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Io, mia moglie e l'amico.


di cuckold211
26.10.2020    |    33.314    |    14 9.9
"Appena soli, Francesco non poté far a meno di esprimere tutto il suo compiacimento nel toccare con mano quanto, a differenza di lui, fossi stato fortunato..."
PREMESSA
Ho aderito alla richiesta del lui di coppia, nick "Cplady17", di confezionare un racconto su sue indicazioni e modalità. Mi ha anche autorizzato a pubblicarlo ed ora è qui a deliziare quanti amano storie di questo tipo.

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Bisogna riconoscere che i percorsi della trasgressione, così come la tendenza al cuckoldismo, hanno diverse sfumature, anche se tutte convergono all'appagamento dei sensi che, spesso, più che a quello fisico, si rivolge a quello mentale.
Questa che voglio narrare è una sfumatura, forse non tanto diversa dalle altre, ma certamente "la mia" o, meglio "la nostra", di Luigi e Cristina.
Una sera, di ritorno da una serata con scambio coppia con amici, mia moglie Cristina mi fa:
"Gino, ti prego, dimmi in tutta sincerità: non sei più tanto attratto dal gioco dello scambio, vero? Ti dico questo perché non mi è sembrato che, poco fa, avessi tanta voglia di scopare con Marisa, la moglie di Antonio".
"Oh, Cris, questa tua considerazione non fa altro che confermare il grado di affiatamento da noi raggiunto come coppia. E' vero... hai notato quello che ormai non posso più nascondere, e cioè che, più di scopare la moglie di un altro, mi piace vedere te, che godi tra le braccia di un maschio diverso da me.
Questa tua osservazione mi dà l'esatta dimostrazione di quanto sia fortunato ad avere una compagna che ha perfettamente compreso lo spirito del gioco, fino al punto di godere nel farsi ammirare con quanta voluttà scopa con l'altro.
E' quello che è successo stasera: vedi, per quanto Marisa non sia da trascurare per il corpo che si ritrova, non mette, nell'amplesso, quella certa "verve" che, al contrario, esprimi tu abbondantemente.
Lei è il tipo che offre il suo corpo e si lascia fare senza partecipazione, oserei dire in maniera quasi "asettica", senza interesse. La senti emettere solo sospiri o mugolii privi di coinvolgimento e questo non costituisce motivo di particolare eccitazione: sembra di scopare con una bambola gonfiabile.
Tu, invece, per come dimostri di essere coinvolta, e gradire ciò che ricevi, sei la quintessenza della carnalità, del piacere.
Amor mio, preferisco molto, ma molto di più, affondare nella tua fica ripiena dello sperma dell'altro o, addirittura, risucchiartelo da essa, perché quella condizione presuppone che ne hai goduto e questo stimola la mia libido ai massimi livelli".
Eravamo giunti a casa e così finì anche la nostra conversazione che suggellammo con un bacio da innamorati.
E' importante che la coppia si confronti, si scambi opinioni come avevamo fatto quella sera, perché è così che si sgombera la mente da riserve che potrebbero minare le intenzioni, indurre a fraintendimenti o, addirittura, fuorviare dai sentimenti reali.
Nei giorni successivi a quella volta, Cristina dovette rimuginare a lungo su quanto da me detto, tanto che, una sera, a letto, riaprì il discorso:
"Gino, allora vuoi che smettiamo con lo scambio?"
"No, amore - risposi, senza darle tempo di proseguire su quella falsariga - mi piacerebbe che, invece dello scambio, ci rivolgessimo ad un altro genere di trasgressione: il triangolo MFM, ad esempio".
E lei: "Ma come si fa... conosciamo solo scambisti e, di certo, non possiamo invitare il maschio a divertirsi con noi, lasciando la compagna in disparte?"
"No, amore, dovremo rivoluzionare le nostre abitudini, le nostre conoscenze e, con esse, il tipo di divagazioni. Questo cambiamento sarà tutto incentrato su di te: sarai tu a scegliere il fortunato da portare a letto e sciorinare tutta la tua malizia, la tua civetteria. Tanto per cominciare, non potresti contattare quello con cui filavi già prima che conoscessi me?"
"Ma chi, Filippo? No, assolutamente... ci siamo persi di vista da tantissimo tempo e, poi, che gli direi "poiché a mio marito piace esser "cornuto", vieni a chiavarmi?" No, non se ne parla proprio".
Certo che il problema c'era e non di facile risoluzione.
Poi, mi venne di pensare a Francesco, un amico, collaboratore di lavoro, con il quale spesso facevo qualche partita a tennis, di cui conoscevo la "dotazione", per averlo visto in doccia; tra l'altro si era da poco separato dalla moglie e, perciò, certamente in crisi di astinenza di sesso.
Ecco, egli poteva rappresentare la preda giusta per mia moglie, a parte, naturalmente, dover superare l'imbarazzo o scoglio costituito dal rispetto fra amici.
A lei era capitato di vederlo una volta, per cui, nel proporlo, le chiesi se le piaceva come tipo, informandola anche sulla sua superba dotazione.
"Sì, mi piacerebbe - rispose - ma... Gino, dovremo iniziare a frequentarlo e, poi, quale amico, degno di questo legame, si permetterebbe di insidiarne la moglie?"
Come sempre, la logica femminile si rivelava disarmante, ma io, vuoi perché la cosa cominciava a solleticarmi, vuoi perché sapevo che Francesco, in quel periodo, era particolarmente vulnerabile, le dissi di non preoccuparsi, perché sarei stato proprio io a spianare la strada; lei avrebbe dovuto solo sferrare il colpo decisivo al momento opportuno.
Ovviamente quei discorsi ci avevano eccitato e ci portarono a far l'amore e, già da quel momento, cominciai a far intervenire l'amico Francesco nel nostro amplesso, anche se con la sola immaginazione.
Il giorno dopo, dal lavoro, telefonai a mia moglie, avvertendola di tenersi pronta per le 18.00, in quanto, in compagnia dell'amico, sarei passato a prenderla per andare al Centro Commerciale.
Lei non dovette sorprendersi più di tanto, perché, con voce mielosa, rispose:
"Va beeeneeee...."
Intanto avevo proposto all'amico che, a fine lavoro, gli avrei mostrato una nuova struttura di "tennis club", da poco aperta, a breve distanza da casa.
Però, una volta in auto, feci finta di ricordarmi di aver dato appuntamento a mia moglie, per cui avremmo cambiato il programma.
Francesco, a quella notizia, ovviamente cercò di ritirarsi in buon ordine, assumendo che gli sembrava di fare da terzo incomodo.
Al che insistetti, quasi con sfida: "Che c'è, ti dispiace accompagnarti a noi? A casa non hai nessuno che ti aspetta, né hai impegni di sorta, quindi, dai, ti presento mia moglie e, se ci va, potremo anche consumare una pizza insieme. Non ammetto defezioni!"
Così lo portai con me a casa e, appena giunti... non era più mia moglie che ci venne incontro, bensì un angelo, di una bellezza e grazia concupiscente.
Era inguainata in un jeans molto aderente, con sopra un giacchino dello stesso tessuto su una maglietta con il logo "I love NY", su un cuore rosso fuoco. Ai piedi una calzatura, tacco 12, la slanciava e ne esaltava la snellezza. Non potei far a meno di notare che Francesco era rimasto praticamente inebetito quando gli dissi: "Ti presento mia moglie Cristina; Cristina questo è Francesco".
Cris gli rivolse un sorriso ed uno sguardo che avrebbe fatto resuscitare i morti. Salimmo in auto e precisai: "Scusa, amore, Francesco è solo, da poco separato, ed ho pensato di portarlo con noi, per farlo svagare un po': ti dispiace?"
E lei: "Assolutamente no; anzi è un po' che anche noi siamo da soli e, accompagnarsi a qualche amico, può solo far piacere. Piuttosto, ciò che sarà importante, dovremo evitare di farlo annoiare". Francesco, quasi balbettando, rispose:
"No, no, io di certo non mi annoierò a star con voi; temo, invece, di far da terzo incomodo".
E Cris: "Tranquillo... se non te ne stai sulle tue, sarà mio compito non farti sentire a disagio".
Appena giunti al Centro Commerciale, mia moglie, con un certo senso amicale, se lo prese sotto braccio e, con l'atteggiamento che di solito sfoggia con persone gradite, lo guidò con me al fianco opposto.
Guardavamo le vetrine e un po' ci si divertiva a vedere gente strana, sia per come abbigliata, sia per il portamento.
Insomma fu un ridere continuo e potei constatare che, fra noi tre, si era creato un ottimo feeling. Cris era gioiosa e trasmetteva anche a noi la sua ilarità: sembrava una bambina condotta al parco giochi.
Fui io a lanciare l'idea di sederci a mangiare una pizza. Prendemmo posto ad un tavolo, mentre Cris si allontanò per recarsi alla toilette.
Appena soli, Francesco non poté far a meno di esprimere tutto il suo compiacimento nel toccare con mano quanto, a differenza di lui, fossi stato fortunato ad aver accanto una donna così bella, solare e provocante.
"Pensi davvero sia provocante?" gli chiesi, e lui:
"Accidenti... se non fosse tua moglie, mi ci proverei subito"
"Se vuoi, puoi anche farlo, perché non sono per niente geloso"
Ancora una volta, lo vidi con un'espressione incredula, poi aggiunse:
"Questo ti fa onore, ed io mi sento ancor più lusingato di esser ammesso a godere della vostra amicizia".
Cris ci raggiunse nel momento in cui il cameriere serviva dei grossi boccali di birra e fu proprio lei che, in allegria, ci invitò a brindare a quell'amicizia appena sbocciata.
Mentre si mangiava e beveva, si rafforzò ancor più il feeling raggiunto, tanto che, mia moglie, nel mostrarsi sorpresa che Francesco non avesse una compagna e, tra i fumi del beveraggio, si lasciò sfuggire che lo sentiva così vicino da non aver remore ad alleviargli la mancanza di tenerezza ed affetto.
Come si suol dire, tra frizzi e lazzi, i giochi erano fatti; occorreva il solo passo finale.
Cristina appariva piuttosto euforica e, quando fu il momento di lasciarci, fu proprio lei a suggerire:
"No, perché...? Chissà come stiamo così bene assieme e dobbiamo tornare alla vita di tutti i giorni? No, non voglio e - rivolta a Francesco - dai, vieni a casa con noi, ci prendiamo un caffè, mettiamo su un po' di musica, balliamo e ci divertiamo ancora".
Chi avrebbe mai rifiutato un invito di quel genere? Sia io che Francesco ci guardammo e fu sufficiente a decidere che "quell'angelo" andava accontentato.
Così entrammo in casa e subito Cristina si liberò delle scarpe e del giubbino.
Ora era a piedi nudi e la maglietta con il logo non riusciva a nascondere che sotto di essa i suoi seni erano liberi: due spuntoni, all'altezza dei capezzoli, facevano bella mostra di sé.
Io e Francesco andammo a sedere sul divano, in salotto, e Cristina venne a sedersi in mezzo. Rivolta a me, chiese di metter su un po' di musica, perché desiderava ballare e, contemporaneamente, poggiò i suoi piedini nudi sulle gambe di Francesco, invitandolo a massaggiarglieli, perché a lungo strapazzati da quelle "maledette" scarpe.
Una musica allegra e vivace, samba, si diffuse nella stanza e spronò anche noi a saltellare; il movimento frenetico della danza ed i fumi della birra ancora in circolo, non ci misero molto ad accaldarci e, a quel punto, Cristina, onde evitare di sudare, non trovò niente di meglio che sfilarsi la maglietta.
Due seni procaci, ci svettarono sotto gli occhi e, al ritmo della danza, erano ancor più conturbanti di quanto non lo fossero già, per i capezzoli ritti, in chiara attesa di coccole.
"Gino - disse Cris - per favore, non andresti tu a preparare il caffè?"
Il suo era un chiaro invito ad allontanarmi ed io obbedii di buon grado; ora la musica era languida e sensuale: mi affacciai, con fare circospetto, e vidi mia moglie, aggrappata a Francesco, che strofinava il suo bacino su quello dell'amico.
Quando tornai in salotto con il vassoio dei caffè, mancò poco che non riversassi tutto per terra, perché fu questa la scena che mi si presentò davanti: Francesco seduto sul divano con pantaloni e mutande alle caviglie; mia moglie, inginocchiata davanti a lui, con i seni compressi sulle sue cosce e, tra le mani, l'enorme pene, che un po' segava ed un po' succhiava.
Quell'immagine resterà per sempre scolpita nella mia mente, perché non c'è niente di più bello che vedere la propria moglie imboccare il fallo di un estraneo; sì, lo so, direte che son "cornuto", e allora? A me piace esserlo e quella scena non la dimenticherò finché campo.
"Amore - disse Cris, fra una leccata e l'altra - hai visto che bel cazzo ha questo tuo amico? Voglio sentirlo dentro di me, perciò sbottonami i jeans e, se ti infili tra le mie gambe, potrai verificare quanto sono eccitata al solo pensiero di poterlo aver dentro".
Come potevo non aderire a quell'invito e, fanculo i caffè che si sarebbero raffreddati, sbottonai i pantaloni di Cris e li tirai via, insieme al perizoma.
Ora ero fra le cosce di mia moglie e gliela leccavo con la foga di chi non ha mai visto una fica in vita sua.
La stanza risuonava non più di musica, bensì del mugolio di Francesco, dei suoni osceni che emetteva la bocca di Cris, mentre spompinava e dello "slap... sciac" della mia lingua.
"Tesoro - aggiunse Cris - ho una voglia matta di cavalcare questo totem: a te non dispiace, vero?" e così dicendo si drizzò sul cazzo di Francesco e vi si impalò, per cavalcarlo come una forsennata.
Poi, evidentemente si ricordò di me, per cui smise quella posizione, si girò di spalle a Francesco e si impalò di nuovo, aggiungendo:
"Ecco, tesoro, non voglio tenerti in disparte; dai, vieni a leccarmela, mentre puoi gustarti la visione di questo magnifico cazzo che mi scopa. Sappi che non ci metterò molto a venire... quanto mi piace... quanto è tutto così bello... dai, leccamela che godo".
Alle parole di mia moglie, si aggiunsero quelle di Francesco:
"Eccomi, son pronto anch'io... togliti altrimenti ti riempio"
"Tranquillo - rispose mia moglie - sono protetta ed è dentro che devi godermi, perché Luigi dovrà sentirmi piena di te, quando affonderà a sua volta in questa mia fica vogliosa di entrambi".
Fu così che coronammo il nostro sogno ed ora non restava che goderci questo nostro nuovo "status": lei di "troia sfacciata", ed io di "cornuto" più che contento.


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