Vita da MILF 3

Racconto ispirato dai ricordi di Gloria, lei di coppia di "milfdiclassecalda".



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Il collega, dopo quella volta con mio marito, tornò da me altre due volte e, proprio all'ultima, mi comunicò che non ci saremmo più visti, perché aveva accettato la cattedra al Liceo Classico di Cagliari.
Lo disse in tono dimesso, probabilmente pensando che ne avrei sofferto, invece mi sollevò dal cruccio di dovergli dare il benservito a mia volta.
In questo ero stata già sollecitata da mio marito, che temeva il crearsi di una relazione, ma, per vero, io stessa gradivo cambiare, perché più che la scopata per sé stessa, mi intrigava l'approccio, la civetteria da usare per irretire i miei uomini.
Dopo la parentesi del collega, smisi di prendere la pillola anticoncezionale , così da mettere in cantiere un figlio.
Ero incinta di quasi quattro mesi, quando un giorno, per strada, incontrai il ragazzo, con cui scopavo quando eravamo al liceo: sì, quello da me citato, la volta che eravamo andati in gita scolastica sul fiume.
In quel periodo, una volta mi portò a casa sua, in assenza dei genitori, e lì volle che indossassi una guepiere della madre, perché, a suo dire, avrebbe voluto provare la sensazione dell'incesto.
Scopammo di brutto, ma quella fu l'ultima volta, perché non mi andava che la mia femminilità fosse surclassata da quella di un'altra donna, peraltro la mamma.
Ora, rivedendomi, mi fece un sacco di complimenti, perché mi trovava più femmina, più conturbante, al che venne fuori il mio cinismo e gli chiesi:
"Con tua madre, com'è andata a finire? Te l'ha, poi, data?"
Accusò il colpo senza rispondere e, nel contempo, chiese di potermi rivedere, perché, sapere che ero incinta e, quindi, presto mamma, lo faceva andare su di giri.
Questo fatto intrigò anche me e gli dissi che poteva venire a casa quella sera stessa, senza preoccuparsi della presenza di mio marito, essendo noi una coppia aperta.
Quante seghe e quanti pompini gli avevo fatto per il passato, poi, dopo esser stata deflorata, quante volte mi ero fatta scopare! Quindi, andando con la mente a quei tempi, mi sentivo eccitata e la figa mi si era già ridotta in un lago.
La differenza, però, rispetto ad una volta, era che ora in me doveva essersi stabilita una connessione tra figa e culo, perché ai fremiti di quella mia ingorda fra le gambe, rispondevano pulsioni provenienti dal buchetto posteriore.
Egli, ovviamente, nulla sapeva di questa mia nuova pratica, la sodomia, e mi guardai bene dall'informarlo, non senza immaginarlo mentre cercava di intrufolarsi nel mio secondo canale.
Così, quando quella sera si presentò a casa, pregai mio marito di guardare, se voleva, ma non intervenire, perché per me era un tuffo nel passato e volevo che rispettasse quel momento tutto mio.
Egli, da dolce "cornuto", qual'è sempre stato, assecondò alla perfezione il mio espresso desiderio e, quasi sicuramente, se ne stette ad origliare, per seguire, attimo per attimo, le sequenze di quella lunga scopata, con inculata finale.
A conclusione dell'amplesso, chiamai mio marito affinché accompagnasse l'ospite alla porta, per poi tornare immediatamente da me.
Così fece e mi trovò a cosce aperte con figa e culo grondanti sborra.
"Amore mio - dissi - la mia devozione per te non sarà mai abbastanza. Mi hai accontentato ed ora è giusto che tu riceva il premio che ti spetta. Ecco i miei buchi che, sull'altare, promisi sarebbero stati tuoi; ora sono ben farciti dalla crema di un altro, mista alla mia, per il godimento che entrambi abbiamo provato, con il tuo consenso e beneplacito.
Lecca, amore, lecca, succhia e godi, perché è tutto per te. Dopo potrai affondare il cazzo in questa mia figa per deporvi anche il tuo piacere, che, misto a quello che ancora sarà rimasto in fondo, raccoglierò tra le dita, per, a mia volta, assaporare e brindare con te al nostro inesauribile amore".


(CONTINUA)