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Ecco uno che ne ha... almeno quanto me.


di cuckold211
21.12.2020    |    13.104    |    7 10.0
"Lui riprende a farle pressione sulla testa, per evitare che molli il cazzo sul più bello; comincia a sborrare e le grida di ingoiare tutto, altrimenti..."
NdA: Quello che vi accingete a leggere è un altro racconto dell'ormai famoso utente, che ha preferito restare nell'anonimato. Di lui, o meglio, della moglie Angela, conosciamo 11 anni della loro vita trasgressiva, narrati in "Sei proprio certo che le vuoi...?", "Verso nuove avventure ed altre..." e "Ancora altre...?". Leggete e godete come è successo a me, perché sono storie, asserite realmente vissute dalle protagoniste, in piena consapevolezza della loro esuberante libidine.

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Avevo assunto un nuovo operaio, giovane 35enne, sposato con una bella ragazza che gli aveva dato due bambini.
Un giorno viene nel mio ufficio per parlarmi.
Gli chiedo di cosa si tratta e così mi dice che sa tutto di me e mia moglie, che anche lui è un cuck, ma anche bull, e sarebbe felice di poter organizzare qualcosa con noi.
Al momento, preso in contropiede, svicolo sulla risposta e prendo a discutere, in generale, sulla moda, alquanto diffusa, riguardante il cuckoldismo.
A casa ne parlo con mia moglie e lei si dimostra molto risentita: non le è per niente piaciuto l'approccio del tipo, così, senza nemmeno precisare la circostanza per cui sarebbe venuto a conoscenza di certe nostre divagazioni e, soprattutto, da chi le avrebbe apprese.

L'ho tranquillizzata dicendole che non avevo fatto niente per confermargli quelli che erano i nostri giochi e che, nel frattempo, avrei cercato di saperne di più su di lui e su come sapesse di noi.
In pratica, dopo quel giorno, ho cercato di studiarne il carattere, per esser certo che non fosse di quelli che potessero creare problemi; che realmente condividesse la nostra stessa mentalità aperta. C'erano state solo poche occasioni in cui potemmo scambiare qualche opinione riguardo al sesso.

Il sabato, in ditta, non lavoriamo e di solito lo trascorro stando in ufficio da solo, a controllare la contabilità.
Quel sabato, mentre sono lì, mi chiama al telefono, chiedendomi se poteva venire a prendere le tute sporche, che la sera prima aveva lasciato per dimenticanza.
Io, ovviamente, non ho nessun problema e gli dico che può venire; dopo circa 20 minuti, arriva con sua moglie e me la presenta: un tipino di quelle che si fanno guardare, non troppo alta, anzi sul bassino; indossava dei jeans abbastanza aderenti, con sopra una camicia ed un giubbino in pelle, con, ai piedi, degli stivaletti tacco 12.
Con loro c'era uno dei dei bambini: li lascia entrambi con me in ufficio, e va a prendere le tute negli spogliatoi.
Si nota che lei è un peperino; dopo un paio di minuti che le rivolgevo qualche complimento e qualche carezza al bambino, rientra il marito, il quale, sciorinando un sorriso sardonico, le chiede: "Che fai?... ci stai provando con il mio titolare?".
Lei lo guarda un po' indispettita e gli risponde:
"Possiamo andare?", al che io attenuo l'insorto malumore, dicendo:
"Non te la prendere; sai bene che tuo marito è un buontempone e, poi, credo che fra persone aperte come noi, i risentimenti sono fuori posto".
La buttai lì così, per valutare la sua reazione.
Lei si rilassa e mi dice, passando al tu:
"Sai, è la prima volta che ci vediamo e, senza ancora conoscerci, non mi sembra il caso che egli dica certe cose".
Scambiamo giusto qualche altra parola, poi salutano e vanno via.
Tutto questo mi ha proprio incuriosito; lo racconto a mia moglie e pensiamo che forse è il caso di approfondire meglio la loro conoscenza.

Un giorno che, per motivi di lavoro avrei dovuto fare un lungo giro per ricontattare diversi clienti, sarei stato fuori tutta la giornata, e il solo pensiero mi stressava, decisi di approfittare dell'occasione e, la sera prima, lo chiamo, avvertendolo di farsi trovare in ditta l'indomani, verso le 6.00 del mattino, perché avrei avuto bisogno del suo aiuto e mi serviva chi guidava; tanto per capirci, siamo partiti alle 6.00 di mattina e siamo rientrati alle 20.00 di sera, dopo aver fatto circa 700 km. in auto.
Dopo qualche ora che eravamo partiti, gli chiedo se la moglie era ancora arrabbiata con lui, ma egli risponde che la sua era stata solo una scena per farsi credere santarellina, mentre, in realtà, quelle cose la intrigano e non poco.
Gli chiedo, allora, di parlarmi un po' di loro, ad esempio da quanto tempo giocano e come hanno cominciato. Mi risponde:
"Ti racconto tutto, ma, mi raccomando, che tutto rimanga sempre e solo fra noi".
Gli assicuro che non corre alcun rischio e questo è il suo racconto.

Tutto cominciò quando eravamo fidanzati: lei, prima di me, aveva avuto un paio di ragazzi, di cui uno l'aveva sverginata e fatta diventare una gran porcella. Ci siamo conosciuti che lei aveva, da poco, rotto con lui.
Io non conoscevo il suo temperamento sessuale e nei suoi confronti usavo modi gentili ed accorti, come quelli che vanno usati con una ragazzina alle prime armi e, questo, anche perché provavo già sentimenti seri e genuini.
Dopo qualche mese che eravamo assieme e, fra di noi, c'era stato solo qualche sega e ditalino, lei mi confessa che si era accorta dell'insorgere di qualcosa di importante fra noi, per cui desiderava non aver riserve mentali con me.
Così mi racconta, tutto d'un fiato, che lei aveva fatto sesso con il suo ex e che lui era un gran porcone. Lì mi sono sentito un po' frustrato; per un po' sono rimasto con lo sguardo nel vuoto, quasi stordito; eravamo in macchina e lei era seduta su di me; ci stavamo baciando e, non so perché, il cazzo mi stava diventando di pietra; lei, dopo un movimento circolatorio col sedere, si accorge che mi sto eccitando e accoglie la mia richiesta di conoscere ogni cosa in ogni minimo particolare.

Mi racconta che prima di questo tipo, lei aveva avuto solo qualche ragazzo, che, a parte qualche bacio e qualche toccatina, non aveva mai fatto altro.
Quest'altro, invece, più grande di età, aveva già la macchina e si atteggiava a bullo, data la sua fisicità da ragazzone di buona stazza e scuro di pelle.
La prima volta che sono usciti, lui con il suo fare sicuro le dice che non le piacciono le ragazzine impaurite e timidine, e che preferisce quelle sicure di sé e che sanno quel che vogliono.
Lei, che di carattere è già abbastanza determinata e monella, gli fa l'occhiolino, affermando che a lei piacciono i ragazzi con le palle.
A quel punto, lui va direttamente in un porcheggio frequentato da coppiette e lì, dopo aver posteggiato, la tira a sé e la bacia con tanto di lingua in bocca; lei ricambia, mentre avverte che una sua mano si è infilata sotto la maglietta, le sgancia il reggiseno, alza la maglietta e si mette a ciucciare una tetta.
Poi le sbottona i jeans, infila un dito dentro le mutandine e le comincia a fare un ditalino; dopo un po', vista la titubanza di lei, la lascia e, abbassato lo schienale, si tira giù pantaloni e mutande, le prende la mano e le fa impugnare il cazzo.
Lei rimane affascinata dal grosso cazzo scuro, di circa 20 cm, che le si presenta davanti; lui, dopo un po' che lei, goffamente, lo segava, comincia a premerle sulla testa per portarla sul suo inguine.
Lei non l'aveva mai fatto e rimane un po' spaventata, ma non voleva passare per una sprovveduta e, ricordandosi di certi discorsi fatti fra amiche, ivi comprese quelle che già erano esperte di pompini, si abbassa e prende in bocca la cappella; non usava la lingua, ma solo le labbra e, tranne la cappella, non permetteva la penetrazione dell'intera asta.
Lui insisteva, con la mano, a premerle sulla testa e, nel mentre, dando qualche colpo di reni, le fece penetrare in bocca quasi metà cazzo.
Finalmente lei aveva cominciato a fare su e giù con la testa e, avendo preso gusto, pian piano ha preso a collaborare, senza più subire pressione sulla testa.
Lui, una volta sicuro che lei non avrebbe più mollato la presa, toglie la mano e la infila nei pantaloni, andando a toccarle culo e figa, ed ha cominciato, col dito, a penetrarla prima in culo, poi usciva e entrava in figa; lei era al massimo dell'eccitazione e ha cominciato a pompare con maggior foga, quasi da vera esperta, usando la lingua e infilandosi il cazzo in bocca, quasi interamente.
Tutto dura circa 20 minuti, poi lei, che comincia a dibattersi ed arriva per la prima volta ad un orgasmo da paura: gli bagna la mano ed il sedile dell'auto. Lui riprende a farle pressione sulla testa, per evitare che molli il cazzo sul più bello; comincia a sborrare e le grida di ingoiare tutto, altrimenti l'avrebbe presa a schiaffi, e lei, fra l'eccitazione e la paura d'essere malmenata, ingoia tutta la sborra; poi si distende sul sedile, stanca, come se avesse scalato una montagna.
Era il suo primo pompino e il suo vero primo orgasmo.
Il ragazzo si complimenta per il suo comportamento ed aggiunge che vuole scoparla; lei gli confessa che è vergine ed ha paura, non tanto per la verginità, quanto per una possibile gravidanza. Lui la rassicura che si procurerà dei preservativi e le consiglia di andare dal ginecologo per farsi prescrivere la pillola anticoncezionale, atteso che aveva 18 anni e poteva già assumerla.

Mentre mi racconta tutto questo, mi guarda e mi dice:
"Ma son seduta su un bel cazzo duro, quindi ti eccita sapere quel che ho fatto?"
La guardo e, con un po' di vergogna, le dico: "Sì".
Lei mi abbraccia, ci baciamo e mi dice che è contenta, perché temeva che, una volta raccontato il suo passato, avrebbe potuto perdermi.
Allora approfitto per chiarirle che, se vuole un futuro certo con me, desidero essere informato di tutto ciò che la riguarda, senza nulla nascondere.
Quel giorno facciamo sesso completo; lei era una vera forza della natura: mi succhiava le palle e, mentre mi segava, si sbatteva il cazzo in faccia; se lo strofinava ovunque, sulla fronte, sugli occhi, poi lo ingoiava tutto; dopo questi preliminari mi è salita sopra e, dopo averlo infilato in figa, mi cavalcava come una valchiria; dopo un po', si ferma e, quasi singhiozzando, giunge al suo primo orgasmo; io ho avuto la sensazione che avesse pisciato, per quanto mi ha bagnato.
Ormai anch'io ero quasi al traguardo; glielo dico che sto per sborrare e lei salta su come un grillo e si infila la verga in bocca; dà un'ultima pompata, poi si fa entrare tutto il cazzo in gola e mi son sentito stringere la cappella; lì non ho più resistito e mi sono lasciato andare; la sborra è passata dal cazzo alla gola, riversandosi direttamente nello stomaco, senza nemmeno assaporarla.
Dopo qualche anno eravamo davanti l'altare, dichiarati marito e moglie.

Dopo quasi un anno che eravamo sposati, un pomeriggio mentre eravamo in un centro commerciale incontriamo il suo ex: il tipo che l'aveva iniziata.
Si guardano e lei cambia di colore in viso; lui la saluta e lei me lo presenta dicendo:
"Un amico"; lui sorrideva mentre lei usava quella parola, ed io faccio finta d'esser interessato ad una vetrina, lì nei pressi, ed anzi li lascio per qualche minuto da soli.
Questo mio comportamento, le aveva fatto rizzare le antenne, per cui, eseguita una ricerca su internet, ebbe modo di scoprire tutto ciò che riguarda i Cuckolds.
Si era fatta una cultura su questo argomento e, tante volte, mentre scopavamo e lei mi raccontava qualcosa, si accorgeva che il mio cazzo diventava sempre più duro.

Dopo aver lasciato il tipo, lei mi guarda e mi chiede perché l'ho lasciata da sola con lui; le rispondo con sincerità, dicendole che mi ero eccitato a guardarla nel riflesso del vetro; lei, allora, aggiunge:
"Ti piacerebbe che lo rincontrassi da sola?"
Io la guardo per un po', senza rispondere; lei guarda verso il mio cazzo e vede un gonfiore di tutto rispetto; mi guarda negli occhi e le dico: "Vuoi che ti risponda con sincerità?"
Non riuscivo a spiaccicar parola e faccio cenno di "sì" con la testa.
Lei si gira e non mi guarda più: in quel momento ho temuto di perderla.
Restiamo in silenzio fino a casa; lei in macchina guardava verso l'esterno; giunti a casa, va in bagno, mentre a me, seduto in soggiorno davanti alla TV, andava il cuore a 1000.
Dopo un po' lei torna e mi si siede accanto: si era cambiata; aveva indossato la tuta.
Mi chiede delle cose di casa, tipo cosa doveva cucinare, senza più parlare del fatto accaduto. La cosa mi rincuora; penso sia il caso di non dar più rilievo a quella cosa.
Passano un paio di giorni e, una sera a letto, mentre era sopra di me col cazzo piantato in figa, si ferma e mi dice:
"Vorresti veramente che ti facessi le corna con lui?"
Quelle parole mi trasmettono una terribile scarica al cervello; le do una botta di cazzo che la solleva di peso, facendole sentire quanto mi ha scosso, e grido: "Sììììì".
Lei si fionda su di me, comincia a cavalcare con vigore e mi dice:
"Tranquillo, che te le faccio le corna con lui".
Dopo aver raggiunto l'orgasmo, cala il silenzio tra noi, poi lei va in bagno a lavarsi e ritorna a letto; prende il cellulare in mano e, sbirciando, vedo che è su Facebook.
La lascio fare e mi addormento.
Il giorno dopo, quando ritorno dal lavoro, la trovo ai fornelli: ci baciamo e vado a farmi la doccia; nel cestino dei panni sporchi, noto la sua biancheria: un perizoma, autoreggenti e reggiseno a balconcino; intimo che, di solito, usa quando programmiamo qualche seratina osé.
Mi sorge qualche sospetto, ma dopo un po' mi passa, pensando, magari, che li stava mettendo a lavare, dopo l'ultima volta che li aveva usati con me.
Finito di cenare, sono seduto davanti alla TV, come mio solito; dopo un po' mi raggiunge, mi si siede accanto, col telefono in mano; dopo un po' arriva il suono di un messaggio, cosa che le mette un po' in agitazione; si alza, va in bagno e si chiude dentro.
Non l'aveva mai fatto prima.

Erano già due i campanelli d'allarme; esce dopo una mezz'ora e sorridente mi si viene a sedere accanto; parliamo un po' di cose banali, poi le chiedo cosa avrebbe fatto l'indomani.
Lì per lì sembra presa alla sprovvista e inventa subito una visita ad un'amica.
Quando andiamo a letto, cerco di provare a far sesso, ma riesco solo ad accorgermi che aveva la figa depilata. Lei dice che non ne ha voglia, perché forse stava per arrivarle il ciclo.
Intanto lei non aveva capito che avevo notato che era depilata, cosa che di solito fa quando ha voglia di fare la porcella.
E' un ulteriore indizio che mi fa sospettare che mi nasconde qualcosa.
Dopo aver ingoiato il rospo del suo rifiuto a far sesso ed essermi accorto della sua rasatura intima, ci addormentiamo; io esco alle 6.45 per andare a lavorare, lei ancora dorme.
Per tutto il giorno il mio pensiero andava a lei, ma avevo anche le farfalle allo stomaco per l'eccitazione. La sera, quando rientro, vedo che è già in tuta.
Vado in bagno e, la prima cosa che faccio, vado a cercare qualche prova nel cesto della biancheria sporca.
Lì trovo, a parte mutandine e reggiseno, le calze con una macchia di sborra già secca e il tubino nero, che mette solo il sabato sera quando andiamo in discoteca; lo controllo e anche lì, sul bordo, c'è della sborra.
Esco dal bagno con una eccitazione abbastanza evidente; lei era ai fornelli; l'abbraccio da dietro e le premo il cazzo sul culo; la sollecito a riferirmi se non sia il caso, che mi raccontasse qualcosa. Lei si gira e la bacio in bocca.
Mi guarda e mi dice: "E' quello che volevi, vero?"
Le dico di sì; lei, mentre ceniamo, mi racconta che quando ci eravamo incontrati al centro commerciale ed io mi sono allontanato, lui le aveva chiesto se aveva ancora il numero di telefono. Lei ha risposto di sì e lui le ha proposto di chiamarlo: voleva rivederla.
Lei, inizialmente ha detto di no, ma, poi, ha capito perché mi ero allontanato: l'avevo fatto apposta, perché desideravo che lei se lo scopasse.
Quando eravamo arrivati a casa e si era chiusa in bagno, le aveva mandato un messaggio con il quale le comunicava il suo nuovo numero.
E l'indomani lo ha chiamato.

Lui le dice che voleva vederla e si sono dati appuntamento in un posteggio dove andavano quando si frequentavano. Lei scende dalla sua auto e sale in quella di lui; lui non le dà nemmeno il tempo di dire ciao, che la tira a sé e la bacia con tanto di lingua in bocca.
Lei aveva voglia di lui e, dopo un po' di manovre, riesce ad abbassargli pantaloni e mutande; si butta sul cazzo come un'affamata e gli fa un pompino da vera troia; lui non resiste molto e le dice:
"Ingoia tutto, che poi ti scopo" e si lascia andare in una sborrata infinita, dentro la sua bocca.
Dopo aver ingoiato tutto si rilassano un po' e lui le chiede se è felice con me; lei gli racconta tutto, compreso la mia propensione cuck.
Lui, sorridendo, le dice che lo aveva capito quando, al centro commerciale, li avevo lasciati soli.
Il fatto, quindi, di farmi trovare l'intimo sul cesto della biancheria, era stato motivo per mettermi al corrente che aveva deciso di farmi cornuto.
Dopo un po' lui le propone di passare nei sedili posteriori; qui lui si denuda, lei si toglie il perizoma, si alza il vestito e gli sale sopra; si infila il cazzo in figa e comincia a cavalcare; lui, mentre se la scopa, le chiede se prende la pillola, cui lei risponde con un sì.
Data la scomodità della macchina, cambiano diverse posizioni, finché concludono con lei a pecora e lui le sborra dentro, tenendola ferma per i fianchi.
Quando termina il racconto della sua scopata, mi chiede:
"Adesso cosa vuoi fare? Continuo a vederlo da sola o lo invitiamo qui una sera?".
Io le rispondo: "Continua ad incontrarti con lui da sola, ancora qualche altra volta, finché avrò metabolizzato la mia nuova condizione di "cornuto"; devi riconoscere che, fino a quando erano solo fantasie, era facile vedermici, ma adesso...? Dovevo somatizzare, dovevo elaborare la condizione di farmi fottere la moglie sotto gli occhi.
Lei mi dice: "OK, tranquillo,... ti racconterò tutto, dopo".
Nel mentre io ero eccitato al massimo e, anche se il mio cazzo non è delle stesse dimensioni di quello che aveva preso la mattina, era sempre un bel cazzo; allora la guardo e le dico: "E mi lasci così?" lei ridendo, aggiunge:
"Cerca di capire... me la sento un po' indolenzita; mi ha scopato come un cavallo... ti faccio un pompino?"
Ero troppo eccitato, così, dopo appena dieci minuti di pompa, le riempio la bocca, al che lei mi dice:
"Allora è proprio vero che le corna fanno un buon effetto?"


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