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Evoluzione della nostra libidine.


di cuckold211
30.03.2021    |    8.970    |    3 9.0
"Mi riaccompagna al lavoro e mi dice: "Ti passo a prendere alle 18..."
Ancora una storia dell'utente "Lamoglieporno", che segue cronologicamente quelle precedenti dai titoli "Sottomessa alla lussuria del mio capo" e "La nostra prima esperienza al club privé".


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Dopo aver trascorso un fine settimana pazzesco, quasi da assatanata, prima con il mio capo e la sera successiva con il mio fidanzato, siamo al lunedì mattina ed è ora di prepararmi per andare in ufficio.
Continuo a pensare a quello che avevo vissuto venerdì sera a quella cena e, mentre sono sotto la doccia, la mia mano corre a toccare la figa.
Già di prima mattina ero parecchio eccitata, ma ben presto devo tornare alla realtà, giusto per non far tardi !!!! Però ormai sentivo di voler esagerare, di provocare, facendomi guardare e, perciò, indosso perizoma bianco in pizzo con reggiseno coordinato, poi mi trucco e prendo a cercare con cosa abbigliarmi.
Opto per una gonna plissettata in pelle a vita alta, che arrivava poco sopra il ginocchio, camicia bianca e copri spalle nero.
Mi sento molto eccitata e decido di mettere delle autoreggenti: questo tipo di calze mi stimolavano davvero tanto; mi facevano sentire "zoccola", come mi diceva il fidanzato; completo la mise con uno stivaletto di quelli a tronchetto, tacco 12, cappotto e via... sono già in ritardo, tanto per cambiare !!!!

Vado giù in autorimessa a prendere la macchina. Avevo una Lancia Ypsilon, a quei tempi, già vecchia di più di qualche anno; apro la porta basculante e vi salgo su, tutta di corsa. Purtroppo la macchina non si avvia: oddio mio, vado subito in panico totale !!!! Provo a chiamare il fidanzato. Lui, per lavoro, è sempre in giro.
Lo chiamo molto agitata e lui mi dice:
"Stai calma, amore, arrivo io a prenderti e ti conduco al lavoro. Stavo andando da un cliente, ma fa niente; dal cliente andrò più tardi, dammi solo 5 minuti ….

Intanto risalgo dallo scivolo del garage e lo aspetto davanti al cancelletto.
Arriva il mio amore super sorridente; salgo in auto e ci baciamo con molta passione, e poi mi dice: "Ma che gnocca sei oggi, amore. Sei bellissima...!"
Per fortuna non mi mise le mani tra le gambe; non volevo vedesse le autoreggenti e così, nel frattempo, aggiunge:
"Mi occupo io della tua auto; manderò il mio amico Gian a rimetterla in sesto". Una volta giunti davanti l'ufficio ci salutiamo con un bacio molto intenso e scendo; lui va via ed io entro: sono in ritardo di circa 15 minuti, dopo tutto quel "maledetto traffico"(?)….
Saluto e dico:
"Scusami per il ritardo, ma ho avuto problemi con l'auto e ho dovuto chiamare per farmi accompagnare".
Il mio capo risponde che non è il caso di preoccuparsi più di tanto ed io mi dirigo verso la mia scrivania.
Egli mi esorta a controllare dei documenti che, l'indomani, serviranno per un preliminare. Mi metto subito al lavoro e mi rendo conto che non riuscivo a guardarlo in faccia. Avvertivo come una condizione di imbarazzo; lui, ok, ci aveva provato con me, ma io mi ero concessa al pari di una puttana, e consideravo:
"Chissà che idea si è fatto di me? Che sono una troia, una che apre le cosce al primo che gli capita davanti? Non mi andava che lì, sul lavoro, si fosse creata questa immagine di me.

Intanto la mattina scorre tranquilla; lui non perde occasione per chiedermi qualcosa inerente al lavoro, finché arriva la fatidica "pausa caffè"; lui mi invita al bar di fronte, come solito; io accetto perché non so dire mai no a quest'uomo.
Ci incamminiamo e mi dice:
"Moira, oggi, sei stupenda: vedo che hai seguito il mio consiglio di abbigliarti un po' più in tiro, anche in ufficio; hai fatto bene, è un peccato che una ragazza come te, debba nascondere la sua bellezza".
Ci sediamo ad un tavolino ed io cerco di stare più composta possibile.
Veniamo serviti ed io gli dico:
"A proposito di venerdì sera, vorrei chiarire qualche aspetto".
Lui mi dice: "Ok, più tardi ne parliamo nel mio ufficio; sappi che, comunque, io son pazzo di te; mi piaci e davvero tanto".

Io, a quelle sue parole, resto tra l'eccitata e intrigata; quest'uomo, di età molto più grande di me, mi ha proiettato in un'avventura molto trasgressiva; il fatto stesso di come la gente ci guarda, anche ora che siamo qua nel bar, a me fa impazzire. Rientriamo a lavoro e corro a far pipì, stando seduta sul water. Dopo averla fatta, presi a toccarmela, ripercorrendo le varie fasi di quel venerdì, nel motel; di come mi aveva fatta sua in tutti i sensi, arrivando a concedergli finanche il mio lato B, così subito, senza un minimo di ritegno; mi toccavo la figa come impazzita.

Ma ho dovuto smettere e tornare in me !!!
Ero al lavoro e, quindi mi alzo, tiro su il perizoma e la sola vista delle autoreggenti continuava a farmi eccitare.
Ripensavo anche a quello che mi aveva detto il fidanzato: sembravo una "zoccola". Sistemo la gonna ed esco; torno al mio posto, ma ogni tanto mi annusavo le dita che erano ancora odorose dei miei umori.
Cazzo quanti pensieri lubrici mi affollavano la mente.

A fine giornata, sono fuori dall'ufficio da qualche minuto e aspetto il mio fidanzato. I maschi che passano, mi mangiano con gli occhi; mi guardano con insistenza e questa situazione mi eccita sempre più.
Finalmente arriva, salgo in auto e dico:
"Era ora, amore, dove eri finito? Mentre ti aspettavo ho dovuto ingaggiare una lotta con i maschi che passavano; ho ricevuto tanti di quegli apprezzamenti che non ti dico; però ho sempre detto di no, solo perché aspettavo te, l'amore mio".

E lui di rimando: "Andiamo a mangiare qualcosa, anche io avrei delle cose che vanno al di là del solo dire"
Ed io: "Ah, sì, e cosa, oltre al dire; forse hai qualche "fare" che ti frulla in testa"?
"Ora ti porto in un posticino ameno a mangiare, tanto fino al tuo rientro, alle 14.30 c'è tempo" e intanto cerca di insinuarmi una mano per toccarmi la figa, ma io serro le gambe, dicendo:
"Andiamo a mangiare, dopo sarò tua". Non volevo scoprisse che avevo indossato le autoreggenti per andare al lavoro…..
Dopo poco arriviamo al ristorante specializzato in pranzi di lavoro.
Il mio fidanzato era una avventore abituale in questo ristorante e conosceva bene il posto. Ci sediamo e lui va alla toilette; io resto al tavolo e, devo dire, avverto di esser osservata con una certa insistenza.
Erano tutti uomini in compagnia di donne: saremmo state 4/5 ai tavoli e le cameriere arrivano subito per prendere la comanda.
Nel frattempo arriva anche il mio fidanzato e mi dice:
"Qua ci fanno mangiare in fretta, cosi presto saremo liberi"!
Mentre la cameriera aspetta il nostro ordine, se la ride, la birichina.
Ordiniamo e poi ci scambiamo qualche bacio, quindi mi dice:
"Amore, ti desidero, ti voglio" ed io rispondo:
"Anch'io sono molto eccitata; non riesco a far a meno di pensare agli incontri che si possono fare in quel magnifico locale dell'altra sera. Quanto mi sono divertita, amore. Ho sempre più voglia di cazzi nuovi, di farmi scopare, come nel locale, da perfetti sconosciuti…..

"E' vero, tesoro ! Anche a me piace molto questo nostro modo di trasgredire... di giocare... il vederti presa da altri uomini mi fa impazzire, come pure scorgere come ti guardano gli altri ! Prima, quando sono andato alla toilette, nel tornare ho visto quel gruppetto al tavolo, alla nostra destra, che ti guardavano e parlavano tra loro; chissà che fantasie devi avergli suscitato...Ho il cazzo durissimo, amore". "….hhhmmmm, porcello, ora vado io alla toilette e poi andiamo via; voglio che mi scopi e soddisfi su di me la libidine che, sento, deve esser tanta".
Ero davvero molto eccitata; mi alzo e, nell'andare in bagno, sculetto un po' senza esagerare troppo. Appena entrata, me la tocco e avverto che sono in delirio... mi scuoto e ritorno in me; quando esco noto che nell'antibagno vi erano due uomini. Il bagno era grande con una zona lavandini; io mi dispongo per lavare le mani e sento uno che dice all'altro:
"Beato il suo uomo... con una così bella figa, c'è da spassarsi parecchio ed a lungo". Io, mentre esco, abbozzo un sorrisino, lasciando intendere di aver gradito il complimento, e vado.
Giunta al tavolo, raccogliamo le nostre cose e andiamo via. Ormai eravamo molto eccitati: il mio fidanzato propone di passare dal suo magazzino per una bella sveltina, dal momento che il tempo disponibile non era molto.
Appena in auto, ci baciamo molto passionalmente.
In breve raggiungiamo il magazzino posto nella zona industriale. Al suo interno c'è un piccolo ufficio e, lì giunti, non perde tempo: mi spinge sulla scrivania, mi tira su la gonna e, alla vista delle autoreggenti, si eccita come un animale:
"Che troiaaa ! Ora metti le autoreggenti anche quando vai al lavoro, zoccola"? Intanto che me la leccava, mi diceva:
"Dì la verità: vuoi provocare il tuo capo? E' per quello che sei cosi in tiro, troia? Dai... dimmelo, è cosiiiii"?
"No, sai bene che mi piace vestire così; la verità è che mi piace provocare ed essere guardata dai maschi"; intanto mi inginocchio e gli ciuccio il cazzo.
Il suo era durissimo e me lo sentivo arrivare in gola, da come me lo spingeva dentro; d'un tratto mi toglie il cazzo di bocca e mi fa mettere a pecora su una sedia: mi mette subito il cazzo in figa, mentre un dito ravana il mio buchino. Pompava con foga animalesca, teneva un bel ritmo e diceva:
"Lo sai che sei una troia? Ora te lo metto nel culo, porca; te lo voglio sfondare, zoccola" Intanto quelle parole mi facevano gocciolare la figa. Poi, punta il cazzo al forellino e, in un colpo secco, me lo infila nel culo; lancio un urlo, e lui:
"Zitta, troiaaaa..." era proprio infoiato al massimo e mi scopava il culo con sempre più violenza.
Io, ormai, sono in delirio e lo incito dicendogli:
"Ancora... ancora... non ti fermare, porco…." !
Dopo un po' mi riempie il culo di sborra; lo estrae gocciolante e mi dice:
"Puliscilo per bene, troiaaaa..."
Dopo averlo fatto per bene, ci ricomponiamo e andiamo, ma io sono ancora eccitata.
Lui mi dice: "Sbrigati o arriverai tardi a lavoro; due ritardi nello stesso giorno è proprio tanto…."

E' stata una pausa pranzo molto eccitante. Mi riaccompagna al lavoro e mi dice:
"Ti passo a prendere alle 18.00", mi dà un bacio ed io entro in ufficio.
Il mio capo non era ancora rientrato, quindi vado in bagno; desideravo ancora toccarmi, ma, dopo pochi minuti, sono costretta a ricompormi.
Sento la voce del mio capo e di altre persone; esco e vado alla mia scrivania. Dopo poco mi chiama e mi dice:
"Mi porti i documenti del faldone..."? Io ricerco quanto richiesto ed entro nel suo ufficio. Con lui vi sono due uomini seduti al tavolo; mi dice:
"Accomodati e prendi appunti"! Inutile dire che non c'ero con la testa, ma il mio capo fece finta di nulla onde evitare di mettermi in imbarazzo….

Inutile dire che ero persa. Pensavo alla scopata al magazzino di poco prima con il mio fidanzato, alle sue parole con cui mi diceva: "vuoi provocare il tuo capo"?!!!! Ormai avevo perso ogni forma di inibizione, mi sentivo decisamente troia.
I due clienti vanno via ed egli non tarda a chiamarmi di nuovo nel suo ufficio.
Mi siedo accavallando le gambe ed il tavolo, con il ripiano in vetro, non serviva a nascondere il bel panorama che gli offrivo. Così mi dice:
"Ma che ti succede oggi? Sei rientrata dalla pausa con la testa altrove, ti vedo molto distratta" ed io assumo a pretesto che mi sentivo parecchio guardata da quei due, per cui non riuscivo a concentrarmi.
Poi mi chiede cosa intendevo chiarire, in riferimento alla pausa caffe della mattina e, così, gli dico:
"Mi riferivo a ciò che è successo tra noi venerdì sera".
Egli, allora, si alza, mi si pone dietro la mia sedia, e mi dice, mormorandomelo all'orecchio: "Quello di venerdì non è nulla in confronto a quello che voglio da te". Mi sposta i capelli e inizia a baciarmi l'orecchio; cerco di sottrarmi, ma lui si fa più insistente; io insisto a dir di no, precisando:
"Ho un fidanzato... non mi va di tradirlo" ed egli:
"A me non frega un cazzo del tuo fidanzato; ti voglio... sei la mia puttana… una come te ha bisogno di un maschio come me, che la fotte".
Intanto mi ritrovo già con la camicia sbottonata e mi tocca i seni, mentre prosegue a baciandomi il collo. Dopo un po' mi spinge sul tavolo, comprimendomi il viso su di esso e lui mi tira giù la gonna.
Alla vista delle autoreggenti, mi dice:
"Vedi che avevo ragione, nel dirti che sei una puttana ?! Se non lo fossi, non ti saresti presentata così al lavoro".

Io, sempre distesa con il petto sulla scrivania, sento che sputa sul mio buco e poi inizia a penetrarmi. Il suo cazzo è molto più grosso rispetto a quello del mio fidanzato, ma essendo stata scopata poco prima, entra facilmente tutto, fino a sentir sbattere le sue palle, mentre dice:
"Sei una troia ed ora la mia troiaaa"; io cerco di farlo uscire perché lui mi sta scopando senza preservativo, e lui:
"Cosa hai troia? Zitta e godi !" ed io:
"No, metti almeno il preservativo" e lui:
"No, voglio riempirti di sborra questo culo da porca che hai" e accelera nel ritmo; mi pompa con molta foga, io urlo dal godimento, mentre lui spinge sempre più e mi insulta dandomi della "puttana" e dicendo che lui è il mio padrone…..
Dopo un tempo che mi è sembrato infinito, sento che sta per venire e dice: "Zoccola, sborro... sborro…", lascia dentro il cazzo ancora duro e aggiunge:
"Vediamo se capisci che sei la mia puttana" io mi tiro su e corro in bagno; mi siedo sul water ed evacuo la sua sborra: era tantissima… ! Mi pulisco e ritorno di là. Lui, quasi con indifferenza, dice di preparare certi documenti per l'indomani.

La condizione che stavo vivendo mi fa sentire sempre più porca… nella mia testa risuonano le sue parole: SONO IL TUO PADRONE !
Intanto era quasi l'ora in cui sarebbe arrivato il mio fidanzato... mi sentivo "zozza", lurida… e non me la sentivo di riferirgli ciò che avevo fatto.
Quindi mi alzo e mi metto il capotto, mentre lui insiste:
"Vai, vai pure, che sti sta aspettando il tuo fidanzatino" e lo dice in chiaro tono di sfottò.
Intanto cercavo di riflettere in che cazzo di situazione mi sono messa, con quel maiale.

Salgo in auto, gli do un bacio e cerco di nascondere il mio stato d'animo.
Con il mio ragazzo parlo un po' della giornata e dico:
"Oggi ho avuto una giornata molto stressante al lavoro, con delle pratiche molto complicate". Arrivati a casa ci salutiamo con un bel bacio, ripromettendoci di sentirci più tardi, al telefono.

Una volta a casa, ripenso a quello che successo con il mio capo, alle parole che mi ha rivolto e mi sento molto eccitata; penso che ormai sono in suo possesso... sono come in "trance" quando sono con lui, mi eccita da morire il suo modo di dominarmi... e valuto: "Questo di sicuro è solo l'inizio!!! Cosa cazzo avrà in testa, quello stronzo"?
Intanto mi spoglio e faccio un bagno caldo, rigenerante; mi metto comoda con indosso una tuta e scendo giù da mia madre, a cena.
Lo facevo spesso durante la settimana. Trascorro una serata tranquilla con i miei, e quando rientro su, nel mio appartamento, trovo un messaggio sul cellulare: è del mio capo... dice:
"Domani mettiti bene in tiro, semmai con una bella minigonna; ti voglio sexy, troietta" !
Mi sento precipitata in uno stato di eccitazione pazzesca, ma, nel contempo, ho molta paura a parlarne con il mio fidanzato. Voglio capire come si evolve la situazione, prima di dirgli qualcosa.
Quindi lo chiamo e parliamo un pochino; poi gli dico:
"Guarda che domani mattina mi accompagna mia madre al lavoro; è di strada per delle commissioni" e ci salutiamo, dandoci la buona notte. Questo per non farmi vedere che andavo al lavoro più sexy del solito.

Intanto in testa mi rimbomba: SONO IL TUO PADRONE.
Quelle parole mi mettono addosso una particolare eccitazione, e perciò decido di lasciarmi andare alle porcate di quell'uomo.

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