Racconti Erotici > orge > La vacanza a Creta 6: il black
orge

La vacanza a Creta 6: il black


di cuckold211
23.02.2013    |    20.773    |    4 9.4
"Forse una decina di loro, mi hanno goduto in bocca: ho bevuto tanta sborra, ma tant'altra me la facevo colare fuori..."
Lasciai la hall e tornai in camera; feci piano per non svegliare Loredana; poggiai il plico sul suo comodino e mi distesi al suo fianco; lei era supina, magnificamente nuda: il viso sereno e le labbra abbozzate in un tenue sorriso: la osservavo e mi dicevo che ero stato davvero fortunato a conquistare una donna così bella nel suo essere sensuale, procace, fine, maliziosamente disponibile; muovendosi, aprì le gambe e le guardai il sesso: non era più infiammato; si voltò sul fianco dandomi le spalle: quel bel culetto se lo erano goduto alla grande. Non riuscii a trattenermi e presi ad accarezzarla sfiorandola appena; aprì gli occhi, mi rivolse uno sguardo interrogativo, poi mi sorrise, accostandosi di più a me. Le indicai il plico sul comodino e mi chiese: "Cos'è?" "Vedi" risposi. Si appoggiò con la schiena alla spalliera del letto e prese a leggere; quand'ebbe finito, abbandonò la lettera, mi denudò sfilandomi il costume e si distese sul mio corpo, aderendo con il suo in ogni parte del mio. Prese a darmi bacetti sulla fronte, sugli occhi, sul viso, sulle labbra e disse: "Così, amore, sei stato messo al corrente di tutto. Prima o poi, comunque te lo avrei raccontato, perchè, lo sai, non riesco a tenerti nascosto niente, figuriamoci poi le cose che rientrano nella sfera della nostra intimità, che ci apparterranno sempre, per tutta la vita. Si, è andata proprio così: ancora una volta Fabio ha dato prova della sua lealtà. Ero contenta di sostenere la parte della moglie troia; di far vedere agli altri quanto fossi sfrontata e come ero contenta di cornificarlo in sua presenza; ma ciò che mi ha dato fastidio è stato il fatto di vederlo alle prese con altre donne e non già come avresti fatto tu: essermi vicino, esortarmi, rasserenarmi e, nel contempo, invitare i partner ad essere meno brutali. Ho avuto l'impressione che non mi avesse riconosciuto nel n° 6, eppure, sfilandogli davanti, gli avevo fatto cenno". Al che io "Ma non ti è venuto in mente che abbia voluto lasciarti libera, senza condizionamenti di alcun genere?" "Ma che dici? Non ero lì per lui? Non ero la sua compagna che doveva fare la "zoccola" per lui? No, Lucio, Fabio ha sbagliato, ma, forse, il suo è stato un errore veniale di valutazione. Ecco, non sono più arrabbiata con lui: forse ho preteso troppo; vedi quando, a proposito di Patrizia, ti dicevo che noi donne siamo strane? In fin dei conti come potevo pretendere che avesse imparato a conoscermi in così poco tempo? Inoltre, non ero stata proprio io a rimanere nel vago, senza scoprire le mie carte?...Ora, però, mi va di fare un'altra considerazione: hai capito che premio? Si, hai sposato una troia che è stata capace di portare a casa nientemeno che diecimila euro? Ci pensi quanto sei cornuto? E sento che sei pronto a scopare questa grande baldracca che hai come moglie". Si, il contatto ravvicinato del suo corpo, il suo delicato strofinarsi al mio, quelle parole che affermavano la sua totale disponibilità a godere per me, a farmi felice cedendo alle voglie che era capace di instillare negli altri, mi avevano eccitato come un mandrillo e, con i movimenti che ben conoscevo, si era lasciata penetrare in figa, scopandomi molto lentamente. Le dissi: "Dai, raccontami al di là del disappunto, se e quali emozioni hai provato; in quanti ti hanno avuto e come; se, presentandosene l'occasione, ti piacerebbe rifarlo in mia presenza" e lei, alternando momenti di va e vieni ad altri di assoluta immobilità, durante i quali sentivo le sue mucose contrarsi sul membro, cominciò a raccontare: E' vero, quando giungemmo in villa, lui non faceva nulla per nascondere quanto fosse fiero di me ed io, aggrappandomi al suo braccio e stringendomi a lui, dimostravo a tutti, che per vero sbavavano per me, che Fabio era il mio uomo e per lui avrei fatto di tutto. Poi, tutte noi donne fummo allontanate dalla sala e condotte da una signora anziana, forse la moglie del nostro ospite, in una saletta munita di appendiabiti, specchi e adiacente sala servizi; fummo invitate a denudarci, rinfrescarci, indossare i cappucci numerati e le cappe, senza null'altro addosso. Devo dire che c'erano diverse belle donne e, forse, l'insorgente spirito di competizione contribuì a darmi una sferzata di vanità, una carica di adrenalina scosse il mio corpo: non mi andava di essere da meno di loro; dovevo cercare di essere la più brava di tutte. Una volta tornata nella sala principale, quasi non la riconoscevo più. Aleggiava un intenso profumo di essenze orientali, un celestiale suono di arpa si diffondeva nell'ambiente immerso in una penombra appena rischiarata da grosse candele, disposte qua e là. La sala aveva assunto un alone di mistero acuito ancor più dalla nostra "mise"; il rintocco del gong ci segnalò l'inizio della prima performance: eravamo in cerchio e ci liberammo della cappa; davanti agli occhi increduli ed estasiati degli uomini presenti, apparvero i corpi nudi di dieci donne, simili ad altrettante ninfe. Cominciammo a sfilare, mostrandoci con fierezza, ma anche impudicizia; il rintocco del gong decretò la fine del primo game: gli uomini votarono. Altro gong...inizio secondo game... dovemmo masturbare ogni uomo presente per 30 secondi... fine game... votazione; terzo game... distese sui divani dovemmo masturbarci per 30 secondi... fine game... votazione; quarto game... dovemmo eseguire una fellatio di 30 secondi a ciascuno degli uomini presenti... fine game... votazione, e così via. Dal quinto game in poi, e senza limite di tempo dovemmo, farci penetrare dai pretendenti disposti in fila, davanti alle prescelte, in attesa che si liberasse un posto. Naturalmente, durante il percorso, diversi eiacularono; amore, non so con quanti ho scopato, ma posso dirti che la fila, davanti a me, non finiva mai, eppure mi davo da fare: mentre avevo tutti e tre gli orifizi occupati, ne smanettavo altri due. Forse una decina di loro, mi hanno goduto in bocca: ho bevuto tanta sborra, ma tant'altra me la facevo colare fuori. Infine, ed eravamo rimaste solo in tre, avendo le altre abbandonato, siamo state messe l'una a fianco dell'altra, onde accogliere sui nostri corpi, gli spruzzi di quelli che ancora erano in grado di emetterne. Ovviamente, in quella baraonda, non c'è stato spazio per il mio godimento e questo mi ha inviperita, per non parlare del dolore che provavo sia avanti che dietro, e del disgusto che, è mancato poco, mi stava provocando vomito. Amore, adesso però il ricordo mi ha eccitato; lo senti come risponde bene la fighetta sul tuo cazzone? e ti dico che, presentandosene l'occasione, con te e per te, lo rifarei... ma, ti dispiace, con meno persone, così da godermele per bene, una per volta... così come ora sto godendo con te... lo senti, amore?... godoooooo". Esplodemmo entrambi con un orgasmo senza fine, che ci faceva sbattere l'uno dentro l'altra, come presi da convulsioni. Se non fu quello il cosiddetto "delirio dei sensi", mi si dovrà spiegare cos'altro potrebbe esserlo.
Stemmo immobili, abbandonati ognuno al suo torpore, per riprenderci da quello stato di estasi totale. Stavo tornando in me; mi sentivo appagato e, nel contempo, mi assalivano i sensi di colpa: sono io ad avere trasformato Loredana in quello che è ora, oppure lei è così ed ha solo trovato in me il compagno ideale per manifestare la sua vera essenza? Mentre ci preparavamo per la cena, Loredana disse: "Sa, amore, la tua Patrizia è davvero una porcella. Ho parlato a lungo con lei, facendola confidare ed ho capito che, a motivo del suo tradire Alberto, è la scarsa complicità tra i due. Vedi, se ti riesce, di parlare con lui; mi piacerebbe riuscire a coinvolgerli in qualche nostro giochino. La Patrizia ha messo gli occhi su un "black" che, alla maniera di Bob Marley, suona il "raggae" in un locale non distante da qui. Stasera, dopo cena, potremmo andare ad ascoltare musica: che te ne pare? mica scema, la porcellona, eh? vuole godersi il black, e io? sto a guardare?" "E brava; così te lo faresti anche tu?" "Si, amore, mi hai voluto puttana?" "Bene, bene, bene; ne sono contento! Tasterò il terreno con Alberto". Era ancora presto; il ristorante era chiuso... dovevamo aspettare... ci sedemmo nella hall; alla reception non c'era "lo stronzo", c'era il vecchio. Ecco arrivare Patrizia ed Alberto. Loredana si alza, le va incontro e se la porta via; a me non resta che abbordare Alberto: "Senti, non so voi, ma io e Lory, quando si va in vacanza, amiamo godercela anche con un pò di trasgressione; la cosa ti sconvolge o ti intriga?" "Ma che dici?! Per quella che è la mia mentalità, mi inviti a nozze; ciò che non so è come la prenderebbe mia moglie? Sai, una prof tutta d'un pezzo, che non travalica mai la linea di condotta che si è imposta?" "Quindi - ripresi io - mi sembra di capire che, se mia moglie riuscisse a far allentare i freni inibitori della tua, non avresti niente da ridire ed, al contrario, ne saresti felice?" "Certo; anzi dovrei esservene grato perchè, finalmente, potremo goderci la vita alla luce del sole, senza ricorrere a sotterfugi". Ed io, incalzando: "Senti, stasera dopo cena, avremmo deciso di andare ad ascoltare musica "raggae": che effetto ti fa sapere che Patrizia è intrigata dal "black" che la esegue?" "No, non è possibile... allora mia moglie si è decisa a saltare il fosso? Ebbene, se è così non sarò certo io ad impedirglielo, anzi... il solo pensiero mi ha ridotto l'uccello ad una sbarra d'acciaio" "Va bene così; ora lasciamo fare alle nostre donne; appuntamento qui, nella hall, alle 23,30, per andare fuori a fare follie". Informai Loredana dell'esito favorevole della chiacchierata con Alberto e lei, a sua volta raggiante per la piega che aveva preso la cosa, volle riferire subito all'amica. All'ora fissata, puntuali come un cronometro, ci incontrammo tutti e quattro e, con una luce nuova negli occhi, con animo allegro e festante ci incamminammo, tutti assieme. Eravamo giunti ad un centinaio di metri dal locale, quando Loredana propose: "Patrizia, togliamoci gli slip e li diamo, io al tuo uomo e tu al mio, cosicchè, durante tutta la serata, sapranno che sotto il vestito, per altro corto, siamo nude" Patrizia, lì per lì interdetta, guardò il marito e sentendogli dire "Che idea fantastica! Forza dateceli!" non ebbe più dubbi; se lo tolse con un veloce movimento delle anche e lasciò che li raccogliessi ai suoi piedi; analoga cosa fece Loredana ed Alberto, dopo averlo platealmente annusato, lo fece scomparire in tasca.
Prendemmo un tavolo vicino alla pedana del musicista ed ordinammo da bere. La musica era piacevolissima ed il ritmo, spiccatamente caraibico, invogliava le nostre donne a danzare, mischiandosi ad altri avventori. Attirai l'attenzione di Alberto sul fatto che i movimenti lubrici della danza facevano spesso risalire l'orlo dei vestiti, mettendo in mostra la curva che dalla coscia porta al gluteo, sul retro, e, talvolta, sul davanti, riusciva visibile la peluria del pube di quelle che erano le nostre mogli. Era ovvio che non eravamo gli unici ad avere notato: se ne erano accorti alcuni ragazzi che, a motivo del ballo, ronzavano loro attorno e, ciliegina sulla torta, se n'era accorto il "black" cui, per vero era destinato quello show. Alberto aveva il viso congestionato per l'eccitazione e Loredana, maliziosamente, gli offrì il giusto spunto: "Ti sei accaldato troppo: non bere più". Al break che il musicista si concesse, Loredana lo invitò al nostro tavolo e fu così che apprendemmo che viveva in Italia già da cinque anni, di chiamarsi Victor ed era originario di Barbados. Si mostrò educato, rispettoso, ma non nascose di sentirsi profondamente attratto dalle nostre donne: "Non andate via, vi prego, aspettatemi, smetto di lavorare alle 3,00". Uscimmo dal locale in compagnia di Victor, un pò brilli, ma felici per la serata trascorsa; con le scarpe in mano ci mettemmo a camminare sulla sabbia ancora calda. Poco lontano le onde del mare si infrangevano sul bagnasciuga, qundo Patrizia esordì "Chi mi ama, mi segua" si sfilò il vestito e, nuda, prese a correre sulla battigia; Victor non perse tempo: anche lui nudo, la inseguì. Alberto restò come inebetito dall'inaspettato comportamento della moglie. Loredana gli si avvicinò e, presagli una mano, se la mise fra le cosce. In un attimo quella spiaggia divenne la nostra alcova: Alberto si scopava Loredana che cercava di frenarne l'impeto per il recente trascorso; io mi beavo dei suoi seni e la coccolavo; poco lontano di udivano i gemiti ed i mugolii di piacere di Patrizia, a sua volta scopata da Victor. Appena sfogati i primi bollori, tornarono da noi e proprio in quel momento il corpo di mia moglie fu vinto dai sussulti di quello di Alberto, il quale, soddisfatto, si ritirò ed andò ad abbracciare appassionatamente la moglie. Rimasi stupefatto nel vedere il potente membro di Victor: allora è proprio vero che quella razza è superdotata? Victor non perse tempo a prendere il posto lasciato libero da Alberto e fu accolto in grembo da Loredana con un gemito di soddisfazione, subito soffocato nella mia bocca. Mia moglie pensò bene di rivoltare la posizione, mettendosi lei sopra Victor, cosicchè evitava di sentire dolore e poteva graduarne la penetrazione a suo piacimento. Io le ero accanto e lei mi mordeva le labbra, mi baciava trasferendomi in bocca tanta saliva, a dimostrazione della forte emozione di cui era preda: era il primo "black" che la penetrava e la cosa la intrigava oltremisura. Era stravolgente leggere nei suoi occhi e sul suo volto, il passaggio di tutte le sensazioni che un altro uomo le stava dando, possedendola. Finchè anche lei cominciò a tremare, prima appena un pò, poi abbandonandosi al piacere, saltando quasi come un'anguilla trascinata fuori dall'acqua, ma ancora perfettamente viva. Intanto Patrizia aveva preso posizione sul mio fallo e, mormorando parole incomprensibili, mi scopava come assatanata e, di tanto in tanto, spompinava il pene di Alberto che ci sovrastava. Victor entrava ed usciva da mia moglie, ormai fuori di sè "Ti amo" mi mormorò in un orecchio. Era in estasi, si era astratta completamente, librandosi al punto di non avvertire più la presenza di Victor nel suo ventre. Ci amavamo; il resto era solo quanto poteva servirci proprio per questo: farci sentire sempre più innamorati l'uno dell'altra. Lory mandò un gemito ed il suo corpo si scosse tutto: aveva goduto. Patrizia, ormai senza alcun freno, gridò: "victor, ti prego, inculami... lo voglio nel culooooo" e fu subito esaudita, finchè non fu inondata di sperma: in bocca dal marito, in fica da me e in culo da Victor. Che scopata, ragazzi.
(continua)
[email protected]
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La vacanza a Creta 6: il black:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni