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La recente avventura di Monica.


di cuckold211
14.01.2017    |    10.241    |    4 8.9
"Come dovevo classificare quell'avventura? Sì, perché porto il conto degli amanti che la mia troia si è scopati; ma costui..."
PREMESSA IMPORTANTE

Il mio ruolo in questa storia è di solo narratore, perché l'esperienza è stata vissuta dalla coppia del sito con il nick "Monica68".
Il lui di coppia mi ha messo a parte di questa loro avventura, onorandomi ed onerandomi di trasfonderla in racconto. Per l'occasione mi ha fornito tutti gli elementi della vicenda, nonché i sentimenti da cui erano stati assaliti durante il suo evolversi, non esclusi i riferimenti espliciti alle foto pubblicate a corredo del loro profilo.
Buona lettura.



LA RECENTE AVVENTURA DI MONICA


Non vorrei apparire eccessivo, ma che mia moglie sia un'adorabile TROIA, non seconda a nessuna delle tante altre presenti sul sito, mi rende oltremodo felice e fiero.
Questa che vado a raccontare è la storia di come la mia troia abbia conosciuto Roberto che, non più di due settimane fa, ha voluto rivedere.
Era una sabato mattina ed entrambi liberi dal lavoro, decidemmo di recarci al centro commerciale per delle spese.
Ora, facendo una digressione al racconto, esorto chi legge a guardare le foto 2 e 3 della mia troia.
Ebbene era quella la mise che, nell'occasione, aveva deciso di indossare, facendomi chiaramente capire che più che far spese, intendeva sedurre qualcuno e, sinceramente, la cosa mi intrigò non poco.
A chi si chiederà se davvero era vestita come nelle foto indicate, cioè senza intimo, dirò: Sì, aveva la patata bella liscia perché accuratamente depilata e, se si fosse solo leggermente chinata in avanti, oltre la patata sarebbe stato visibile anche il culo.
Non dico che ero in fibrillazione, proprio per non apparire esagerato, ma poco ci mancava: aveva deciso di farmi "cornuto" ancora una volta; certo, perché quando le prendeva la fregola, a me spettava solo quel ruolo.
Partimmo per il centro commerciale ed in auto non potevo far a meno di sbirciare tra le sue cosce, completamente nude ed esposte, alla ricerca del gioiello fra esse nascosto.
Mentre attraversavamo il centro, per traffico lento e con marciapiedi laterali percorsi da tanti pedoni, più d'uno ebbe modo di accorgersi dell'assenza dell'intimo, anche perché la spudorata, mia dolce Monica, accorgendosi d'essere osservata, apriva solo di poco le gambe e ciò consentiva una panoramica più esplicita, sulla cui visione alcuni, bloccandosi, restavano come interdetti, inebetiti, increduli se quanto visto fosse reale o solo frutto di immaginazione.
Giungemmo a destinazione e, mentre coprivamo la distanza che ci separava dal parcheggio, Monica mi disse:
"Non starmi vicino; tieniti lontano".
Risposi: "Lo avevo già pensato, ma non osavo chiedertelo; hai tenuto conto che così apparirai come una puttana?"
E lei: "Infatti, è quello che voglio possano pensare di me: credi, davvero, che possa essere scambiata per una di quelle?"
Non riuscii a rispondere, perché, allungando il passo, si allontanò e prese verso la scala mobile.
La seguivo e quando stava per giungere in cima, dal basso, ebbi modo di vederle il culo. Subito mi girai e vidi che un giovane, dietro di me, aveva lo sguardo proprio in quella stessa direzione.
Per vero era un bel giovane, con fisico tonico, da sportivo, in tuta ginnica.
Lasciai che mi superasse, per verificare se avevo visto giusto e cioè: aveva effettivamente visto il culo nudo della mia troia? Avrebbe cercato di avvicinarla?
Monica aveva assunto l'aria tranquilla di chi vuole attardarsi a guardare le vetrine, e quel giovane, per non perderla di vista, rallentava a sua volta; poi si faceva superare e la seguiva.
In un momento che lo vidi di profilo, notai un grosso bozzo all'altezza del suo inguine. Chissà se Monica lo aveva notato?!
Alla fine del percorso di esposizione, Monica si diresse verso un'altra scala mobile e, questa volta, il giovane la fece allontanare di parecchio per guardare di nuovo.
Che la mia troia fosse una gran "zoccola", lo sapevo già, ma qui esternò ancor più quanto sapesse esserlo: fece finta d'inciampare e, praticamente, mostrò per intero le sue grazie.
Il giovane la rincorse per aiutarla e, così, ebbe modo di avvicinarla e parlarle.
Non potevo sapere, né compresi cosa si dicessero, finché vidi il ragazzo estrarre il portafogli e porgerle due banconote da 50 euro.
La cosa mi sbalordì: non ci potevo credere; mia moglie si era fatta pagare, proprio come una puttana?
Poi li vidi entrare nelle toilettes ed io mi fermai a distanza, aspettando che uscissero.
Vidi un'infinità di gente che entrava ed usciva, ma loro niente.
Poi, finalmente, eccoli e lei, da lontano, rivolta a me "Tesoro, ancora un momento, vengo subito"; la vidi restituire i soldi precedentemente presi e poi scambiare il numero di cellulare con il giovane.
Dopo di che, con estrema naturalezza, mi raggiunse e disse "Torniamo a casa".
In auto appresi che il giovane si chiamava Roberto e mi chiarì che si era accorta di essere seguita da lui ed aveva anche notato la protuberanza di cui era munito, e, per incoraggiarlo a farsi avanti, aveva finto di inciampare. Quando lui l'aveva avvicinata, lei, sfacciatamente, gli aveva chiesto se gli era piaciuto "lo spettacolo", e, alla sua risposta affermativa, gli aveva chiesto 100 euro per metterlo in condizione di fruire di quelle meraviglie.
Mi precisò: "Aveva un cazzo di tutto rispetto, ma sopratutto grosso; sapessi come me lo sono gustato con la bocca e avrei continuato, se lui non mi avesse interrotto... Eh, no, zoccola! Vuoi finirmi con la bocca? No! Per cento euro devi darmi la fica ed anche il culo... capisci, che bella prospettiva! Quasi non riuscivo a tenerlo in bocca, figuriamoci ad averlo in fica o, addirittura, in culo? Così gli ho infilato il preservativo, come fanno le prostitute, ed abbiamo scopato. Non finiva mai! Finché gli ho detto che, in realtà, non ero una puttana... che avevo un marito che mi aspettava fuori e questo... lo ha steso. Ha goduto come un mandrillo e tale è stato nella mia fica. Ho qui, in borsa, il suo profilattico pieno di sborra; ho voluto toglierlo io per darti prova che so fare la puttana, ma sopratutto perché volevo succhiargli lo sperma residuo ed assaporarlo; sapessi che buono!".
Ecco perché all'uscita dalla toilette gli aveva reso i soldi ed ecco perché si erano scambiati il numero di cellulare, l'avventura non era finita lì; la mia troia voleva goderselo per bene, a modo suo, e, perché no, offrendogli anche il culo.
Come dovevo classificare quell'avventura? Sì, perché porto il conto degli amanti che la mia troia si è scopati; ma costui... con il quale aveva scopato con il condom, proprio come le puttane da strada e non a pelle, non potevo certo annoverarlo come suo "chiavatore"?!
L'incertezza, comunque, durò poco, perché qualche giorno dopo lui la chiamò sul cellulare, dicendo che, sapere di avere avuto una storia con la moglie "zoccola" di una coppia, lo teneva in continuo stato di eccitazione che richiedeva appagamento. Per questo motivo ci invitò a casa sua, per un incontro meno squallido di quello avuto nelle toilettes.
All'invito la mia troia cominciò a non star più nella pelle, riandando con la mente alla superba dotazione che avrebbe potuto gustarsi di nuovo, con più comodità e ingordigia, e visse le ore che ci separavano dall'incontro, in un continuo stato di agitazione ed impazienza.
Il momento giunse e, con esso, tutti i preparativi cui Monica si sottopose per presentarsi ed apparire in forma smagliante: parrucchiere, estetista per depilazione completa, cura di mani e piedi. Volle che verificassi quanto la sua pelle fosse setosa; quanto la sua fica, sia alla vista che al tatto, desse la sensazione del velluto, proprio come quello di una pesca; e, infine, i suoi piedi... di un erotismo tale da indurre ad una prepotente voglia di leccarli, dito per dito; mi sorpresi a rimirarle l'ano, cui non potei far a meno di accostarvi la lingua per assaporarlo e lì fui stupito nel vedere che, alle sollecitazioni, si apriva come il bocciolo di un fiore, ma perché?... Ero bravo io a stimolarglielo o era lei che già pregustava quella penetrazione che Roberto le aveva promesso?
Si ritrasse, dicendomi: "Basta così; ho voluto che tu, cornuto, sapessi cosa avrei offerto ad un estraneo, affinché ne godesse e potessi, a mia volta, goderne, mentre tu resterai a guardare, senza permetterti di intervenire".
Ora Monica, tutta profumata, con un vestitino senza intimo, con calze autoreggenti e tacchi a spillo 12, era davvero impaziente di incontrare di nuovo Roberto.
Arriviamo da lui e veniamo accolti in un ambiente in penombra, appena rischiarato da candele profumate. Roberto non perde tempo e subito l'abbraccia e bacia con la tenerezza di chi ha tanto aspettato quel momento, poi le copre gli occhi con un benda (è un gioco che Monica adora) e nel contempo, fattala sedere, le sfila le scarpe indossate, le lecca i piedi insalivandoli, e poi le infila altre scarpe con tacco 15.
Prendendola per mano, la fa alzare, le sfila il soprabito e mia moglie, quasi nuda, appare ancor più provocante e, nel contempo, come una creatura pronta ad immolarsi sull'altare dell'Eros.
Fin qui, l'atmosfera che ci circondava era quella dell'incanto, della poesia, la cui protagonista era lei, la mia "messalina", messa al centro della scena: Roberto ancora non sa che, tra poco, quella remissiva "dea dell'amore", si trasformerà in un essere simile alla mantide religiosa, che, letteralmente, divorerà il maschio, fagocitando il suo sesso con ogni suo orifizio.
Lei non vede perché bendata, ma ha tutti i sensi tesi all'inverosimile, ed ogni carezza che le perviene la fa vibrare come una corda di violino; il suo corpo sembra percorso da scariche elettriche, sopratutto quando Roberto le sfila il vestitino e lei appare come natura l'ha fatta, nella sua più conturbante femminilità (foto 1). Roberto la fa inginocchiare sul letto, nella posizione di "pecorina"; le si infila fra le cosce e lambisce con bocca e lingua il suo sesso, ormai ridotto ad un lago di umori, per il piacere fino a quel momento provato.
L'immagine che è lì sotto i miei occhi è quanto mai eccitante; quasi invidio quell'estraneo che sta gustando il succo che la mia troia ha emesso al solo immaginare il momento in cui sarà penetrata da quel magnifico fallo.
Sarà proprio l'odore che quel pene emette, che le fa capire di averlo davanti a sé, per cui lo imbocca nella classica posizione del 69; nel farlo si spinge in avanti con il busto, offrendo alla lingua del satiro, l'altro suo orifizio, che diventa immediata preda del maschio infoiato.
Ora lei, la mia fantastica troia, tra gli orgasmi che l'assalgono a ripetizione, si gode l'odore ed il sapore di quel pene con un'ingordigia tale (un'idea la dà la foto 5 del profilo) da far desiderare anche a me quella pratica.
Mi avvicino di più a lei ed a quella visione che ha folgorato la mia mente; lei, tra una slinguata ed una succhiata, mi sussurra:
"Guardami, cornuto! Guarda bene come tua moglie sa essere zoccola; questa sera avrai modo di assistere a tutte le acrobazie cui io e lui avremo piacere di abbandonarci. Guarda, porco, e dimmi che sei fiero di avere una moglie così puttana!"
Quella sera resterà per sempre impressa nella mia mente, perché mai avevo visto la mia compagna così presa; ogni suo orifizio accolse ed inghiottì più volte quel superbo membro e nelle più svariate posizioni, senza mostrare alcun cedimento.
Smisero dopo un'ora e mezza di quella ginnastica.
Portai a casa la troia, ancora sporca del seme di Roberto su seni e cosce, oltre che con fica e culo farciti di sborra. Non fece la doccia e volle subito andare a letto, perché stanca della fatica fatta, lasciandomi, irriconoscente, con la mia eccitazione inappagata.
Non so se quella notte dormii, perché alternavo momenti di sonno ad altri in cui sentivo l'afrore di Roberto sul corpo della troia.
Al risveglio, all'indomani, mi disse:
"Ecco, sono ancora sporca di lui; annusa pure e chiava questa tua puttana".
Tutto questo per me è bellissimo, mi riempie il cuore di gioia e son contento di poter aggiungere una ulteriore unità al numero, già cospicuo, degli amanti di mia moglie.
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