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Ancora altre....? Nell'autosalone.


di cuckold211
26.11.2020    |    19.496    |    5 8.8
"Poi, una volta constatato che mia moglie accettava di buon grado il complimento, affonda ancor più nel suo corteggiamento..."
Mia moglie Angela è stata sempre attratta da uomini maturi.
Quando ha avuto l'avventura che vado a raccontare, aveva compiuto 40 anni. Avevamo organizzato una gran festa e, complice sua sorella, siamo riusciti a fare tutto di nascosto: un locale bellissimo e, come invitati, oltre la famiglia, gli amici più stretti, cui lei teneva particolarmente.
Oltre tutto, visto che avevo bisogno di un'utilitaria per l'azienda, ebbi l'idea di regalarle un'automobile nuova, prendendomi la sua per i miei spostamenti.
Per esser certo su modello e colore, le scrissi un biglietto con dedica e, simbolicamente, aggiungo una chiave.
Quando ebbe ad aprirla, le dissi che poteva andare a scegliere l'auto e poi, alla consegna, le avrei fatto il bonifico.

Lei quella sera era strafelice. Indossava un vestitino sopra il ginocchio, senza maniche, aderente e, con sua sorella, aveva impiegato un giorno intero a prepararsi, fra parrucchiere, estetista e massaggi, tanto da apparire come una "femme fatal".
Il giorno successivo alla promessa del regalo, va in un'autosalone aperto da poco, di cui si faceva tanta pubblicità.
Una volta entrata, comincia a guardare qualche modello, e la sua preferenza si era incentrata su una 500X.
Mentre si trovava fra le auto esposte, le si avvicina uno dei titolari ed offre il suo aiuto nella scelta tra i vari tipi di auto disponibili.
Era un tipo sui 60 anni, alto più di 1.85, ben vestito, ma in maniera un po' troppo pomposa: orologio Rolex e vistoso anello d'oro.
Mia moglie resta sulle sue, ma la sua indole sottomessa, davanti all'uomo dominante, emerge e si fa trascinare in discorsi tesi a farsi convincerla sul tipo d'auto adatta a lei.
Lui la conduce e fa accomodare nel suo ufficio e le offre il caffè; lì dentro c'era una segretaria che, senza alcun motivo valido, appena sono entrati, con una scusa si è allontanata.
Il titolare prende a farle qualche complimento e, una volta appreso che si tratta di un regalo di compleanno fattole dal marito, egli gli fa i complimenti ed aggiunge che, a maggior ragione, lei merita più di una semplice 500, perché, se fosse la sua donna, preferirebbe vederla su un'auto più importante.
Lei, sorridendo e mostrandosi abbastanza scaltra, gli risponde per le rime, affermando che "nelle botti piccole, va tenuto il vino più pregiato".

Passano a scegliere colore e tappezzeria degli interni e, qui, lei è tassativa nell'affermare che l'interno in pelle è più facile da pulire da qualche possibile macchia sospetta, mentre sulla stoffa ne resta l'alone, chiudendo la frase con un sorriso da maliarda che non lasciava dubbi su quelli che potevano essere i suoi intendimenti.
Il viso del tipo si imporpora: ha capito che la donna lo sta manovrando, come il gatto col topo.
Del resto lei si era presentata in negozio con una mise abbastanza provocante. Infatti indossava un jeans aderentissimo e una camicia bianca, da cui traspariva il reggiseno bianco di pizzo.
Durante il momento della scelta degli optional, egli le si porta vicino e, abbassatosi sul tavolo per mostrarle il depliant, le poggia il cazzo sul gomito.
Mia moglie lo lascia fare e non si scompone.
Egli, appurato che il contatto non è stato rifiutato, insiste, e, questa volta, oltre a strofinarle sul braccio il cazzo già abbastanza duro, si attarda, senza cercare di nasconderlo, ad allungare gli occhi sulle sue tette.
Dopo aver proceduto alle varie scelte e aver ottenuto il preventivo, mia moglie si alza e gli dice:
"Le farò sapere... tornerò con mio marito; capirà, una spesa simile non è da concludere in quattro e quattr'otto; vorrei pensarci bene e, perché no, confrontare la sua offerta con quella di qualche altra concessionaria".
Egli la guarda con disappunto: forse aveva pensato di aver già concluso l'affare e potersi anche scopare la cliente. E' chiaro che è un po' deluso, ma non si perde d'animo e le dice:
"Faccia pure, ma se e quando le va di ripassare, si può anche cercare di valutare la passibilità di qualche ulteriore sconto".
Le dà il suo biglietto da visita e, sopra, scrive a penna il numero di cellulare, invitandola a chiamarlo sul numero privato, così, dice lui, da non rischiare di parlare con chi non fosse al corrente della trattativa in corso.
La sera mi racconta tutto nei minimi dettagli e conclude sorridendo:
"Amore, forse, unitamente all'auto, mi stai regalando anche qualche bella scopata".

L'indomani, verso mezzogiorno, lo chiama, si fa riconoscere e gli chiede a quanto ammonterebbe lo sconto sul prezzo proposto; lui, da vecchio marpione, le propone di parlarne in sede e le dà appuntamento per le 14.30, ora di chiusura del salone.
Lei si prepara in maniera sobria, ma decisamente sensuale: un vestito a fiori sopra il ginocchio, delle scarpe tacco 12, borsa, occhiali da sole e va all'appuntamento.
Egli, appena lei arriva, chiude il cancello principale, precisando che è orario di chiusura e così potranno contrattare, senza il rischio di essere disturbati .
La fa accomodare in un locale, posto sopra l'ufficio della volta precedente, molto più spazioso, con un angolo frigobar, macchina del caffè, un bel divano e delle poltrone.
La prima cosa che le chiede è di darsi del tu, giusto per smussare quegli angoli che la prima volta avevano creato qualche malinteso; mia moglie acconsente e entrano decisamente in maggior confidenza.
Lui precisa che sperava proprio che lei tornasse, non tanto per l'acquisto dell'auto, quanto per rivederla: era rimasto particolarmente colpito della sua avvenenza. Poi, una volta constatato che mia moglie accettava di buon grado il complimento, affonda ancor più nel suo corteggiamento.
Le passa alle spalle e, mentre era seduta, si abbassa e le dà un bacio sotto l'orecchio; lei fa un po' di scena e gli ricorda che è sposata; lui le risponde:
"Io pure, ma ogni tanto ci vuole qualche distrazione, specialmente quando capita di trovarsi davanti una donna stupenda come te".

Mia moglie si alza, lui la tira a sé e si baciano, ma lui, mentre l'abbraccia e la bacia, alza il vestito da dietro e le infila un dito fra le chiappe, raggiungendo la fica.
Verificata la sua collaborazione, si appoggia alla scrivania e le fa pressione sulla testa con la evidente intenzione di farsi fare un pompino.
Lei non si fa pregare e, abbassatasi sui talloni, gli allenta la cintura e sbottona i pantaloni. Una volta giù pantaloni e mutande, le si presenta un bel cazzo, non ancora al massimo del suo vigore, ma già bello duro; ciò che però l'affascina in modo particolare sono i coglioni, particolarmente grossi.
Prende a leccarlo, cominciando proprio da lì; li ha presi in bocca, al che lui le dice:
"Appena sei entrata nel salone, ho capito subito che sei una troia," e sotto quel duro trattamento il cazzo era gli diventato duro e più che consistente.
Lei se lo infila in bocca più che può e comincia a pompare; lui dopo un po' la solleva e fa sedere sulla scrivania; si abbassa, sposta il perizoma e comincia a leccarle la fica, che era ormai piena di umori, da esser simile ad un lago.
Poi, avendo delle forbici sul ripiano della scrivania, le taglia il perizoma così che, dopo averle leccato a sufficienza anche il buco del culo, si alza, punta la cappella e comincia a penetrarla a ritmo lento, giusto per farla impazzire: usava la tattica di portarla fin quasi all'orgasmo, per poi fermarsi, e, ancora riprendere per sbatterla di nuovo con più lena.
A quel punto Angela non ha resistito; l'ha preso per la camicia ed ha gridato:
"Bastardo, la smetti di sollecitarmi senza concludere? Fammi godere!" al che lui risponde: "Sta ferma, troia, lo sconto te lo devi guadagnare"; e lei:
"Me ne frego dello sconto, tanto è quel cornuto di mio marito che paga".
Allora lui comincia a sbatterla più forte e lei finalmente esplode in un orgasmo tale da allagargli tutta la scrivania.

Egli la sposta, a pecorina, sul divano; la invita ad allargare le chiappe e lei gli obietta che nel culo non lo prende. Allora, un po' deluso, le rientra nella figa e, dopo circa venti minuti di scopata, le chiede se può sborrarle dentro.
Lei gli risponde di no e si gira, lo riprende in bocca, ma lui gli tiene il viso a pochi centimetri dal cazzo, si sega e le riempie il viso con una enorme colata di sperma.
Lei gli confessa che avrebbe preferito farsi inondare la bocca, ma lui, con atteggiamento scortese, le dice che a lui non piace, perché quella pratica gli fa fa ribrezzo e aggiunge:
"Va a lavarti la faccia, che mi fai voltare lo stomaco, puttana!"
Questo suo modo di fare, meraviglia non poco mia moglie, così una volta risistemati, gli chiede spiegazioni, cui egli replica che, per istinto, quando se ne viene, non gli va più di aver vicino la donna con cui ha goduto. Poi prosegue chiedendole scusa ed aggiunge che l'aspetta con me, per concludere l'acquisto dell'auto. Mia moglie tiene a precisare che non ha scopato con lui per ottenere un vantaggio economico, ma per aver saputo conquistarla.
La sera mi racconta tutto; io resto un po' perplesso; avevo sentito parlare di uomini che, quando arrivavano all'orgasmo, avevano quel tipo reazione per niente positiva: un amico mi aveva raccontato che quando finiva di scopare, cacciava la moglie fuori dal letto, con brutalità.
Quindi, incuriosito, le chiedo che intenzioni ha nei confronti del tipo e lei, dopo averci riflettuto, mi risponde:
"Devo dirti che, in realtà, quel suo modo di fare mi ha di nuovo eccitato; forse desideravo che mi sborrasse in bocca e che mi permettesse di pulirgli il cazzo, ma quella sua reazione ostile mi ha ricaricata e, perché no, ostinata. Quando sono andata in bagno per pulirmi, con le dita ho raccolto la sborra dal viso e l'ho ingoiata: ero ancora eccitata".

L'indomani, nel pomeriggio, andiamo insieme nell'autosalone; lei lo aveva avvertito che saremmo andati. Appena giunti, lo riconosco; per il passato avevo avuto rapporti commerciali con lui; mi aveva venduto diverse automobili, per cui ci conoscevamo abbastanza bene; era un vecchio marpione, aveva avuto diversi punti vendita ed era anche incappato nei rigori della giustizia per qualche guaio.
Anch'egli mi riconosce; mi fa i complimenti su mia moglie; mi riferisce che sa scegliere bene e che è brava a "tirare" sul prezzo.
Tra me e me, penso che, in realtà, egli abbia voluto intendere che mia moglie sa tirare degli ottimi pompini e la cosa mi diverte. Lui, di certo, si divertiva a trattarmi da "cornuto".
Dopo aver concluso la vendita, gli lascio una caparra: la macchina sarebbe stata consegnata dopo una quindicina di giorni.
Dico a mia moglie: "Tieni tu in contatto; quando la consegneranno, farò il bonifico della somma ancora dovuta in differenza".
Al che, lui dice: "Tranquillo, me la vedo con tua moglie per la consegna".
Ci salutiamo e andiamo via. Appena fuori, mia moglie mi chiede notizie sul tipo e io le dico che, tranne i contatti avuti in passato, non so altro.
Lei, allora precisa che se lo vuole scopare ancora; io la metto in guardia e le chiedo di non tirare la cosa per le lunghe e lei mi dice:
"Lascia fare a me: sai, mi ha lasciato con un certo desiderio e voglio rifarmelo".
Per due giorni non è successo niente; il terzo giorno, lui la chiama per comunicarle che, per il colore scelto, c'era da aspettare qualche mese; invece, se avesse optato per un colore diverso, il tempo d'attesa sarebbe stato più breve. La informa che ci sono nuovi colori, per cui, se desidera vederli, può passare in concessionaria, per poi aggiungere:
"I colori potremmo anche vederli in privato, senza insospettire il personale".
L'invito era palesemente rivolto ad una nuova scopata, cui lei era più che disponibile; allora gli chiede dove avrebbero dovuto incontrarsi e lui le spiega che ha un appartamento in centro; le dà l'indirizzo e prendono appuntamento per il pomeriggio del giorno dopo.

L'indomani, a pranzo, lei era già in tiro, doveva solo indossare il vestito per andare all'appuntamento; mentre eravamo a tavola le chiedo cosa indosserà e mi dice che ha deciso per una gonna nera, stretta, con uno spacco laterale, con sopra una camicetta che, a vederla, ti mette subito voglia di scopartela.
Nel pomeriggio ci teniamo in contatto solo con qualche blando messaggio.
La sera, quando rientro, la trovo in cucina che stava preparando la cena: l'avvicino e la bacio, chiedendole: "Tutto ok?"
Lei mi fa l'occhiolino e mi dice: "Sì, sono ancora distrutta".
La conversazione finisce lì, per la presenza dei ragazzi in casa.
A letto mi racconta tutto e questo è quanto; appena arrivata, lui era in strada e le dice:
"Terzo piano, ti lascio la porta aperta; sali fra dieci minuti, mentre io mi avvio; non vorrei far incontri sconvenienti".
Lei sale e trova una porta socchiusa; appena entra, capisce che è un appartamento disabitato: c'erano mobili coperti da lenzuola; egli le dice che si tratta di un appartamento che ha ereditato e che ha intenzione di vendere.
Mentre parlano, lui la tira a sé e la bacia; le dice che ha piacere a rendermi cornuto, perché non era mai riuscito ad aver ragione di me negli affari.
Ma adesso era contento a fottergli la moglie, così da mettergli un bel palco di corna.
Lei lo conforta dicendogli che, da quel punto di vista, può rallegrarsi perché di corna ne ho proprio in abbondanza, e la cosa suscita l'ilarità di entrambi.
Tutto questo avveniva mentre lei gli carezzava il cazzo da sopra i pantaloni e, abbassatasi, glieli sbottona e li abbassa del tutto.
Egli le propone di fare con comodo, per cui la rialza e la porta in camera; nota che sul letto c'erano lenzuola pulite e le viene spiegato che, ogni tanto, in quell'appartamento, ci va anche il suo socio con la segretaria.
Entrambi si spogliano nudi e lui se la piazza a sessantanove.
Comincia a leccale la figa, mentre lei gli succhia il cazzo.
Una volta raggiunta la massima erezione, lui si distende e la fa salire sopra; lei comincia a cavalcare e lui la tirava a sé per succhiarle i capezzoli; la sincronia era perfetta: lei dava affondi per farsi penetrare il più possibile e lui, mentre si godeva i seni, la insultava affibbiandole epiteti tipo "puttana", "zoccola".
Poi la mette a pecorina e comincia a scoparla da dietro, mentre le insalivava il buco del culo. La saliva dal culo le si riversava sulla fica, agevolando ancor più lo scorrimento del cazzo e, dopo qualche ora che scopavano, alternando diverse posizioni, lei gli propone:
"Sborrami in bocca!". Lui le risponde che, dopo, avrebbe avuto disgusto anche a baciarla. Lei insiste che vuole sentire gli schizzi, ma lui si rifiuta e le sborra sulla pancia e sul seno; poi le dà dei tovaglioli, dicendole: "Pulisciti, puttana, e ritorna da quel cornuto di tuo marito". Lei obbedisce: si pulisce, si riveste e gli dice:
"Chiamami solo quando arriva la macchina" e, senza salutarlo, va via.
Mi racconterà che quel suo modo di fare, dopo goduto, le stimolava la libido, ma ciononostante intendeva chiudere l'avventura, proprio per quel motivo: infatti non accettò più di rivederlo.
Quando arrivò l'automobile, andammo insieme a ritirarla e, nell'occasione, c'era anche il socio che, sicuramente sapeva, perché addusse più d'una scusa per farla tornare, ma lei si mostrò risoluta nella sua decisione.



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