzionale non fa eccezione Francesca: ella si infastidisce se la conversazione con gli amici tocca temi un po' scabrosi, ma è del tutto lecito se, in nome di un presunto ballo, possa strofinare il proprio organo sessuale su quello di qualunque uomo.
Francesca e Lucio erano alle nostre spalle, non visti, in un cono d'ombra, per cui i loro corpi, in un battibaleno, si fusero in un'unica ombra.
Dal canto suo Marco approfittò subito dell'assenza della moglie: con la mano che teneva poggiata sul divano, in mezzo a noi due, si arrischiò a tastarmi la coscia. Non sapeva che quella sera il programma studiato da me e Lucio, prevedeva per lui una totale libertà. Del resto, anche se lo avesse saputo, non poteva osare di più perché eravamo illuminati in pieno dall'unico faretto acceso.
Tuttavia lo facilitai, sollevando la gamba e facendogli scorrere la mano sotto la coscia.
-- Marciano forte quei due! - osservai a bassa voce, alludendo alla coppia allacciata nel buio.
Francesca indossava una fluente tunichetta nera senza maniche, piuttosto corta. Sapeva di avere un bellissimo paio di gambe, per cui non si tratteneva dal mostrarle.
Benché fosse al buio quasi completo, si vedevano chiaramente le sue braccia, bianche e nude, circondare con passione il collo di Lucio; inoltre, essendo di una decina di centimetri più bassa di lui, stava in punta di piedi, tutta protesa verso l'alto e la tunichetta, seguendo il richiamo, aveva scoperto un altro palmo di cosce: sono certa che se ci fosse stata luce, avremmo visto le mutandine.
-- Le hai parlato? - chiesi a Marco con aria da cospiratrice.
Capì a volo a cosa alludevo e rispose:
-- Non ancora. Non so da dove cominciare: e difficile intavolare con lei un discorso sul sesso.
-- Però le piace. Guarda! Lo vedi come le piace?
Francy ci voltava le spalle. Sullo sfondo nero della tunichetta, molto in basso, si stagliavano le mani di Lucio, appoggiate tutte aperte sulle ultime propaggini della schiena. Le dita percorrevano ampi cerchi al ritmo della musica, inseguendo le arditissime rotazioni dei glutei.
Il CD finì; smisero di ballare e tornarono a sedere davanti a noi. Francy accavallò le cosce, snudandole fino al limite della decenza. Con tutto ciò conservava la sua aria di moglie dignitosa e riservata.
-- Mi dispiace dirtelo, Lory - esordì mentre si accendeva una sigaretta - ma tuo marito, come ballerino, non è un asso.
-- E per il resto? - replicai provocandola.
Era più una smorfia che un sorriso quello che mi rivolse mentre rispondeva:
-- Il resto? Beh, quello ti appartiene: sei tu sua moglie.
Lasciai cadere il battibecco, rimisi il CD ed invitai Marco a ballare.
Cercai l'aderenza più completa al suo corpo e cominciai a strusciarmi tutta contro di lui.
Sotto il vestito ero completamente nuda e già pregustavo la sorpresa che stavo per regalare a Marco.
Infatti non credeva alle proprie mani; per un attimo si scostò da me, guardandomi negli occhi, incredulo, ed io lo ricambiai con uno sguardo che comunicava completa soddisfazione, per poi, stringerlo di nuovo fortemente. Dovunque poggiava le mani, restava scottato dal calore della mia carne in ebollizione. Non c'era pericolo che Francy e Lucio si voltassero a guardarci, perché le regole delle buone maniere vietano ad un coniuge di mostrarsi geloso o curioso mentre l'altro... "balla". Inoltre ci eravamo appiattiti nell'angolo più scuro, mentre loro erano abbagliati dalla luce.
Marco osava senza freni e dovetti strattonarlo quando tentò di violare il pudore dei miei glutei serrati.
Fui costretta ad afferrargli le mani e a tirarle su; mi finsi così svagata da lasciarmene scappare una, che corse subito a verificare se indossavo il reggiseno.
La raggiunsi quando già un capezzolo, duro come un chiodo, gli frusciava fra le dita.
-- Mascalzone! - gli soffiai in faccia con uno sdegno che era anche una confessione di debolezza.
-- Così non ti resisto.... - L'accanimento che avevo messo nel difendere i miei paesi bassi, salvava la mia dignità di donna per bene; i sospiri che avevo cura di emettere ogni volta che Marco mi spremeva la mammella, giustificavano la mia impotenza davanti alla tentazione di rendere omaggio alla mascolinità trionfante.
Con mano ciondolante, andai sulla patta dei pantaloni, ne abbassai la lampo e, dopo aver sostato qualche secondo sullo slip rigonfio, lo sguainai.
Per decenza attesi che mi baciasse prima di iniziare il magistrale esercizio manuale, che amo prodigare ai miei amanti.
-- Marco, sono pazza di te - lo adulavo fra un bacio e l'altro - deve essere meraviglioso far l'amore con un maschio potente come te... portami a letto! - feci morire la frase in un guaito soffocato di cagna in calore.
-- Sì, Lory, domani.
-- Come domani? Ora... subito... voglio che mi porti a letto.
-- Ma Francesca come la prenderà?
-- Non m'importa di lei. Con lei ci sta Lucio.
-- Sì... ma si accorgerà che io e te....
-- E allora? Lo so, ma è colpa tua; ho una voglia matta di rotolarmi nuda nel tuo letto matrimoniale.
Così, continuando a baciarmi e farsi accarezzare, si lasciò andare alla deriva.
Aveva chiuso gli occhi per non vedere dove lo spingevo e li riaprì solo quando sentì richiudere la porta; mi slacciai l'ultimo gancetto e l'abito si afflosciò ai miei piedi, come una pelle morta ed io ne emersi in tutta la gloria della mia pelle viva. Ci fiondammo nel letto e lì fu consumata una sessione di sesso sfrenato, sesso puro e semplice: non so, né credo quanto puro, ma sicuramente semplice e meraviglioso.
Marco mi dimostrò che avevo visto giusto: era il maiale che avevo immaginato, potente, alacre e sempre pronto. Contenevo dentro di me un pegno d'amore abbastanza voluminoso e ben calibrato, ma, sopratutto, inesauribile. Dopo il primo orgasmo era di nuovo al lavoro, con più lena di prima e, questa volta, per un tempo assai più lungo ed efficace.
Altrettanto interessanti furono gli avvenimenti in soggiorno. Riferisco la versione di Lucio.
Appena io e Marco ci alzammo per andare a ballare, Lucio poggiò una mano sulle gambe di accavallate di Francy; lei gliela tolse, benché lo schienale del divano la mettesse al riparo da possibili sguardi del marito, e la schermaglia proseguì finché capì che era il caso di arrendersi alle insistenze di Lucio e, con le mani, si compresse il grembo per segnare un confine invalicabile.
-- Smettila! - gli impose con aria decisa ma non adirata. Lucio non demordeva: le cosce di Francy meritavano carezze e palpeggiamenti senza fine. La proprietaria sospirava con una languidezza che tradiva il suo atteggiamento perbenista.
Quando la musica finì, lei si ricompose in attesa dell'arrivo dei ballerini e, non vedendoli nemmeno presenti nella stanza, rivolse uno sguardo interrogativo a Lucio.
Questi allora la assalì con un bacio sulla bocca, mentre lei si difendeva cercando di non farsi palpare l'onore che teneva stretto tra le cosce. Lucio continuò a baciarla, tenendola ferma con un braccio, finché con un'abile manovra diversiva, non si impadronì di un capezzolo. Lei allora incrociò le braccia sul petto a difesa dei punti deboli e Lucio prese, quindi, a lavorarla tra le cosce. Quando approdò alla polveriera, trovò le polveri già umide, ma ciononostante pronte a saltare in aria.
La breve lotta aveva ridotto la tunichetta di Francy ad un cencio, per cui se la sfilò dalla testa e la lanciò in un angolo. Ora che il suo abbigliamento non era più riconducibile a quello di una signora, le venne di chiedere:
-- Che succede se tornano?
-- Non possono tornare. Sono a letto...
Questa rivelazione folgorò la mente di Francesca, che si ritrovò a formulare mille domande:
-- Erano a letto?... Quale letto?... Il suo e quello di Marco?
Nel frattempo Lucio spaziava tra le sue intimità e lei non opponeva alcuna resistenza: ma aveva poi voglia di resistere, visto che ciò che stava provando le piaceva? Ma quel pensiero, assurdo, quasi la bloccava.
-- Non posso credere che Marco sia a letto con Lory.
-- Si può sempre andare a vedere - propose Lucio, mentre fissava la reticella dello slip di Francy, che non riusciva a nascondere il pelo nero corvino del suo triangolo pubico. Quella reticella mostrava un solco diviso da due monticelli così carnuti e gonfi, da somigliare a due natiche minuscole e graziose. Francy pensava e nel frattempo faceva scorrere due dita tra quei monticelli.
D'improvviso scattò come una molla, smise ciò che stava facendo, allontanò Lucio e disee:
-- Andiamo!
-- Dove? - chiese mio marito.
-- A vedere dove sono e cosa fanno.
Si sfilò le scarpe e si avviò sicura di essere seguita. Lucio ricorda ancora il suo incedere deciso verso la camera da letto, scalza, in punta di piedi, dimenando i glutei bianchi e sodi dentro un fazzolettino di reticella nera. La porta della camera era chiusa. Francy vi appoggiò l'orecchio, ma non ce n'era bisogno: il cigolio della rete, i sospiri e le frasi oscene che provenivano dal di là dell'uscio, confermavano in maniera univoca ciò che accadeva in quella stanza.
Quella prova servì a Francy a farle spazzare dalla mente ogni dubbio, ogni tentennamento, e, prendendo Lucio per mano, se lo portò al divano dove, tolta la reticella, si distese offrendo, a gambe aperte, la sua vulva grondante umori in quantità.
-- Eccomi, Lucio, sei il primo a farmi vivere la trasgressione; mi raccomando, fallo al meglio delle tue possibilità, perché intendo perseguire questo stile di vita e non voglio ricredermi.

(continua)
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