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Ripulire il sesso della moglie.


di cuckold211
19.10.2015    |    26.080    |    32 9.2
"Il sesso, certo! Tantissime volte e di molte donne..."
Non posso nascondere la profonda delusione derivata dal flop subìto da questo argomento oggetto di discussione nel Forum, alla rubrica "Pianeta Bisex". Mi aspettavo un vero plebiscito da parte di mogli di cuckold, e, invece, solo laconici interventi di indecisi: "non so...", "mi piacerebbe, ma non oso...".
Non migliore sorte ha avuto la discussione dal titolo "69 con moglie e amante" proposta dall'utente Mario 746.
Probabilmente la causa del default sta nell'aver proposto quegli argomenti nella rubrica sbagliata e, non potendo accedere a quella più gettonata "Coppie per coppie", ripropongo come racconto l'argomento che così recitava:
"NELL'IMMAGINARIO FEMMINILE E' PRESENTE IL DESIDERIO DI OFFRIRE AL PROPRIO UOMO IL SESSO GRONDANTE SPERMA DELL'AMANTE? SE SI', QUALE VALORE VI SI ATTRIBUISCE?"
Un contributo immediato mi pervenne dall'amico "dicarino", pseudonimo usato nella pubblicazione di alcuni suoi racconti, con il testo che qui riporto riveduto e corretto.
Il piacere è un mondo di sensazioni... sconosciuto, nel quale ci si avventura, talvolta, senza la minima cognizione di ciò che può essere, di ciò che si può provare, di ciò da cui si può restare soggiogati...
Una considerazione, questa mia, che può essere ritenuta, senza timore di sbagliare, frutto di una lunga inimmaginabile esperienza personale...
Io ho pulito... il sesso, certo! Tantissime volte e di molte donne.
A mia moglie? Certo, e a chi se non alla propria amata? A lei ho succhiato la fica piena di sborra dei vari amanti.
Ella ne ha avuti tantissimi. L'ho offerta e fatta godere da centinaia di cazzi! Pensate: siamo stati assidui frequentatori di club-privè, che sono - lo sanno tutti - dei veri e propri bordelli, e dove abbiamo trascorso intere notti a scopare... uno dopo l'altro, uno dopo l'altro... la fica gonfia di sborra, della sborra di tanti cazzi diversi... e LEI, MIA MOGLIE, che mi chiedeva, stupendamente aperta e magnificamente zoccola, di leccargliela... di ripulirgliela fino all'ultima goccia... Quante volte l'ho fatto...
Quanto mi è piaciuto! E, sopratutto, quanto godeva la mia "zoccola"!.... Come me la offriva la fica che era stata goduta da tanti! Piena di sborra... di voglia di farmi godere quello stesso piacere che gli amanti - no, preferisco dire: chiavatori - le avevano schizzato in corpo. Ho sempre pensato che, nel mentre gliela succhiavo, mordicchiandole il clitoride, già reso oltremodo sensibile dallo sfregamento di tanti bei cazzi, lei godesse specialmente della sensazione di stare lì a dimostrarmi quanto piacere avesse dato e di quanto piacere fosse stata l'oggetto... sì, l'oggetto! Così ho sempre creduto che le piacesse considerarsi: un magnifico, depravato oggetto del piacere di tanti uomini.
Una donna, anzi una femmina che perviene a tale forma di sessualità e sensualità, è l'amante per eccellenza. Colei che sa fare del sesso depravazione ed eccitazione, esasperazione e passione, senza alcun limite alla libidine, è donna e femmina eccezionale.
E' una magnifica "zoccola" e questo non è da tutte. Lo è, però, MIA MOGLIE..........................................
Questo è stato il contributo offerto alla discussione dal mio amico "dicarino".
A mia volta, devo dire, di avere scoperto questa lubricità nel tempo, per poi divenire la costante nei miei rapporti con mia moglie, tanto da valermi l'appellativo di "ricchioncello", che nel dialetto napoletano indica il "bisex". Infatti, una volta mi fa "Che tu fossi un porco, tanto da esortarmi a cornificarti, lo tenevo in conto, ma saperti anche ricchioncello, questo proprio mi mancava".
Io e Loredana eravamo sposati già da parecchio; avevamo avuto tre figli a poca distanza l'uno dall'altro e, quando facevamo all'amore, ci abbandonavamo a coltivare fantasie di ogni genere. Non faccio per dire, ma mia moglie era molto bella da ragazza, e, per vero, lo è anche da ultra sessantenne, e, in mezzo alla gente, non passava inosservata, tanto da confermare i versi che Dante ebbe a stilare per la sua Beatrice "Ella si va, sentendosi laudare..." o, per citare un esempio della nostra epoca, Monica Bellucci nel film "Malena".
Erano tempi in cui la fissa dei giovani era senz'altro il sesso, e non, come oggi, la droga. Ho voluto sottolineare questo punto per evidenziare che malattie terribili da ascrivere al sesso, quali l'AIDS, erano sconosciute ed impensabili, ed altre ormai debellate. Pertanto il sesso era vissuto con faciltà, libertà e spensieratezza (si pensi ai "figli dei fiori") e l'unica preoccupazione veniva dalla possibilità, non peregrina, di ritrovarsi la moglie incinta. Il ricorso, quindi, alla pillola, almeno per il mio caso, fu giocoforza.
Amavo mia moglie profondamente e non mi sfuggivano i cenni, gli inviti o le disponibilità che gli amici offrivano per trascorrere del tempo in nostra compagnia, o, meglio, per fare breccia nelle grazie di lei. Allora ero anche molto geloso, ma non lo lasciavo trasparire, per cui con amici e, in genere, con estranei alla coppia, sia io che lei non mostravamo diffidenza o distacco, ma signorilità e cordialità, ciononostante venimmo, poi, a sapere che qualcuno ci definiva "snob". Con il passare del tempo la gelosia cominciò a scemare, anche se aumentavano i complimenti e le lusinghe che venivano prodigate alla mia lei. Cominciai, allora, durante la nostra intimità, a insinuare la figura di un terzo che, con noi, potesse partecipare ai piaceri che ci scambiavamo; conoscevo tutto di lei e non c'era corda che non avessi fatto vibrare. Amavo tutto di lei e non vi era anfratto del suo corpo, che non avessi esplorato, sia con l'odorato che con il sapore. Le percorrevo il corpo con la lingua in lungo e in largo, la leccavo, sì la leccavo come un cane, e come un cane la annusavo sotto le ascelle, sotto le mammelle, il collo, le orecchie, i piedi, succhiandole dito per dito, l'inguine, le spalle, le mordicchiavo i fianchi, mi soffermavo sui glutei, li aprivo e facevo scorrere la lingua lungo tutto il solco, tentando di penetrare quell'ano che mi aveva sempre rifiutato, perché - diceva - aveva male. Alla lingua, però non si sottraeva ed, anzi, più cercavo di entrarvi, più lei si offriva, e man mano sentivo che il buchetto si apriva, come il bocciolo di un fiore, per consentire una più profonda intromissione. Infine mi abbeveravo alla sorgente dei suoi umori, aspirando, leccando e assaporando tutto il suo godimento.
In queste mie esplorazioni fantasticavo se mi fosse piaciuto, o meno, imbattermi nell'odore di un terzo che potesse aver avuto occasione di godere di quell'adorato corpo. La mia lei, a sua volta, si abbandonava sempre più a queste mie carezze ed, ormai, confessava apertamente quali e da chi aveva ricevuto proposte, e come le sarebbe piaciuto soddisfare il desiderio di quanti la reclamavano per, nel contempo, goderseli e realizzare le mie trasgressive fantasie. Fu così che approdammo allo scambio di coppia e, puntualmente, alla fine di ogni incontro, mentre ci scambiavamo coccole, lei mi ragguagliava sulle emozioni provate, cosa le avevano fatto e cosa avevano voluto che lei facesse. Facevo l'amore con lei, senza consentirle di fare prima una doccia. Dovevo annusare, su di lei, il passaggio degli altri uomini, man mano che proseguiva il racconto, e, lì, se ne usciva "quanto sei porco, amore mio, oltreché grande cornuto" cui replicavo che, per me, quelle non erano "corna", nascondendo il fatto che, in cuor mio, mi gloriavo di essere "cornuto", perché rappresentava lo sbocco naturale di chi aveva al fianco una donna bella, desiderabile e sensuale, che tutti gli invidiano.
Poi, la svolta. Un giorno, mentre facevo zapping sul televisore, mi capitò di fermarmi su un film già iniziato, per cui non ne ho mai conosciuto il titolo, chiaramente erotico, ma non porno. La storia era quella di una coppia con il lui direttore d'orchestra e lei, gran bella donna, fine, sensuale, che si era invaghita di un architetto, loro amico, confessandolo al marito. Questi, allora, per assecondare il desiderio della moglie, incarica l'amico di ristrutturare una sua proprietà, da tempo rimasta abbandonata, affidando alla moglie il compito di suggerire gli accomodi o trasformazioni da eseguire. Questi motivi sono sufficienti a far trascorrere, ad entrambi, moglie ed architetto, molto tempo assieme, così da far nascere qualcosa di più di una semplice e prevedibile attrazione. La moglie riferisce e tiene informato il marito sull'evolversi della vicenda, finché gli comunica la possibile, prossima capitolazione dell'architetto alla sua opera di seduzione. E così, un giorno, mentre il maestro dirige l'orchestra, avverte, intuitivamente, che in quel momento il progetto tanto vagheggiato si sta realizzando, facendogli eseguire una direzione davvero eccezionale, tanto da strappare applausi interminabili da parte dell'uditorio. Corre dall'amata moglie. La trova nell'edificio da ristrutturare; in languido abbandono gli sorride maliziosamente. Senza dire una parola, si solleva il vestito, scoprendo il sesso nudo, da cui cola seme maschile che le imbratta l'interno delle cosce. Ecco la prova dell'eseguito, agognato adulterio.
Il marito le si prostra ai piedi, abbraccia quelle cosce, quasi in adorazione, e le lambisce con la lingua, fino a ripulirla completamente da quello che, per altri, poteva essere un marchio infamante, mentre per lui era il segno della devozione e dell'amore che la sua donna gli mostrava, in riconoscenza della trasgressione consentitale.
Quell'immagine, con il profondo significato esplicitato, si impresse nelle mia mente e divenne il fine da perseguire. Ne parlavo spesso con Loredana, mentre facevamo l'amore, tanto da guadagnarmi, come ho detto all'inizio, l'appellativo di ricchioncello.
E, finalmente, anche per me giunse il momento di abbeverarmi alla fonte che tanto adoravo, come ho avuto modo di raccontare in "Io: cuckold?".-
In risposta, invece, al tema "69 con moglie e amante", proposto da Mario 746, ebbi ad esprimere quel che segue: "Oh!!! L'incommensurabile piacere di assistere e partecipare alla penetrazione di un fantastico cazzo nella fica della moglie e, quella del 69, è certamente la posizione più idonea a questo scopo. Del resto è quella magnificamente rappresentata con vignetta dall'utente laziale singolo "mipiaceleccare", che ne ha fatto il suo avatar. Chi ha avuto modo di leggere i miei racconti, saprà che questa esperienza l'ho fatta più volte, da cornuto, ricavandone un piacere elevato all'ennesima potenza, per cui invito tutti i lettori a non perdersi una goduria del genere. Sarà perché alla mia Loredana è sempre piaciuto sporgersi in avanti, mentre scopava, per vedere il cazzo che le entrava ed usciva dalla fica; e questo la eccitava oltremodo, cosicché, quando se ne è data l'occasione e si lasciava prendere alla pecorina, non potendo vedere lei direttamente, anche se in corrispondenza di uno specchio, e, conoscendo, la mia stessa predilezione a quello spettacolo, mi invitava ad infilarmi tra le sue cosce ed assistere da vicino all'intromissione.
Che bello... vedere il cazzo nerboruto, possente e splendidamente grosso del ragazzo di colore Victor, conosciuto a Creta, che si faceva largo tra i petali della fica fremente di mia moglie, che, a sua volta, con un sospiro godurioso, lo accoglieva e si adeguava, pian pianino, alle dimensioni straordinarie dell'amante.
Che bello... sentirle dire "basta... non entrare di più... altrimenti sento male".
Che bello... vederlo entrare ed uscire dall'antro profumato di quella che era, pur sempre, la mia fica, a me solo promessa al matrimonio, ed ora inchiavardata, esplorata e goduta da un cazzo estraneo.
Che bello... vederlo uscire inumidito degli umori della vagina, sempre più abbondanti; potervi avvicinare la lingua ed assaporare il piacere che man mano montava nella mia donna.
Che bello... titillarle il clitoride, mentre in lei era affondato il cazzo che le dava immenso piacere.
Che bello... sentirle dire "lì no... ho male..." perché il vizioso le aveva affondato un dito nel culetto ben offerto alla sua vista.
Che bello... sentirle dire "mio dolce cornutello, vedi come lo prendo tutto... vedi come me lo sto godendo... lo hai assaporato, intinto nei miei umori?
Che bello... aspirare l'odore dei sessi in azione ed inebriarsene.
Che bello... avvertire l'afrore che proveniva dal martellamento di quel cazzo.
Che bello... sentire i testicoli che mi sbattevano sul viso.
Che bello... infine, sentire mia moglie che, tra mugolii vari di piacere, esclamazioni tronche, mentre montava sempre più il godimento, dire "quanto sono troia... come mi piace farmi fottere da un estraneo... e tu, cornuto, stai godendo di tutto questo?... Vero?...
Che bello... quando all'apice dell'escalation, quasi gridando, diceva "sto godendooooo... vienimi dentro... fammi sentire il tuo cazzo esplodere... riempimi del tuo succo... che questo cornuto di mio marito dovrà, poi, ingoiare, perché voglio che me la lecchi fino a ripulirmela completamente... ah!... ecco ti sento... godo ancora... ed ora a te... la tua troia è soddisfatta" e questo diceva, mentre calava l'adorata fica sulla mia bocca.
Dire che esperienze del genere sono il massimo, è riduttivo, perché bisogna viverle... del resto non è ciò che tanto attrae noi erotomani?


Riceverò, finalmente, i tanto desiderati commenti e/o opinioni dalle innumerevoli utenti del sito?
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