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Una moglie racconta 2


di cuckold211
24.02.2023    |    15.524    |    16 9.8
"Tra me e mia madre non c'erano segreti di alcun genere: eravamo cresciute assieme con complicità e fiducia l'una per l'altra, proprio come due intime amiche..."
L'orgia, che la volta precedente era seguita al racconto fatto da Liliana e contenuto in "Una moglie racconta", entusiasmò tutti talmente tanto da desiderare di ripetere l'esperienza. Questa si verificò in occasione di un nuovo raduno della comitiva e, questa volta si fece avanti Paola, un'amica del mio dipendente, che, solo da poco, facevano parte del gruppo.
Questi racconti si completano volta per volta, per cui non è necessario conoscere alcun antefatto.

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Sono Paola e questa che sto per raccontare è un'esperienza risalente a quando avevo l'età di 20 anni, mentre ero fidanzata con mio marito.
Mia madre mi ha avuta in giovane età, aveva appena 18 anni quando sono nata io e, con mio padre dovette fare il matrimonio riparatore, ritrovandosi, ancora ragazzi, sposati con una bambina.
Purtroppo dopo un paio d'anni era finito tutto e si separarono.
Mio nonno, che era un grande, sistemò mia madre e me in un appartamento, dandole piena libertà di organizzare la sua vita.
Il nonno aveva una piccola fabbrica dove si trasformavano gli agrumi e le diede anche il lavoro, così da far fronte alle necessità economiche.
Ho avuto un'infanzia bellissima, crescevamo assieme: lei a far la mamma ed io a far la figlia, ma entrambe con l'intesa e complicità di due sorelle.
Quando compii i 18 anni, mia mamma ne aveva 36, non aveva mai voluto saperne di risposarsi, e liberamente si concedeva le sue avventure, di cui, tante volte, me ne metteva a parte, confidandomele, specialmente quando si mostrava più pimpante o adottava un outfit più provocante o trascorreva qualche fine settimana fuori.
Lei ha sempre scelto ragazzi giovani, a volte aveva storie con ragazzi della mia età.

Tra me e mia madre non c'erano segreti di alcun genere: eravamo cresciute assieme con complicità e fiducia l'una per l'altra, proprio come due intime amiche.
Una sera rientrai a casa verso mezzanotte e quando aprii la porta, nel corridoio, quasi andai a sbattere contro un bel ragazzo nudo, con uno stupendo cazzone che gli pendeva fra le gambe, che stava per entrare in bagno.
Era appena uscito dalla camera da letto di mia madre e, istintivamente, si era messo una mano a coprire le sue intimità, mi salutò timidamente e si infilò in bagno.
Mia madre saltò nuda dal letto e mi venne incontro; ci mettemmo a ridere e mi disse: "Scusa, proprio non pensavamo che rientrassi così presto".
Le feci l'occhiolino e cenno con la mano come quando ci davamo il cinque e le dico:
"OK... a quanto vedo, ti tratti bene".
Poi, in tono di scherzo e sottovoce, aggiunsi:
"Però, non pensi mai a tua figlia quando hai della buona merce?"
Le diedi un bacio sulla guancia e mi ritirai nella mia camera.
Mi chiusi in camera, ma quella sorpresa, unita alla mia serata andata in bianco, mi fecero salir la voglia, per cui presi il mio giocattolino, che tenevo nel comodino, e mi feci da sola, rimuginando a quel batacchio che pendeva fra le gambe di quel fusto.
L'indomani, a colazione, mia madre aveva delle evidenti occhiaie che sembrava avesse donato qualche litro di sangue.
Io, allora, presi a stuzzicarla e lei mi raccontò che l'aveva conosciuto qualche mese prima.

Si trattava di un ragazzo in trasferta di lavoro: era toscano ed aggiunge che quella notte, lui le aveva chiesto di me e, capito il rapporto che avevamo, le aveva riferito che ero un tipo davvero interessante.
Per mia madre, egli era solo un tipo con cui scopava, senza alcun coinvolgimento sentimentale, perciò mi chiede cosa ne pensavo di lui.
Le risposi che avevo visto solo il suo grosso uccello ed ottenuto un timido ciao.
Forse se lo incontrassi ancora, non lo riconoscerei nemmeno.
Mia madre, nel confermare che era ben dotato, aggiunse che sapeva usar bene il suo arnese, sapeva come far goder davvero una donna. Io, ridendo, ribatto:
"E ti credo, con quelle occhiaie che ti ritrovi, penso proprio che ti ha fatto un bel servizio".
Mentre si conversava, lei mi disse che, se mi fosse piaciuto, potevo farmelo, senza problemi. Lo avremmo invitato a cena e poi, con una scusa, ci avrebbe lasciati soli.
Le rispondo che ci penserò, ma, avendo allora un fidanzato, oggi mio marito, ancora non c'era, tra noi, la tendenza libertina al gioco, per cui, quella mia eventuale scopata avrebbe avuto il sentore di "corna" vere e proprie.

Ad onor del vero, quel ragazzo mi aveva attratto molto in quei pochi attimi che ne avevo ammirato il corpo asciutto, non palestrato, ma con un bel viso oltre il fisico e, poi, quello che era più importante, munito di una gran bella mazza che, da quanto avevo capito, sapeva usare davvero molto bene.
Con mia madre, quella sera, decidemmo di cenar fuori; lei avrebbe finito tardi al lavoro ed io ero impegnata negli studi e non mi andava di mettermi a cucinare. Di solito, a pranzo, si consumava sempre qualcosa al volo e, la sera, ci incontrammo direttamente in trattoria: un localino molto grazioso, che ormai era come casa nostra. Avevamo stretto una buona amicizia con i proprietari e, mentre si cenava, mia madre mi chiese che programmi avessi per la serata. Le risposi che mi sarei dovuta vedere con il mio ragazzo, che, forse, ci saremmo uniti alla nostra comitiva di amici e, nello stesso tempo, chiedo a lei che programmi avesse.
Mi informa di aver ricevuto un paio di messaggi da quel ragazzo e, forse, lo avrebbe invitato a casa, perciò, quando sarei rientrata, se avessi sentivo qualche lamento, non dovevo preoccuparmi, perché era lui che le provocava quegli uggiolii; ovviamente l'ultima frase fu detta in tono scherzoso.

Dopo cena, sento il mio ragazzo che mi informa che non c'è nessuno della comitiva: era una serata infrasettimanale e nessuno voleva far tardi. Il mio ragazzo mi propone un giretto in macchina per stare un po' insieme. Passo a prenderlo con la mia auto e, dopo un giretto, ci fermiamo in un posto dove si va per far sesso e non manca qualche guardone, cosa che fa eccitare entrambi: ci piaceva farci guardare.
Quella sera il mio pensiero era a mia madre con quel fusto a casa, quando ci siamo fermati dico al mio ragazzo che non volevo far tardi e che gli avrei propinato solo un pompino. Mentre ci baciavamo e gli slacciavo i pantaloni, vedo un vecchio a pochi metri dal nostro finestrino con un bel cazzo in mano e si segava: la cosa mi eccita e mi abbasso a prendere il cazzo in bocca. Anche il mio ragazzo va su di giri e nel giro di una quindicina di minuti, mi regge la testa ferma e mi sborra direttamente in gola. Dopo aver ingoiato tutto e pulito il cazzo con la lingua, ci sistemiamo ed andiamo via.
Ovviamente io ero rimasta con la voglia addosso, non mi era nemmeno stata sfiorata la figa. Lasciato lui, rientro, questa volta facendo attenzione a non far rumore, ma, appena entro, li trovo seduti sul divano che si baciavano.
Mia mamma capisce il motivo per cui ero rientrata prima del solito e, da gran marpiona, comprende che avrei desiderato farmi sbattere da quel tipo.
Saluto e sto per andare in camera, dopo che mia madre mi aveva presentato al ragazzo e, quando sto per lasciarli soli, mia madre mi chiede se mi va di unirmi a loro.
Io, sinceramente, resto alquanto meravigliata: anche se avevamo una confidenza molto intima, da vere amiche, mai era successo di far sesso assieme e nemmeno di esser presente nella stessa stanza.
Lei si accorge della mia sorpresa e mi esorta a sedermi sul divano con loro. Quando mi siedo, lei si alza e riempie tre bicchieri di Negroni: facciamo un brindisi alla serata e, mentre siamo con i bicchieri in mano, mia mamma allunga una mano e prende a tastargli il cazzo da sopra i pantaloni. Dopo un po', posa il bicchiere, gli sbottona i pantaloni, glieli abbassa insieme ai boxer e tira fuori uno spettacolo di cazzo.
Se la prima volta, da moscio, mi aveva fatto effetto, adesso, da eccitato, mi ha fatto andare in brodo di giuggiole: lei lo impugnava e segava, io avevo il bicchiere in mano e guardavo eccitata quella la scena di lei alle prese con quella meraviglia di cazzo.
Dopo un po' si abbassa e prende a leccare l'asta, cominciando dai coglioni. Lui mi passa il bicchiere per posarlo e, dopo esserci liberati dai bicchieri, mi mette una mano dietro la schiena, tirandomi a sé e ci uniamo in un bacio, mentre mia madre teneva quel cazzo ben imboccato, facendo su e giù con la testa.

Mentre ciascuno era intento alle descritte operazioni, cercavamo, tutti e tre, di spogliarci e, con non semplici manovre, riusciamo a liberarci: mia mamma lascia la preda per un attimo e mi fa segno di proseguire nel pompino; quando cerco di prenderlo in bocca, ho dovuto aprirla molto più del solito e, anche se l'eccitazione era al massimo, non riuscivo a prenderne più della metà in bocca. Mia madre va in camera da letto e ritorna con la scatola di preservativi: gliene fa indossare uno e mi invita a salirvi sopra; quando lo scavalco, sento le dita di mia madre che, dopo averle lubrificate con la saliva, mi massaggiava la figa e poi, preso il cazzo in mano, me lo spennellava fra le labbra, prima di imboccarmene la cappella. Mi raccomandava di infilarmelo piano, altrimenti avrei potuto sentir male: tutto appariva come l'attenzione che può usare una mamma, perché la figliola non abbia a sentir male.
Dopo averci giocato un po', facendone entrare qualche centimetro per volta, mi impalo da sola e, quando arrivai giù, mi son sentita come se mi mancasse l'aria. Mi son rialzata, ma lui mi ha tenuto per i fianchi e non ha permesso che mi sfilassi; ero arrivata alla cappella, quando lui, imprimendo una spinta da sotto, me lo spinge di nuovo dentro.
Mia madre era in ginocchio, sul tappeto, e gli leccava i coglioni; lui mette i talloni sul divano per facilitar le manovre di mia madre. Mentre facevo su e giù, mi sentivo scoppiare i timpani. Di tanto in tanto, sentivo anche la lingua di mia madre sul mio ano, mentre leccava tutto: coglioni, cazzo ed anche il culo a lui. Dopo un po', lui ci chiede di cambiar posizione e, essendomi spostata, lui si alza e mia madre si posiziona a pecora; tantissime volte avevo visto la figa di mia madre, ma mai come si presentava ora.
Quando si è posizionata in ginocchio sul divano, con una mano si è allargata una chiappa: aveva un figone che sembrava la bocca di un vulcano. Lui ci è entrato d'un colpo, andando, da subito, fin in fondo, l'ha afferrata per i fianchi e l'ha sbattuta alla velocità di un treno; io non sapevo che fare; ero rimasta a guardare come una scema mia madre, che gli raccomanda di non sborrare nel preservativo, perché desiderava che le venisse in faccia. Lui, dopo un bel po', se ne esce, si toglie il preservativo e ci dice di metterci accanto con i volti.
Non ho potuto contare gli schizzi, perché ho dovuto chiudere gli occhi per non farmi colpire gli occhi dalla sua sborra, ma avevo la bocca aperta ed una certa quantità me ne è finita dentro: sembrava yogurt.
Quando ho riaperto gli occhi, mia madre teneva ancora il cazzo in bocca che lo stava prosciugando ed aveva la faccia ridotta ad una maschera. Lui le esce dalla bocca e lo offre a me. Aveva perso consistenza, ma era ancora abbastanza barzotto; vedo mia mamma che raccoglieva col dito la sborra dal viso e se la portava alla bocca, quasi fosse una crema pasticciera; io, dopo aver lasciato il cazzo, la imito, avendo, a mia volta, schizzi ovunque.
Dopo esserci calmati un po', eravamo tutti e tre col fiatone; siamo andati a turno in bagno, lui si è rivestito, noi abbiamo messo un accappatoio, erano già le 2:00 di notte; lui saluta e, con la promessa di rivederci, va via.
Mia mamma mi disse:
"Vieni a dormire nel letto con me", certe volte, infatti, succedeva di dormire assieme, magari ci mettevano a parlare per poi addormentarci accanto.
Quella notte fu diverso: ci addormentammo abbracciate.

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