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Esortata a renderlo cornuto 2


di cuckold211
31.12.2020    |    12.249    |    5 9.4
"Detto questo ci salutò e si rimise in viaggio..."

Chi non avesse letto la precedente nostra storia, pubblicata da cuckold211 su nostra autorizzazione, è invitato a farlo per avere un quadro completo di come io e mio marito gestiamo il nostro rapporto coniugale.
Per le vacanze estive di quell'anno, avevamo preso un bungalow nel Camping Village di Cesenatico, sulla riviera romagnola, che, da internet, aveva attratto la nostra attenzione perché immerso nel verde e provvisto di spiagge private.
Il giorno della partenza ci muovemmo di buon ora per evitare di incappare in code interminabili, sotto il sole cocente.
Come mia abitudine, non avevo indossato intimo, né sotto né sopra, per cui, in auto, il "porco" di mio marito, mentre si viaggiava, approfittando che mi ero appisolata, mise in bella vista sia la fica che le tette.
Fui svegliata da uno strombazzare di clacson proveniente da un TIR appena superato e, vedendomi praticamente nuda, dissi a mio marito:
"Mi hai fatto vedere da quello, così conciata?"
"Si, amore, sei troppo eccitante, per essere solo mia... tutti devono vedere quanto sono fortunato e devono poterti desiderare... e, se del caso, poterti scopare. Non è questo che desideri anche tu?"
"Certo, cornutone mio, ma da sveglia e non appisolata... ora che fai? Lo abbandoni così, tutto arrapato?"
"Non proprio, tesoro, tu continua a dormire, e vedrai..."
Ripresi a dormire (?), macché... quella parentesi mi aveva eccitato all'inverosimile ed avvertivo continue fitte alla fica, che non mancò di prendere a grondare umori.
Dopo alcuni chilometri, mio marito entrò in un'area di sosta per autocarri ed io, fingendo di dormire, lasciai in mostra le nudità scoperte da mio marito ed allargai, non di molto, ma abbastanza, le cosce: chi me l'avrebbe vista, non poteva non notare quanto fosse bagnata
Mio marito scese dall'auto e lo sentii parlottare con qualcuno; udii dei passi avvicinarsi al mio sportello, mentre il cornuto azionò il dispositivo per abbassare il finestrino. Con gli occhi semichiusi, vidi una mano protendersi all'interno dell'abitacolo ed accarezzarmi i seni, poi scese tra le cosce a toccarmi la fica. Con un falso mugolio finsi di svegliarmi; l'uomo rivolto a mio marito esclamò:
"Ma è tutta bagnata" ed egli in risposta "Che ti dicevo? Si bagna anche mentre dorme, la mia troia".
L'uomo aveva tirato fuori dai pantaloni un bel cazzo duro e grosso e se lo smanettava, mentre le sue dita mi sgrillettavano la fica. Non gli diedi modo di continuare così: aprii lo sportello, afferrai con la mano quel bello esemplare di cazzo e presi a masturbarlo. "Questa tua moglie è proprio una vacca: guarda come me lo mena - e portandosi in bocca le dita sporche dei miei umori - e che buon sapore che ha!"
Riprendendo il suo lavoro con le dita in fica, accostò l'uccello alla mia bocca, che subito fu fagocitato, fino a contattare con il naso i peli del pube.
Sapere che mio marito era lì, che mi guardava, che guardava quanto la moglie fosse "zoccola", con in bocca il cazzo di uno sconosciuto e due dita di lui che le pastrugnavano la fica, mi fecero raggiungere due orgasmi in successione.
Udire, inoltre, lo sciaguattìo che quelle dita producevano tra gli umori emessi, mi stimolò ad aumentare il ritmo della "fellatio", così da sentirgli dire:
"Sto per venire... che puttana che sei!" e, quindi, feci uscire il pene dalla bocca, di quel tanto affinché fossero visibili, sia per lui che per mio marito, gli spruzzi di seme che mi inondarono bocca e gola, costringendomi ad ingoiare il tutto.
Tutti avreste dovuto vedere: lo sguardo allibito di mio marito per lo spettacolo che gli avevo offerto per la prima volta; l'esaurirsi della vigoria dello sconosciuto per l'improvvisata avventura; l'espressione soddisfatta del mio viso per aver appagato il mio bisogno di apparire più che mai "puttana".
"Amico mio - disse lo sconosciuto - in vita mia, e per il mestiere che faccio, ne ho conosciute di "puttane", ma come questa tua moglie, mai. Devi proprio essere un gran cornuto per accettare tutto questo". Detto questo ci salutò e si rimise in viaggio.
Io, allora, conscia del fatto che il mio uomo aveva solo accumulato tanta eccitazione, senza averla potuto scaricare, mi disposi a pecorina e dissi:
"Dai, cornuto, riempi del tuo seme questa puttana di moglie che ti ritrovi".
Giungemmo al villaggio e, una volta sistemati i bagagli nel bungalow ed aver fatto una rinfrescante doccia, andammo al ristorante, per mettere qualcosa sotto i denti.
Notai che ad un tavolo, di lato al nostro, vi era un signore distinto che, con modi aggraziati e discreti, mi squadrava da capo a piedi. Fui subito stimolata nella mia natura da esibizionista e, quindi, spostai la sedia, se cui ero seduta, in modo da non avere le gambe sotto il tavolo, bensì rivolte verso il tipo.
E' pleonastico riferire circa lo sguardo di meraviglia del tizio, che attaccò i suoi occhi sulle mie cosce accavallate e quasi completamente scoperte, se non fosse per il tovagliolo poggiato su di esse.
Mio marito si accorse della manovra e, sibilando disse:
"Puttana, a chi vuoi far vedere la fica?" Come sopra detto, ero ancora senza mutandine, e, in verità, in quel momento non era quello il mio intento; potrei dire che non era mia intenzione sconvolgere più di tanto quel distinto signore; ma il provvido suggerimento di mio marito ebbe a sferzare la mia fantasia come una scudisciata e, quindi, per prima cosa, tolsi il tovagliolo, scavallai le cosce al rallentatore, allargandole con sfrontatezza, così da permettere la completa visione della mia fica nuda.
Si dette il caso che, proprio nello stesso momento, arrivasse il cameriere, cui non sfuggì l'inusitata visione. Appena al tavolo e riposti i piatti, gli venne di farfugliare frasi dal doppio senso:
"Signora mia, che bontà! Sarebbe meraviglioso poter assaggiare le sue pietanze". Quell'estemporaneo complimento eccitò ancor più la mia perversa fantasia, tanto da far, di continuo, cadere il mio sguardo, mentre desinavo, ora sul cameriere ora sul signore, che, ovviamente sapevano.
Il cameriere si era sistemato su un lato della "toilette" ed a me frullò subito l'idea di verificare quanto l'immagine di me potesse averlo conturbato.
Dissi a mio marito: "Vado in bagno", così mi alzai e mi diressi verso i servizi.
Entrai e fui subito seguita dal cameriere. Mi spinse verso una parete e mi baciò con una passione inaudita... mi sollevò da terra e mi poggiò sul lavabo... mi aprì le cosce e prese a leccarmi la fica... era forsennato e, sentire quella sua lingua che mi rovistava intimamente, all'interno del sesso e tra le sue pieghe, mi faceva emettere mugolii e gridolini che il cameriere provvide a tamponare infilandomi un tovagliolo in bocca.
Era quella la posizione che avevo, a cosce aperte con la testa del maschio fra di esse, quando sopraggiunse mio marito, cui dissi:
"Cornuto, fa la guardia fuori, affinché nessuno disturbi il godimento della tua puttana". Nel frattempo, forse, giunse anche il signore distinto, che sentii confabulare con mio marito.
Il cameriere, dopo una lunga e succosa leccata di fica, estrasse il suo fallo ben gonfio e duro e mi sbatté con una veemenza mai provata prima.
Dopo essere stata riempita di sperma, mi prenotai per qualche altra sessione di sesso, avendo apprezzato la sua prestazione.
"Mi darai il culo?" mi chiese. "Si, certo, ma non omettere di avvertire amici tuoi che qui, tra i vacanzieri, c'è un cornuto ed una puttana che gradiscono attenzioni".
Incredibile! Il giorno dopo, tutto il villaggio sapeva della cosa: ovviamente il primo a farsi avanti fu il distinto signore di nome Tullio e, mentre scopavo alla grande con lui, mio marito tesseva lodi in mio favore, in particolare sulla bravura da me tenuta a far la "troia".
Il suo orgoglio, pari al mio, era tangibile ed ebbe formare una lista di pretendenti.
Quella vacanza fornì un voluminoso palco di "corna" al mio lui, mentre di me non si smetteva di affermare quanto fossi "puttana", cosa che, da sempre, per me, è stata motivo di infinita fierezza.

FINE

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