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Come convinsi mia moglie a farmi cornuto 3


di cuckold211
14.03.2024    |    3.464    |    10 9.3
"Trascorse così, tra continui gemiti e mugolii, circa un quarto d'ora, poi lei si alzò ed esclamò: "Sergio, fa vedere a mio marito come si scopa co..."
PREMESSA
Il racconto che vi apprestate a leggere non è mio, bensì dell'utente del sito nick "giorgiasucchia", che mi ha autorizzato a pubblicarlo, dopo avermi assicurato che i fatti narrati sono reali e non di fantasia. Io l'ho riveduto e corretto e, devo dire, l'ho trovato davvero bello ed intrigante. Spero che sia così anche per voi. Buona lettura.

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Dopo di che, lei si alzò e tirandoselo dietro con una mano stretta sul cazzo, disse:
"Spostiamoci sul letto: staremo più comodi"; lei avanti, lui dietro come un cagnolino; io li seguii e mi sistemai su una poltroncina a vedere il film (?) che fra poco si sarebbe svolto a mio solo favore.
Si misero sul letto nella posizione del 69: lui sotto e, di tanto in tanto, cambiavano posizione, in maniera tale da farmi vedere con quale impeto lei lo spompinava; non l'avevo mai vista così sul mio cazzo. E poi, quelle cosce spalancate per accogliere al meglio la lingua di lui, che la spennellava dal clitoride al buco del culo, mentre, con le dita, le preparava il buchetto, inserendole dentro non meno di tre dita.
Trascorse così, tra continui gemiti e mugolii, circa un quarto d'ora, poi lei si alzò ed esclamò:
"Sergio, fa vedere a mio marito come si scopa co 'sto cazzo una moglie molto desiderosa di grossi falli; desidero che me la slarghi tutta".
Lui la prese, la mise supina sul materasso, le alzò le gambe e se le poggiò sulle spalle; poi, puntò quella specie di ariete ala fessura della sua fica e lei:
"Oohhh, ssssiiiiiiii, adessso, daiiiiiiiiiii, fammi male, fammelo sentire tuttoooo".
Lui glielo premette sul buco e gliene introdusse dentro solo un po'; lei:
"Hhhuuuummm, fa piano, è grossoo, ma daiii, continuaa, daiiiii, daiii, daiiiii, sssssìììììììììì, hhhuuummm, ancora" fino a che lui, in un colpo solo e con tanta irruenza, glielo schiaffò tutto dentro, per poi fermarsi.
Era la tecnica idonea a farla adattare alla particolare, quanto eccezionale, penetrazione; faceva in modo da farle percepire i coglioni appiccicati alle chiappe, per farla render conto che, ora come ora, lei aveva accolto dentro di sé tutti quei centimetri di cazzo, e così, fra mugolii misti a dolore/piacere, non riusciva a trattenersi dal dire:
"Ho un po' male, ma mi piace, hhuummmm, dai, adesso muoviti, chiavami, fammi tua in tutto e per tutto. Scopami quanto vuoi e come vuoi, ma muoviti, muovi 'sto cazzone, fammelo sentire in tutta la sua potenza, mmmmm, quanto mi piace!!!"
Sergio, dopo averla fatta implorare, cominciò prima piano, poi aumentando sempre più, sia in velocità che per vigoria, le bordate dentro quella fica, non adusa a quel calibro. Adesso la sentivo urlare di piacere ed anche forte; lui la stava chiavando di brutto, senza pietà, né ritegno, e lei gli andava incontro, pur con lui che, giunto in fondo, la pompava al massimo, scopandola senza darle tregua.
Per circa un'ora, lui la scopò in ogni posizione, lasciandola stremata.
Dopo il tanto darsi da fare, sia da parte di lui, che la slargava e sfondava in ogni modo tanto da farle colare la fica di continuo per tutti gli orgasmi raggiunti, come anche da parte di lei, che andava sempre incontro ad ogni affondo di quel temibile bastone di carne. Infatti lei si stava facendo scopare a pelle, carne su carne, e per me era qualcosa di divino: mia moglie si stava concedendo ad un altro, senza alcuna protezione; lei dovette leggere nel mio pensiero, le preoccupazioni che mi assillavano e, mentre Sergio le alitava qualcosa nell'orecchio, guancia a guancia, lei, ad alta voce, quasi urlando, disse:
"Dai, dai, scopami, sfoga tutto dentro di me; slargami, sfondami e poi? Sìììììì, riempimi la fica, tanto, dalla volta che abbiamo ballato, già dal giorno dopo, sono andata dal ginecologo e mi son fatta dare la pillola; sììììììììì, maritino mio, sto prendendo la pillola, perché voglio sentir Sergio che mi riempie di tanta sborra e non dovremo aver nessuna preoccupazione, non ci saranno problemi. Alla fine vorrò anche succhiare la sua sborra, direttamente dal cazzo; mi sono informata ed ho appreso che la sborra fa molto bene ad ingoiarla: oltre ad esser un buon nutriente per la pelle, a noi donne dà un'ulteriore spinta a farci sentire troie e fare tante esperienze, inimmaginabili per me, fino ad ieri".
Tutto questo serviva ad informarmi che non aveva timore di poter essere inseminata dal cazzo di Sergio.
"Sì, lo voglio tutto, voglio tutta la tua sborra, anche se potrebbe ingravidare questa tua femmina; dai, fammi sentire tutto il calore della tua sborra, che poi mi piacerà anche ingoiare a forza di succhiate, mmmmmm".
E lui proseguì a chiavarla, dandole continue interminabili sbattute, sempre più forti, così da bloccarsi tutto dentro la sua fica, proprio per inondarla del suo seme.
Che strana la vita: da quasi bigotta, ora intendeva provare di tutto e con un coso enorme.
Dopo un paio di minuti che erano rimasti immobili, abbracciati, a limonarsi, godendosi la saliva l'uno dell'altra, Sergio si sfilò da quella che, ormai, era "la grotta del piacere". Presto apparve un rivolo di sontuosa crema bianca che, oltre a scivolarle sul culo, fece anche una bella chiazza sulle lenzuola; avevo letto da qualche parte che i cuckold, a questo punto, avrebbero dovuto leccare tutto quel ben di dio che usciva dalla fica della moglie, se non altro, per provarle che non provava ribrezzo per lei che si era fatta chiavare da altri.
Lì per lì, l'avrei anche fatto, ma, essendosi verificato tutto così in fretta, non me la sentii, anche se, non nascondo che avrei fatto anche un bel pompino a Sergio, quasi in segno di riconoscenza per il piacere che aveva donato a lei. Può anche darsi che, trattandosi della prima volta, lei non abbia voluto infierire nel chiedermi di fare certe cose.
L'intero amplesso si era protratto per circa un'ora e mezza, ed io ero lì a gustarmi la visione della mogliettina che, a sua volta, si godeva un vero cazzone in fica, mentre lui proprio non smetteva di sbattersela di continuo ed in ogni posizione.
Rispetto a quando cercavo di convincerla a far qualcosa del genere e, puntualmente, ricevevo un rifiuto, dicendomi che ero pazzo anche solo a pensarlo, ora, dopo solo pochi giorni, era tutto cambiato; adesso, nella sua testa, c'era un solo chiodo fisso: potersi godere un bel cazzo e che cazzo... incredibile!
Da moglie devota, ora la vedevo trasformata in una gran troia, ma, in fondo, ero stato io ad averla esortata a provare quel tipo di piacere, certamente perverso, ma che comportava un'eccitazione fuori da ogni schema. D'ora in poi, cosa avrei dovuto aspettarmi? Vedevo loro due abbracciati, che si baciavano, quasi non ne fossero ancora sazi; poi lei andò in bagno e, una volta uscita, lui fece lo stesso. Mentre lei era in bagno, lui, tutto sudato, mi disse:
"Hai visto come sono le donne? Prima ti fanno dannare in un modo e poi in un altro; da che ti si presentavano come santarelline, una volta provato un cazzo più grosso, perdono definitivamente la testa; adesso, sempre con il tuo permesso, vorrei portarla al punto di non ritorno, facendole provare qualsiasi cosa sia possibile fare con i maschi, anche con un numero più corposo, ma, prima, devo istruirla per bene: vorrei domarla.
In parole povere mi stava dicendo che mia moglie avrebbe dovuto provare altre esperienze, sia con lui che con altri cazzi, amici suoi, facendola divertire con più uomini per volta. Io gli risposi che, se fosse piaciuto a lei, per me non c'era alcun problema, ma tutto sarebbe sempre dovuto accadere con me presente, in quanto, quello che si apprestavano a fare, era un gioco cui avevo sempre attribuito una piacere infinito e particolare.
Sergio, ovviamente, si dichiarò d'accordo e mi disse anche:
"Però, attenzione! Potrebbe anche accadere che lei ti richiedesse cose che tu, finora, non hai mai fatto!"
"Forse ti obbligherà a far cose da cuckold, in quanto, allargando la sua conoscenza sui tanti modi di far sesso, potrebbe chiederti certe cose che non dovrebbero esser lontane dal tuo modo di pensare".
Lei tornò e Sergio andò in bagno a farsi una bella doccia; intanto lei mi venne vicino, coperta a malapena da un asciugamani, mi diede un bacio e mi disse:
"Grazie, amore, grazie per quello che mi hai fatto provare; sono state cose che nemmeno sapevo potessero esistere e che tu, con la tua insistenza, sei riuscito a farmi provare, provocandomi tantissimo piacere. Sergio mi ha scopato in modo tale da provocarmi continui orgasmi, non smettevo mai di godere e più mi stringevo a lui, a quel suo grosso cazzo, più mi faceva andare in estasi, ogni volta che infieriva nella mia fica. Scusami, ma d'ora in poi e, di tanto in tanto, vorrei godermelo nel nostro lettone; quindi tu, datti pace! Ho scoperto quanto sia bello farsi fottere da cazzi come quelli che mi facevi vedere nei video porno".
A quel punto, intervenni dicendole:
"Tranquilla, per me puoi far tutto ciò che ti detta l'istinto di femmina che ti pervade; ho visto bene come ti attaccavi a lui ed arrancavi con i piedi sui suoi fianchi per farti chiavare più a fondo e con maggior forza; ci mancava solo che ti entrassero dentro pure le palle!"
Lui era tornato e già si era rivestito, ma non omise di accostarsi a lei, attirarla a sé, per darle ancora un appassionato bacio ed aggiungere:
"Cara bella mogliettina, prima facevi un po' la contegnosa, ben sapendo che, una volta provata l'entità e durezza del mio cazzo, ti saresti sciolta alla grande. Sai, ho capito subito tutto da questi tuoi occhi, attraverso i quali si leggeva il tuo desiderio di tanto cazzo; ora, se e quando vuoi, sai come fare per cercarmi. Ma sappi che tengo in serbo per te altre piacevoli esperienze, che non vedo l'ora di farti conoscere. Pian piano, diventerai quella che voglio tu sia e son certo che ti piacerà tutto, proprio tutto, nulla escluso, di ciò che dovrai ancora provare. Continua a voler bene a tuo marito, perché voglio che, ad ogni nuovo incontro, lui sia sempre presente, cosicché anche lui imparerà a darti piacere, godendone a sua volta. Ora devo andare, ci sentiamo".
Un ultimo bacio, con lei che ancora gli si strofinava addosso, e poi ci salutò.
Erano le 23:00, quando ce ne andammo a letto, su quel letto dove, qui e là, il lenzuolo presentava chiazze di saliva, squirt di lei o sborrate di lui. Ci abbracciammo in mezzo a tutte quelle brutture e ci baciammo, con me a cazzo duro, ben dritto, che reclamava piacere; lei lo capì e si abbassò a farmi un sontuoso pompino, mai provato a quei livelli; non resistetti a lungo e le venni presto in bocca, mentre lei, a labbra strette con forza sul mio cazzo, accolse la mia sborra e la ingoiò. Anche per me quella sera era stata qualcosa di estremamente eccitante e perverso, ma ne avevo goduto come non mai.
Ad ogni modo, stremati dalle fatiche sostenute fino a quel momento, ci addormentammo.
La mattina seguente mi sveglio e trovo sul comodino caffè e dolcetti; lei era lì ad aspettare che mi svegliassi, era sorridente, radiosa, e mi fa:
"Buon giorno al mio maritino "porco"! Ieri sera sei stato davvero tanto bravo a farmi provare cose che non avrei mai immaginato" e fa seguire alle parole un bacio sull'ombelico, dal momento che avevamo l'abitudine di dormire nudi.
Poi si posizionò a cavallo sulla mia faccia per farsi leccare dal clitoride al buco del culo, scorrendo parecchie volte sulla mia bocca, dicendomi:
"L'ho visto fare più volte nei video: hhmmmuumm, che bello!"
Dopo un po' di leccate, mi sbrodolò in faccia, per poi tornare sull'ombelico e giù a farmi un gran pompino: avevo il cazzo dritto e duro come un fuso; poi mi fa:
"Poco fa ti ho portato caffè e dolcini con la panna, ma anch'io, adesso, voglio la panna, la tua".
Quelle parole servirono a farmi sborrare in breve tempo nella sua bocca e lei, con un'espressione di gioia, la ingoiò tutta, si rialzò e, dopo avermi pulito la cappella a fondo, mi fa:
"Lo sai che, mentre ti spompinavo, pensavo al cazzo di Sergio e a quando mi riproporrà di farmelo gustare ancora? Ma non c'è problema: ora abbiamo il suo numero e posso chiamarlo quando voglio".
Era ancora tutta nuda e si allontanò per portar via il vassoio del caffè: era tutta sculettante e, credetemi, era davvero un bel vedere. Quella visione mi fece balenare un'idea davvero oscena: sarebbe stato bello vederla inculata da Sergio! Chissà che buco di culo le avrebbe fatto? Lei che era sempre stata così pudica, si sarebbe prestata a farsi fare il culo da un cazzo così grosso? Era troppo bello al solo pensarci!
Così, in giornata, chiamai Sergio e gli riferii tutto, sottolineando che, allorché se ne fosse creata l'occasione, avrei avuto piacere a che glielo mettesse nel culo, perché sarebbe stato come sverginarla. Lui mi rispose che ero stato preceduto da mia moglie con una chiamata sul cellulare e gli aveva già chiesto di rivederlo quanto prima possibile. Lui le aveva risposto molto semplicemente: - presto, molto presto e, nell'occasione, dovrai provvedere a far due clisterini a quel tuo bel culetto - e lei, senza porsi troppe domande sul perché, rispose che avrebbe fatto come lui desiderava.
Fu allora che mi venne da considerare che non mi ero sbagliato: lei aveva già pensato, e prima di me, a farsi fare il culo.
All'ora di pranzo, ricevetti una chiamata da mia moglie.
Mi informava che lei e Sergio si erano sentiti poco prima e che dovevamo far in modo da esser liberi per il prossimo sabato, perché eravamo invitati in una villetta, di sera, a cena, verso le 20:00. Ci sarebbero stati anche altri ospiti e lei avrebbe dovuto vestirsi un po' da troia, senza intimo, né reggiseno, con un leggerissimo soprabito a celare le sue grazie, scarpe con tacco dodici, in modo da metter ben in risalto il suo bel culo. Ha aggiunto dicendole che, in pratica, doveva sembrare quello che già sentiva di essere: una gran maiala, succhiacazzi! Lui sarebbe venuto a prenderci.
Io sentendo tutto questo, mi dissi: - cazzo, questo Sergio ha più fantasie di me? Vedremo dove sarà capace di arrivare -.
Il giorno dopo, tornato a casa per pranzo, lei mi corre incontro, mi abbraccia, mi bacia e dice:
"Questo pomeriggio, caro, una volta smesso di lavorare, mi porterai a comprare qualcosa di sexy, molto arrapante; ci saranno anche altri maschi lì, a cena, e non voglio sfigurare: voglio sentirmi desiderata al punto da far drizzare il cazzo a tutti".
Questo mi fece pensare: - cazzo, guarda tu quanto un cazzo grosso possa far cambiare una donna, una volta che ne abbia provato uno! -
Le risposi: "Certo, appena esco, fatti trovare pronta: passerò a prenderti". Quando tornai e salì in macchina, era tutta eccitata; mi suggerisce di andare in un sexy shop per vedere cosa consigliano.
Ce n'era uno nella periferia di un'altra città e questo era bene, perché nessuno ci conosceva. Una volta entrati, c'erano dei ragazzi che guardavano le copertine di alcuni video, ma poi andarono via; subito si fece avanti il gestore e ci chiese cosa poteva servirci. Lei, senza alcuna remora:
"Avrei una cena di lavoro con un dopo piuttosto piccante; vorrei qualcosa di provocante... sì, un po' da troia, ecco sì, proprio così" e sorrise. Lui ci portò in un altro ambiente, dove si poteva trovare di tutto, mettersi nudi e provare qualsiasi cosa. "Guardate un po'", ma, prima di uscire, aggiunse:
"Certo, signora, che con un fisico come il suo, potrei suggerirle io qualcosa..."
E lei, prendendo la palla al balzo: "Deve tener presente che non indosserò intimo: sotto, sarò completamente nuda".
Ci fece vedere delle gonne in pelle nera, ma fin troppo mini, che quasi le si vedeva il culo.
Gliene fece provare una e davvero riusciva a coprire a mala pena le natiche. Poi le consigliò delle calze velate nere autoreggenti ed un top che le arrivava, sì e no, all'ombelico, molto aderente da far risaltare le sue tette e tutto il suo fascino di femmina, che serviva a provocare ogni forma di cazzo. Infine, sempre lui:
"Se mi permette, un ultimo suggerimento: con delle scarpe dal tacco 10, completerebbe magnificamente il tutto, ed avrà tanti cazzi dritti che non potranno far a meno di farle il filo".
La convinse al punto che prese tutto. Arrivati a casa, si mise a provare come le stavano le cose appena comprate: così vestita, sembrava davvero che dovesse affrontare una gang bang, tipo quelle dei video porno; mi permisi di farglielo notare, e lei, per tutta risposta:
"E se così fosse? Di certo, non mi tirerei indietro, visto come godono quelle dei film con tanti maschi; d'altronde, non sei stato tu a stuzzicarmi?"
La sera, usciti di casa, la guardavo mentre camminava verso la macchina: sembrava davvero una zoccola di quelle più che rodate, anche se, al momento, si era goduto solo un cazzo enorme in fica e assaporato la sborra che emetteva.
Sergio ci venne a prendere nel punto stabilito e fece guidare me, mentre loro si sistemarono sul divano dietro; io sbirciavo dallo specchietto retrovisore e potei vedere che lui le aveva infilato la lingua in bocca, le aveva fatto allargare le cosce al massimo, tanto da metter in mostra tutto lo spacco della fica, ora ingombra da tre delle sue dita. La stava masturbando di brutto, tanto che lei, dopo un po' di gemiti, si allargò ancor di più, alzandosi un po'; in quella posizione gli permise di introdurre anche due dita nel culo, già lubrificate dai suoi stessi umori. Vedevo quelle dita tutte immerse nel suo culo, ben pulito per i clisteri fatti; lei gemeva e veniva, mentre tastava il cazzone di Sergio da sopra i pantaloni; la cosa mi anticipava alla mente ciò che sarebbe successo fra poco, dentro quella casa. Arrivammo e lei, ricomponendosi un po', ma con la fica ancora bagnata, sebbene ripulita da due fazzolettini di carta, entrò insieme a lui; io dietro di loro. Era una villetta e, a piano terra, presentava un ampio salone, con tanti divani con a fianco un tavolinetto, su cui erano sistemati bicchieri e bottiglie di spumante. Lui la guardò e, presala per i fianchi:
"Cara la mia troietta; questa sera conoscerai molte novità". Poi, rivolto a me: "Anche tu, diverrai molto più esperto in tema di filosofia cuckold ..."
Sergio, aperta una bottiglia, ci invita a bere un fresco vinello, niente male, e poi ci porta subito di là, in camera, dove c'è un letto circolare, ricoperto da un telo rosso, luci soffuse ed uno specchio che copriva tutta una parete e che rifletteva tutto ciò che era possibile vedere di noi. Davanti a me, Sergio le mette una mano sul culo e lei, Elena, sì è questo il nome di battesimo di mia moglie, si volta e lo abbraccia, appiccicandogli le proprie labbra alle sue; le lingue si rincorrono a cercarsi e quasi a volersi mangiare, mentre la mano sul culo, spaziava freneticamente tra fica e buchetto, allargando le chiappe. Sul davanti, lei sentiva già crescere quel bastone di carne, che già aveva provato così a fondo e non vedeva l'ora di sentirselo salire su, tra la sue labbra, ormai bene aperte, fino a scomparire tutto dentro, fino a sbattere sull'utero con forza e farla urlare del piacere di sentirsi quasi violentata. In breve furono nudi tutti e due, lei con il suo cazzo in mano che lo serrava alla base e lui con tre dita nella sua fica. Già sentivo i suoi gemiti; ero seduto su un divanetto e sentivo brontolare il mio cazzetto che, rispetto all'altro, sembrava inesistente. Spaziavano nei punti giusti con la bocca e si profusero in un 69 travolgente. Una mezz'ora con il suo cazzo sempre più duro, che entrava ed usciva dalla bocca di Elena, che, di certo, non si tirava indietro quando lui, da sotto, le premeva la testa fra le cosce. Lei sbatteva la fica, a cosce spalancate sulla bocca di Sergio, che era visibile con un cuscino sotto il capo, mentre la slinguava dal clitoride fino al buco del culo.
Io avevo tirato fuori il cazzo e mi masturbavo piano: non si poteva resistere a quella scena. Mi era chiaro che la mia Elena non mi apparteneva più.
Ormai volava alto, soprattutto quando lui le mise il cazzo o, meglio, quel bastone asinino, in fica, dilatandole le labbra e sprofondandole, in un'unica penetrata, fino all'utero, facendole avere un orgasmo tale da farla aderire tutta a lui, con le proprie gambe abbrancate ai suoi glutei, quasi a trattenerlo il più possibile e spingerlo quanto più in là, rispetto a dove era arrivato con la sua invadente cappella. Intanto lo baciava con trasporto e, ogni tanto, emetteva un gridolino, seguito da tanti mugolii. Elena non era più mia e, di quel passo, mi rendevo conto che non si sarebbe fermata al solo cazzone di Sergio, ma ne avrebbe voluti anche tanti altri. La scopata durò parecchio, non pensavo che lui potesse avere una tale resistenza per durare così a lungo e, con un ritmo, sempre più accelerato e senza venirsene. Lei lo incitava:
"Ssìììì, daiiiii, ancoraaaa, infilamelo tutto dentroooo, non ti fermare, daiiiiii, continua, vengo, vengo, sssssssiiiiiii vengooooooo mmmmmmmmmmm, che signor cazzo, che bbbbelloooooo".
La vedevo arrancare, addosso a lui, quasi a voler esser lei a scopar lui. Era un perfetto Bull. Poi, dopo averla slabbrata tutta, lo tirò fuori e glielo mise in bocca. Lui rifiatava, ma mia moglie lo succhiava quasi a volerlo prosciugare con la bocca e diceva:
"Dai, sborra, dammela tutta, riempimi la bocca, fammi sentire il gusto che ha il tuo sperma, dai, sborrami in bocca, la voglio, sìììììì, dai, fammela gustare!"
Non smetteva di restare a bocca aperta, protesa a prenderglielo ancora in bocca, quasi a non volerlo lasciare più. Vidi le sue guance gonfiarsi di più e lei, che serrava quel cazzo a ventosa, era costretta a respirare col naso, mentre lui, piano, si sfilava. Lei, piena come un otre dalla tanta sborra ricevuta, ingoiò quasi tutto, per poi venire da me e limonarmi a lungo, così da riversare nella mia bocca, tutto ciò che ancora retava nella sua. Limonammo di brutto, perché, oltre a considerarla una cosa particolarmente perversa, mi piaceva da morire.
Poi, fece sì che anch'io ingoiassi tutto. Mi diceva:
"Dai, vedi che è buona, cremosa, calda? Questo per te sarà il primo premio, mentre il secondo sarà quello di andar da lui, sul letto, e ripulirgli, insieme a me, palle e cazzo. Devi lucidargli la cappella, lo vedi che maschio che è? Vedi che ce l'ha ancora duro?"
infatti volle che glielo succhiassi in maniera tale da farlo rinvigorire per bene. Lo accolsi in punta, ma spinto dalla mano di lei, cominciai, a bocca spalancata al massimo, a fare un su e giù imposto dalla pressione esercitata dalle mani di lei. Il cazzo di Sergio, dopo un po', tornò nel suo completo fulgore. Intanto io ci avevo preso gusto. In effetti, stavo preparando quel cazzo che poi avrebbe dato piacere a mia moglie; ero passivo a tutto ciò, ma era bello, mi piaceva. Sergio si tolse da me e cominciò a ribaciare lei; intanto le diceva qualcosa che non riuscivo a percepire; vidi lei un po' preoccupata. Fu allora che lui le disse, e questa volta sentii:
"Cara mia, ci son passate in tante ed ora tocca anche a te". Le diceva questo mentre le massaggiava la fica fradicia, fino ad arrivare ad infilarle, prima uno, poi due dita, tutte nel culo, lubrificato dalle continue venute e dita inzaccherate dai tanti umori che promanavano dalla fica di Elena. Vedevo quelle lunghe, grosse dita, tutte dentro al suo stretto culo, che si muovevano in ogni verso; poi prese del lubrificante e ne introdusse un bel po' nel suo retto.
"Ecco, adesso sei pronta: non temere, sentirai un po' di dolore, non lo nego, ma poi sarà solo piacere: mi pregherai di non smettere, e tu - rivolto a me - sarai l'artefice dell'inculata di tua moglie. Vieni qui, prendimelo in mano e imboccalo sul suo fiorellino: dai, svelto".
Lei, a pecora, e lui quasi sopra con lo scettro duro e nodoso pronto a rompere definitivamente il culo di mia moglie.
Io che ormai ero partito e che, da quando pensavo alle cose che vedevo nei porno, avevo maturato nella mente una vera e propria dominazione del maschio su di lei, non da parte mia, bensì dall'altro, presi con una mano la base di quel cazzo e lo indirizzai al culo, in attesa, di mia moglie e, appena, la cappella si appoggiò al suo buco, lo spinsi io ad entrare. La sensazione era come se fossi io stesso ad incularla ed aprirle il culo definitivamente.
Lui mi disse: "Bravo, ora posso far da solo, goditi lo spettacolo!" ....
La serrò per i fianchi e le disse: "Tesoro, rilassati, vedrai che, fra un po', proverai tantissimo piacere".
Lei se ne stava lì immobile e diceva: "Tanto quel coso grosso non mi entrerà mai nel culo" ....e lui di rimando: "Aspetta a dirlo" ....e fece seguire una poderosa spinta. La cappella le entrò dentro, poi con un'altra spinta che la fece urlare, le forzò lo sfintere e così riuscì ad oltrepassare l'anello stretto del culo, per poi fermarsi.
Lei: "Toglilo, mi fa troppo male, non ne posso più!" ...e lui immobile dentro di lei: "Sta ferma, troietta, vedrai che adesso viene il bello" e, mentre lo diceva, diede una, due, tre spinte e, fra le urla di lei, glielo, ficcò tutto dentro, fino alle palle. Lei: "Ma sei sadico? Mi fai morire dal dolore!"....e lui, restando immobile con tutto quel grosso bastone infilato fino alle palle e col bacino appiccicato alle chiappe di mia moglie:
"Sta calma, adesso dove credi di andare? Ora sei mia! Era normale che avresti sentito dolore: in tante ci son passate ed hanno sopportato stoicamente il dolore, ma poi mi hanno ringraziato; ora aspetterò che il tuo culetto si adatti al mio cazzo e vedrai che poi proverai un piacere infinito, anche se ti brucerà un po'"
Infatti, dopo circa cinque minuti, durante i quali lei gemeva sempre di meno, prese a muovere il culo, lui capì che era pronta per sentirlo muovere all'interno. A quel punto, Sergio:
"Ecco, vedi che ti piace sentire il mio cazzo? Ora stai muovendo il culo, segno evidente che desideri sentirtelo muovere dentro; dai, fallo, così capirai perché tantissime donne godono a sentirsi inculate da cazzi grossi".
Cominciò prima con un dentro/fuori dolce, lento, giusto per farglielo sentire quando usciva e quando entrava, forzando i suoi muscoli interni, lo sfintere e l'anello che abbiamo tutti, quello che va allargato e forzato con un bel cazzo. Si diede da fare con un dentro/fuori piano, per un po', poi, senza più tirarlo fuori, prese a sbattere mia moglie sempre più forte, fino a che vidi lei che, stante lui fermo, con il culo gli andava incontro e, poi prendere a gemere:
"mmmmmm dai, muoviti, ti sei fermato adesso che provo piacere? Dai, chiavami anche il culo, cazzo, che gusto, dai rompimi, sfondami, ormai sono tua, hhmmmmm, sììììììì, continua, cosììììììì, prendimi, fammi sentire troia, oooohhhhhhh che torooooo, sssssììììììì, vengo, vengooooooooooooooo!!!"
E lui, imperterrito, continuò per almeno mezz'ora a martellare quel suo culo, che andava incontro a quel cazzo instancabile e sempre ben duro, ritto, poi ne uscì e glielo mise in fica.
La scopò anche lì per un po', prima di rimetterglielo di nuovo tutto in culo, ormai la strada era aperta e glielo mise tutto dentro, piano, ma tutto d'un colpo; lei respirava a bocca aperta, strabuzzava gli occhi, si vedeva che godeva, mentre lui, incollato col bacino alle sue belle tonde chiappe, la faceva sua, senza mai smettere. Poi, tutto colante di sudore, estrasse il suo cazzo e:
"Adesso prendimelo in bocca e fammi venire" e lei, docile docile, mentre si toccava il buchetto, ridotto ad una voragine, lo imboccò e lo spompinò con lui che dettava il ritmo, con una mano sulla testa di Elena e, alla fine, le sborrò in bocca. Lei continuò a succhiare, fino a che mi fece cenno di avvicinarmi e, baciandomi, mi riversò un bel po' di crema calda, dolce ed appiccicosa, dentro, tra gola e palato, per poi prendere a limonare, come due ragazzini, quando, in realtà, eravamo due adulti: io e lei, due troie.
Sì, ero troia pure io, che la assecondavo nel gustarmi la sborra dell'uomo che l'aveva appena chiavata; di un uomo che, invece che un mio ex collega, era un perfetto sconosciuto. Stetti al gioco, perché faceva piacere a lei, ma anche io provavo moltissimo piacere a vedere che, adesso, poteva accogliere quella fantastica verga dentro di sé, godendo di brutto, anche con il culo.
La mia signora per bene, ormai, non era più quella di poco tempo prima: aveva provato un cazzo vero e la sua mente era sempre rivolta lì. Sergio era riuscito laddove avevo fallito io; da quella fatidica sera, io servivo solo a lucidare quel cazzone, dopo che lui aveva preso Elena in tutte le posizioni possibili, provocandole orgasmi a profusione. Adesso aveva provato quel grosso cazzo anche nel culo e le era piaciuto molto. Decisamente lui ci sapeva fare: io ero sempre pronto a servirli e andavo in estasi, nel vedere quel su/giù in fica, in culo e in bocca, al punto da provocarle tanto di quel piacere da farla urlare che ne voleva ancora. Insomma avevamo fatto passi da gigante e dove eravamo giunti sarà oggetto del prossimo ed ultimo episodio.

Fine terza parte.

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