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Il desiderio di essere cornuto


di cuckold211
28.03.2018    |    12.898    |    7 9.7
"Ero lì ad ammirarla con un sentimento di incredulità misto a profonda eccitazione..."
NOTA DELL'AUTORE

Questa storia non è mia, bensì di una coppia del sito che ha voluto restare ignota.
Essi mi hanno fornito ogni elemento affinché potessi creare un racconto e questo è il risultato: spero sia di vostro gradimento.

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Sapeste quante volte mi sono posto la domanda "E' normale desiderare di essere cornuto?"
"Certo che no!" rispondevo a me stesso, eppure...!?
Ero ossessionato da quel desiderio... non vedevo più mia moglie con gli occhi del marito innamorato, pur essendolo pazzamente...; la scrutavo in ogni suo gesto, come vestiva, come camminava, come, nella conversazione con altri, riuscisse ad essere infinitamente seducente e mi chiedevo: "Come le si poteva resistere? Chi non si sarebbe lasciato irretire da tanta femminilità, da tanta sensualità?"
Quindi la mente volava alto...
Era ovvio che quel qualcuno non poteva restare indifferente, con la conseguenza che si sarebbe certamente fatto avanti, provandoci... e lei? Come avrebbe reagito alle lusinghe, ai complimenti che le sarebbero stati rivolti? Forse avrebbe resistito, facendo finta di non capire, dando del banale a quelle richieste, al loro proporsi... ma fino a quando? E se quegli allettamenti fossero provenuti da chi non le era per niente indifferente? E' da credere che avrebbe ceduto e... eccomi finalmente "cornuto"!
Però non volevo esserlo da "ignaro"; volevo che lei me ne mettesse a parte; che sapesse che a me non sarebbe dispiaciuto; che era libera di concedersi, senza che l'amante fosse a conoscenza che io sapevo. Dovevo, perciò, far leva sulla complicità, già esistente fra noi, in maniera blanda.
E' opportuno, a questo punto, che descriva la mia dolce metà: alta, magra, seno piccolo, labbra carnose, occhi verdi, capelli corvini, e, dulcis in fundo, un culo rotondo spettacolare.
Insomma veramente bella, e non lo dico nel senso inteso dalla frase di Pino Daniele "ogne scarrafone è bello 'a mamma soia".
In tanti dicono che il suo viso richiama quello di Sofia Loren e, se a questo si aggiunge quel certo non so che di maliziosamente sexy, dovrebbe esser chiaro quanto la natura non sia stata avara nei suoi confronti; inoltre a questi suoi tratti fisici fa da cornice una certa classe, derivata da educazione e cultura, nonché da cura della persona (capelli, trucco, mani, piedi) accompagnata dalla depilazione di ascelle, cosce e pube, che le rendono il corpo, al tatto, setoso come una pesca.
Inutile dire, quindi, con quanta passione facevo l'amore con lei e, spesso, mi lasciavo andare a confessare quanto mi sentivo fortunato ad avere una moglie così; in quanti mi avrebbero invidiato, se solo avessero provato ad immaginare quanto potesse essere bello averla fra le braccia e godere delle sue grazie.
Una volta arrivai persino a dirle:
"Non è possibile che solo io possa gioire di tutta questa magnificenza; mi sento egoista... per cui, se qualcun altro desiderasse trovarsi al mio posto, tu non negarglielo".
E lei:
"Ma che dici? Non saresti geloso che un altro uomo fosse qui, fra le mie cosce, al posto tuo?"
"No, mia cara, non sarei geloso, perché oltre me ci sarebbe qualcun altro che, ammirando e disponendo delle tue grazie, ricaverà tanto di quel piacere, come ora succede a me...
Ecco, vedi quanto umore sgorga da questo tuo fiore?... è come il nettare degli dei o, forse, l'idea dell'altro che ti sto insinuando, te ne stimola ancor più...?"
"Sì, tesoro mio, è vero, sono stimolata da questa tua fantasia, ma sappi che non potrei mai tradirti"
"No, gioia, non dire così; non bisogna mai dire "mai" e poi..., mica sarebbe tradirmi?
La fedeltà che mi aspetto da te è quella mentale e di essa sono certo: so bene quanto mi ami; mentre non lo sono per niente di quella che suggerirebbe il sesso; di sicuro ti sarà capitato che qualche bel fusto ti abbia fatto vibrare la farfallina?"
"No... ehm... no" rispose, dandomi la sensazione che stesse mentendo.
"Va bene - risposi - ma ora sappi che, se dovesse accadere che qualcun altro goda della tua fica, non te ne farò una colpa, perché, anzi, ne proverò soddisfazione, ne sarei fiero, proprio come il collezionista allorché mostra le sue rarità. Ti chiedo solo di mettermene al corrente, così da poterne godere assieme".
Quella conversazione, oltre a rinsaldare la nostra complicità, ci travolse al punto che permise di avere un rapporto sessuale come mai prima, di una passionalità travolgente: nell'occasione mi spinsi anche a leccarle il buchetto tra i glutei e penetrarlo con le dita.
Quel momento dovette imprimersi nella mia mente, al punto che, quella stessa notte mi trovai a fare questo sogno.
Ero rientrato dal lavoro; vagavo per casa come in un'atmosfera ovattata.
Avvertii un vociare e mi avvicinai alla sua fonte: in salotto c'era mia moglie, con indosso un abito leggero che celava alla vista le rotondità delle sue forme provocanti; i seni, dai capezzoli irti come spilli, puntavano all'esterno a mostrare il desiderio di cui era preda; le natiche, dure e prominenti, si stagliavano al di sopra delle cosce.
Non era sola; con lei c'era un maschio, dal fisico possente, che non riusciva a staccare lo sguardo da quello splendore. Lei si distese sul divano, bocconi, e tirò su il vestito, facendo apparire alla vista, in tutta la sua nudità, quel culo maestoso.
Egli estrasse dai pantaloni un membro nodoso e inalberato, menandoselo furiosamente.
Lei disse: "Visto che lo hai tanto desiderato, eccotelo qui, il mio culo: guardalo bene! Però sappi che adoro che me lo si bagni".
Non credevo alle mie orecchie, né ai miei occhi: mia moglie che mostrava il culo ad un estraneo, chiedendogli di bagnarglielo?
Poco dopo densi getti di sperma uscirono dal cazzo e caddero sulle chiappe di mia moglie, che le teneva aperte e tese con le mani.
"Guarda, maiale - riprese mia moglie - io godo! La sborra scivola lungo il solco e il mio buco aspira il tuo caldo seme... Ah, che piacere...!"
A quel punto il maschio ruppe ogni indugio: si fiondò sul culo esposto e ricoperto di sperma e vi sfregò sopra il cazzo, che si irrigidì nuovamente.
"Prendimi, porco!" gridava mia moglie, con voce roca.
Egli puntò verso il buco e iniziò una serie di spinte che lo portarono progressivamente nella profondità dell'intestino: "Oh - gemeva mia moglie - che bello questo tuo cazzo!"
Egli deliziava la femmina in maniera egregia; il ventre dell'uomo si arcuava sopra le chiappe che lo accoglievano. I coglioni ben pieni sobbalzavano nella borsa, mentre il cazzo frugava senza freni nel forno dell'intestino di mia moglie.
Sia lui che lei emettevano con la bocca suoni indistinti, che si confondevano con quelli prodotti dallo sbattere dei corpi.
"Mio caro, ti sento tutto intero, dentro di me... inculami forte... mi arriva alla gola".
La monta durava da un bel po', per cui tutto faceva pensare ad un'imminente conclusione.
"Ancora! - diceva lei - non godere ancora... inculami... pigia, pigia più a fondo!" ripeteva la troia, mentre mordeva il cuscino sul quale aveva infilato il volto per meglio offrire il culo al suo chiavatore.
"Non ne posso più!" esclamò il toro.
"Sborra, allora... riempimi il culo!"
Fu quello il momento in cui mia moglie ricevette i lunghi getti di sborra bollente nel culo, tanto da farla gorgogliare "Godoooo!" e dalla sua fica uscì un fiotto liquido vischioso, che le imbrattò l'interno delle cosce.
Il toro era esausto e disse: "Non ho mai goduto così tanto in vita mia!"
"Ho piacere a sentirti dir questo. Mi hai preso sino alle viscere... ho l'impressione di averti ancora in culo... il mio retto è pieno di te e lo riserverò tutto per mio marito... egli adora leccarmi l'ano, dopo essere stata inculata".
Mi svegliai con un'erezione incredibile; mia moglie era lì, accanto a me, girata sul fianco, mostrando il suo portentoso culo nudo. Cominciai a carezzarla, finché anche lei prese a svegliarsi, ma, con voce ancora assonnata, disse languidamente:
"Che fai, maiale? Vuoi darmi così il buongiorno?"
"Sì, mia dolce troia, e tu? Quando mi dimostrerai che mi hai reso cornuto?"
L'avevo penetrata in fica e la scopavo dolcemente, mentre lei gemeva e guaiva come una cagnetta.
Tra i gemiti, disse:"Presto... presto lo sarai".
A quelle parole, la scopata divenne furiosa, come mai prima, mentre lei aggiungeva:
"Sì, tesoro mio, molto presto sarai cornuto e te ne darò la prova".
Credo di non averla mai scopata in maniera così violenta, fino a che entrambi fummo raggiunti da un orgasmo squassante.
Non ci dicemmo altro... l'intesa era raggiunta ed a me non restava altro che attendere la prova promessa. Passarono alcuni giorni, nei quali, appena a contatto, le rivolgevo lo sguardo interrogativo e implorante, finché....
Era trascorsa quasi una settimana da quel sogno incredibile e conseguente scopata al cardiopalma, quando, una sera, di ritorno a casa, sento la sua voce:
"Amore? Vieni? Sono in camera"
Il cuore prese a battermi veementemente in petto e sembrava volesse scoppiare... raggiunsi la camera e lei era lì, splendidamente nuda, a cosce aperte con una mano a coprirsi la fica.
Il cazzo mi divenne immediatamente di marmo, vedendo lei che, con l'indice dell'altra mano, mi faceva cenno di avvicinarmi.
Il suo viso era pervaso da un'espressione maliziosa e, nel contempo, quasi perversa: per aver un'idea, pensate all'atteggiamento tenuto da Stefania Sandrelli nel film "La chiave" di T. Brass, quando, verso il finale, si mostrò al marito, dopo aver scopato con l'amante Laszlo.
Ero lì ad ammirarla con un sentimento di incredulità misto a profonda eccitazione.
Il suo corpo era ancora caldo dell'amante, ma ora palpitava per me, per la libidine che lo scuoteva nel mostrarsi impudicamente nella fase post orgasmica del recente adulterio, di quello appena consumato.
Tolsi quella mano che ancora nascondeva alla vista la sua fica: rimasi basito nel vederla ancora aperta, quasi tumefatta, con delle labbra ancora gonfie per l'eccitazione.
Sembrava una farfalla cui il bambino, maldestro nel catturarla, ne avesse strapazzato le ali.
Certamente era mia moglie a farlo, ma vedevo quella fica contrarsi e pulsare come dotata di una propria anima, una propria vitalità. Dal foro cominciò a far capolino, in tutto il suo straordinario significato, un rivolo di sperma, bianco, che man mano si allungava sul perineo, fino a scomparire fra i glutei.
Preciso che sono assolutamente etero e non ho mai avvertito lo stimolo di avvicinare la bocca, se non addirittura la lingua, allo sperma di un maschio, ma quella visione ebbe a sortire l'effetto di un gustosissimo piatto pronto ed offerto alla mia ingordigia.
Per la prima volta, quindi, avvertii prepotente lo stimolo di leccare quella fica, a maggior ragione ora che era ripiena del nettare lasciato dall'amante.
Lo feci senza pensarci su due volte e, mentre assaporavo quel gusto nuovo, riconoscevo, miscelato ad esso, quello della mia amata.
Che eccitazione... leccare la fica fradicia di mia moglie a riprova del compiuto adulterio!
Lei accolse e strinse fra le cosce la mia testa, dalla bocca affamata, e prese a miagolare come una gattina.
Le sue erano le fusa più belle che avessi mai ricevuto e mi provocarono un'eccitazione parossistica.
Dopo averla leccata ben bene ed a lungo, mi distesi sul suo corpo nudo e presi a baciarla con le lingue che si strofinavano l'un l'altra per carpire e trasfondere quei sapori di cui era intrisa la mia bocca.
Ella mi guardava con gli occhi dell'amore, forse anche della riconoscenza per averle permesso quella trasgressione, ma certamente estatici e lubrici per la passione sfrenata, cui si era abbandonata.
Ero penetrato in lei e sentivo il mio pene sciabordare nel liquido dell'altro, ancora presente nel profondo del suo utero (mia moglie è protetta dalla pillola).
"Sì, sì così... prendimi... chiavami... chiava questa troia di moglie che ti ha reso cornuto".
Quelle parole mi eccitarono superlativamente; la penetravo brutalmente, con colpi furiosi fin nel profondo del suo ventre, e, nel contempo, le strizzavo le chiappe, forzando con le dita il suo buchetto posteriore.
Ella era letteralmente in delirio: "Chiavami più svelto... più forte... più a fondo. Ah, sono felice... ho goduto del cazzo di un altro, rendendoti cornuto... che bello, amore mio, sei felice anche tu?"
"Ma certo, mia dolce puttana, sono il più felice fra gli uomini... e dimmi.... non ha voluto gustarsi questo forellino nascosto tra queste magnifiche chiappe?"
"Sì, cornuto mio, lo ha leccato a lungo, ma ho voluto preservarlo per una prossima volta... perché mi concederai altre volte... vero?"
Ha rivisto e scopato diverse altre volte con quell'amante, con il quale, prima di quella volta, si era scambiato solo un bacio.
Egli non sa che io so. Oggi come oggi ho il sospetto che al primo se ne sia aggiunto un secondo amante. Posso solo dire: buon per lei e per l'arricchimento del mio palco di corna.



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