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Una serata all'autogrill sull'autostrada.


di cuckold211
06.07.2022    |    20.931    |    10 9.7
"Mi spiega che, per lavoro, fa Crotone Genova, Crotone Milano e, una volta a settimana, a Torino, ai mercati generali..."
Qui di seguito leggerete una storia trasmessami da una utente del sito che, per motivi di riservatezza, ha voluto mantenere l'anonimato. A me è piaciuto non poco, e spero che altrettanto sia per voi. Buona lettura.

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Sono una signora dall’aspetto normale, fisico abbastanza curato, un bel seno, un bel culo, sposata da diversi anni con un uomo che sa interpretare certe mie particolari esigenze: ho l'istinto della gran troia e, di tanto in tanto, ho bisogno di esser montata peggio di una puttana.
È una sensazione molto violenta che, quando mi prende, mi mette un'agitazione addosso che non mi passa, finché non soddisfo la mia brama di sentirmi usata, abusata, goduta e riempita in ogni orifizio che la natura mi ha donato.
Per fortuna ho conosciuto e sposato un uomo che soddisfa appieno la mia voglia di cazzo, ma, quando si avvede che il prurito della mia fica è troppo forte, allora si dà da fare per organizzare situazioni davvero estreme, dove posso cimentarmi in performances uniche. Dopo un lungo periodo di astinenza, dovuto anche alla pandemia, improvvisamente ho avvertito la voglia di sentirmi trattata da puttana, usata e scopata senza ritegno, in maniera anche rude e brutale.
Mio marito ha subito organizzato una serata speciale per me, in cui potrò darmi alla pazza gioia e, sicuramente, soddisfare questa mia voglia di cazzo e, quanto segue, è il racconto dettagliato di questa serata speciale, vissuta appena una settimana fa.
Prendiamo l'autostrada nella direzione di Genova ed usciamo al casello stabilito in precedenza, per rientrare e, dopo dieci minuti di viaggio, giungiamo all'autogrill. Scendiamo, entriamo nel locale e, mentre mio marito va in bagno, io mi fermo davanti lo scaffale dei giornali, prendo una rivista e la guardo. Passa qualche minuto ed ecco che mi si avvicinano in due, uno prende una rivista e, guardandola, mi parla:
“Sarebbe meglio se fosse porno, non trova?”
Essendo la frase convenuta per identificarci con le persone sconosciute con cui mi sarei dovuta incontrare, gli rispondo come convenuto.
“Certo, un buon porno è meglio!”
Chiacchieriamo un paio di minuti, poi mi invitano a bere qualcosa e, mentre ci avviciniamo al bancone, mi avvisano che altri mi stanno già osservando: se desiderassi ritirarmi, non ci sarebbero problemi, ma se resto dovrò andare sino in fondo, subendo tutto ciò che hanno in animo di farmi.
Ovviamente rimango, vedo Carlo, mio marito, che sopraggiunge e quello che mi ha abbordato gli va incontro e, dopo un breve scambio di parole, il mio lui mi saluta e se ne va.
Sono sola con loro, beviamo, facciamo quattro chiacchiere, mi illustrano come si svolgerà la serata che, mi dicono, sarà piuttosto lunga. Finito di bere, usciamo e ci incamminiamo; di fianco ho il tizio che mi ha abbordato, che mi indica un posto dove c'è un gruppetto.
“Vai lì, in mezzo a quel gruppo, che ti vogliono vedere.”
Ubbidisco. Sono tra loro e subito mi ritrovo con mani sotto la gonna, sul seno ed uno che mi prende la sinistra e se la porta sulla patta aperta.
“Un bel randello”, mi viene da esclamare.
“Ti piace? Te lo infilo tutto nel culo, tra poco!”
Un altro continua a palparmi sotto la gonna e le sue dita si insinuano nella mia fica, già fradicia di umori.
“Cazzo, è già bagnata, la troia! Meglio soddisfarla. Andiamo!”
Mi riprendono gli stessi due di prima, perché, da accordi, non ci siamo mai presentati per nome.
Mi conducono dietro un caseggiato e, tra file di camion, arriviamo alla rete che delimita l'area autogrill, dove c'è un passaggio, un cancello con catena non chiuso.
Passiamo oltre e, poco distante, tra gli alberi c’è un furgone.
Entro dentro e vedo che c’è un materasso gonfiabile, con lenzuola sopra, rotoli di carta, salviette umidificate, insomma tutto l'occorrente per farmi montare come una puttana.
Il tipo con cui sono entrata in contatto mi chiede se mi va di farmi limonare, e gli rispondo: "Dipende dal soggetto, ma, come prima volta lo farò solo con te"; poi espongo le mie condizioni, cui tutti devono sottostare: bacio in bocca solo con chi voglio, pompino sì, ma niente sborrata in bocca, semmai, a chi mi sborra in fica, gli ripulisco il cazzo, leccandolo e succhiandolo, mentre chi mi viene nel culo, se lo dovrà pulire con i fazzolettini.
Il tizio si dice perfettamente d’accordo, aggiungendo:
“Mi piaci così! Esagerare non va bene.”
Stiamo per iniziare e, quindi, mi spoglio fuori dal furgone, davanti ai soggetti presenti, che sono in sei, ma mi è stato garantito che solo due per volta entreranno nel mezzo e, mentre mi osservano con concupiscenza, ascolto i loro commenti.
“Accidenti, che vacca! Che puttana! Che gran troia! Questa la voglio sfondare tutta!”
Il loro commenti vengono espressi con voce un po’ troppo alta, cosicché il tizio che mi ha abbordato si rende conto che non va bene perché è un modo di fare da metter ansia e paura, in quanto qualcuno, fraintendendo, potrebbe pensare ad uno stupro e chiamare la polizia, con ciò creando un casino. Per un attimo resto incerta sotto lo sguardo di tutti che, ora, si sono zittiti e mi guardano, sperando che non cambi idea.
Sto per rivestirmi, quando dal gruppo si stacca uno alto, forse, 1,55, tozzo, con un po’ di pancetta, accento tipicamente calabrese, che dice che di aver appreso via radio, di una disposta a dare il culo e vorrebbe sapere se sono disposta a prendere il suo, che è un cazzo anormale che puttane e travestiti rifiutano. Il tipo mi chiede se mi andrebbe di provare e, poiché non era nei patti, sono io che dovrò decidere.
“Ok, fallo salire, ma da solo: me lo faccio per primo e da solo.”
Saliamo nel furgone, viene chiusa la porta e quello, girato di schiena, si toglie pantaloni e mutande, quando si gira mi appare la sorpresa: un cazzo già duro, lungo circa 18 cm., curvo all'insù e, fin qui, quasi tutto normale, ma la circonferenza sarà stata quasi quanto il collo di una bottiglia di birra, su cui sporgeva una cappella di quasi un cm., piatta e spessa più di un dito.
“Ti credo che non vogliono farsi fare”, penso tra me e me.
Al primo impatto mi verrebbe voglia di dirgli: "No, grazie, non me la sento!" Poi prevale l'istinto da puttana e gli dico:
“Ok, ci provo, ma sin dove riesco a prenderlo. Ok?”
Lui mi guarda con occhi supplichevoli e speranzosi.
“Va bene; se ti fa male, giuro che smetto.”
Provo a prenderlo in bocca: impossibile! Allora provo di traverso: glielo lecco per bene, sin quando lui mi dice: "Proviamo?".
"Prima in fica - gli dico - poi dietro." Madonna! Me lo ha appoggiato e spinto dentro con tale euforia che mi ha fatto sballare il punto G in maniera fenomenale. Mentre mi sbatteva in fondo, mi sentivo tutta riempita da quella cappella malfatta.
Però, me lo son goduto per un buon cinque minuti, al che gli ho proposto:
“Prova dietro, ora, però mettici molto sputo sul buco.”
Lui mi ha guardato e, educatamente, mi ha chiesto conferma:
“Allora, posso incularti? Pensi che ce la fai, vero?”
“Lubrificalo abbondantemente, mettici tanto sputo sul buco e spingi: dai, proviamo! Se entra, bene, altrimenti, continui in fica.”
Così ha fatto. Solo che, appena entrato, ho visto le stelle! Ho provato un dolore pazzesco che mi ha trafitto il cervello, mentre quello si complimentava con me.
“Che gran troia! Ti è entrato tutto nel culo! Vacca, te l'ho rotto?!”
Stringo i denti per il dolore. Lui lo tira fuori e poi lo spinge di nuovo dentro, più forte di prima. Senza chiedere o aspettare, me lo infilava dentro ancor più forte e così per diverse volte, sin quando, non sento più dolore, ma un calore che sale, mi prende tutta e son proprio io a chiedere di sfondarmi con più vigore.
Quello si eccita ancor di più e piantandomi le mani sui fianchi, mi attira con forza a sé, spingendomelo nel culo sempre più velocemente.
“Vacca, ti spacco il culo! Quanto sei bottana e sfondata!”
Poi, dopo un po’, con un colpo forte che, essendo ricurvo quasi mi lacerata l'interno del retto, se ne viene nel mio culo. Mentre si ricompone, soddisfatto dalla mia prestazione, pensa a lasciarmi il suo recapito telefonico.
Mi spiega che, per lavoro, fa Crotone Genova, Crotone Milano e, una volta a settimana, a Torino, ai mercati generali. Se Io voglio rivedere, va bene il giovedì o venerdì e, se lo avverto prima, gli do modo di organizzarsi, così da darmi appuntamento per salire nella cabina del suo camion.
Tempo di passarmi la salvietta e subito viene sostituito dai primi due, che entrano con me nel furgone e subito vengo penetrata in doppia da due bei cazzi grossi, che mi riempiono all’istante.
“Accidenti! Questa vacca ha il culo sfondato! Fortuna che la scopiamo in due, altrimenti nel culo non sentirebbe nulla.”
Iniziano a sbattermi ripetutamente, in una sequela di scopate ed inculate. Ho il culo dolorante, ma non potevo negarlo ora che ero lì ed avevo promesso di lasciarmi sbattere senza rifiutare nulla.
Alla fine anche questi due mi farciscono di sborra ed ho giusto il tempo di pulirmi i buchi, che subito vengono riempiti da altri due, che anch'essi mi scopano con forza e, come da accordo, solo chi mi veniva in fica, glielo pulivo. Infatti solo quello che mi ha sborrato nel ventre ha poi voluto che lo succhiassi.
Infine è stata la volta degli ultimi due, fra cui anche quello con cui ho avuto il contatto iniziale. Appena hanno cominciato a scoparmi, si son dati una occhiata e il tizio che mi ha contattato, ha scosso il capo un po’ deluso.
“Accidenti! Ero convinto di trovarla abbastanza spanata ed aperta, ma qui vedo che l’hanno letteralmente sfondata!”
L’altro lo guarda e, dopo aver riflettuto solo un attimo, mi trascina su di sé voltata di spalle e, senza nessuna esitazione mi pianta il suo grosso randello in culo, poi solleva le mie gambe ed invita l’altro ad entrare anche lui nel culo.
“Dai, infila il tuo cazzo assieme al mio nel culo di questa vacca spanata, così ci divertiamo di più e lei ha possibilità di godersela molto più intensamente.”
Non se lo fa ripetere due volte e, sebbene sento il culo indolenzito, vengo sbattuta con forza da quei due tori che, fra tutti e sei, ad esclusione del primo, sono decisamente i più dotati. Mi fanno schizzare anche l’anima, godendo intensamente di due orgasmi molto ravvicinati, poi il tizio che mi ha contattato, mi abbraccia e, giratosi, mi trascina su di sé e mi fa impalare sul suo cazzo. L’altro, senza nessuna esitazione, si inginocchia dietro di me e aggiunge il suo cazzo dentro la mia fica, che si dilata al massimo per accogliere anche l'altro.
“Cazzo, piano! Ne prendo due in fica, ma almeno fate piano!”
I due se la ridono, ma mi sfondano senza preoccuparsi più di tanto.
“Zitta, troia! Sei così sfondata che ci entrerebbero due Tir, insieme!”
Riprendono a sbattermi e ad insultarmi, mentre io godo davvero in maniera così intensa, che quasi svengo. Il tizio che mi ha contattato mi sborra in fica, mentre l’altro mi rigira e mi riempie il culo, poi mi chiede di trattenerla il più possibile perché dopo voleva vederla uscire dal culo, mentre sarei stata accosciata fuori dal furgone.
Ho esaudito anche questa richiesta e, dopo essermi sommariamente rivestita, il tizio che mi ha contattato mi riporta oltre la recinzione e, percorrendo un breve tratto in mezzo a molti camion parcheggiati, trovo l’auto di mio marito che mi sorride appena mi vede, e mentre mi aiuta a salire, mi dà un bacio da cornuto soddisfatto.
Lo guardo, gli sorrido e gli confermo che ho vissuto un'esperienza veramente stupenda e, per questo, lo amo da morire.

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